Creato da io_deifobe il 08/03/2007

LA SACERDOTESSA

- SCIENZE ESOTERICHE - RACCONTI - MISTERI E DIVINAZIONE

 

 

Post n°424 pubblicato il 27 Maggio 2007 da io_deifobe

OCCULTISMO: SCIENZA MAGICA?

La Scienza dei Maghi, è vero, ha come prerogativa di rimanere segreta, ma è pur certo che nell’Antichità rappresentava la Scienza "tout court".
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Oggi, però, non si possono più lasciare nell’ombra insegnamenti che possano apportare a molti un conforto nelle proprie pene, una schiarita nelle tenebre, una certezza nei dubbi. Ma il vero occultismo non è quello che viene divulgato attraverso la pubblicità di certe riviste. Il vero occultismo non è l’arte di fare girare i tavoli e di confondere i piedini di uno sgabello con lo spirito di Pitagora o di Giulio Cesare. L’occultismo rimane il "buon senso" che completa la scienza detta "profana" dando una luce nuova alla geologia, all’antropologia, alla paleontologia, alla storia, alla fisica, alla chimica e anche alla sociologia. L’Occultismo rappresenta la "Conoscenza".
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La Tradizione primordiale è Una ma è anche vero che nel corso dei secoli è stata trasmessa sotto vari aspetti di cui due correnti rimangono le principali:
- l’esoterismo orientale
- l’esoterismo occidentale
che non si contrappongono, come qualcuno potrebbe pensare, ma che conservano l’Unità sotto apparenti divisioni.
La biblioteca dell’occulto comprende migliaia di tomi ed è a volte imbarazzante scegliere le prime letture.
La "Dottrina Segreta" di H.P.Blavatsky è l’opera di base per lo studio dell’Esoterismo. È il faro che proietta sull’oceano dell’occulto la luce più viva.
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Cos’è esattamente l’occultismo?
È un insieme di dottrine nate da una tradizione primordiale che ritroviamo all’origine di tutte le religioni e di tutte le filosofie, anche di quelle che sembrano apparentemente allontanarsene o addirittura contraddirle.
Questo insieme, fatto di teorie, di etica e di estetica, era insegnato nell’Antichità a coloro che dimostravano di esserne degni, percorrendo i cicli completi delle prove iniziatiche.
Oggi, la nostra scienza è alla ricerca di una larga diffusione presso il pubblico, mentre la scienza antica era riservata ad una élite ed era accuratamente nascosta ai profani.
Perché questa prudenza?
Perché la conoscenza dell’occulto forniva all’adepto forze incommensurabili che potevano essere usate per il Bene come per il Male.
La maggior parte delle scoperte della scienza moderna non sono altro che "trovate".
Gli Antichi conoscevano l’astronomia e forse un’astronomia superiore: l’astrosofia di cui non abbiamo conoscenza. Conoscevano non solo la chimica ma l’Alchimia, che ci fa ancora sognare e che la maggior parte degli scienziati contemporanei considerano una chimera.
Il vapore e l’elettricità erano conosciuti dai preti dell’antico Egitto, i cui i templi sotterranei erano illuminati da una luce abbagliante, quella misteriosa "lampada eterna" di cui parla Erodoto. Gli Atlantidei possedevano "carri volanti". È anche fuori dubbio che usassero potenti telescopi a specchi di oricalco lucido e che la scienza dell’ottica non avesse segreti presso le colonie che fondarono in Egitto e in Asia Occidentale.
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"La scienza degli Antichi è la scienza del nascosto, dell’esoterico; la scienza dei moderni, è la scienza del visibile, dell’essoterico". (Papus)
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Per la scienza moderna, l’uomo è uno schiavo attaccato alla materia; per la scienza occulta dell’Antichità, l’uomo è un dio in divenire, la cui origine è spirituale ed il cui avvenire si perderà in un oceano di splendore che ci è impossibile immaginare, quando avrà realizzato, con un processo che l’occultismo insegna nella sua parte etica, l’Unità con il Divino latente in lui.
Le discipline di oggi, però, sono all’opposto delle discipline dell’Antichità, basate sull’Iniziazione. Ai giorni nostri, solo l’intelletto viene coltivato, limitando così l’essere nella ricerca della verità totale che non può essere conosciuta se non attraverso l’intuizione spirituale.
La scienza occulta racchiude rivelazioni sull’Uomo, la Natura, l’Universo e Dio, lo studio dei Testi Sacri e dei Simboli. Non è una scienza morta!
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Evoluzione occulta dell’Umanità
La Tradizione occulta ci insegna che nella grande evoluzione della Vita manifesta - ciò che gli Indù chiamano "Mahamanvantara" - le razze si succedono come le perle di una lunga collana che si srotola sul globo o pianeta che diventa il loro campo transitorio di evoluzione.
Il nostro pianeta Terra rappresenta così una piccola perla di una collana ancora più lunga che è l’insieme del sistema solare; quest’ultimo è a sua volta una perla di un’altra collana di cui non possiamo concepire l’immensità. E così all’infinito…
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Cercheremo di riassumere l’insieme di questa evoluzione del "Mahamanvantara":
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Un periodo di manifestazione universale - un giorno di Brahma - comprende sette cicli solari.
Un ciclo solare comprende sette cicli maggiori.
Un ciclo maggiore comprende sette cicli minori.
Un ciclo minore comprende sette cicli planetari.
Un ciclo planetario comprende sette razze-madri.
Una razza-madre comprende sette sotto-razze.
Una razza-madre viene chiamata anche "triangolo", poiché l’insieme delle sette sotto-razze evolve in tre termini di culto, corrispondenti alle tre persone della Trinità divina.
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In ogni razza:
- l’inizio sviluppa la volontà, con la religione del Padre
- il centro sviluppa l’Amore, con la religione del Figlio
- la fine sviluppa la Saggezza, con la religione dello Spirito Santo (Madre)
Il nostro "triangolo" attuale, o "razza bianca", è il quinto del nostro ciclo planetario "terrestre".
Questo ciclo terrestre fu preceduto da un altro ciclo planetario, detto "lunare" e un altro ciclo, quello di "Mercurio", lo seguirà nell’evoluzione del ciclo minore.
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Quattro razze hanno preceduto la nostra in questo ciclo planetario:
- La prima, detta triangolo trasparente, o razza polare
- La seconda, detta triangolo traslucido, o razza iperborea
- La terza, detta triangolo nero, o razza lemure
- La quarta, detta triangolo rosso, o razza atlantidea
I due primi triangoli non appartenevano al nostro piano fisico di esistenza. Il pianeta era in piena formazione e dopo gigantesche convulsioni geologiche, il primo continente, la Terra sacra imperitura nacque al Polo Nord. A poco a poco, i suoi sette grandi promontori emergono dalle onde ribollenti, e quel continente, denominato nelle Scritture indù: "Shevtadvipa", l’Isola Bianca, è pronto a diventare la culla dell’umanità terrestre. La "Dottrina Segreta" ci dice che il clima di quella Terra sacra è una deliziosa primavera e che la "Stella Polare la sorveglia con un occhio vigile dall’Aurora fino alla fine del Crepuscolo di un giorno del grande Soffio". (H-P Blavatsky - "Dottrina Segreta")
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All’inizio del primo termine del triangolo polare, la razza trasparente, puramente spirituale, fu "svegliata" da grandi Esseri che avevano concluso la loro evoluzione nel terzo termine del settimo triangolo del ciclo precedente.
Il ricordo di questi primi istruttori del nostro ciclo terrestre, i Signori della Luna, è conservato nelle mitologie e le leggende e la scienza occulta dà su di loro e sul loro lavoro informazioni tratte dalle radici stesse della conoscenza iniziatica.
Questo primo triangolo del nostro ciclo portò l’umanità spirituale alla sua perfezione nel suo terzo termine; la vita nata da questo terzo termine passò nella seconda razza per "risvegliare" facoltà mentali.
A dire il vero, nell’evoluzione generale dell’Umanità, queste prime razze rappresentano il lato involutivo del grande Triangolo. Le prime razze sono semi-divine e diventeranno formalmente umane a metà del secondo termine del triangolo lemure.
Il secondo triangolo si evolse nelle stesse condizioni, adattate al nuovo piano: la razza traslucida (Umanità psico-spirituale). Questa seconda razza nacque sul continente iperboreo, chiamato "Plaska" nelle scritture dell’India. Il suo clima era tropicale, una vegetazione lussureggiante copriva le pianure assolate. È su questo continente che nacquero i mammiferi.
La vita nata dal terzo termine del secondo triangolo passò nel terzo triangolo per "risvegliare" l’Umanità psico-astrale.
La terza razza nacque sul continente lemure, chiamato "Shalmali" nelle Sacre Scritture dell’India.
La Lemuria si stendeva sull’Oceano Pacifico e copriva una parte dell’Africa. L’Australia, l’Isola di Pasqua e Madagascar ne sono le vestigia.
L’Uomo della terza Razza era di statura gigantesca, proporzionato agli animali che vivevano sulla Terra: pterodattili, megalausauri, brontosauri, mammuth con i quali doveva lottare.
È nel bel mezzo della terza razza che ebbe luogo la divisione dei sessi, simbolizzata nella Genesi dal mito di Adamo ed Eva.
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Tre tipi di civiltà ebbero il predominio nel terzo Triangolo:
- La razza nera si evolse fin dal primo termine
- La razza bruna si evolse nel secondo
- La razza grigia nel terzo termine, portò la vita alla sua perfezione nel triangolo lemure.
I neri d’Africa sono i sopravvissuti del primo termine;
I Malesi e i Gialli d’Estremo-Oriente - questi ultimi più o meno meticci, visto che in Asia vi fu un apporto del primo termine del quarto triangolo che ha creato i Cinesi attuali - sono i sopravvissuti del secondo termine;
I Polinesiani e i Malgasci possiedono ancora, quasi nella loro purezza primitiva, le caratteristiche del terzo termine di cui sono i discendenti.
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Siamo dunque nel terzo termine del nostro triangolo ed è per questo che stiamo assistendo alla trasformazione radicale che segna, dal punto di vista religioso e sociale, l’avvento dell’era Nuova.
E quando il terzo termine del nostro triangolo arriverà alla sua fine, la nostra civiltà sparirà con l’Europa, il suo principale continente che verrà distrutto dal fuoco.
Un nuovo continente nascerà nell’Oceano Atlantico, tra la costa est dell’America e la costa ovest dell’Europa e dell’Africa.
Si chiama "Shaka" nelle Sacre Scritture dell’India e sarà l’habitat del sesto triangolo e della razza blu.
Questa razza comprenderà anche sette sotto-razze che evolveranno in tre termini.
La civiltà del sesto triangolo brillerà in modo vivissimo e la razza blu sarà "ermafrodita": fisicamente, unirà i due sessi, spiritualmente, unirà la saggezza (Hermès) e l’amore (Afrodite). Sarà completamente cosciente nel piano astrale e comincerà a sviluppare il mentale nel terzo termine.
Poi "Shaka" verrà sommersa dalle acque; il sesto triangolo sparirà anch’esso, lasciando il posto al settimo.
Il settimo triangolo nascerà su un continente - "Pushkara" - emerso nell’attuale Oceano Pacifico. Sarà il campo d’evoluzione della razza viola, formata da sopravvissuti selezionati dei triangoli rosso, bianco e blu.
La razza viola verrà portata verso la perfezione tanto nell’arte quanto nel sociale, nel filosofico e nel religioso.
Quando il settimo triangolo avrà terminato la sua missione, gli elementi di scelta passeranno sul pianeta Mercurio in qualità di istruttori del nuovo ciclo planetario.
Notiamo che questa teoria del passaggio della vita da un mondo all’altro è ammessa dalla scienza profana.
L’ipotesi biologica della "panspermia interastrale" venne difesa da molti scienziati, tra cui, uno, il fisico svedese Svante Arrhenius, non si allontana molto dagli insegnamenti della dottrina esoterica.
Il centro supremo, depositario della Tradizione Esoterica resta lo stesso nel corso del tempo. Chiamato nella letteratura occulta: "Shambhala", "Agartha", "Grande Fratellanza Bianca", sempre governato dal "Re del Mondo" è simboleggiato dalla Svastika o Croce uncinata.

 
 
 

Virtualizzazione Astrologica

Post n°423 pubblicato il 26 Maggio 2007 da io_deifobe

Andando avanti negli anni e nella conoscenza ci si rende sempre più conto di come sia difficile nella realtà avere la giusta percezione del tutto e di come spesso ci si soffermi sul dettaglio tecnico, sulla definizione, su quella regola che ci era tanto piaciuta o che aveva attratto cosi bene la nostra attenzione. Arroyo e Rudhyar sono sempre stati i miei Autori preferiti. Per quella loro ecletticità, per quel gusto creativo che hanno saputo dare della lettura energetica nel campo caratteriale di ogni individuo. Perchè la casistica con la quale si formano e si individuano i vari aspetti non deve essere la tendenza incasellante e nozionistica con la quale si devono trattare le persone. Questo è cosa è avvenuto negli ultimi anni all'Astrologia. Incontro sempre più persone che mi portano i loro temi fatti al computer con tanto di relazione di venti, trenta pagine. Che hanno pagato, letto e mai compreso. E mi chiedo a cosa può servire l'Astrologia in questo modo.

Arroyo scriveva che una volta letti i libri bisogna buttarli via e ascoltare la propria sensibilità di fronte a un tema natale o quadro astrale o carta stellare. I modi di definirli sono tanti e variopinti ma cosa rappresenta un Tema Natale? E' la fotografia del Cielo del momento in cui un individuo è nato. E a cosa serve questa rappresentazione se non a conoscere l'Uomo stesso ed aiutarlo alla comprensione dei suoi conflitti che tra il desiderio e la Realtà si formano? E' la conoscenza che guida l'Amore per lo Studio. E la comprensione dell'Uomo. Non come individuo specifico ma come essere vivente.

E' solo questo che si dovrebbe fare. Se oggi all'Astrologia ancora si associa una risatina ironica o una credulonità non ragionata, non è dovuto alla diffamazione di illuministi tra cui il Cicap, ma solo alla cattiva predisposizione di chi con poca conoscenza e senza Amore, cerca solo di riportare un utile rendiconto al suo vivere.

 
 
 

Post N° 422

Post n°422 pubblicato il 26 Maggio 2007 da io_deifobe

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Post N° 421

Post n°421 pubblicato il 26 Maggio 2007 da io_deifobe

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CERCHI NEL GRANO: MISTERO O ARTIFICIO?

