Creato da ok626 il 02/07/2010

lavoro e dintorni

Info e news sul mondo del lavoro.

 

Il rapporto EU-Osha sulla sicurezza sul lavoro

Post n°144 pubblicato il 19 Settembre 2014 da ok626
 

Pubblicato da EU-Osha Scoping study for a foresight on new and emerging occupational safety and health (Osh) risks and challenges  (studio sui nuovi ed emergenti rischi e sulle sfide per la salute e la sicurezza sul lavoro (SSL))

In particolare sono stati analizzati tre fenomeni che possono avere un impatto sulle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori: le Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le tendenze emergenti nella gestione delle risorse umane e le conseguenze della crisi finanziaria.

Tecnologie dell'informazione e della comunicazione

Le nuove tecnologie potranno apportare modifiche al mondo del lavoro in tre aspetti:

  • Sul modo in cui le persone eseguono le proprie mansioni 
  • Sull'utilizzo delle nuove tencologie e il loro sviluppo esponenziale
  • Sul modo in cui la tecnologia consente alle aziende di strutturarsi e di organizzare il lavoro
Tendenze emergenti nella gestione delle risorse umane

I manager hanno un notevole impatto sulla salute e sicurezza dei lavoratori: orario di lavoro, accordi contrattuali, rapporto con i competitor, utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione. Da una parte le decisioni dei manager possono avere un impatto negativo sulla salute, ad esempio ridimensionamenti o licenziamenti, dall'altra possono decidere di adottare politiche positive per la salute, come pari opportunità, premi e riconoscimenti, formazione e aggiornamento...

Conseguenze della crisi finanziaria

I principali impatti che la crisi finanziaria può avere sulla sicurezza sul lavoro presumibilmente riguardano questi aspetti (non ci sono ancora studi a riguardo):

  • modifiche a contratti e orario di lavoro;
  • imprese che crescono e imprese che scompaiono; 
  • cambiamenti nella tipologia di lavoro; 
  • cambiamenti nella strutturazione aziendale privatizzazione del settore pubblico.
 
 
 

La definizione di Organismo Paritetico ed Ente Bilaterale per la sicurezza sul lavoro

Post n°143 pubblicato il 28 Ottobre 2013 da ok626
 

La definizione di organismo paritetico ed ente bilaterale per la sicurezza sul lavoro arriva direttamente dal DLgs 81/08, che all'art. 10 recita:

"1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, tramite le AA.SS.LL. del SSN, il Ministero dell'interno tramite le strutture del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, l'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro (ISPESL ora INAIL ndr), il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, il Ministero dello sviluppo economico per il settore estrattivo, l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), l'Istituto di previdenza per il settore marittimo (IPSEMA ora INAIL ndr), gli organismi paritetici e gli enti di patronato svolgono, anche mediante convenzioni, attività di informazione, assistenza, consulenza, formazione, promozione in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, in particolare nei confronti delle imprese artigiane, delle imprese agricole e delle piccole e medie imprese e delle rispettive associazioni dei datori di lavoro".

Ulteriori precisazioni arrivano poi dal comma h, art. 2 del "Decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 – Occupazione e mercato del lavoro":

"«enti bilaterali»: organismi costituiti a iniziativa di una o più associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative, quali sedi privilegiate per la regolazione del mercato del lavoro attraverso: la promozione di una occupazione regolare e di qualità; l'intermediazione nell'incontro tra domanda e offerta di lavoro; la programmazione di attività formative e la determinazione di modalità di attuazione della formazione professionale in azienda; la promozione di buone pratiche contro la discriminazione e per la inclusione dei soggetti più svantaggiati; la gestione mutualistica di fondi per la formazione e l'integrazione del reddito; la certificazione dei contratti di lavoro e di regolarità o congruità contributiva; lo sviluppo di azioni inerenti la salute e la sicurezza sul lavoro; ogni altra attività o funzione assegnata loro dalla legge o dai contratti collettivi di riferimento".

Infine la circolare n.20 del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali del 29/06/2011 - "Attività di formazione in materia di salute e sicurezza svolta da enti bilaterali e organismi paritetici o realizzata in collaborazione con essi" ribadisce l'importanza di questi organismi nel supporto alle imprese e ai lavoratori per la gestione della sicurezza, della prevenzione degli infortuni e nella vigilanza sulle malattie professionali. Tali ruoli possono essere svolti solo se l'ente è in possesso dei requisiti indicati dagli articoli riportati all'inizio di questo testo. Primo fra tutti la costituzione dell'organismo "a iniziativa di una o più associazioni dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative  nell’ambito del sistema contrattuale di riferimento". 

 
 
 

La sicurezza sul lavoro va al cinema

Post n°142 pubblicato il 13 Settembre 2013 da ok626
 

Il Cinema incontra il lavoro: Mercogliano film festival è il festival che dal 15 al 19 ottobre, a Mercogliano in provincia di Avellino, si occuperà dei temi della sicurezza sul lavoro e degli infortuni attraverso il linguaggio cinematografico.

