Creato da lealidiachille il 11/08/2011

-Le Ali di Achille-

..il volo dentro un sogno..

 

 

Il fotovoltaico del futuro

Post n°44 pubblicato il 17 Gennaio 2012 da lealidiachille
 
Tag: Scienza

La ricerca italiana, con la Rse, punta a ottimizzare lo sfruttamento dell'energia solare

Puntare allo sviluppo di celle solari di nuova generazione e molto più efficienti rispetto a quelle tradizionali è l'obiettivo del nuovo centro di ricerca dedicato al fotovoltaico inaugurato a Piacenza dalla società pubblica di ricerca Rse (Ricerca sul Sistema Energetico), il cui amministratore delegato è Stefano Besseghini. La società è controllata dalla Gse (Gestore dei Servizi Energetici) e che afferisce al ministero Sviluppo Economico e che è una partecipata del ministero Tesoro.
Oltre a garantire nuovi mercati, alternativi a quello delle tradizionali celle fotovolatiche in silicio, il nuovo centro italiano costituisce il cuore della ricerca europea in questo settore. E' infatti italiano il coordinamento del progetto europeo Apollon, promosso dall'Unione Europea nell'ambito del VII programma quadro e teso a realizzare una nuova generazione di pannelli fotovoltaici super-efficienti, con lenti capaci di concentrare la luce su celle ottenute sovrapponendo sottilissimi strati di materiali diversi, che raccolgono la radiazione solare in modo selettivo.


 
 
 

Da qui al 2100 i danni da uragani quadruplicheranno

Post n°43 pubblicato il 16 Gennaio 2012 da lealidiachille
 
Tag: Scienza

Da qui al 2100 i danni provocati da uragani e tempeste tropicali aumenteranno esponenzialmente, fino a quadruplicare e raggiungere la cifra di 109 miliardi di dollari l'anno. Lo afferma uno studio pubblicato dalla rivista Nature Climate Change, secondo cui la maggior parte delle devastazioni riguarderà nord e centro America e Asia orientale.

I ricercatori di Yale e del Mit di Boston hanno calcolato come varierà la frequenza, l'intensità e la localizzazione degli uragani in questo secolo per effetto dei cambiamenti climatici. Una volta preparato un set di 17 mila tempeste 'sintetiche' hanno verificato il loro potenziale distruttivo anche in relazione a come cambieranno nei prossimi anni gli scenari urbani, tenendo conto ad esempio dell'urbanizzazione crescente e della crescita demografica in atto in alcune zone. Il risultato principale è stato che anche senza l'intervento dei cambiamenti climatici l'entità dei danni provocati da questo tipo di disastri passerà da 26 miliardi di dollari l'anno a 56, solo per effetto della crescita della popolazione e del Pil delle aree che saranno più colpite.

A questa cifra vanno aggiunti altri 53 miliardi di dollari di maggiori danni dovuti invece al riscaldamento globale: "Né i danni presenti né quelli futuri sono equamente distribuiti nel mondo - sottolineano gli autori - il danno futuro dai cicloni tropicali é inferiore a 1 miliardo di dollari l'anno per Europa e Sud America, ed è relativamente basso in Africa. Asia orientale e Nord America avranno l'88% dei danni perché hanno sia il maggior numero di eventi sia le maggiori infrastrutture. Il danno cresce rapidamente in Asia e Centro America per la crescita veloce del loro Pil".

 
 
 

Ringraziamento

Post n°42 pubblicato il 15 Gennaio 2012 da lealidiachille

Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.......................

 
 
 

Vista con granello di sabbia

Post n°41 pubblicato il 15 Gennaio 2012 da lealidiachille
 

Lo chiamiamo granello di sabbia.
Ma lui non chiama se stesso né granello, né sabbia.
Fa a meno di nome
generale, individuale,
instabile, stabile,
scorretto o corretto.

Non gli importa del nostro sguardo, del tocco
Non si sente guardato e toccato.
E che sia caduto sul davanzale
è solo un'avventura nostra, non sua.
Per lui è come cadere su una cosa qualunque,
senza la certezza di essere già caduto
o di cadere ancora.

Dalla finestra c'è una bella vista sul lago,
ma quella vista, lei, non si vede.
Senza colore e senza forma,
senza voce, senza odore e dolore
è il suo stare in questo mondo.

Senza fondo lo stare del fondo del lago
e senza sponde quello delle sponde.
Né bagnato né asciutto quello della sua acqua.

Né al singolare né al plurale quello delle onde,
che mormorano sorde al proprio mormorio
intorno a pietre non piccole, non grandi.

E il tutto sotto un cielo per natura senza cielo,
dove il sole tramonta non tramontando affatto
e si nasconde non nascondendosi dietro una nuvola ignara.
Il vento la scompiglia senza altri motivi
se non quello di soffiare.

Passa un secondo.
Un altro secondo.
Un terzo secondo.
Ma sono solo tre secondi nostri.

Il tempo passò come un messo con una notizia urgente.
Ma è solo un paragone nostro.
Inventato il personaggio, insinuata la fretta,
e la notizia inumana.

(Wislawa Szymborska)

 

 
 
 

Apocalisse piu' vicina, spostato orologio scienziati

Post n°40 pubblicato il 15 Gennaio 2012 da lealidiachille
 
Tag: Scienza

A causa della scarsa adeguatezza decisioni politiche

Mancano appena cinque minuti all'Apocalisse. Il 'Doomsday Clock', l'orologio che simboleggia quanto vicini siamo alla distruzione della Terra, e' stato spostato dagli esperti del Bulletin of the Atomic Scientists un minuto in avanti, e ora segna le 23.55, a causa della scarsa adeguatezza delle decisioni politiche a problemi come la proliferazione nucleare e i cambiamenti climatici. L'ultima volta che il panel di scienziati, che dal 1947 pubblica periodicamente l'aggiornamento sulla fine del mondo a seguito di una giornata di discussione, aveva ritoccato l'orologio era stato nel gennaio 2010, quando era stato portato indietro di un minuto sulla base delle intenzioni manifestate dai leader mondiali: "In molti casi pero' quelle promesse sono state disattese - spiega il comunicato ufficiale dell'associazione - messi di fronte ai pericoli di proliferazione nucleare e dei cambiamenti climatici, oltre che al bisogno di trovare fonti di energia sicure e sostenibili, i leader mondiali hanno come al solito fallito nel cambiare politica".

Tra le azioni da intraprendere per riportare indietro l'orologio, spiegano gli scienziati, ci sono un maggiore controllo sul nucleare civile e sulla proliferazione di quello militare e l'adozione di un nuovo trattato sulle emissioni.

L'orologio ha raggiunto la sua massima distanza dalla mezzanotte nel 1991, alla fine della Guerra fredda, mentre nel 1953 e' arrivato a soli due minuti dalla fine a causa della decisione degli Usa di proseguire nelle ricerche sulla bomba all'idrogeno

 

 
 
 

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