Post n°420 pubblicato il 26 Maggio 2007 da io_deifobe

I Crops Circles sono tornati d’attualità ed hanno invaso anche l’Italia. Tra questi anche il "Crop di Sabaudia", in provincia di Latina, del quale pubblichiamo alcune foto mandateci da Cristiano Samassa, che le ha scattate dal suo aereo, uno Storm 280, con l'amico ed ex istruttore di volo Gabriele Rossini, anche lui in corrispondenza con noi.
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Molte voci si sono levate riguardo all’argomento, quindi non potevamo ignorare l’espansione del fenomeno e i pareri contrastanti generati riguardo alla loro veridicità.
Quali appassionati dei misteri, nella nostra continua ricerca di spiegazioni veritiere a riguardo, vogliamo porre una sola domanda senza disquisire sull’attendibilità del fenomeno, ai metodi della sua realizzazione, del perché ha varcato i confini inglesi approdando in Canada, Stati Uniti e adesso anche in Italia.
La stesso domanda se la pongono i membri di "Circlemakers".
Vi sono disegni fantastici raffiguranti forme geometriche complesse, talmente elaborati da escludere l’opera dell’uomo.
Due
foto riproducono un crop, scoperto a Crooked Soley, vicino a Hungerford nel Wiltshire, che gli esperti hanno definito la rappresentazione elicoidale del DNA. La griglia è formata da 1296 quadrati e si estende su 200 piedi. Vi si notano linee simili alle rotaie tranviarie e ferroviarie. Osservando le foto aeree non si riscontrano orme e impronte. Come è possibile? Come hanno fatto per realizzarlo?
Molte sono le formazioni elaborate che riproducono geometrie fantastiche e di notevole effetto come quelle di cui riportiamo le
foto.
Come ha già fatto notare qualcuno, in ogni campo dove si trovano i cerchi sono presenti questi "binari" considerate le tracce del passaggio di trattori o macchine agricole. I "costruttori" potrebbero raggiungere il centro del campo, ove creare le elaborate formazioni, percorrendo questi "corridoi" e, naturalmente, utilizzarli per uscire dal campo.
Quindi, come vengono realizzati?
Abbiamo avuto modo di sottolineare, in un nostro precedente
approfondimento sui cerchi nel grano, la presenza di antenne o ripetitori vicino ai campi ove appaiono i Crops, al possibile uso di tecnologie militari e satellitari, della emissione di onde elettromagnetiche.
Quattro identiche
raffigurazioni sono apparse nella prima settimana di settembre del 2002 nel Berkshire e nel Whiteshire; due addirittura nello stesso campo. Secondo i quotidiani tale apparizioni coincisero con il lancio delle Telecomunicazioni della Compagnia Orange.
D’altro canto dobbiamo registrare che in diversi casi vengono segnalate sfere luminose sul campo dove si materializza il cerchio, ma questo non esclude l’uso di avanzate tecnologie.
Rimane sempre la domanda: chi sono i creatori del fenomeno?
Qualcuno li crea utilizzando corde e bastoni dopo aver compiuto alcune misurazioni topografiche, come ci dimostrano Colin Wilson, Charles Mallet e Andy Thomas, nel sito Web " Circlemakers".
Il 14 settembre del 2002 sei membri hanno creato a Balerno, vicino a Edimburgo, una
spettacolare formazione di 250 piedi raffigurando in essa il "re e la regina" del giorno, della trasmissione televisiva di Canale 4 "Richard e July". Il fatto è stato ampiamente trattato e reclamizzato su importanti quotidiani quali The Daily Mail, The Daily Star, The Daily Espress, The Sundai People.
Il 2 luglio 2002 altri appartenenti ai Circlemakers hanno disegnato il Logo di History Channel’s in occasione del documentario "History vs. Hollyvood". Riportiamo la
grande "H" e gli autori al lavoro nel campo. Nel loro sito web sono visibili anche i diagrammi usati per la creazione.
Infine a Yatesbury, nel Whiteshire, il 14 agosto 2002 hanno creato, in collaborazione con il "Pair.com", il loro
Logo, dopo alcune ore di misurazioni topografie e di calpestio. Rod Dickinson e Will Russell creavano il Crops mentre John Lundberg immortalava i momenti della realizzazione come si può vedere nella serie di foto.
Certamente qualcuno penserà che le analisi condotte sulle spighe faranno chiarezza; personalmente non credo, in quanto sicuramente nei cerchi creati dall’uomo le spighe risulteranno spezzate, non avranno nodi allungati e saranno prive di tracce lasciate da microonde, come al contrario risulterà su quelle presenti nei cerchi prodotti dall’emissione di onde elettromagnetiche.
Come abbiamo già accennato, oggi, siamo in grado di produrre tali sorgenti energetiche attraverso l’utilizzo delle tecnologie a nostra disposizione.
Rimane sempre la stessa domanda: Chi sono i creatori dei cerchi ?
Non vogliamo esprimere un parere, ma il nostro status ci obbliga a mantenere una posizione obbiettiva.
Formuliamo solo domande. Chi si diverte a creare tali formazioni nei campi di grano e chi ha ragione riguardo alla loro attendibilità?
Restiamo in attesa di risposte esaurienti.

 
 
 

LA RICERCA DELLA VERITÀ

Post n°419 pubblicato il 19 Maggio 2007 da io_deifobe

Dalla notte dei tempi, cioè da quando l'uomo conquistò la sua individualità, la ricerca della Verità che rende liberi, rappresenta un tema universale verso il quale tanti pellegrini hanno dedicato la propria esistenza.
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Ad esempio, nel mito della ricerca del Santo Graal, al Cavaliere Parsifal viene offerto un Regno (Verità) se presenterà la domanda corretta.
Pare che presentando la domanda corretta, automaticamente si stabilisca un rapporto con la risposta.
La Porta della rivelazione allora può aprirsi.
Perciò, quali domande dobbiamo porre e cos'è la rivelazione che cerchiamo?
Può darsi che ogni persona abbia una serie differente di domande e risposte e che il loro flusso continuo vada a colmare la dimensione del proprio tempo.
Ciascuno di noi è alla ricerca del "suo" Santo Graal, una rivelazione che darà significato alla propria vita e la renderà produttiva per colmare così, di significato, il proprio incedere sul palcoscenico dell'esistenza.
Per la maggior parte di noi, la ricerca o "cerca" ebbe inizio quando cominciammo ad interessarci a qualche tipo di insegnamento spirituale e trovammo molte rivelazioni nella Saggezza Antica.
In quei momenti iniziammo a percepire che, oltre le forme, esiste un mondo ben più interessante, il Mondo delle Cause o dei Significati, laddove gli opposti trovano composizione unitaria e dove Spirito e Materia non sono altro che diverse manifestazioni della stessa Essenza.
Ma la ricerca è anche cercare interiormente e realizzare nuove forme di Saggezza secondo il giorno e l'età, verità che ci aiuteranno nelle nostre relazioni ad affrontare i problemi in questi tempi di grande crisi e opportunità, nella nostra evoluzione planetaria.
Le nostre difficoltà ci invitano a chiederci di noi stessi e delle nostre motivazioni, dei nostri scritti e dei ruoli che seguiamo, se dovremmo continuare il nostro percorso oppure seguire un Sentiero differente.
Inevitabilmente, troveremo rivelazioni tutto intorno a noi, perch&ecute; le risposte sono nel simbolismo degli eventi che ci accadono e nel loro messaggio nascosto (esoterico) a noi indirizzato; e le troveremo anche nei tipi di persone che attiriamo nella nostra vita, coloro che, in effetti, rappresentano i nostri riflessi.
Se indaghiamo tra i dettagli della nostra vita quotidiana e nei suoi piccoli eventi critici, possiamo scoprire le varie sfaccettature della nostra personalità, quelle caratteristiche che ostacolano il Servizio che ci siamo preposti di svolgere.
Questa è la nostra ricerca personale, che ci aiuta ad accedere alla vera natura dell'Anima e a servire da quel livello.
Ma noi non siamo soli a percorrere il Sentiero, in quanto facciamo parte di una ricerca di Gruppo mondiale.
Ogni vita è un mito personale in formazione, con le sue sub-personalità ed i suoi sub-intrecci. Ed ognuna rappresenta un filo di un enorme ragnatela alla quale tutte sono connesse.
Facciamo quindi parte di una personalità globale e tutti i nostri problemi e difficoltà appartengono ad un problema globale o ad una difficoltà della stessa natura.
Ciò significa che le nostre domande devono essere ampie ed inclusive.
La separatività, l'egoismo e l'egotismo non hanno più ragione d'essere in questa Nuova Era, esse oramai rappresentano manifestazioni cristallizzate ed anacronistiche.
La gente ha sempre posto domande sulla natura nascosta degli eventi e delle cose e, se risaliamo a 2000 anni fa, troviamo che la ricerca di Aristotele era simile alla nostra.
Siamo dunque tutti sul Sentiero del divenire, che conduce ad uno stato d'essere purificato man mano che, attraverso il trascorrere del tempo, la Natura essenziale e spirituale di ogni forma, si manifesta sempre di più.
Questo processo non avviene soltanto nella forma fisica, ma anche in quelle di sostanza mentale ed emozionale.
Forme come attitudini e desideri persistenti continuano a reincarnarsi in noi e nella nostra famiglia di appartenenza.
Questa sostanza mentale ed astrale la portiamo avanti in ogni incarnazione. Con le nostre domande su come perfezionare il nostro pensiero e rispondere meglio ai nostri problemi, possiamo indurre la manifestazione evolutiva delle forme.
In questo modo, forme superiori di Verità, che creano forme di comportamento più belle ed amorevoli, potranno incarnarsi in noi e nel nostro ambiente circostante.
Le qualità positive o virtù della personalità sono forme relativamente perfette sul Sentiero del Divenire. Quando esprimiamo una di queste virtù, la sua risonanza contribuisce a rivelare o rafforzare altre qualità già persistenti in noi allo stato latente.
Quando un Pellegrino pone una domanda o riflette su questioni spirituali, si accende una connessione attraverso il pianeta.
Di tutto ciò ne beneficia il Pellegrino ma anche l'umanità intera.
I risultati dipendono molto da come pensiamo, parliamo ed agiamo nella vita quotidiana nella quale persistono abitudini che ci fanno "vibrare" più lentamente e fare un passo indietro anzich&ecute; in avanti.
La critica e la negatività nei confronti degli altri e di ciò che ci capita, non fanno altro che attirare energie delle quali non abbiamo assolutamente bisogno, energie che gettano radici nel piano dell'illusione e della separazione.
Siamo tutt'uno con l'ambiente nel quale viviamo, ci muoviamo e siamo, e la Vita ci porta ciò di cui abbiamo bisogno per costringerci a porre giuste domande, ricercare i significati e trovare il nostro prossimo passo, mentre la rivelazione penetra attraverso la nostra resistenza in maniera, molte volte, dirompente.
Perciò, mantenendo i nostri pensieri positivi, innocui e persino gioiosi, si conserva uno stato d'essere che permette alla Rivelazione di giungere a noi in maniera uniforme, armoniosa e produttiva.
Quindi, sincronizzando le nostre vibrazioni mentali con la serenità dell'Anima, faremo in modo che la Porta Superiore della Verità si apra molto più facilmente.
Abbiamo anche potenti strumenti per calibrare le nostre vibrazioni, come ad esempio la meditazione, le invocazioni ed i mantram. Questi vibrano già ad una frequenza elevata che viene aumentata quando visualizziamo con volontà ed intenzione i nostri propositi.
E quando la Porta della Rivelazione sarà aperta, la mente diventerà un "Calice" che trabocca di pensieri illuminati ed illuminanti, per se stesso e per l'Umanità intera.
Diventeremo quindi la risposta che abbiamo sempre cercato, ciò che infine la Vita ci chiede di Essere.
Tutta la nostra energia diventerà allora il Calice del Santo Graal.

 
 
 

