Hikikomori fan
C'è solo una cosa buona,la conoscenza; e solo una cattiva,l'ignoranza
Post n°42 pubblicato il 16 Luglio 2011 da Katya_lsb
#nowwatching "Le colline hanno gli occhi" (2006) - A.Aja Ho deciso di tenere,senza cadenza fissa,una sorta di rubrica con le news che nel corso della giornata,per un motivo o l'altro,hanno lasciato un segno tangibile nella timeline dei miei account sui vari social network. Questo perchè penetrando in questo mondo per me relativamente nuovo,ne scopro ogni giorno risvolti che riescono ad entusiasmarmi,incuriosirmi o farmi incazzare :) ma comunque farmi venire voglia di partecipare,di esserne parte attiva. Quello che è incredibile è il potenziale che si ha tra le mani; milioni di persone che unite possono davvero fare qualunque cosa. In parte è anche per questo che sono qui a parlarne; c'è in giro ancora troppo pessimismo,ed è francamente ridicolo viste le prospettive dei mezzi a disposizione. Twitter compie 5 anni #nowplaying "Somewhere only we know" - Keane Anche Microsoft lavora ad un social network? #nowplaying "Rolling in the deep" - Adele Maratona di 55 ore online per realizzare film horror indipendente #nowplaying "Papa can you hear me? (Glee version) - Lea Michele Società che sanno come operare nel mondo 2.0 #offline |
Ho letto con un misto di sgomento e rassegnazione ciò che è successo qualche giorno fa a Paola Concia e alla sua compagna,gli insulti omofobi ricevuti in pieno centro a Roma dove nessuno è intervenuto. Ho omesso volutamente il termine 'onorevole' perché poco importa il suo titolo in questo contesto,la gravità di un simile gesto è la stessa per qualunque persona. Così come lo è a prescindere dal momento,ma è inquietante che ciò avvenga pochi giorni da una festa religiosa che porterà molte persone a riversarsi nelle chiese,tra cui coloro che continuano a perpetuare questo odio e che nonostante questo si definiscono cristiani. Per non parlare del luogo,la capitale di questa Italietta sempre più provinciale e chiusa in se stessa,pronta ad accogliere a frotte turisti e pellegrini quanto a rispondere ottusamente di fronte al diverso. Ma il dito va puntato non solo contro il singolo idiota ma soprattutto sulla società,la brava gente che di fronte a questi eventi fa finta di nulla e vive la sua vita passivamente. Questi sono egualmente colpevoli,ma come sono colpevoli pure coloro che dietro un nickname su facebook o altri social network appoggiano e sostengono chi non teme di mostrarsi ma poi sono i primi a non farlo. Io a Roma ci sono stata abbastanza (e probabilmente ci tornerò per l'Europride) per poter dire che gay che camminano mano nella mano durante il giorno ne puoi vedere proprio pochi...ma lo stesso ovunque,nelle grandi come nelle piccole città italiane. Li vedi poi spuntare dopo il tramonto ma esclusivamente nelle zone delimitate da locali dedicati dove si sentono liberi di esprimersi. Non è questa autoghettizzazione? La risposta arriva,triste ma vera: bisogna pur proteggersi,e l'unico modo è avere degli spazi franchi dove l'unione fa la forza. Perché x strada sei solo,tu e il mondo cattivo...già perché nessuno ti accetta,a scuola ti deridono,la famiglia ti ha diseredato,etc etc. È così? Più o meno. La verità è che la gente non accetta se stessa perlopiù,vive questa forma di omofobia interiorizzata,questa sì la vera nemica. Perché che un cretino mi dica "Lesbica di m..." non mi tocca più di tanto,ma è la tua faccia che devi vedere riflessa ogni giorno allo specchio. Che il Paese sia arretrato è fuori discussione,che ci siano parenti o amici che non prendono bene il tuo orientamento purtroppo è qualcosa che può capitare,ma se accanto a Paola e Ricarda ci fossero state,anche solo simbolicamente,tante altre coppie il diverso,l'emarginato, diventerebbe quello che oggi invece si fa forte dell'indifferenza e della paura del prossimo. |
Proprio oggi si è chiusa alla Triennale di Milano la mostra fotografica che portava questo curioso quanto azzeccato titolo. Disgrazia vuole che sia capitata in un periodo pessimo e non abbia potuto assistervi,devo ammettere con autentico rammarico. Il mio personale interesse inevitabilmente parte già dal filo conduttore,l'inquietudine,che a me indagatrice dell'animo umano è compagna fedele,musa e demone tentatore. Nel caso specifico essa è stata sviscerata in una moltitudine di raffigurazioni diverse del quotidiano malessere,dai vizi privati ai drammi mondiali come guerre e malattie. Perché preferire una mostra,tra l'altro vietata ai minori di 14 anni proprio a causa della durezza delle immagini e della loro natura ambigua,ad un paio d'ore spensierate guardando il film di Checco Zalone,per esempio? Potrei dire per un milione di buoni motivi...Al di là di quelli che sono i miei gusti,la vedo così: l'arte deve toccarti dentro,poco importa se è una carezza o una pugnalata allo stomaco. Devi sentirla e portarla in profondità,deve lasciarti qualcosa. Queste fotografie,di alcuni tra i più famosi e acclamati professionisti del settore,di certo riescono in pieno nell'impresa,anche grazie all'essenza stessa del media usato,perché in una foto rimane per sempre l'istante,non puoi distogliere semplicemente lo sguardo sperando