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Crepe di piattaforma

Post n°479 pubblicato il 17 Gennaio 2009 da quotidiana_mente






A proposito del post precedente.

Sono perfettamente cosciente, come lo sono di sicuro anche gli altri, che aprendo un blog (oppure un qualsiasi altro spazio su Internet) devo accettare le condizioni della “piattaforma” o qualsiasi altro nome si voglia dare a tale spazio. Non credo di aver mai letto per intero tutte le clausole. Ricordo che c’era scritto che il gestore poteva chiudere in qualsiasi momento lo spazio concesso. Questo lo ricordo. Questo ho riletto dopo il post precedente.

Certo, niente da ridire: c’era scritto, ed avevo accettato.

Però, se questa piattaforma (o come la vogliamo chiamare) “vive” è anche grazie a quanto io scrivo sullo spazio a me concesso. No, non soffro di megalomania. Vive in quante altre persone, come me, scrivono o commentano, o inseriscono foto o qualsiasi altro materiale che viene condiviso con gli altri.

Questa piattaforma vive in quanto ci sono chat, forum, siti, community, blog messi a disposizione degli utenti. Sono gli utenti a dare visibilità a questa piattaforma, gli spazi pubblicitari (o banner, o come si chiamano) avranno un’oscillazione verso il basso o verso l’alto anche in base a quante volte la piattaforma viene “cliccata”. Se tutti smettessero di frequentare la piattaforma, le sue quotazioni ne subirebbero le conseguenze. Certo, non sarebbe un’oscillazione tale da mandare in crisi l’economia mondiale…

Si ripete, all’infinito, che è uno spazio gratuito.

Anche Mediaset e la7 (e tanti altri canali) sono “spazi” gratuiti, ma se di colpo nessuno guardasse più le trasmissioni di tali palinsesti, seppure gratuiti, questi sarebbero votati alla morte. Be’, forse la parola morte è esagerata, diciamo allo spegnimento o oscuramento in quanto ormai privi di pubblicità da inserire durante le trasmissioni. E’ il mercato, bellezza, è il mercato.

Uno spazio esiste in quanto un utente (che brutta parola) lo fa vivere. D’altro canto credo che sarebbe non dico doverosa, ma quanto meno gradita una segnalazione da parte del gestore all’eventuale incauto utente che egli sta per andare incontro alle forbici (o cesoie), o spegnimento. Immagino che nessun gestore abbia abbastanza tempo da dedicare ad una accurata analisi di quanto viene scritto sui blog, ma considerato che le forbici (o cesoie) o lo spegnimento scattano in base ad un determinato numero di segnalazioni di carattere avverso ai contenuti o alla forma di un tale blog, credo che sarebbe gradito, da parte dell’utente (sempre una brutta parola rimane) di venirne a conoscenza prima di vedersi annullare il risultato di così tante “fatiche letterarie”. Non so quanti spazi vengono chiusi in una giornata, ma mi piacerebbe che fosse possibile ricevere un messaggio di avvertimento, una specie di facsimile, dal “malcapitato” di turno. Perché abbia modo di “rimediare” oppure di chiederne le motivazioni.

Questa piattaforma è gratuita, come tante altre, questa piattaforma esiste perché ci siamo noi, tutti noi.

Qualcuno scrive di un possibile trasloco virtuale. Sono pigra, ho già fatto abbastanza traslochi (reali) da sapere che qualcosa si perde sempre, qualcos’altro si butta perché non più indispensabile. Potrebbe essere una motivazione valida anche quella di mettersi alla prova altrove. Perché io, se mai decidessi di fare una cosa simile, inizierei da capo: uno spazio nuovo ma sempre identico.

Un trasloco è un’ottima occasione per iniziare una vita nuova, per cambiare abitudini e persino amici (ma non necessariamente perdendo gli amici precedenti). Qualche amico ci seguirà, qualche altro si perderà, ed è nell’ordine naturale delle cose. Ci si vede meno per la lontananza, si impara a conoscere nuovi vicini.

Ci penso e poi ci ripenso. Per ora rimango qui, per pigrizia, ma anche perché per ora non ho niente di cui mi voglio sbarazzare, non ho niente che desidero perdere e ho ancora voglia di frequentare i “vecchi” amici, i “nuovi” vicini possono aspettare.

Conserverò le mie abitudini di sempre, come si fa in una “vecchia” casa. Crepe di piattaforma comprese.





 
 
 
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