DA LEONARDO... A SIGISMONDO FANTI E RAFFAELLO

Post n°418 pubblicato il 19 Maggio 2007 da io_deifobe

Come ha insegnato il matematico poeta Herman Weyl, mai si deve rinunciare troppo presto a una tesi affascinante senza prima dare Battaglia sino al trionfo della Fortuna.
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Tutto dipende da chi lotta se ha i numeri per giocare questa partita singolare, quella della vita che è, appunto, il grande gioco che gli antichi filosofi hanno rappresentato con la Ruota della Fortuna sotto le spinte d'un angelo e quella di un demonio. Bene o Male, positivo o negativo. Luce ed Ombra, moralità e immoralità, leggi e diritto o il caos dell'illegalità e delle storture vigenti in ogni epoca storica; e sarà bene ricordare che nel Rinascimento non esisteva la libertà di parola, e allora la Chiesa spediva rapidamente sul barbecue (sul rogo) ogni nuovo autore di teorie celesti o che mettevano a repentaglio i suoi inconfutabili dogmi.
Proprio in questo nostro Rinascimento si offre la testimonianza di un genio umano, in barba a tutte le teorie disparate sussurrate all'ombra di San Pietro, dove regnava l'assolutismo dogmatico in ogni campo, che avrebbe scatenato i processi contro Giordano Bruno e poi contro Galileo Galilei e contro chiunque accendesse la fiaccola delle nuove teorie o novità sul mondo e sui cieli… e sulla Fede da quando, dalla Germania, Martin Lutero aveva osato libero da ogni museruola controbattere lo strapotere del Papato.
Eppure un evento insolito, avvenne all'ombra di tanto rigore in Vaticano, in Roma, ad opera dell'intellighenzia e dei maestri pensatori figli di Madre Arte, la schiera numerosa di architetti, matematici, astronomi-astrologi, alchimisti. Pittori e scultori di questa epocale creativa fervente officina, di cui cogliamo il messaggio e la prova inconfutabile nella Sala delle Signature in Vaticano, affrescata da Raffaello (l'Urbinate) in cui viene rappresentata, o meglio sintetizzata, l'era della classicità greca con tutti i suoi grandi pensatori. Tale affresco è chiamato appunto la "
Scuola di Atena" (Minerva Pallade Atena, dea della Sapienza e delle Arti e tecnologie meccaniche belliche) con un grande scenario o gioco scenico che ha i suoi protagonisti e discepoli, partendo dal centro da Platone e poi man mano... sino a Diogene disteso sulla scalinata.
Sono qui bene tutti rappresentati, eternati ed immortalati tali Antichi, che hanno invece ognuno "Ops" (in greco: "volto", "occhio") non la possibile ideale faccia ma, per volontà esecutiva dello stesso Raffaello Sanzio, i volti, uno ad uno, del manipolo di artisti della sua cerchia, dei personaggi più in vista in quel tempo.
Ecco perché partendo da Platone, che ha la Faccia di Leonardo, con l'indice alzato, che insegna ai presenti quanto è grazie alla mente poi impresso nel Biblion, nel Libro (coincidenza vuole che allora era da poco nata la stampa con Gutemberg in poi, sino a Venezia, affermata capitale editoriale d'allora) che detiene accanto l'interlocutore di Leonardo. Qui si esprime la concezione più astratta e teorica che, come scala, degrada sino al Cubo marmoreo su cui sta riflettendo e disegnando Michelangiolo.
Lui è così collocato alla base centrale del dipinto come chi squadra il blocco grezzo di marmo, quale Metamorfosi della trasformazione della Pietra (Filosofale?) Cubica poi in un capolavoro dell'Arte.
Sono state quindi volute, studiate e bene architettate le iconografie che Raffaello Sanzio ha impostato accanto a se stesso a ridosso dell'inizio della destra dell'Arco con i suoi famosi contemporanei; bene accosta così se stesso al Sodoma, in un dialogo visivo tra due astronomi famosi, tra loro contrapposti (in antitesi) uno l'astronomo, astrologo Tolomeo che appare di retro (non di viso) ovvero di schiena sorregge la sfera della Terra nella sua mano (in palma di mano) ma ha la testa chiodata, un "cerchio in testa" con dodici punte (dodici cuspidi, dodici stelle, il cerchio dello zodiaco) il cui senso letterale significa (cerchio in testa) non capire, così posto frontalmente all'altro astronomo astrologo che regge invece frontalmente, alla vista dell'osservatore, in una in posizione preminente chi è stato indicato essere "Zoroastro persiano" (il prioritario maestro astronomo d'Oriente) che esibisce al disopra la cerula sfera stellata del Cosmo.
Alcuni hanno ipotizzato che il volto sarebbe quello di Pietro Bembo, veneziano (1470-1547) segretario di Leone X, frequentatore delle corti di Ferrara, Urbino e Roma, letterato autore di una Storia Veneta, poi nominato Cardinale da Paolo III. Ma che nulla ha da essere astronomo o astrologo come era considerato in quei tempi Sigismondo Fanti, in Venezia ingegnere militare, astronomo - astrologo di primo piano che conoscendo la sua fisionomia, bene qui si mostra dipinto ad arte il suo Volto ieratico da grande conoscitore dei cieli, che mira in direzione di Raffaello stesso.
Il Fanti, inoltre, cita nel suo "Trionfo di Fortuna" tanto il grande Lionardo… ovvero Leonardo Da Vinci… e Raffaello e pure il tanto discusso Martin Lutero è incluso nella galleria dei protagonisti di questa epoca.
Così posto al centro, al fulcro della rappresentazione pittorica, lo stesso Leonardo che riveste nell'opera iconografica somma importanza d'essere posto sotto la Chiave di Volta dell'Edificio di quell'ampia aula, chiamata non ha caso la "Scuola di Atene" (di Minerva Pallade Atena, la dea della Sapienza!).
Qui, appunto, come si mostra "palese" (in greco "fantizo") il Fanti, dalla barba biforcuta e la sfera delle stelle elevata sul contesto della cerchia che fa spalla a Raffaello, dimostra svela e fa capire senza cerchi in testa (rivoluzioni) la contrapposizione tra Tolomeo senza faccia, la vecchia teoria indietro, retrograda tolemaica, quella che insegnava, che la Terra fosse il centro dell'Universo, mentre il SigisMondo "Fanti" ("chi si mostra a viso aperto"!) paragonato allora a Zoroastro che con la mano regge la Sfera celeste, tutte le stelle e quindi il Sole, non la Terra.
E la mano del Fanti (mostra evidentemente) con una posizione delle dita alquanto strana e innaturale, linguaggio dei segni che alcuno ha mai capito e tradotto, nonostante l'epoca dei segnali criptati presenti nelle iconografie dell'arte rinascimentale, cosa che sveleremo interamente e che solo oggi dopo il noto saluto "
Vulcaniano" (Star Trek) ci impone di sondare memorie cosmiche e storiche.
Poiché alcun studioso del Rinascimento ha dato importanza alla compagnia o manipolo dei componenti di Leonardo, di cui uno aveva proprio questo soprannome il bizzarro Zoroastro. Trattandosi di astronomia e concezioni cosmologiche tutto è incline all'architetto e matematico pitagorico che ha anche ispirato un discepolo nel suo soggiorno all'università di Ferrara, il futuro canonico polacco dal nome di Nicola Copernico! Questo perché alcuno ha sinora letto e considerato a fondo quanto scrisse lo stesso Copernico nel suo Trattato pubblicato nel 1547, purtroppo solo dopo la sua infausta scomparsa da essere il primo allora enunciatore della "Teoria Eliocentrica" (dedicata a Paolo III, Farnese) "che il Sole era al Centro del tutto ed intorno a cui ruotano i pianeti erranti del nostro sistema posti entro la sfera dell'empireo celeste".
Questa teoria è già "in nuce" così esposta in quei 22 documenti che abbiamo elencato nella "
Summa Prophetica", che sin dal 1526, così già il Fanti prepotentemente indicava come: "Io veggio - Io Giove vedo una Grande Macchia (sul) Disco discoprire!"
Intendiamoci, chi poteva vedere la grande macchia su Giove senza telescopio? Tutto prima ancora di Galileo Galilei?
Questo è il Paradosso che insieme a tanti altri crea interrogativi inconfutabili.
Oltre che dire, come il sommo Giove sia paragonato a Venere da pianeta caldo e grandemente perturbato dai lampeggiamenti dei fulmini e del guazzo delle nubi che danno a Nova vita, oltre pure il nome dei suoi satelliti, quelli ancora da scoprire da Galileo Galilei.
C'è il nome del satellite di Saturno, Titano! Descrizioni del pianeta Marte. Poi dello stesso Venere (pianeta) con una sua orbita storta, perturbata (la strana rotazione di questo pianeta). Riferimenti ala Luna che restringerà nel tempo la sua orbita verso la Terra. Svariati argomenti ed eclissi riferiti ai corpi nello spazio compresa la stessa Luna, come dice il Fanti, un giorno così ridurrà la sua orbita attorno alla Terra (con datazione astronomica futura).
Sono i molti scenari di natura astronomica descritti, ognuno con singoli quadranti cronologici recanti i transiti dei massimi pianeti.
Svariate quartine sul pianeta "Rosso turbinoso - rubino (Marte) che quelli della Gallia Cisalpina (Fiat Alenia spazio) e Tata tagata (India), troveranno l'acqua!"
Ma lascio tempo al tempo per quanto di eclettico ancora di affascinante è scritto sugli altri mondi e superfici siderali e forme di vita intelligenti e persino sulla Città Aerea che si innalza in perfetta formazione di Volo (la Città orbitale)!
Troppe sono le stupefacenti meraviglie che quartina dopo quartina trionfano fantasticamente esponendoci ogni scenario futuro . Quello che il solo approfondimento oltre ogni "Scienze fiction" riesce a offrire e svelare.
Anzitutto occorre ricordare che il Fanti, come ingegnere al servizio della Serenissima (Venezia), ha avuto una grande dimestichezza del territorio e dei sui confini, sia viaggiando da Roma a Milano, Venezia, Ferrara, Firenze, e poi all'estero.
Il suo nome "Santi & Fantis" o "Fatis" (che in greco significa "sentenza", "giudizio", ha la lettera "A" marcata sopra da una linea che allora indica altra lettera da inserire a seconda le abbreviature in uso tecnicamente nella stampa dei caratteri di allora) appare nominato dallo stesso maestro Lionardo alla sua visita a Venezia (1502/3) tempo in cui il Sigismondo Fanti non aveva ancora dato alle stampe, la sua opera di grafica o meglio delle composizioni Lettere Calligrafiche o tipografiche sia latine, greche, ebraiche, arabe ecc. (un testo per cui è noto agli studiosi).
Dialogare con l'Oriente Turco era un priorità per Venezia, quindi appare giustificato questo bagaglio d'alfabeti e quindi di linguaggi, necessari agli scambi commerciali e non solo, quanto quelli dei servizi segreti stessi della Serenissima.
L'Oriente è il campo cruciale o la scacchiera dei quadranti di molte quartine, che i lettori già possono intravedere nel leggere e verificare la "Summa Prophetica", quante terminologie arabe così appaiono, sino al paradosso tecnologico sull'Arca. "La Navicella (aviazione) fatta di metallo che è vista sospesa pesa (gravità) lievitare ... sopra le città di Maometto"!
Incredibili dettagli tecnologici di apparecchi e mezzi che l'uomo ha messo in campo solo dopo nei secoli e compresi quelli che bene realizzerà domani, passo dopo passo sino alle stesse Stelle.
Sono le ipotesi affascinanti che a ragione ci stimolano nella nostra naturale curiosità... se il Fanti giunge a descrivere l'atto stesso della digitazione, anticipando così lo strumento tecnologico:
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Quel(cosa)che de auricolar il signo (signore) ore tiene (orologio)
Portando (doe) e deti l'un a l'altro appresso
in fortunato secolo(siclo) Veggio expresso
(Mer)curioso astuto nemico del bene
(58-15)
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La cosa (oggetto, strumento) che d'auricolare sia il segno Ore (tempo, orologio) di chi tiene, segna, marca il Portale? Portante le due dita l'una all'altra appresso dettando digitando in questo fortunato secolo che io vedo celere, espresso, veloce... (To press, stampare) esprimere, trasmettere (messaggio) messaggero (Mercurio l'alato del linguaggio, commercio e business) ma anche curioso (latino spione) ed astuto avversario del bene o del Wellfare - Benessere, del quieto e dolce vivere!
Ecco le straordinarie anticipazioni che si svelano nell'incredibile poema.
Di fatto viene alla Luce in maniera qui resa manifesta e "visibile" ("fantazo" in greco) che non è più possibile ignorare tale geniale ingegnere della Serenissima, preposto alle difese di Venezia, che a buona ragione era dotato di cognizioni geografiche dei vari domini veneti, possibile solo con un astuto servizio di intellighenzia (servizi segreti) per disporre di simile bagaglio informatico e commerciali sul tutte le altre regioni del mondo conosciuto e quello sconosciuto ai più nel 1526!
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Quanti a fondo, conoscono la vita di Leonardo da Vinci? Se si trascurano i suoi stessi scritti, lettere e dichiarazioni sulle conoscenze riferite alle regioni turco orientali, che alcuni invece giustificano come solo frutto di fervida immaginazione e non come narrazioni relazioni i reali di eventi da Lui vissuti attorno ai suoi (21/24 anni - 1473/1477, 1481).
Lettere e resoconti che da "Carta Canta" sono del genio rinascimentale e n dei compagni di avventura, che nessuno più ricorda, quanto è accaduto di così stupefacente poiché il tutto fu scritto di suo pugno proprio sull'Oriente dal Monte del Tauro all'Eufrate a servizio del Sultano Turco.
Questi sono gli esempi, le stranezze e vuoti storici della vita del grande Leonardo, che qui si rivela vagare di città in città prima da marinaio, sia da esploratore, scalatore e navigatore di regioni e inesplorati oceani (?); se tanta scienza marinara infatti trasuda da tutti i suoi ricordi e disegni e poi geniali invenzioni, impossibile che tutto ciò sia solo frutto di fantasia o senza un minimo di esperienza diretta.
Le sue invenzioni ed esplorazioni non avrebbero conosciuti i marosi e le tempeste in tali viaggi?
Troppo dettagliate ed evocanti appaiono le sue narrazioni su tale viaggio nelle regioni della Mezzaluna.
Di certo scrivendo quanto è riferito, lui voleva con ardimento e fatica non comuni, ostinata perseveranza, occhio vigile e fisso alla luce della stella, quella stella che in un disegno tracciato sotto il superbo motto che maggior senso simbolico sta alla sua Bussola (famoso disegno).
Navigare dunque come passione che deve aver vissuto se tanto da tanto nella sua perizia di scafi, fondali, mezzi navali e palombari disegnati ad arte.
Leonardo ha celebrato in questi suoi appunti (altri sono andati persi) lo sforzo dell'umanità ad allargare il campo delle cognizioni e delle esperienze, aprire alle generazioni future un cammino nuovo prevedendo gli sviluppi e gli esiti con ogni possibile strumento realizzabile. Ecco un magnifico destino grazie a chi aveva il dono di questa lungimiranza.
Fu considerato fantastico il suo progetto di Ponte sul Bosforo, per il Sultano Turco o meglio come lui stesso elenca nel documento che più validamente sorregge la ipotesi d'un viaggio in Oriente, consiste nelle famose lettere al Diodario di Siria. Lettere che contengono la descrizione del Monte Tauro e del fiume Eufrate e nelle sue carte il progetto di ponte su cui è scritto: Ponte da Pera a Costantinopoli, largo quaranta braccia, alto dall'acqua braccia settanta, lungo braccia seicento, cioè quattrocento sopra il mare e duecento sopra la terra, facendo di sé spalla a sé medesimo.
Le sue navigazioni includono anche una descrizione dell'isola di Cipro (frammento nella biblioteca di Windsor) tutto questo senza esserci mai stato? Qui diventa probante che Leonardo sia stato chiamato intorno agli anni 1473/1477 in qualità di ingegnere dal Diodario di Siria ("devadar" o "dervadar" = "ministro"), il luogotenente del Sultano di Babilonia (l'attuale Bagdad, allora Siria) Kait Bai!
C'è un lungo resoconto che Leonardo non avrebbe mai terminato, l'inclinazione che è nota per tante altre sue opere (incompiute). Dalle regioni greche dell'Erminia, alla città di Calindra sino al Tauro ed all'Eufrate, sono chilometri di spostamenti compiuti con quali compagni? Le sue pagine sono vivide di descrizioni che appare impossibile che non abbiano una altra descrizione salvo che gli storici non abbiano il lume di andare a scovare questi dimenticati documenti.
Qui casca l'asino, se davvero Leonardo sia stato da giovane pure mozzo e marinaio, forse con quel Santi o Fanti nelle sue peregrinazioni nella Mezzaluna Turca.
Un incredibile viaggio e assimilazione di dati e nozioni geografiche ed etniche che si sono sommate a tanta cognizione naturale del mondo marinaresco, come bene trabocca dai suoi appunti, sul mare, sulle onde e marosi e sulle navigazioni, la forma degli scafi, lo studio di cose sommerse e difese per la città di Venezia da un attacco turco.
Palombari e altre macchine marine quali anticipazioni ma anche prove suggestive di una esperienza che lo ha coinvolto e di cui narra incursioni che non saranno solo virtuali, ma bensì così rare memorie che hanno visto viaggiare.
Leonardo giovane sino a cercare l'arca di Noè sul monte Ararat! Incredibile eroe che ha anticipato la nostra archeologia fantastica all'Indiana Jones.
Sinora nessuno ha preso per veritiere tali narrazioni e catastrofi (terremoto descritto nelle sue carte) che lo stesso Leonardo ha vissuto durante le sue peregrinazioni in tali regioni a rischio della sua stessa vita.
Una parabola leonardesca che cita anche il divieto di bere vino, che così mostra quanta conoscenza avesse dei costumi maomettani, oltre a quanto nei suoi disegni si riferiscano a cose d'Oriente. Tante descrizioni e lettere che si è pensato ad un suo romanzo immaginario (la più futile delle spiegazioni innanzi a simile incredibile teoria) come quello dell'episodio della scalata e Ricerca dell'Arca.
E se tutto questo invece ha un sua cruda Verità?
Chi sono stati i suoi compagni di avventura?
Quante informazioni sono riscontrabili dei suoi scritti e disegni che avvalorano il viaggio...
È forse davvero tutto perduto e smarrito?
O invece questo puzzle è ricomponibile con un sano dubbio che "troppe cose narrate da Leonardo siano state considerate fantastiche" e per questo dai soliti censori valutate impossibili ed allora taciute, ignorate ad arte, come le sue varie letterali pronosticazioni su una futura Ninive con il suo protagonista profeta (Giona); giunge a anticipare che "Li Omini andranno 'androni' più veloci delle stelle e della luce e che parleranno senza muoversi con materia e cristallo (vetri) a distanza..."
Molte sue fantasticherie, anche unite ai progetti ideali di una Nuova Milano, che i soliti ritrosi vogliono solo considerare pure lungimiranze, ignari di quanti invece attorno al Maestro altri suoi discepoli in Italia o all'Estero della sua Cerchia abbiano forse lasciato uno scritto e non proprio nulla?
Questi avveniristici scritti letterari, noti da anni, hanno fatto dire a Telecom ed affini Compagnie, che il genio del rinascimento aveva così previsto i telefonini...
In queste sentenze letterarie ci sono così nozioni e lungimiranze tecnologiche che si sposano solo con quanto ha lasciato scritto invece il Fanti o lo stesso "Dranole D. Ranole" ovvero una sigla per celare il nome di Leonardo, così scritto all'incontrario come Lui sempre faceva! DRANOLE e ELONARD o maestro Elonardo fiorentino, perché così altri lo nominavano.
Quindi così possiamo arguire che il Fanti e Leonardo possono quali protagonisti e contemporanei nell'esercizio professionale che va analizzato a 360° per considerare quanto ancora di Loro... sia rimasta lettera morta.
Cinque secoli da tenere conto e considerazione, ma che non sono bastati a far smarrire del tutto queste suggestioni affascinanti che hanno acceso la "lampada eterna", quella favoleggiata esistere dal tempo degli Egizi e della civiltà greca, di cui il grande Giovanni Boccaccio dà prova e resoconto nella sua "Genealogia degli Dei", descrivendo la scoperta in una montagna dell'Amiata, durante il taglio di un frontone di marmo, di una caverna entro cui venne trovata la tomba con tale sorprendente oggetto (lampada eterna), corredo per il corpo incorrotto di un eroe mitico, il cui nome fa eco persino con il poema del grande Virgilio.
Questa luminosa torcia impossibile, rimasta accesa da secoli, solo come dalla descrizione di essere una "Cosa tubolare metallica" che emetteva luce fredda e che poi l'intervento del vescovo del tempo, provvide subito a distruggere perché considerata "opera demoniaca"!
Sono passi che devono essere debitamente analizzati per leggere questo paradosso da troppo trascurato - ma non da ora in poi - grazie al Fanti, che ci propone tante cose antiche che hanno il merito di essere state sepolte poiché "Solo ciò che giace sepolto dura in eterno" per l'opportunità e la curiosità degli archeologi alla ricerca di nuove affascinanti scoperte che ancora bussano alle nostre porte e attendono, secondo varie quartine scoperte in merito, tutte sulle pagine della Trilogia della "Summa Arte Prophetica", in cui tutte le maggiori lungimiranze umane sono rinchiuse ed elencate.
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La Mano del Fanti che regge la Sfera Celeste cosmica nella sua posizione innaturale, difficile da assumere salvo un apposito allenamento o segnale voluto "cosmico", che se analizziamo quale gesto manuale diventa carico di significazioni, incominciando dal protagonista di Star Treck, Leonard Nimoy (Spock) che egli stesso spiega ispirato alla tradizione ebraica sacerdotale dei discendenti maschi di Aronne (Cohanim), quale gesto di benedizione stendendo le palme di entrambe le mani con i pollici allungati fuori e il medio e l'anulare separati in modo da formare la nota "V", segno indicante pure la lettera ebraica SCHIN, prima lettera del parola "Shaddai: Signore". Prova ne sia che nel cimitero ebraico di Beregovo, in Ucraina, tale gesto delle mani appare inciso sulle lapidi mortuarie. Il rituale richiede - con il Volto diretto all'Arca Santa (Celeste) - dire: "Benedetto il Re del Mondo... Padrone dei grandi mondi... guardaci dalla santa residenza nel cielo e benedici il tuo popolo Israele!"
Benedizione cosmica per eccellenza, quindi, divenuta oggi saluto di "Lunga vita e prosperità!" (nel film).
Mentre scopriamo che Raffaello ha usato tale gesto nella persona del Fanti, che ci mostra inequivocabilmente che Chi regge la sfera delle stelle ha una sua diretta origine con la tradizione ebraica dei grandi architetti del tempio, ovvero dei sacerdoti del tempio di Salomone e quindi ogni conoscenza che dell'architettura dell'arte antica si collega agli architetti del Tempio (in greco "tempio" "Naos" e "Nave", "Arca" sono logo affini) primigenio di cui parlano le Sacre Scritture in riferimento alla pietra d'angolo (Il messia) e alla Chiave di Volta rigettata, rifiutata dai sacerdoti costruttori che alla Fine dei Tempi verrà rimessa al suo giusto posto.
Dell'origine ebrea non ci sono dubbi alcuni se ricordiamo che il Fanti è nato a Ferrara, città sede di importante comunità ebraica rinascimentale. Ogni altra cultura è quindi decisamente amalgamata se pensiamo all'influenza dell'Ermete tre volte grande che ha ispirato lo stesso Leonardo nutritosi alla cerchia fiorentina die Medici.
Quante altre cose e segnali sono stati lasciati per comunicare al resto del Mondo a ragione di quanto i Compagni dell'Arte, esattamente dell'ARTE e sia di ogni Iconografia sacra o profana, hanno trasmesso ai posteri, ai quali resta il dovere di non ignorare, ma reggere la sfera, il cosmo, come il Fanti imponentemente mostra di fare.
Occorre capire senza altro "cerchio in testa", o benda sugli occhi o negazione a priori, tanto facile ai tanti odierni tuttologi che impediscono agli altri di sognare, o meglio liberare tutte le forze interiori in alto o in basso della sfera cosmica, entro cui tutti siamo partecipi coscienti o incoscienti, come pesci tra i fili della rete del destino.

