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« GRAZIE A GESU' IL REGNO...IL SIGNORE SI METTE A SE... »

IL SIGNORE DI METTE A SERVIRCI SE LO DESIDERIAMO CON INTENSITA' ED AMORE

Post n°836 pubblicato il 20 Ottobre 2014 da sebregon

 

XXIX SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - MARTEDÌ

 


 

 

 

 



 Lc 12, 35-38 


 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».  

 


Queste parole del Signore Gesù vogliono aiutarci  a fare un punto sulla nostra situazione esistenziale per vedere come stiamo vivendo e cioè qual’è la qualità della nostra vita. Stiamo per caso vivendo in acque stagnanti dove non succede nulla ma tutto si subisce? O viviamo come parte di un ingranaggio che deve affrontare una dopo l’altra le situazioni della vita senza alcuna cassa di risonanza che dia senso e profondità a ciò che facciamo? E possiamo ancora continuare a chiederci se viviamo perché respiriamo o la nostra vita ha un progetto o un qualcosa che ci scalda il cuore e che ci fa cominciare la giornata con un sorriso perché ci è stata donata un’altra possibilità per accogliere ciò che verrà. Gesù ci dice chiaramente come vuole che sia chi gli sta vicino: anzitutto vuole un essere umano sveglio e  pronto con tutto l‘occorrente che ci vuole e cioè con la consapevolezza che la propria vita non la si vive da soli o soltanto per servire ai propri bisogni ( un esame di coscienza a questo punto ci farà vedere come sono i rapporti con gli amici ed i conoscenti e se vi sono dei buchi neri da chiudere definitivamente perché fonte di malessere  o se invece siamo chiamati a dare un nostro contributo sincero perché la situazione ce lo richiede), poi il Signore ci vuole con la lampada accesa e cioè avendo usato tutta la nostra intelligenza per arricchirci e capire in quale contesto culturale  viviamo per saper dare all’occorrenza anche il nostro contributo ( siamo calati nel reale a 360 gradi e non completamente avulsi dai processi storici che coinvolgono la vita di milioni di persone?). Ad un passo successivo di lettura di questo brano occorre   capire che l’immagine del padrone che torna dalle nozze   è quella di Gesù nel momento in cui bussa alla nostra porta. Ed allora può succedere che egli bussi e noi siamo occupati a fare qualcos’altro. Se siamo un po’ sensibili avvertiamo una certa mancanza del Signore o che egli ci sta chiedendo d’entrare. Poi però quella sua voce la lasciamo cadere o magari diciamo a noi stessi :’dopo’ , ma dopo quando?   E così cresce in noi una certa durezza di cuore che nei casi peggiori non riesce più ad avvertire i richiami continui del Maestro che ci ama e che ci vede diventare sempre più insensibili e votati solo alle cose di questo mondo da cui speriamo di trarre ogni profitto. Intanto la lampada del nostro spirito, quello vero di figlio/a  di Dio, si va spegnendo e noi veniamo catapultati nei gorghi di questo mondo che non brama altro che vederci staccati da ogni fondamento per farci ballare la tarantella dei suoi desideri e dei suoi lustrini per poi farci piombare in una depressione opprimente. Gesù invece vuole che  abbiamo con Lui un vero rapporto d’amore, di un amore che non può mai deludere  perché fondato non solo su una storia della salvezza ma anche da momenti in  lo abbiamo sperimentato, forse solo quando eravamo bambini. Certo questo lo dico per chi ha avuto la fortuna di conoscerLo mentre per coloro che hanno altri riferimenti religiosi o valoriali la cosa non cambia se al centro mettono il servizio ai propri fratelli e non la difesa dei propri privilegi. Un’ultima parola legata al paragone portatoci da Gesù. Quando la vita viene vissuta a guisa di un lavoro fatto sotto costrizione (come per i servi che si danno da fare solo quando c’è il padrone ma non lo amano)  allora di certo mancherà quel fuoco e quell’attesa del nuovo perché si sono chiusi i boccaporti del proprio io. Gesù è nuovissimo, è la fonte del vero amore per cui qualsiasi altro amore che voglia prendere totalmente il suo posto presto sarà fonte di una feroce delusione.. Se invece Egli è al primo posto tutto ci verrà donato e Gesù stesso si metterà a servirci.


 La nostra vita e la Parola


Spirito Santo che ci sei stato donato dal Risorto aiutaci ad essere sempre vigilanti perché possiamo accogliere il dono del Padre celeste quando si concretizza negli scenari della nostra quotidianità.


Michele Sebregondio 

 

 
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