che sia tutto passato,finito. Così messaggio e mezzo si fondono,come se la nostra mente diventasse l'obiettivo e l'immagine un mondo parallelo,ruvido,sporco...scrivendo questo ho avuto un flash di "Velluto blu" di David Lynch (ma molta della sua filmografia richiama certi temi),decisamente non a caso. Ma prendendo le distanze dal cinema,dove spesso molti registi sono palesemente di parte,i fotografi sono semplici testimoni; non tanto interessati a dare un loro parere sul soggetto,quanto nel dare l'opportunità all'occhio dello spettatore di fare questo,e meglio ancora se costui è in grado di andare oltre ed esplorare senza timore il disagio in cui l'artista l'ha volutamente trascinato. Il caos,quello vero,primordiale e sanguigno,è quello stato tra la vertigine e il disgusto che la gente prova di fronte a ciò che non vorrebbe vedere; ma in fondo quello è solo lo stridere degli ingranaggi arrugginiti della coscienza e del libero pensiero che si rimettono in moto. Personalmente consiglio a chiunque quantomeno di cercare di reperire il catalogo di questa mostra,ma fatelo solo se vi sentite in grado di affrontare gli angoli più bui della nostra società. Come ricompensa,quando riemergerete per prendere fiato,forse vi sentirete davvero totalmente umani per la prima volta. |
Quasi con le lacrime agli occhi guardavo stasera ammirata,praticamente in adorazione,il nostro "nuovo" allenatore,quel coach Dan Peterson che io bimba conobbi per le sue folli telecronache sul wrestling. Crescendo,scoprii poco a poco quel gran genio del basket che fu,in un epoca che purtroppo potrò vivere sempre e solo dai filmati di repertorio. Eppure,niente è cambiato: Dan è sempre il solito vincente,quello che hai tempi ci fece togliere tante soddisfazioni,oggi vive con la stessa intensità e soffre per quegli stessi colori. Un tuffo nel passato che non è un'operazione nostalgia,anche se ti aspetti da un momento all'altro che la tua tv HD ultrapiatta si trasformi in uno di quei bestioni pieni di valvole e transistor in puro stile anni '80 e dalla panchina vedere entrare D'Antoni...ma le persone come lui sono vere bandiere prima di tutto,autentici uomini di sport che riconciliano squadra,società e tifo con abbondanti iniezioni di orgoglio e agonismo. L'effetto è più o meno quello di quando vedi Gattuso chiamare la curva :) a proposito di Rino,come non dargli ragione quando parla del 'dio denaro' e del suo potere di far cambiare idea (e squadra) a certa gente? Quello che per qualcuno è professionalità per altri è tradimento,questione di punti di vista. Di certo molti dovrebbero imparare da un arzillo signore di una certa età che poteva dire semplicemente "no grazie" e continuare a fare il commentatore,ma per nostra fortuna ha accettato una scommessa difficile e certo non per soldi. E indovinate un pò? Comunque vada,sarà una vittoria! |
Odore di vita,in treno. Soprattutto quando stai pressato come una sardina in un regionale pieno all'inverosimile per l'ultimo dell'anno. Giri,rigiri,ma la ca...ata di partire in un giorno prefestivo mi mancava,si vede che dovevo arrivare alla mia veneranda età per provare questa 'emozione'. Perché,che siano positive o negative,il viaggiare è sempre un'emozione. Anche se ormai dai del tu ad ogni stazione. Anzi proprio per quello,ogni anfratto ti parla,chi urla chi sussurra,chi semplicemente ti vuole raccontare una storia nuova e tu pronto tendi ogni volta l'orecchio. Il turista,lo riconosci subito...è quello che guarda nervosamente l'orologio,quello che si porta tredici valigie per un weekend fuori porta,che si veste di tutto punto come per una serata di gala forse ignorando le scarse condizioni di pulizia dei mezzi pubblici,quello che parla come una guida turistica ma non guarda mai fuori dal finestrino. Le uniche cose che sono cambiate in 10 anni sono le mie 'compagne di viaggio': ricordo di walkman,pesanti tomi da leggere nei tratti più lunghi,un block notes e una penna per afferrare l'ispirazione. Oggi faccio tutto e di più con in mano solo un iPhone. In realtà,anche qualcos'altro è cambiato nel frattempo,e no,purtroppo non parlo delle toilette...io,che da intransigente teenager berlusconiana in carriera,vergine di ferro tutta lavoro ed efficienza convinta di avere tutte le risposte,sono passata a giovane donna anarchica che tutto ormai ha visto e vissuto ma che ancora ha voglia anzi fame di esperienze,alla ricerca della verità o forse solo di nuove domande. Come,quando o perché ci si trasformi chiedetelo a questi binari che corrono veloci,troppo per poterli raggiungere mai,ai pendolari già stanchi ancora prima di partire,agli stranieri che attaccano sempre bottone e agli italiani che si scansano tra di loro,ai bambini che piangono e alle mamme disperate,ai turisti che si aspettano 'Lamerica' con la testa sui loro depliant ed invece...o forse già sanno cosa li aspetta,forse vengono per capire,per vedere coi loro occhi. Che è quello che facciamo tutti ogni giorno,li apriamo nella speranza che niente sia vero e li chiudiamo nella consapevolezza che ahimè lo è. Ma nonostante questo continuiamo a spalancarli davanti al mondo e alle piccole o grandi meraviglie. Questo è viaggiare. Crescere,vivere. |