 
 
 

Post n°417 pubblicato il 19 Maggio 2007 da io_deifobe
Glastonbury: la leggendaria AVALON?

Ergendosi sulle uniformi pianure dei Somerset Levels, la collina di Glastonbury, o Glastonbury Tor, con in cima il suo campanile rovinato, costituisce il simbolo inconfondibile di uno dei luoghi più misteriosi d'Inghilterra. Questa piccola cittadina di campagna attrae ogni anno visitatori di ogni genere. I semplici curiosi vi sono richiamati dai miti e della leggende riguardanti Re Artù e il Santo Graal; i pellegrini dalla sua antica eredità cristiana; infine gli astrologi subiscono il richiamo dello zodiaco che, a quanto si dice, è tracciato nei terreni vicini.
Glastonbury era quasi un'isola completamente circondata da paludi o acque alluvionali, quando, in un periodo non ben precisato, i primi cristiani vi si stabilirono. La prima data attendibile è intorno al 705 d.C., anno in cui re Ine vi fondò un monastero, che dal X secolo fu occupato dai monaci benedettini. Gli scavi archeologici, in verità, hanno riportato alla luce resti di costruzioni anteriori, fatte di pali e rami intrecciati, coperti di argilla e paglia, nonché numerosi edifici di pietra di epoche più tarde. Rimangono, invece, importanti ruderi dell'abbazia principale costruita tra il XIII e il XIV secolo, contraddistinta da una mistica veramente inusuale. La Cappella della Madonna, datata intorno al XII secolo, è sita sopra una chiesa ancora più antica, distrutta da un incendio nel 1184. Questa, detta la "Chiesa Vecchia", secondo le leggende, fu edificata da Giuseppe di Arimatea, colui che avvolse il corpo di Gesù Cristo in un lenzuolo e lo trasportò nella sua tomba. Dopo questo egli tornò in Inghilterra, a Glastonbury, appunto, e vi fondò una chiesa. Un'altra leggenda riferisce che Giuseppe di Arimatea approdò con una nave vicino alla collina di Wearyall e, appena messo piede a terra, si appoggiò sul bastone per pregare. Questo gettò delle radici da cui nacque il Glastonbury Thorn, il "biancospino di Glastonbury", che ancora fiorisce a Pasqua e Natale sul terreno dell'abbazia e di fronte alla chiesa di San Giovanni.
Forse il più grande mistero di Glastonbury è quello relativo al corpo di re Artù. I suoi resti giacciono veramente nel suolo dell'abbazia? Anche se i monaci asseriscono di averli ritrovati, insieme a quelli della moglie Ginevra, nel 1190, si nutrono molti dubbi sull'attendibilità della vicenda. Al termine della sua ultima battaglia a Camlann, Artù fu trasportato morente nella mitica isola di Avalon, dove ordinò a Sir Bedivere di disfarsi della magica spada Excalibur. Quando il cavaliere la gettò in un lago, dalle cui acque emerse una mano che la afferrò.
Quale fu l'esatto luogo in cui si svolse questo strano episodio? La tradizione popolare lo identifica con lo stagno, in seguito prosciugato, di Pomparles Bridge, nei pressi di Glastonbury. La tomba fu scoperta dopo che un bardo gallese ebbe rivelato il segreto della sepoltura al re Enrico II, che informò l'abate di Glastonbury, il quale, dato che il monastero era in fase di ricostruzione, dette mandato di cercare il sepolcro. A circa 2 metri di profondità fu trovato una lastra di pietra e una croce di piombo recanti l'iscrizione "Hic iacet sepultus inclitus rex arturius in insula avalonia" (qui giace sepolto il rinomato re Artù nell'Isola di Avalon). Circa 3 metri al di sotto della lastra era deposta una bara ricavata da un tronco d'albero, contenente le ossa di un uomo alto circa 2 metri e 30 centimetri, con alcune ossa più piccole accanto e resti di capelli ingialliti, indicati come appartenenti alla consorte Ginevra. Il punto contrassegnato oggi come Tomba di Re Artù è in realtà il luogo dove i resti furono risotterrati nel 1278, in una tomba di marmo nero posta davanti all'altare maggiore. La sepoltura originaria non viene minimamente indicata, ma si trova a circa 15 metri di distanza dalla porta Sud della Cappella della Madonna.
Re Artù ebbe con Glastonbury rapporti precedenti a questi. Si narra che Melwas, un re del Somerset, rapì Ginevra e la tenne prigioniera nella roccaforte che si riteneva sorgesse sulla Tor. Artù accorse per liberare la moglie, ma l'abate agì da intermediario fra le parti che scesero a patti prima di dare inizio alla battaglia. In effetti negli anni Sessanta, nel corso di alcuni scavi, in cima alla collina furono rinvenute le vestigia di antiche costruzioni in legno, ma non si è potuto stabilire con esattezza se fosse la residenza di re Melwas o un semplice insediamento di monaci. Una cosa è certa: chi viveva in quell'edificio conduceva un esistenza agiata, poiché tra i reperti vi sono ossa che testimoniano l'abbatimento di numerosi animali da macello e terraglie che indicano un notevole consumo di vino. In epoca medievale, i monaci di Glastonbury edificarono una chiesa in cima alla Tor e la consacrarono all'Arcangelo Michele. Dopo che questa fu distrutta da un terremoto ne fu edificata subito un'altra. Il campanile che ancora oggi svetta in cima alla Tor è tutto ciò che resta di questa seconda chiesa. L'intenzione dei monaci era sicuramente quella di convertire al cristianesimo la pagana Tor. La leggenda dice, infatti, che da essa si penetrava nel regno sotterraneo di Annwn, governato da Gwyn ap Nudd, re delle Fate. Quando nel VI secolo san Collen fece visita a Gwyn sulla collina e si ritrovò in un magnifico palazzo, esposto alle tentazioni, cominciò ad aspergere con acqua santa tutto quanto, finché il palazzo scomparve e Collen rimase solo in cima alla Tor. Ai piedi della collina di Tor si trova un antico pozzo, le cui acque sorgive, col loro incedere, imitano il suono del battito di un cuore ed, essendo ricche di ossido di ferro, hanno una colorazione rossa: per questo il pozzo è detto anche Fonte del Sangue. Ma il suo nome più famoso resta comunque quello di Chalice Well, "Pozzo del Calice", poiché secondo la tradizione, il mitico e tanto ricercato Santo Graal venne nascosto proprio qui. Il calice da cui Gesù bevve durante l'ultima cena, a cui si attribuivano poteri miracolosi, venne trasportato in Inghilterra dal già citato Giuseppe di Arimatea e sotterrato nel pozzo. Antico come le colline che ne costituiscono l'effige e I fiumi che in parte lo delineano, lo zodiaco di Glastonbury si stende su un paesaggio naturale occupando un cerchio largo 16 km. I nostri antenati completarono il disegno astrologico costruendo strade, canali e terrapieni. Questo Tempio delle Stelle è una vera e propria sintesi di astrologia e leggende arturiane. Per afferrarne il significato sono necessarie molta pazienza e immaginazione, dato che tutto si basa su associazioni tra nomi di luoghi e leggende, piuttosto che su fatti storici reali. Artù è il Sagittario, sua moglie Ginevra è la Vergine, il mago Merlino è il Capricorno e Lancillotto è il Leone.
Glastonbury si trova nella costellazione dell'Acquario, rappresentata da una fenice. Il Pozzo del Calice coincide con il becco dell'uccello, la collina di Tor ne costituisce la testa e l'abbazia è il Castello del Graal.

 
 
 

 IL DIGIUNO

Post n°416 pubblicato il 17 Maggio 2007 da io_deifobe

Per ringiovanire
il corpo, la mente e lo spirito

Digiunare non significa “MORIRE DI FAME” ma è una disciplina naturale che permette al corpo di curare e rinforzare se stesso.
Digiunare permette ai nostri organi di riposarsi dal lavoro di routine per passare a pulire o sistemare piccoli danni presenti, le tossine più a portata di mano vengono prelevate ed eliminate, il grasso in eccesso viene trasformato in energia e si purifica un po’ tutto l’organismo.

