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DIRE STUPIDO AL FRATELLO E' TOGLIERGLI LA FAMA E FARLO GUARDARE MALE DAGLI ALTRI: PERCHE'?

Post n°812 pubblicato il 12 Giugno 2014 da sebregon

X SETTIMANA  - GIOVEDÌ

 

 
 Mt 5, 20-26


 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.».

 

Ci viviamo come i dominatori del mondo. Non sempre però per cui ai nostri occhi possiamo essere anche miseri ma, c’è un ma…, quando ci  relazioniamo con gli altri ecco venir fuori, se non  stiamo molto attenti e ben protetti dall’umiltà, la gabbia mentale in cui ci siamo circonclusi e che reputiamo essere la nostra vera visione del mondo.

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Con questa nostra visione mentale ecco che siamo pronti a giudicare il nostro prossimo, da chi è nostro prossimo per legami di sangue o di parentela  a chi ci attraversa la strada, di cui non sappiamo niente, ma che se lo vediamo in un certo modo ecco che lo cataloghiamo nei nostri contenitori a perdere.

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Siamo maestri del giudizio ma non bravi nello stesso modo quando si tratta di giudicare noi stessi.  Per noi abbiamo tutte le giustificazioni di questo mondo per gli altri invece i giudizi dalla nostra sedia gestatoria quando funzionava a dovere e cioè dall’alto: siamo su ed il mondo ci scorre sotto pronto a rivedere i nostri. ‘stupido’ o i nostri’ ‘pazzo’. Lo stesso Gesù fu preso per pazzo da coloro che come noi praticavano lo stesso sport del giudizio.

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Come uscire da questa mania veramente stupida e pazza? Infatti se non capiamo i dinamismi della realtà alla fine siamo proprio noi che meritiamo quei titoli. Dobbiamo allargare il nostro cuore per farvi passare dentro i fiumi della misericordia, quella che Dio dona a tutti coloro che gliela chiedono per se stessi e per farne un filtro divino da cui guardare agli altri.

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Come possiamo giudicare la vita del prossimo? Che ne sappiamo dei loro percorsi di vita? Dei loro tentativi di vivere una vita buona, delle loro sconfitte e di quel filo di fede e di speranza che anche nelle situazioni peggiori si portano dentro? Noi siamo al mondo per aiutarci, tutto qua ed il Signore ha bisogno delle nostre mani e dei nostri piedi perché si aggiungano a quelli del fratello in difficoltà e gli permettano di osare e di riuscire nella vita.

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Del resto quante volte è capitato e capita ancora e capiterà d’essere aiutati da qualcuno? Anche chi scrive non ha la vittoria e la salvezza in tasca ma ha sempre bisogno che qualcuno gliela la doni e dunque siamo tutti pari, forse la differenza sta qui che noi sappiamo che abbiamo bisogno mentre altri si pongono il problema in modo diverso e cioè pensano d’essere autosufficienti. Tuttavia devo confessare che è facile slittare dalla consapevolezza d’essere umili e bisognosi d’essere salvati al credere di potercela fare da soli.

 

La nostra vita e la Parola

 

Spirito santo che sei Spirito d’amore insegnaci a moderare la nostra lingua ed i nostri pensieri per disporci ad accogliere tutto ciò che ci viene incontro all’insegna della misericordia.

 

Michele Sebregondio

 
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