Durante il concorso l'INAIL premierà gli studenti campani che sono stati invitati, tramite bando di concorso, a produrre cortometraggi e documentari che servano promuovere la sicurezza sul lavoro e l'attenzione alla prevenzione, come dovere e diritto di ognuno. I giovani vincitori avranno diritto a ptremi di 2.000€, di cui 1.000 al o agli autori e 1.000 all'istituto scolastico di provenienza.

Il concorso scade il 21 settembre, qui il bando

Durante il periodo del festival, ogni mattina e ogni pomeriggio sarà possibile assistere a film che trattano il tema degli infortuni sul lavoro,m selezionati dalla direzione artistica. I pomeriggio saranno invece il momento per il confronto, grazie alle tavole rotonde che avranno come oggetto di discussione i cortometraggi degli studenti.

 

 

 
 
 

La classificazione dei lavori secondo l'Istat: CP2011

Post n°141 pubblicato il 01 Agosto 2013 da ok626
 
Tag: lavoro

Nel 2011 l'Istat ha aggiornato la Classificazione delle Professioni, risalente al 2001 (CP2001), e di recente ha pubblicato la nuova CP2011. Tale modifica si è resa necessaria in relazione alle novità dell'International standard classification of occupations -Isco08. La CP2011 raggruppa tutte le professioni in insiemi che consentono di fare statistiche e raccogliere dati.

Per prima cosa c'è da dire che viene definita professione "insieme di attività lavorative concretamente svolte da un individuo, che richiamano conoscenze, competenze, identità e statuti propri". Gli studi che servono a raggiungere la classificazione finale vengono svolti da responsabili tematici dell'Istat, esperti dell'Isfol, del mondo accademico e delle principali istituzioni nazionali in materia di lavoro.

Per ogni professione vengono definiti dei livelli e dei campi, in base ai quali si definisce poi la classificazione. Mentre i livelli sono relativi a complessità, estensione, autonomia e responsabilità; i campi dipendono dall'ambuto disciplinare, dalle conoscenze applicate, dalle attrezzature utilizzate, dai materiali, dai prodotti o servizi erogati.

La CP2011 si suddivide in questo modo:

  • Livello 1: 9 grandi gruppi professionali
  • Livello 2: 37 gruppi professionali
  • Livello 3: 129 gruppi professionali
  • Livello 4: 511 gruppi professionali
  • Livello 5: 800 unità professionali, dentro cui sono riconducibili le professioni esistenti nel mercato del lavoro

Qui puoi consultare il CP2011

Clicca qui per approfondire altri strumenti utili alle imprese

 

 

 
 
 

Lo stato della (dis)occupazione giovanile in Italia

Post n°140 pubblicato il 23 Luglio 2013 da ok626
 

Young people at risk: how changes in work are affecting young Italians' health and safety è il titolo del rapporto, pubblicato da Etui, che riguarda lo stato dell'occupazione e i rischi sul lavoro dei giovani italiani, basato su una ricerca dell'Ires.

Il report si basa sulle interviste condotte su 1000 lavoratori di età compressa tra 15 e 34 anni. I dati emersi mostrano un generale peggioramento delle condizioni occupazionali dei giovani italiani, legato in gran parte allea crisi economica che persiste nel nostro Paese. Il tasso di occupazione, tra il 2000 e il 2010, è diminuiti del 10% per i giovani tra 15 e 24 anni; il tasso medio di occupazione, nel 2008, era del 30%, ben 10 punti sotto la media europea per la stessa fascia di età.

Oltre ad essere in pochi ad avere un lavoro, quello che c'è è anche precario. I contratti proposti sono interinali, a progetto, di stage... Con retribuzioni troppo basse per riuscire a raggiungere un'indipendenza reale dalla famiglia di origine. A questo si aggiunge un alto tasso di incidenti sul lavoro, orari impossibili e ritmi di lavoro insostenibili.

Per ciò che riguarda la sicurezza sul lavoro: nel 2010 un terzo degli incidenti ha coinvolto un lavoratore sotto i 35 anni, tra il 2005 e nel 2009 44478 giovani hanno subito lesioni permanenti. Il 38% degli intervistati ha dichiarato di avere problemi di salute legati all'attività lavorativa: mal di schiena, mal di testa, stress, ansia depressione, dolori muscolari... IL 28% ha solo problemi fisici, il 13% solo problemi psicologici e il 21% è affetto da entrambi.

Un terzo degli intervistati lascerebbe l'Italia alla ricerca di un posto migliore in cui vivere e costruire il proprio futuro.

Un quadro decisamente negativo per quello che dovrebbe essere il futuro del nostro Paese. Quadro che è edulcorato dal tipo di dati che sono stati raccolti, che escludono lavoro in nero e lavoratori sommersi, che di certo andrebbero a peggiorare notevolmente le stime.

per leggere tutto il report clicca qui

 

 

 
 
 
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