 
 
 

LA MEDITAZIONE

Post n°415 pubblicato il 17 Maggio 2007 da io_deifobe

Sul meditare e sulla meditazione

"...se hai intenzione di meditare, non sarà meditazione ... se assumi deliberatamente un atteggiamento, una posizione, per meditare, allora la meditazione diventa un giocattolo, un trastullo della mente. Se decidi di districarti dalla confusione e dall'infelicità della vita, allora diventa un'esperienza dell'immaginazione — e questa non è meditazione. La mente conscia o la mente inconscia non debbono aver parte in essa; non devono neppure essere consapevoli dell'estensione e della bellezza della meditazione. Nella totale attenzione della meditazione non c'è alcuna conoscenza, alcun riconoscimento, né il ricordo di qualcosa che sia già avvenuta. Il tempo e il pensiero sono totalmente cessati, poiché sono il centro che limita la propria visione ... la meditazione non è la semplice esperienza di qualcosa al di là del pensiero e del sentimento di ogni giorno, né la ricerca di visioni e beatitudini ... La meditazione non è fuga dal mondo; non è un isolarsi e chiudersi in sé, ma piuttosto la comprensione del mondo e delle sue vie ... Meditare è deviare da questo mondo ... Dalla negazione nasce lo stato affermativo. Il semplice ottenere l'esperienza, o vivere nell'esperienza, nega la purezza della meditazione. La meditazione non è un mezzo per un fine ... La meditazione è la cessazione del pensiero ... Tutto ciò che il pensiero formula ha in sé il limite dei suoi confini, il pensiero ha sempre un orizzonte, la mente meditativa non ne ha, l'uno deve cessare perché l'altro possa essere. La meditazione apre la porta ad una vastità che trascende ogni immaginazione o congettura. Il pensiero è il centro intorno al quale c'è lo spazio dell'idea, e questo spazio può essere allargato da ulteriori idee. Ma tale allargamento mediante stimoli di ogni sorta non è la vastità in cui non c'è alcun centro. La meditazione è la comprensione di questo centro e quindi il suo superamento. Il silenzio e la vastità vanno insieme. L'immensità del silenzio è l'immensità della mente in cui non esiste un centro. La percezione di questo spazio-silenzio non procede dal pensiero. Il pensiero percepisce soltanto la sua proiezione, e il riconoscimento di essa è il suo confine ... La meditazione non è un'attività dell''isolamento, ma l'azione nella vita quotidiana che esige cooperazione, sensibilità ed intelligenza. Senza il fondamento di una vita retta la meditazione diventa una fuga e non ha alcun valore. Una vita retta non è l'obbedienza alla morale sociale, ma la libertà dall'invidia, dalla cupidigia e dalla ricerca del potere — che generano inimicizia. La libertà da questi mali non passa attraverso la consapevolezza che di essi si acquista mediante l'autoconoscenza. Senza conoscere le attività del sé la meditazione diviene esaltazione dei sensi e perde ogni significato ... La meditazione non è una continuazione o una espansione dell'esperienza. La meditazione, al contrario, è quella completa inazione che è la cessazione di tutta l'esperienza. L'azione dell'esperienza ha le sue radici nel passato ... la meditazione è lo svuotarsi dell'esperienza, è la totale inazione che proviene dalla mente che vede ciò che è, senza l'ostacolo del passato né del testimone che vive legato alla memoria del passato ... Se non c'è meditazione, sei come un cieco in un mondo di grande bellezza, luci e colori ... Meditare non è ripetere parole, sperimentare visioni o coltivare il silenzio. Questa è una forma di autoipnosi. Meditare non è chiudersi in un pensiero ideale, nell'incanto del piacere. Se tu dici: "Oggi comincerò a controllare i miei pensieri, a sedere quieto nella posizione del meditare, a respirare regolarmente" — allora sei preso nei trucchi con cui inganniamo noi stessi. La meditazione non è l'essere assorti in qualche idea o immagine grandiosa ... La mente meditativa è vedere, osservare, ascoltare senza la parola, senza commento, senza opinione — attentamente e costantemente — il movimento della vita in ogni suo rapporto; allora sopraggiunge un silenzio che è negazione del pensiero, un silenzio che l'osservatore non può richiamare. Se ne facesse esperienza, riconoscendolo, non sarebbe quel silenzio. Il silenzio della mente meditativa non è nei confini dell'individuabilità, e non ha frontiere ... Una piccola mente squallida e immatura può avere, ed ha, visioni ed esperienze che riconosce secondo il proprio condizionamento ... La meditazione non appartiene a gente come questa, né ai guru. Non è per il cercatore, perché costui trova ciò che vuole, e il conforto che ne deriva è la morale delle sue paure. Per quanto faccia, l'uomo di credenza o di dogma non può entrare nel regno della meditazione. La meditazione necessita della libertà — che è totale negazione della morale e dei condizionamenti sociali — la libertà viene prima della meditazione, ne rappresenta il primo movimento. Non è una pratica pubblica dove in molti si uniscono e offrono preghiere. Sta a sé ed è sempre al di là dei confini della condotta sociale. Infatti la verità non è nelle cose del pensiero o in ciò che il pensiero ha costruito e chiama verità. La negazione totale di questa struttura del pensiero è la realtà della meditazione. La meditazione è un movimento incessante. Non si può mai dire che si sta meditando, o dedicare un periodo di tempo alla meditazione. La meditazione non è ai tuoi ordini. La sua benedizione non ti viene perché conduci una vita per così dire sistematizzata o segui una particolare routine o morale. Viene solo quando il tuo cuore è veramente aperto. Non aperto dalla chiave del pensiero, non reso sicuro dall'intelletto, ma quando è aperto come il cielo senza nuvole; allora viene senza che tu lo sappia, senza che tu la chiami. Ma non puoi mai custodirla, possederla, adorarla. Se cercherai di farlo, non verrà più, ti eviterà. Nella meditazione tu non sei importante, non occupi un posto; la sua bellezza non sei tu, la sua bellezza è in sé. E non puoi aggiungervi nulla. Non devi spiare dalla finestra sperando di prenderla di sorpresa, né sederti in una stanza buia ed attenderla; viene soltanto quando tu non sei là, e la sua benedizione non ha continuità..."

 
 
 

PREGARE FA BENE...LO DICE ANCHE LA SCIENZA

Post n°414 pubblicato il 17 Maggio 2007 da io_deifobe

Sempre più numerosi gli studi che ne sostengono l’utilità per i malati di cuore e di cancro, e per recuperare dopo un ictus


Chi ha il dono della fede sa che pregare fa bene allo spirito. Da qualche tempo, però, sono sempre più frequenti gli studi scientifici che dimostrano come certe forme di religiosità abbiano effetti positivi sull’organismo. Alcuni mesi fa, una ricerca condotta in Israele aveva accertato le proprietà benefiche della preghiera nei confronti della pressione arteriosa e dell’apparato cardiovascolare in genere. Ora altre due indagini scientifiche avvalorano ed estendono questa tesi ad altre patologie.

Contro il cancro
È stato più volte accertato che la lotta ai tumori non può fare a meno di un atteggiamento del paziente improntato all’ottimismo e alla serenità. Ecco perché anche la preghiera, in tutte le sue forme rappresenta un aiuto importante per un paziente oncologico. E funziona anche se la fede si cerca tramite Internet, in gruppi di preghiera che si raccolgono sfruttando le opportunità offerte dal Web. È la conclusione di uno studio condotto dai ricercatori statunitensi della University of Winsconsin-Madison Center of Excellence in Cancer, condotto su 97 donne colpite da cancro alla mammella residenti negli stati americani del Winsconsin e del Michigan.
“Conosciamo molti malati di cancro che cercano sostegno nella preghiera”, ha spiegato Bret Shaw, ricercatore a capo dello studio, “affidandosi a gruppi che si raccolgono on line. Il nostro è il primo lavoro che esamina effetti psicologici ed eventuali ripercussioni sul loro comportamento”.
Le pazienti sono state intervistate prima che prendessero parte ai gruppi di preghiera, e quattro mesi dopo. Analizzando i testi delle loro pratiche, gli studiosi hanno osservato che all’aumentare delle parole di matrice religiosa (per esempio “preghiera”, “Dio”, “Santo”, “adorare”) diminuiva il livello di emozioni negative , mentre aumentavano benessere e ottimismo.
“Da un punto di vista psicologico”, ha detto ancora Shaw, “ci sono numerosi motivi per cui i malati di cancro possono trarre beneficio dalla preghiera, sia nella sua forma tradizionale che su Internet. Analizzando il contenuto dei loro messaggi, si può dedurre come questi pazienti usino la preghiera per fare fronte alla loro malattia, finiscano per essere meno spaventati dalla morte e riescano, grazie alla fede, a vedere la loro situazione in una chiave più costruttiva”.

Dopo l’ictus
Una forte dose di spiritualità può ridurre lo stress emotivo legato alle difficoltà di un ricovero dopo un ictus. Lo dimostra un recente studio condotto nel centro di riabilitazione dell’Ospedale San Raffaele Pisana di Roma, su 132 pazienti, con età media di 72 anni. “Chi è religioso e attivo all’interno di una comunità”, ha spiegato Salvatore Giaquinto, responsabile del centro di riabilitazione della struttura romana, “riceve più aiuti. Il supporto sociale che arriva loro anche attraverso i volontari viene vissuto come una esperienza di cure e amore che permette di non sentirsi soli”.
Lo studio non stabilisce quale sia la religione che contribuisce in modo maggiore a questo beneficio, ma dimostra solo che chi è religioso ha qualche possibilità in più di essere aiutato ad uscire da un evento grave come l’ictus.

 
 
 

Post n°413 pubblicato il 17 Maggio 2007 da io_deifobe

ENERGIA DAL NUCLEARE? NO!

Non possiamo ignorare le evidenti reazioni di insopportabilità degli Elementi Planetari verso la recrudescenza delle opere umane che causano sofferenze inesprimibili ad ogni essere vivente ed al Pianeta stesso.
Il Fuoco, l’Aria, l’Acqua e la Terra, non ci dimostrano semplicemente la loro potenza per noi immane, ma vogliono dirci: Basta!
Viene da domandarsi: siamo consapevoli di questo o no?
Lo sconvolgimento apportato nell’atmosfera terrestre dai prodotti inquinanti produce scompensi irreversibili. Gli uragani, lo squilibrio delle stagioni, non sono che un minimo effetto.
La mancanza dei frutti delle terre coltivate, lo scioglimento dei ghiacciai polari, l’inquinamento con l’esaurimento delle falde acquifere potabili, possono determinare la scomparsa dell’intera umanità in pochissimo tempo.
Mentre la gran parte delle popolazioni e dei governanti responsabili si sdraiano sulle spiagge ad abbronzare la pelle, le radiazioni solari che entrano nella nostra atmosfera continuano a lavorare secondo quella proiezione inerziale da noi voluta, programmando l’irreparabile. E non c’è affatto da essere né ottimisti né pessimisti, perché semplicemente nessuno sta facendo sostanzialmente qualcosa.
Mentre si svolgono i mitici Giochi Olimpici di Atene, sono all’orizzonte giochi politici e giochi di guerra di ogni tipo.
Senza voler fare troppi elenchi, ci sono decine di genocidi e guerre assassine in corso, ogni giorno migliaia di persone muoiono di AIDS, migliaia di bambini muoiono di fame, di violenza. Aumentano le avarie e le perdite di inquinanti radioattivi dalle strumentazioni nucleari provocando tumori e alterazioni genetiche, aumentano vertiginosamente le malattie allergiche, ogni prodotto tossico di carattere industriale od agricolo fa degenerare la salute fisica e mentale.
Oltre a questa intricata foresta di follie, quali valori di vita trasmettiamo alla nuova gioventù?
Non è vero che la vita di un solo essere umano vale di più di qualunque ricchezza?
Possiamo anche non volerci pensare, ma è utile ricordare che da molti anni i "rapporti Extraterrestri" trasmessici attraverso il contattato Eugenio Siragusa, non ribadivano solo i categorici "Non vi può essere Pace né Amore senza Giustizia", "Senza Giustizia non vi può essere né Libertà, né Fratellanza, né Uguaglianza", frasi ultimamente "copiate" da esponenti politici e religiosi.
Eugenio Siragusa ci ha spesso ricordato che avremmo potuto fare la fine degli abitanti del Pianeta Mallona, se avessimo continuato a manipolare l’energia nucleare, a trastullarci contro gli Elementi, la loro Funzione, il loro Spirito. Se avessimo ucciso l’Uguaglianza, la Fratellanza, l’Amore, avremmo perso la Libertà, la Pace, la Evoluzione.
Ma attenzione: è stato ribadito categoricamente che per Giustizia non si intende quella formalizzata dall’uomo per tornaconti di vario uso, bensì quella delle Leggi Universali per le quali l’uomo ha un solo tipo di evoluzione, quella spirituale, nella piena ubbidienza e rispetto dell’equilibrio degli Elementi Creatori.
È importante ricordarlo, perché di fronte all’apocalisse che comincia dai paesi cosiddetti "ricchi"… non potremo dire "Non sapevo!".
9 Agosto 1945 - 9 agosto 2004: alla ricorrenza della famosa esplosione nucleare su Nagasaki, si sono verificate tre avarie in centrali nucleare Giapponesi.
È il caso od un ennesimo ammonimento?

 
 
 

I Menhir

Post n°412 pubblicato il 16 Maggio 2007 da io_deifobe

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La maggior parte di queste strutture si trova in Europa, e sono state edificate a partire dal tardo Neolitico fino alla prima età del Bronzo (4000 - 1000 a.C.); ma complessi del genere sorgono anche in India, in Giappone, in Africa Occidentale. I menhir rappresentano soprattutto un luogo di riunione. Essi sono il segno di un'organizzazione sociale e di riti collettivi. Potevano dunque avere funzioni legate ai riti funebri, alla fertilità, alle divinità, o semplicemente rivestire il ruolo di ceppi litici direzionali. Il trasporto e la collocazione di questi immensi blocchi di pietra implicano tecniche relativamente specializzate.

I termini che definiscono i misteriosi monumenti megalitici sono di origine celtica: men = pietra, hir = lunga, menhir = pietra lunga; dol = tavola, men = pietra, dolmen = lastra di pietra; crom = tondo o cerchio, lech = blocco, cromlech = blocchi disposti in cerchio.

Stonehenge è senza dubbio il "luogo misterioso" più conosciuto d'Europa; l'effetto generale, per chi visita il luogo, è quello di una magica arena in cui non è difficile immaginare antichi sacerdoti Druidi intenti a misteriose pratiche.

A Stonehenge i menhir sono disposti in modo da segnalare il solstizio d'estate e la posizione più settentrionale della luna ogni 18 anni, al solstizio d'inverno. Probabili indizi inducono a pensare a calcoli abbastanza esatti sulle eclissi di sole e di luna. Anche se si può discutere su questioni di dettaglio, bisogna riconoscere a progettisti come quelli di Stonehenge una conoscenza dei movimenti del sole e della luna e una capacità di predizione tanto più ammirevoli in quanto essi si basavano su osservazioni che non avevano certo il sussidio dei teoremi di un'era più tarda e più sofisticata. Dal punto di vista strutturale non si sa cosa ammirare di più, se l'abilità nel trasportare e nell'innalzare blocchi di pietra del peso di più di cinquanta tonnellate - i blocchi di pietra della Grande piramide di Giza pesavano in media circa tre tonnellate - o l'eleganza con cui gli architravi del cerchio descrivono un anello mantenendo alla sommità una linea quasi orizzontale. Ma da dove derivano le conoscenze, così approfondite, che hanno permesso una simile realizzazione? Euan Mac Kie, direttore del museo di Glasgow, sostiene che esisteva una sorta di "scuola" nei dintorni di Durington Walls, dove i discepoli venivano iniziati ad antiche misteriose discipline in cui erano incluse probabilmente precise nozioni di astronomia.

 

Il volume Archeoastronomia Italiana di Giuliano Romano (l'ARCHEOASTRONOMIA è la scienza che si occupa dei rapporti tra i complessi neolitici e la misurazione del moto degli astri) identifica varie "stazioni astronomiche", costituite da menhir disposti in un certo modo, nel Triveneto: in Alto Adige sui colli Joben e San Pietro, a Castello di Godego e a Oderzo, presso Treviso, a Veronella Alta, a Mel, presso Belluno. Da questi siti, osservando il punto dell'orizzonte sui quali sorgevano e tramontavano il Sole e la Luna, i nostri antenati riuscivano così a individuare i momenti più propizi per affrontare il lavoro dei campi.

 
 
 

Post n°411 pubblicato il 15 Maggio 2007 da io_deifobe

E SE LA MALATTIA FOSSE UN MESSAGGIO?

Credere che la malattia sia esterna all’individuo e che quest’ultimo sia impotente di fronte ad essa, senza cure e medicine, è falso.
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Ma che cos’è la malattia?
La malattia - anche quella seria - come molti sanno già, è la reazione di sopravvivenza di fronte ad una situazione di urgenza. Arriva quando i livelli energetici si abbassano in modo anomalo. Sul piano biologico "il terreno" si degrada e i batteri appaiono. La caduta delle energie accompagna spesso una diminuzione del livello di coscienza. L’individuo ha difficoltà ad esprimersi, allora il corpo parla al suo posto: ed è malattia.
Non vi sarà mai un malato senza problemi personali importanti!
La malattia può programmarsi in un attimo, a partire da un conflitto psicologico iperacuto permanente, rappresentato da uno stress permanente vissuto nel silenzio della non-comunicazione. È il cervello che innesta e disinnesta le malattie e per questo ha a disposizione quattro possibilità: creare una massa (tumore), scavare (ulcera), bloccare (paralisi) e sbloccare (rilasciarsi).
Il cambiamento-guarigione passa attraverso la risoluzione del conflitto con uno sguardo nuovo sulla vita e con il rinnovamento del "terreno".
Per evitare i rischi della malattia, occorre imparare a conoscersi e uscire dalla malattia vuol dire imparare a capire le cause della degradazione del "terreno" che possono essere psicologiche (depressioni), geobiologiche (habitat), elettromagnetiche (inquinamento), sottili (possessioni)... Cancellando la causa il terreno si ristabilisce e la salute ritorna, senza effetti secondari, senza sequele...
Va ricordato che ricercare soluzioni tecniche sopprime il sintomo ma non risolve la causa.
Per esempio: fatica significa stress, forse anche un conflitto personale. È questo che chiamiamo "psicosomatica".
Esiste anche il percorso inverso: la somato-psichica chiamata anche conflitto di diagnosi. Questo vale per il cancro, per l’AIDS, la leucemia, per le grandi malattie in generale...
Che cosa rappresentano queste parole per ognuno di noi, singolarmente? Quale significato di credenza atavica diamo a questi simboli? Può questa parola provocare un deprezzamento della persona? Una depressione?
L’annuncio di un cancro provoca spesso nel paziente colpito reazioni fisiologiche simili a quelle che provoca un pericolo minaccioso come un’aggressione o un’esplosione: la pressione arteriosa aumenta, le pupille si dilatano, il ritmo cardiaco accelera, i muscoli si gonfiano. Di fronte al pericolo, il sistema nervoso simpatico e le ghiandole surrenali liberano una marea di ormoni che ci predispongono a combattere il pericolo o a fuggire. Nel caso del cancro, la minaccia proviene dall’interno ed è impossibile affrontarlo con le armi tradizionali del combattimento e ancora meno fuggire via.
Le conseguenze di un annuncio traumatico possono essere importanti e a volte permanenti come nel caso del 5% delle donne alle quali è stato comunicato la notizia del cancro al seno. Possono manifestarsi con una iperattività, segni di depressione, turbe del sonno e dell’attenzione. È quello che i ricercatori chiamano memoria traumatica. In situazioni di allarme, la memoria diventa più permeabile agli elementi circostanti che registrano le condizioni del pericolo. Si tratta di abilità di adattamento e di sopravvivenza, quella che permette di evitare questo stesso pericolo semmai si dovesse ripresentare.
Uno stress acuto lascia nella memoria traumatica dei segni indelebili provocati da un alto grado di adrenalina e un tasso debole di cortisolo, due ormoni rilasciati dalle ghiandole surrenali.
Oltre agli ormoni, lo stress post-traumatico colpisce 2 centri nervosi. In primis, l’amigdala, sede della memoria emozionale (e traumatica), che provoca il sentimento di paura. Poi, l’ippocampo, che fornisce i segni di riconoscimenti visivi che permettono alla corteccia prefrontale di temperare la risposta della fuga.
È quindi essenziale che i medici tengano conto di questi dati quando sanno di dover dare una notizia così traumatizzante come quella di un cancro: non è necessario dare troppe informazioni poiché il paziente non le ricorderà mai, ma è indispensabile farlo accompagnare da un parente. D’altra parte, i pazienti che hanno già vissuto episodi traumatizzanti rischiano di soffrire maggiormente di uno stress post-traumatico e nell’osservazione del paziente i medici dovrebbero tenerne conto.
C’è un altro fatto, forse ancora più grave.
Se la chemioterapia e gli interventi chirurgici invasivi possono sembrare aberranti, esiste da qualche tempo un’altra forma di aberrazione: il far passare sistematicamente per la trafila della malattia cancro persone che, anche se deboli, non presentano comunque i criteri energetici del cancro. Il cancro corrisponde, infatti, ad un livello energetico precisissimo, ad un livello di stress patogeno, a parametri bioelettronici sballati in modo caratteristico (un pH alcalino) e una forte carenza in Vitamina. C.
Quello che stupisce di più è che persone che si trovano al di fuori di queste zone critiche siano inviate sistematicamente nel reparto "cancerologia" senza che nessuno abbia mai verificato se la loro debolezza energetica è in regressione oppure no.
Alcune malattie arrivano semplicemente per ricordarci che abbiamo sbagliato strada, che recitiamo la parte di un altro, un ruolo impartito dall’ambiente familiare oppure dal nostro entourage; a volte possiamo risolverle interrogandoci sulla nostra vita.
È forse questa un’occasione unica per riprenderci per mano, per crescere e sbocciare con tutte le nostre potenzialità.
Non è però facile e soprattutto il non voler cambiare spesso lascia spazio proprio alla malattia...
Abbiate cura di voi!

 
 
 

OCCULTISMO: SCIENZA MAGICA?

Post n°410 pubblicato il 15 Maggio 2007 da io_deifobe

La Scienza dei Maghi, è vero, ha come prerogativa di rimanere segreta, ma è pur certo che nell’Antichità rappresentava la Scienza "tout court".
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Oggi, però, non si possono più lasciare nell’ombra insegnamenti che possano apportare a molti un conforto nelle proprie pene, una schiarita nelle tenebre, una certezza nei dubbi. Ma il vero occultismo non è quello che viene divulgato attraverso la pubblicità di certe riviste. Il vero occultismo non è l’arte di fare girare i tavoli e di confondere i piedini di uno sgabello con lo spirito di Pitagora o di Giulio Cesare. L’occultismo rimane il "buon senso" che completa la scienza detta "profana" dando una luce nuova alla geologia, all’antropologia, alla paleontologia, alla storia, alla fisica, alla chimica e anche alla sociologia. L’Occultismo rappresenta la "Conoscenza".
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La Tradizione primordiale è Una ma è anche vero che nel corso dei secoli è stata trasmessa sotto vari aspetti di cui due correnti rimangono le principali:
- l’esoterismo orientale
- l’esoterismo occidentale
che non si contrappongono, come qualcuno potrebbe pensare, ma che conservano l’Unità sotto apparenti divisioni.
La biblioteca dell’occulto comprende migliaia di tomi ed è a volte imbarazzante scegliere le prime letture.
La "Dottrina Segreta" di H.P.Blavatsky è l’opera di base per lo studio dell’Esoterismo. È il faro che proietta sull’oceano dell’occulto la luce più viva.
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Cos’è esattamente l’occultismo?
È un insieme di dottrine nate da una tradizione primordiale che ritroviamo all’origine di tutte le religioni e di tutte le filosofie, anche di quelle che sembrano apparentemente allontanarsene o addirittura contraddirle.
Questo insieme, fatto di teorie, di etica e di estetica, era insegnato nell’Antichità a coloro che dimostravano di esserne degni, percorrendo i cicli completi delle prove iniziatiche.
Oggi, la nostra scienza è alla ricerca di una larga diffusione presso il pubblico, mentre la scienza antica era riservata ad una élite ed era accuratamente nascosta ai profani.
Perché questa prudenza?
Perché la conoscenza dell’occulto forniva all’adepto forze incommensurabili che potevano essere usate per il Bene come per il Male.
La maggior parte delle scoperte della scienza moderna non sono altro che "trovate".
Gli Antichi conoscevano l’astronomia e forse un’astronomia superiore: l’astrosofia di cui non abbiamo conoscenza. Conoscevano non solo la chimica ma l’Alchimia, che ci fa ancora sognare e che la maggior parte degli scienziati contemporanei considerano una chimera.
Il vapore e l’elettricità erano conosciuti dai preti dell’antico Egitto, i cui i templi sotterranei erano illuminati da una luce abbagliante, quella misteriosa "lampada eterna" di cui parla Erodoto. Gli Atlantidei possedevano "carri volanti". È anche fuori dubbio che usassero potenti telescopi a specchi di oricalco lucido e che la scienza dell’ottica non avesse segreti presso le colonie che fondarono in Egitto e in Asia Occidentale.
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"La scienza degli Antichi è la scienza del nascosto, dell’esoterico; la scienza dei moderni, è la scienza del visibile, dell’essoterico". (Papus)
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Per la scienza moderna, l’uomo è uno schiavo attaccato alla materia; per la scienza occulta dell’Antichità, l’uomo è un dio in divenire, la cui origine è spirituale ed il cui avvenire si perderà in un oceano di splendore che ci è impossibile immaginare, quando avrà realizzato, con un processo che l’occultismo insegna nella sua parte etica, l’Unità con il Divino latente in lui.
Le discipline di oggi, però, sono all’opposto delle discipline dell’Antichità, basate sull’Iniziazione. Ai giorni nostri, solo l’intelletto viene coltivato, limitando così l’essere nella ricerca della verità totale che non può essere conosciuta se non attraverso l’intuizione spirituale.
La scienza occulta racchiude rivelazioni sull’Uomo, la Natura, l’Universo e Dio, lo studio dei Testi Sacri e dei Simboli. Non è una scienza morta!
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Evoluzione occulta dell’Umanità
La Tradizione occulta ci insegna che nella grande evoluzione della Vita manifesta - ciò che gli Indù chiamano "Mahamanvantara" - le razze si succedono come le perle di una lunga collana che si srotola sul globo o pianeta che diventa il loro campo transitorio di evoluzione.
Il nostro pianeta Terra rappresenta così una piccola perla di una collana ancora più lunga che è l’insieme del sistema solare; quest’ultimo è a sua volta una perla di un’altra collana di cui non possiamo concepire l’immensità. E così all’infinito…
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Cercheremo di riassumere l’insieme di questa evoluzione del "Mahamanvantara":
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Un periodo di manifestazione universale - un giorno di Brahma - comprende sette cicli solari.
Un ciclo solare comprende sette cicli maggiori.
Un ciclo maggiore comprende sette cicli minori.
Un ciclo minore comprende sette cicli planetari.
Un ciclo planetario comprende sette razze-madri.
Una razza-madre comprende sette sotto-razze.
Una razza-madre viene chiamata anche "triangolo", poiché l’insieme delle sette sotto-razze evolve in tre termini di culto, corrispondenti alle tre persone della Trinità divina.
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In ogni razza:
- l’inizio sviluppa la volontà, con la religione del Padre
- il centro sviluppa l’Amore, con la religione del Figlio
- la fine sviluppa la Saggezza, con la religione dello Spirito Santo (Madre)
Il nostro "triangolo" attuale, o "razza bianca", è il quinto del nostro ciclo planetario "terrestre".
Questo ciclo terrestre fu preceduto da un altro ciclo planetario, detto "lunare" e un altro ciclo, quello di "Mercurio", lo seguirà nell’evoluzione del ciclo minore.
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Quattro razze hanno preceduto la nostra in questo ciclo planetario:
- La prima, detta triangolo trasparente, o razza polare
- La seconda, detta triangolo traslucido, o razza iperborea
- La terza, detta triangolo nero, o razza lemure
- La quarta, detta triangolo rosso, o razza atlantidea
I due primi triangoli non appartenevano al nostro piano fisico di esistenza. Il pianeta era in piena formazione e dopo gigantesche convulsioni geologiche, il primo continente, la Terra sacra imperitura nacque al Polo Nord. A poco a poco, i suoi sette grandi promontori emergono dalle onde ribollenti, e quel continente, denominato nelle Scritture indù: "Shevtadvipa", l’Isola Bianca, è pronto a diventare la culla dell’umanità terrestre. La "Dottrina Segreta" ci dice che il clima di quella Terra sacra è una deliziosa primavera e che la "Stella Polare la sorveglia con un occhio vigile dall’Aurora fino alla fine del Crepuscolo di un giorno del grande Soffio". (H-P Blavatsky - "Dottrina Segreta")
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All’inizio del primo termine del triangolo polare, la razza trasparente, puramente spirituale, fu "svegliata" da grandi Esseri che avevano concluso la loro evoluzione nel terzo termine del settimo triangolo del ciclo precedente.
Il ricordo di questi primi istruttori del nostro ciclo terrestre, i Signori della Luna, è conservato nelle mitologie e le leggende e la scienza occulta dà su di loro e sul loro lavoro informazioni tratte dalle radici stesse della conoscenza iniziatica.
Questo primo triangolo del nostro ciclo portò l’umanità spirituale alla sua perfezione nel suo terzo termine; la vita nata da questo terzo termine passò nella seconda razza per "risvegliare" facoltà mentali.
A dire il vero, nell’evoluzione generale dell’Umanità, queste prime razze rappresentano il lato involutivo del grande Triangolo. Le prime razze sono semi-divine e diventeranno formalmente umane a metà del secondo termine del triangolo lemure.
Il secondo triangolo si evolse nelle stesse condizioni, adattate al nuovo piano: la razza traslucida (Umanità psico-spirituale). Questa seconda razza nacque sul continente iperboreo, chiamato "Plaska" nelle scritture dell’India. Il suo clima era tropicale, una vegetazione lussureggiante copriva le pianure assolate. È su questo continente che nacquero i mammiferi.
La vita nata dal terzo termine del secondo triangolo passò nel terzo triangolo per "risvegliare" l’Umanità psico-astrale.
La terza razza nacque sul continente lemure, chiamato "Shalmali" nelle Sacre Scritture dell’India.
La Lemuria si stendeva sull’Oceano Pacifico e copriva una parte dell’Africa. L’Australia, l’Isola di Pasqua e Madagascar ne sono le vestigia.
L’Uomo della terza Razza era di statura gigantesca, proporzionato agli animali che vivevano sulla Terra: pterodattili, megalausauri, brontosauri, mammuth con i quali doveva lottare.
È nel bel mezzo della terza razza che ebbe luogo la divisione dei sessi, simbolizzata nella Genesi dal mito di Adamo ed Eva.
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Tre tipi di civiltà ebbero il predominio nel terzo Triangolo:
- La razza nera si evolse fin dal primo termine
- La razza bruna si evolse nel secondo
- La razza grigia nel terzo termine, portò la vita alla sua perfezione nel triangolo lemure.
I neri d’Africa sono i sopravvissuti del primo termine;
I Malesi e i Gialli d’Estremo-Oriente - questi ultimi più o meno meticci, visto che in Asia vi fu un apporto del primo termine del quarto triangolo che ha creato i Cinesi attuali - sono i sopravvissuti del secondo termine;
I Polinesiani e i Malgasci possiedono ancora, quasi nella loro purezza primitiva, le caratteristiche del terzo termine di cui sono i discendenti.
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Siamo dunque nel terzo termine del nostro triangolo ed è per questo che stiamo assistendo alla trasformazione radicale che segna, dal punto di vista religioso e sociale, l’avvento dell’era Nuova.
E quando il terzo termine del nostro triangolo arriverà alla sua fine, la nostra civiltà sparirà con l’Europa, il suo principale continente che verrà distrutto dal fuoco.
Un nuovo continente nascerà nell’Oceano Atlantico, tra la costa est dell’America e la costa ovest dell’Europa e dell’Africa.
Si chiama "Shaka" nelle Sacre Scritture dell’India e sarà l’habitat del sesto triangolo e della razza blu.
Questa razza comprenderà anche sette sotto-razze che evolveranno in tre termini.
La civiltà del sesto triangolo brillerà in modo vivissimo e la razza blu sarà "ermafrodita": fisicamente, unirà i due sessi, spiritualmente, unirà la saggezza (Hermès) e l’amore (Afrodite). Sarà completamente cosciente nel piano astrale e comincerà a sviluppare il mentale nel terzo termine.
Poi "Shaka" verrà sommersa dalle acque; il sesto triangolo sparirà anch’esso, lasciando il posto al settimo.
Il settimo triangolo nascerà su un continente - "Pushkara" - emerso nell’attuale Oceano Pacifico. Sarà il campo d’evoluzione della razza viola, formata da sopravvissuti selezionati dei triangoli rosso, bianco e blu.
La razza viola verrà portata verso la perfezione tanto nell’arte quanto nel sociale, nel filosofico e nel religioso.
Quando il settimo triangolo avrà terminato la sua missione, gli elementi di scelta passeranno sul pianeta Mercurio in qualità di istruttori del nuovo ciclo planetario.
Notiamo che questa teoria del passaggio della vita da un mondo all’altro è ammessa dalla scienza profana.
L’ipotesi biologica della "panspermia interastrale" venne difesa da molti scienziati, tra cui, uno, il fisico svedese Svante Arrhenius, non si allontana molto dagli insegnamenti della dottrina esoterica.
Il centro supremo, depositario della Tradizione Esoterica resta lo stesso nel corso del tempo. Chiamato nella letteratura occulta: "Shambhala", "Agartha", "Grande Fratellanza Bianca", sempre governato dal "Re del Mondo" è simboleggiato dalla Svastika o Croce uncinata.

 
 
 

Post N° 409

Post n°409 pubblicato il 15 Maggio 2007 da io_deifobe

Le rune sono un'antichissima scrittura germanica, che compare in iscrizioni del II o III sec. d. C. presso gl'Islandesi, i Norvegesi, i Danesi, gli Svedesi, gl'Inglesi e i Goti. Se ne trovano in Romania, a Venezia, in Grecia, in Bosnia e altrove. Deriverebbero da un alfabeto etrusco settentrionale, di tipo chiusino. Questo venne conosciuto al nord attraverso l'alfabeto venetico del VI sec. a. C., derivato dalla scrittura etrusca.
La connessione fra rune e alfabeto etrusco pone un problema: quello della trasmissione. Le nostre rune più antiche possono risalire al massimo al II sec. d. C.: non se ne sono scoperte di anteriori. Come mai?
La più antica attestazione dell'uso delle rune ci è data dallo storico romano Tacito, del I sec. d. C. Egli, nella sua Germania, scrive che i Germani, per trarre gli auspici, «tagliano un ramo d'un albero da frutta in piccoli pezzetti, e li segnano con certi segni». Nel piovoso clima tedesco, come del resto in quello (pur meno piovoso) dell'Italia, il legno marcisce presto. Ecco perché dei pezzetti di legno di cui parla Tacito si è perduta la traccia.
Invece sono arrivate fino ai nostri tempi due iscrizioni, in alfabeto venetico, ma ormai fuori dal Veneto, incise su elmi di bronzo: l'elmo di Negau (Austria), e l'elmo di Vace (odierna ex-Iugoslavia) del VI o V sec. d. C. Tali iscrizioni si sono conservate proprio perché incise su oggetti di bronzo: esse ci portano, dunque, una conferma indiretta che a questa data si stava già formando l'alfabeto runico.
Prima dei mercanti romani, giunsero in Germania i mercanti etruschi, portando colà i prodotti meravigliosi della civiltà mediterranea. Probabilmente il nome tedesco del "minerale", Erz, non è che una forma germanizzata del nome della città etrusca di Arezzo, famosa per la lavorazione del bronzo. A quel tempo la scrittura giunta mediante gli Etruschi era considerata, dai popoli settentrionali che l'avevano adottata e che a lungo la riservarono per scopi magici, un'innovazione misteriosa, che li avrebbe aiutati e protetti e aiutati nelle crisi e nei pericoli della loro vita.

L'uso magico restò in funzione, e la parola RUNA mantenne il suo significato di "segno misterioso". Questi segni magici venivano incisi per esempio sulle punte delle frecce, per renderle più efficaci; o sugli elmi di bronzo, perché proteggessero il loro padrone. Spesso un popolo che ha appena imparato a scrivere considera che i segni sono belli, decorativi, misteriosi e magici. Le rune ritennero sempre questa forza magica, fino a tempi quasi moderni.

Le donne avevano un talento particolare nell'impiego delle rune, come attesta il nome, assai frequente ancora in Germania e in Inghilterra, di Gudrun, "Buona Runa". L'impressione che le donne fossero specialmente rispettate in questo campo è confermata da Tacito, che dice nella Germania:  «Considerano poi che le donne hanno un dono inspiegabile e profetico; non si vergognano di consultarle e prendono sul serio i loro responsi».

Anche l'ambra, considerata magica e medicinale, veniva in varie culture riservata alle donne. Ne sono state trovate grandi quantità in tombe di donne in Etruria, nella Slovenia e in altre regioni dove veniva importata dal Baltico. Una perlina di ambra trovata a Weimar che recava incisa un'iscrizione runica è interessante in questo contesto.

Nel corso dei diciotto secoli durante i quali furono usate le rune - si adoperavano ancora nel secolo scorso in Scandinavia - ne sono stati creati degli esemplari bellissimi, alcuni molto curiosi (come il Codex Runicus, un manoscritto scritto interamente con i segni runici). Oggi sappiamo che questa fioritura culturale ha la sua origine nell'Italia antica, presso gli Etruschi.

 
 
 

Post N° 408

Post n°408 pubblicato il 15 Maggio 2007 da io_deifobe

Il mistero delle RUNE

 
 
 

Post N° 407

Post n°407 pubblicato il 15 Maggio 2007 da io_deifobe

Le rune sono un'antichissima scrittura germanica, che compare in iscrizioni del II o III sec. d. C. presso gl'Islandesi, i Norvegesi, i Danesi, gli Svedesi, gl'Inglesi e i Goti. Se ne trovano in Romania, a Venezia, in Grecia, in Bosnia e altrove. Deriverebbero da un alfabeto etrusco settentrionale, di tipo chiusino. Questo venne conosciuto al nord attraverso l'alfabeto venetico del VI sec. a. C., derivato dalla scrittura etrusca.
La connessione fra rune e alfabeto etrusco pone un problema: quello della trasmissione. Le nostre rune più antiche possono risalire al massimo al II sec. d. C.: non se ne sono scoperte di anteriori. Come mai?
La più antica attestazione dell'uso delle rune ci è data dallo storico romano Tacito, del I sec. d. C. Egli, nella sua Germania, scrive che i Germani, per trarre gli auspici, «tagliano un ramo d'un albero da frutta in piccoli pezzetti, e li segnano con certi segni». Nel piovoso clima tedesco, come del resto in quello (pur meno piovoso) dell'Italia, il legno marcisce presto. Ecco perché dei pezzetti di legno di cui parla Tacito si è perduta la traccia.
Invece sono arrivate fino ai nostri tempi due iscrizioni, in alfabeto venetico, ma ormai fuori dal Veneto, incise su elmi di bronzo: l'elmo di Negau (Austria), e l'elmo di Vace (odierna ex-Iugoslavia) del VI o V sec. d. C. Tali iscrizioni si sono conservate proprio perché incise su oggetti di bronzo: esse ci portano, dunque, una conferma indiretta che a questa data si stava già formando l'alfabeto runico.
Prima dei mercanti romani, giunsero in Germania i mercanti etruschi, portando colà i prodotti meravigliosi della civiltà mediterranea. Probabilmente il nome tedesco del "minerale", Erz, non è che una forma germanizzata del nome della città etrusca di Arezzo, famosa per la lavorazione del bronzo. A quel tempo la scrittura giunta mediante gli Etruschi era considerata, dai popoli settentrionali che l'avevano adottata e che a lungo la riservarono per scopi magici, un'innovazione misteriosa, che li avrebbe aiutati e protetti e aiutati nelle crisi e nei pericoli della loro vita.

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L'uso magico restò in funzione, e la parola RUNA mantenne il suo significato di "segno misterioso". Questi segni magici venivano incisi per esempio sulle punte delle frecce, per renderle più efficaci; o sugli elmi di bronzo, perché proteggessero il loro padrone. Spesso un popolo che ha appena imparato a scrivere considera che i segni sono belli, decorativi, misteriosi e magici. Le rune ritennero sempre questa forza magica, fino a tempi quasi moderni.

Le donne avevano un talento particolare nell'impiego delle rune, come attesta il nome, assai frequente ancora in Germania e in Inghilterra, di Gudrun, "Buona Runa". L'impressione che le donne fossero specialmente rispettate in questo campo è confermata da Tacito, che dice nella Germania:  «Considerano poi che le donne hanno un dono inspiegabile e profetico; non si vergognano di consultarle e prendono sul serio i loro responsi».

Anche l'ambra, considerata magica e medicinale, veniva in varie culture riservata alle donne. Ne sono state trovate grandi quantità in tombe di donne in Etruria, nella Slovenia e in altre regioni dove veniva importata dal Baltico. Una perlina di ambra trovata a Weimar che recava incisa un'iscrizione runica è interessante in questo contesto.

Nel corso dei diciotto secoli durante i quali furono usate le rune - si adoperavano ancora nel secolo scorso in Scandinavia - ne sono stati creati degli esemplari bellissimi, alcuni molto curiosi (come il Codex Runicus, un manoscritto scritto interamente con i segni runici). Oggi sappiamo che questa fioritura culturale ha la sua origine nell'Italia antica, presso gli Etruschi.

 
 
 

IN ATTESA DEL 2020...

Post n°406 pubblicato il 14 Maggio 2007 da io_deifobe

Una decina di anni fa, durante una conferenza internazionale, il Dr. Brian O’Leary, docente di fisica astronomica all’Università di Ivy League, negli USA e autore di vari libri, dichiarò che alcuni inventori e ricercatori "indipendenti" avevano dimostrato di poter sfruttare la ZPE, o "Zero Point Energy" (Energia a Punto Zero) che si trova nello spazio che circonda la Terra.
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Lo studioso spiegò agli astanti che sarebbe stato possibile ricavare abbondante energia elettrica con un motore magnetico o con una specie di piccola scatola nera, costruiti appositamente per catturare la ZPE. La risorsa da sfruttare ci circonda ed è praticamente inestinguibile, tanto che la ZPE potrebbe alimentare le fabbriche, far correre le auto, illuminare le case e le strade o far partire un missile, risolvendo una volta per tutte il problema dell’inquinamento.
Il suo intervento come relatore si può riassumere in questi termini: "È un po’ come se fossimo appena usciti da un incubo lungo un secolo, in cui abbiamo basato la nostra tecnologia sulla costruzione di ‘dinosauri’ inquinanti. Se fossimo già nel 2020, e potessimo guardare indietro al secolo scorso con il senno di poi, capiremmo che quello è stato il secolo in cui abbiamo sfruttato la Terra oltre ogni limite, fino a toccare il fondo della ragione umana, rasentando la pazzia. E dopo averlo capito, torneremmo sui nostri passi. C’è da chiedersi come mai questa nuova sorgente di energia pulita non sia mai stata riportata dai media e, almeno in apparenza, nessuno se ne occupi. Non è la prima volta che le scoperte più straordinarie della storia, all’inizio, subiscono attacchi di ogni genere dalla scienza contemporanea, basta pensare a Galileo. La resistenza a una nuova idea è proporzionale alla sua importanza. Ecco perché i media non ne parlano: c’è da salvare un mercato mondiale di miliardi di dollari e all’umanità poco importa delle conseguenze ambientali ed ecologiche..."
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Dopo qualche anno, la città di Wilsonville, nello stato dell’Oregon, ospitò un congresso completamente focalizzato sulla cosiddetta "New Energy", con ospiti Brian O’Leary e Alden Bryant, noto per aver lottato e ottenuto il "Trattato del Clima delle Nazioni Unite" e aver dato vita al movimento no-profit NEM, "New Energy Moviment". Il tema di questo secondo congresso si deve sicuramente all’eco della popolarità ottenuta per essere stato ascoltato dalla Commissione sull’Energia della California e per aver parlato alle Nazioni Unite e in vari programmi radiofonici e televisivi.
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L’energia non si può distruggere e non si consuma mai, ma può essere integrata e trasformata in altra energia. Questa è fisica. Eppure nel mondo si continuano a produrre e nascondere residui tossici e scorie radioattive anziché pensare "seriamente" a fonti alternative. Nell’era della globalizzazione gli interessi dei singoli paesi sono messi a rischio della concorrenza; cosa importa se per contenere i prezzi bisogna inquinare i fiumi? L’importante è non farsi scoprire e non venire arrestati.
I nostri figli? I nostri nipoti? Cosa importa quello che succederà tra un secolo, quando noi non ci saremo più? I nostri figli, in fondo, non si potranno lamentare del benessere "economico" che stiamo preparando per loro...!
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Il manifesto del NEM sostiene che l’unica soluzione ai problemi dell’umanità sta nella trasformazione dell’energia e nel modo di generarla. Tuttavia, a meno che al cambiamento non si accompagni un aumento di coscienza sulla distribuzione selvaggia, il tanto desiderato cambio graduale non risolverà che una minima parte dei problemi. Gli attivisti del NEM hanno un "grande obiettivo": far sì che tutti prendiamo coscienza della responsabilità di essere i custodi degli ecosistemi e questo avvenga con la conoscenza necessaria per trasformare quello che potrebbe influire negativamente su ogni forma di vita.
Negli ultimi anni ci sono stati molti seminari NEM in California, diretti dal Dr. Brian O’Leary e Meredith Miller, frequentati da un microcosmo di "ricercatori di soluzioni", dai sostenitori dell’ecologia e della giustizia sociale, a fisici, ragionieri, chimici, insegnanti e operatori sociali.
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"La scienza della New Energy è in fase di ricerca e sviluppo", ha dichiarato recentemente O’Leary, facendo intendere che agli inventori serve aiuto. A chi gli ha fatto notare che sul mercato non esiste ancora nessuna invenzione basata su questa energia rivoluzionaria, ha replicato che bisogna essere realistici. "Chiedere agli inventori di oggi di realizzare prodotti finiti, sarebbe come aver chiesto ai fratelli Wright di far volare i passeggeri e spedire la posta... dopo il loro primo volo".
Nel frattempo, malgrado la dipendenza dal petrolio e i rischi della fissione nucleare, e il pericolo derivante dal bruciare combustibili fossili, sembra che i governi di tutto il mondo non abbiano alcuna fretta di promuovere davvero le nuove tecnologie di energia pulita su piccola scala. Sono stati realizzati accumulatori di combustibile, ma il pubblico non deve sapere che si progetta di produrre l’idrogeno - che farà funzionare gli accumulatori - con il carbone e la fissione nucleare...
Inoltre, sembra che dovremo attendere il 2050 prima di poter iniziare a usare la New Energy!
A quanto pare i governi mondiali non hanno urgenza, mentre sembrano averne molta le persone comuni. Chi ha bambini piccoli, dovrebbe dunque aspettare due generazioni per vedere i tanti desiderati cambiamenti? Come mai le tecnologie della cosiddetta "energia a punto-zero" stanno spuntando su tutto il pianeta come funghi, se sono destinate a languire?
Non ci si aspetta che la nuova energia sia una formula magica o la panacea di tutti i mali... ma se l’umanità si accorgesse che l’energia è potenzialmente abbondante, allora non sarebbe del tutto utopico pensare che cadrebbero gli interessi di alcuni governi a fare le guerre del petrolio. E se l’emergente scienza dell’energia "proveniente dallo spazio intorno a noi" fosse capita appieno, ci sentiremmo "cittadini del mondo" e saremmo consapevoli di disporre di una risorsa comune di energia pulita, sfruttabile da tutta la popolazione terrestre.
Aumentare la coscienza umana e guarire il pianeta non sono l’utopia del futuro! Anzi, sono fondamentali e devono procedere fianco a fianco con la New Energy. Quando si sente dire che "prima" di disporre di questa energia, l’uomo deve acquisire una coscienza ecologica, abbiamo l’impressione che venga creato il presupposto per frenare e bloccare gli sforzi degli inventori.
Recentemente si è perfino ipotizzato un illogico salto quantico nel momento in cui, per andare fino all’"Energia a punto-zero", si attraverserà quella solare... e poi, in fondo, siamo proprio sicuri che l’etere esista? Siamo sicuri che questa "colla universale" sia presente nello spazio?
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Qualche anno fa si stava formando in Inghilterra un comitato per le "Energie del Futuro" da presentare al Parlamento Europeo. Questo comitato promuoveva coraggiosamente un altro tipo ancora di energia pulita e onnipresente, definita "Field Energy", "Energia dei Campi", che sfrutta... le radici dell’erba; all’Unione Europea avrebbe consigliato come combattere l’inquinamento creando tra le nazioni energia ecologica.
È facile immaginare, tuttavia, che un’iniziativa di questo tipo avrebbe avuto "qualche" difficoltà, dal momento che eventuali cambiamenti di questa portata avranno ripercussioni economiche selvagge, specialmente la riorganizzazione degli impianti e lo smantellamento delle vecchie strutture. Non se ne è saputo più niente, o quasi, fino a qualche settimana fa, quando...
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Italia, legge 149 del 1° marzo 2006.
Benzina: È obbligo "pulirla" con 400mila tonnellate di biocarburante coltivato. [...]
Coldiretti: l'energia dei campi sarà presente per legge nei serbatoi di tutte le auto in circolazione. [...]
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Oltre all’interesse per l’energia ricavata dalle radici dell’erba, un altro fattore che aveva fatto dei progressi negli ultimi dieci anni riguarda il livello di conoscenza tra gli sperimentatori.
Un recente congresso del NEM ha espresso solidarietà per il lavoro svolto dal Dr. Eugene Mallove, fondatore della "New Energy Foundation", e rammarico per la sua drammatica scomparsa, che ha sconvolto tutti i sostenitori della "Free Energy". Secondo l’investigatore John Rappoport, che seguì il caso, il Dr. Mallove fu assassinato proprio quando doveva presentare al congresso americano alcune determinanti prove scientifiche relativi alle sue scoperte sulla Fusione a freddo.
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La censura sulle tecnologie "pulite" come quella della fusione a freddo, può essere applicata in molti modi, dall’inerzia alla violenza. L’importante sembra essere il mantenimento dello "status quo" del monopolio economico mondiale e, di conseguenza, quello energetico; i governi più deboli devono essere tenuti al guinzaglio da quelli potenti.
A questo proposito, il "Comitato degli Scienziati Preoccupati", "Union of Concerned Scientists" aveva a suo tempo denunciato il comportamento dell’Amministrazione Bush, che "ostacola in ogni modo le nuove scoperte scientifiche, laddove queste contrastino gli interessi corporativi".
Come puntualizzava Mallove, benché siano stati replicati molti esperimenti della New Energy, essi sono stati semplicemente ignorati...
Tra le varie invenzioni su cui aveva scritto, bisogna ricordare quelle del Dr. Mitchell Swartz, docente di Ingegneria Elettrica al Massachusetts Institute of Technology, funzionanti mediante reazione nucleare a bassa energia (LENR) e un congegno per le scariche elettriche che si incendia in modo diverso da quello normale; inoltre vengono descritti i motori alimentati a etere dei Dr. Paulo and Alexandra Correa del Canada.
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All’inizio del 2004, al fisico inglese Harold Aspden, che si autodefinisce anti-Einsteiniano, fu rilasciato il brevetto per un "Apparato per Generare Energia Elettrica", dove la sua invenzione viene descritta in questi termini: "La produzione di elettricità può essere dimostrata in quanto in mezzo a un vuoto di campo, apparentemente questo viene investito da una corrente energetica il cui moto vorticoso è simile a quello di una trottola." Gli scienziati russi la chiamano "torsione del campo". Il brevetto di Aspen viene ora utilizzato dagli inventori come punto di riferimento. Un altro inventore inglese, Geoffrey Spence, sta già mettendo a punto un congegno basato su questo principio.
Pochi hanno sentito parlare dell’"Energia Radiante", un tipo di energia non distruttiva.
Ma nel sommerso dell’energia gli inventori studiano libri come "The Free Energy Secrets of Cold Electricity" del Dr. Peter Lindemann e "Lost Science" di Gerry Vassilatos.
Il pioniere dell’energia radiante è stato Nikola Tesla, il quale avrebbe potuto darci la soluzione tecnologica, se i magnati industriali non avessero già acquistato le miniere di rame per fare i fili elettrici da piazzare in tutto il paese. E non avevano nessuna intenzione di rinunciare ai loro profitti...
Da allora in poi, Tesla fu tagliato fuori. Aveva infatti dimostrato che per avere l’elettricità non servivano fili, e poteva essere propagata attraverso e attorno la Terra in una zona atmosferica chiamata cavità di Schumann, tra la superficie terrestre e la ionosfera...
Questa scoperta segnò la fine delle sovvenzioni governative per le sue ricerche, che tuttavia continuarono inventando o perfezionando strumenti che avrebbero rivoluzionato il mondo. Si preferì "lanciare" Thomas Edison, e la sua invenzione della corrente continua, insabbiando l’invenzione della corrente alternata da parte di Tesla, che fu invece la vera rivoluzione tecnologica del secolo scorso.
Vittima del più accanito ostruzionismo, i media ne fecero il ritratto di un vecchio inventore pazzo, la cui eresia scientifica fu perdonata da Einstein. Nessun riferimento al fatto che entrambi furono incaricati dell’"Esperimento Philadelphia" e responsabili di aver aperto, insieme, una porta spazio-temporale. E nulla fu detto circa la sua conoscenza su come sfruttare l’etere...
L’unica volta che si parlò abbastanza seriamente di Tesla alla TV americana, fu nel 2000, in occasione di una trasmissione in cui veniva presentato il libro "Master of Lightning" di Margareth Cheney che, per l’appunto, tratta del pensiero dello scienziato e del suo concetto di una natura ondulatoria dell’Universo. Un capitolo del libro tratta le dichiarazioni di Tesla circa una sostanza primaria che riempie tutto lo spazio emettendo etere. L’autrice spiega anche che Tesla iniziò a usare alcuni termini tipici delle filosofie orientali, dopo aver incontrato Swami Vivikenanda. Viene citata una dichiarazione del 1930, in cui Tesla spiega che tutte le cose provengono da un etere portatore di luce che agisce secondo il Prana, la Forza Creatrice Divina...
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Evidentemente, le dinamiche politico-economiche sono talmente contrarie alle innovazioni sull’energia, che ci vorrebbe una serie di grandi eventi mediatici per scuotere la potente inerzia della situazione. Specialmente quella dei leader politici i quali, se da un canto dichiarano apertamente di volere soluzioni, dall’altro scartano quelle che non garantiscano loro il potere. È arrivato il momento di coinvolgere la popolazione mondiale, educando i cittadini sulle nuove risorse energetiche.
In Italia abbiamo l’esempio mediatico di Beppe Grillo, un personaggio che ha saputo usare la sua notorietà di comico e la sua intelligente satira per mettere in piazza la situazione vergognosa che vede le industrie mondiali responsabili di inquinamento sul pianeta. Purtroppo, dopo ogni sua performance televisiva, è regolarmente "defenestrato" per almeno un quinquennio... a dimostrare quanto diano fastidio le sue dichiarazioni. Pur continuando la sua lotta sommersa, esibendosi in spettacoli dal vivo in giro per l’itala, è fuori discussione che i colpi inferti durante i suoi "exploit" televisivi sono stati quanto di più sbeffeggiante si sia mai visto e udito davanti a un pubblico di milioni di utenti. Ma come succede in questi casi, la gente si limita a stupirsi, incuriosirsi, e fare il tam-tam dei "hai visto?" e "hai sentito?".
Poi di nuovo il nulla.
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Nel 1997 fu firmato il "Protocollo di Kioto", un patto tra 180 nazioni contro l’inquinamento e l’effetto serra, responsabili del surriscaldamento terrestre e di conseguenza piogge torrenziali, inondazioni, frane e siccità a livello globale. A distanza di quasi dieci anni l’umanità si trova ancora in una situazione pressoché invariata, a causa degli interessi delle corporates americane e quindi delle multinazionali e dei paesi emergenti come la Cina e l’India, che non intendono rinunciare allo sfruttamento delle miniere di carbone, benché siano molto inquinanti.
L’Unione dei paesi Europei è in contrasto con il governo americano su questi punti fin dal G8 di Trieste nel 2001; infatti la rappresentante americana Christine Whitman, dopo aver accettato le basi del Protocollo di Kyoto, fu presto smentita da George W. Bush, appena eletto.
Secondo Bush l'accordo è contrario agli interessi americani e vincola le imprese rallentando la crescita del sistema produttivo. La Unione Europea, all'inizio, era compatta e i ministri per l’Ambiente in aprile decisero che avrebbero ratificato il protocollo anche senza gli USA. Germania, Svezia e Danimarca sarebbero disposti a procedere alla ratifica, ma altri paesi, tra cui l’Italia, preferiscono temporeggiare contando su una mediazione con Bush il quale, intanto, propone di incrementare la produzione di energia elettrica e anche nucleare, sfruttando l’Alaska.
Nel frattempo, Madre Natura ha iniziato a esprimere tutta la sua rabbia, e infatti gli USA sono stati investiti da uragani di forza spaventosa, e da alluvioni senza precedenti...
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I pionieri della "Lost Science" furono tenuti al bando, e così anche quella letteratura che ne parlava; in questo modo nessuno avrebbe compreso l’energia radiante e nemmeno la scienza di qualità. Adesso siamo in una fase molto delicata: viviamo una sorta di rinascimento scientifico, imbavagliato dall’oscurantismo imposto da "alcuni" governi. Tuttavia, la volontà crescente di "urlare" al cambiamento, unita alla forza mediatica di Internet, dovrebbe sbaragliare le forze negative che ostacolano quotidianamente l’elevazione della coscienza della nostra razza, in questa fase difficile e buia che i Veda indicano come "Kali Yuga"...

 
 
 

Post N° 405

Post n°405 pubblicato il 14 Maggio 2007 da io_deifobe

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