Post N° 33

Post n°33 pubblicato il 30 Maggio 2007 da lecceeuropei

AMMINISTRATIVE. SBARBATI: PARTIRE DAL NORD PER RILANCIARE PD
29/05/2007

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Roma, 29 mag. - "Credo che si debba partire proprio dal nord per rilanciare il centrosinistra e il partito democratico".
Ad affermarlo e' Luciana Sbarbati, segretaria nazionale del Movimento Repubblicani Europei e componente del "comitato dei 45" del partito democratico. "Insieme al presidente del Consiglio Romano Prodi- aggiunge- ci impegneremo al massimo per rilanciare il 'progetto paese' dell'Unione e far si' che anche il Partito Democratico possa partire col giusto slancio".

 
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Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 29 Maggio 2007 da lecceeuropei

COSI' L'ULIVO RISCHIA DI SECCARE...

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E' veramente triste vedere che uno dei progetti politici più belli e moderni della storia di questo paese rischia di seccare. L' Ulivo delle Europee 2004 era un Ulivo Forte, Vigoroso, Vincente.

Oggi invece perde le sue foglie...

E' sconvolgente che nessuno si assuma la responsabilità di quello sta succedendo.

Non c'é peggiore sordo di chi fa finta di non sentire...

Soffocato in una morsa a due tra Ds e Dl, (noi Repubblicani Europei continuiamo a essere schiacciati, così come schiacciati ed esclusi sono ancora la società civile, le donne e i giovani, questi ultimi completamente assenti) l' Ulivo sta morendo. Non deve essere così. Bisogna che il popolo torni ad avere fiducia in questo nuovo soggetto politico. Ma perché questo avvenga é giunta l'ora di tornare al vecchio Ulivo, aperto e plurale, nei fatti e non a parole. E' necessario rompere gli schemi e uscire dalle righe, smettendo di proferire parole vuote e inutili che sanno di promesse vane e di politichese spicciolo. La gente é stanca e sfiduciata. Bisogna che dal pensiero si passi all'azione. E soprattutto bisogna non arrendersi e non lasciare che quest'Ulivo ce lo lascino morire...

Aiutateci in questa battaglia...per un'Italia nuova, per una nuova Italia...

Repubblicani Europei Lecce

 
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Post N° 31

Post n°31 pubblicato il 29 Maggio 2007 da lecceeuropei

RIVOGLIAMO LE PREFERENZE!

La battaglia dei Repubblicani Europei per il ritorno alle preferenze.L'on.Sbarbati vuole firmare un nuovo patto di conciliazione.

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29/05/2007
 
Quotidiano Italia Oggi
 

Al voto di preferenza deve molto. Ed è per questo, quasi per debito di riconoscenza politica che Luciana Sbarbati, segretario dei Repubblicani europei, con Italia Oggi si impegna a sottoscrivere la petizione popolare per il ritorno del voto di preferenza.
“Non sarei mai stata eletta. Il mio voto venne dalle famiglie degli alunni della scuola e dalla società civile. Tutti si stupirono nel partito, tutti a dire che facevo sul serio”. Altri tempi, quando l’elettore poteva scegliere il suo candidato. “Oggi, invece, assistiamo a un esproprio della capacità democratica diretta del popolo. E questo blocca lo slancio verso le istituzioni. La gente non digerisce scelte imposte dal vertice”, dice la Sbarbati, aggiungendo comunque che “la sfiducia verso i partiti è grande, ma non arriva al punto di sfiduciare i partiti. A chi in questi giorni, soprattutto, va sottolineando la disaffezione degli italiani nei confronti della classe politica dice che ha “«scoperto l’acqua calda” perché “è un pezzo che è così”. Per il segretario dei Repubblicani Europei è necessario un ritorno forte alla responaabi1ità.
Chi riveste una carica pubblica deve comportarsi sapendo di portare un peso enorme sulle spalle. Si possono perdere consensi ma si deve decidere nell’interesse generale, non di quelli di Confindustria o del sindacato. Avendo cura, cioè, di quegli interessi che secondo l’ottica repubblicana ho avuto a cuore. Però io continuo a insistere: ci può essere un patto di consultazione tra cittadini e politica soltanto se si torna a lavorare nell’interesso generale”.
Intanto, nella speranza che questo patto sia controfirmato, Luciana Sbarbati sa bene che la strada è lunga. C’è da mettere mano alla legge elettorale e scavalcare il nodo referendum. “Spero che ques’ansia da referendum spinga il Parlamento a un colpo di reni a un colpo d’ala e varare così una nuova legge elettorale. C’è bisogno di un salto di qualità necessario per tornare ad avere credibilità. Il Parlamento deve dimostrare che è lì per farle le leggi. Il referendum è un grande strumento di partecipazione democratica ma non può essere messo in campo perché il Parlamento non fa il suo dovere”. Sa bene la Sbarbati che il suo è un atto d’accusa, “senza appello”, aggiunge, perché “ non possono lasciar decidere al referendum, devono decidere nel luogo giusto in modo trasparente, chiaro e democratico”.
Ma sa bene anche che “certe decisioni si prendono con accordi sotto banco perché fanno comodo agli uni e agli altri, alla faccia del popolo che vuole invece scegliere e decidere qualcosa”. Riportare tutto nel Parlamento, dunque, “per dare un segnale. E deve fare la legge elettorale non perché tampinato da referendum. I luoghi devono essere chiari, il Parlamento, i tempi incombono e deve esserci chiarezza dei patti tra destra e sinistra. La legge elettorale coinvolge tutti, il popolo italiano e il suo destino, il metodo devo essere bipartisan”.
Ma non sembra una cosa semplice semplice, c’è di mezzo il destino di un governo, di una legislatura e questo lo sa anche lei. Così come sa che proprio intorno al ritorno del voto di preferenza finora centro destra e centro sinistra sembrano fare quadrato, fatta eccezione per timide voci fuori schema.
“E’ vero, ci sono resistenze, ma io,  anche se in minoranza porterò avanti il discorso”, dice la Sbarbati offrendo anche soluzioni per arginare le eventuali critiche al ritorno dalle preferenze. “Qualcuno dirà che si possono insinuare cose non proprio legali., che bisognerà proteggersi da chi ha i quattrini e un tasso di disonestà elevato. Certo, ci cono rischi, ma si possono anche evitare facendo un discorso serio su tempi e spese delle leggi elettorali. La politica devono farla tutti quelli che hanno e cuore l’Italia, basta fissare un tetto di spesa minimale, per esempio, e almeno qualche rischio può essere arginato”.
  
Emilio Gioventù

 
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Post N° 30

Post n°30 pubblicato il 24 Maggio 2007 da lecceeuropei

Runione del Comitato nazionale promotore del Partito Democraticoimmagine 
23/05/2007

Si è svolta oggi la riunione del Comitato nazionale promotore del Partito Democratico.
Per i Repubblicani Europei ha partecipato il Segretario Nazionale, on. Luciana Sbarbati., che oggi ha dichiarato di aver così dato corso al mandato congressuale.
I Repubblicani Europei saranno vigili ed attenti ai contenuti di cui dovrà dotarsi il nuovo soggetto politico, alle regole di trasparenza e partecipazione democratica, e tutelare la dignità politica di tutti, compresa la società civile, perché il PD sia inclusivo, democratico e pluralista.
I Segretari regionali, la Direzione nazionale ed il Consiglio nazionale del MRE si riuniranno a breve
 
 
PD: MIGLIAVACCA, ASSENZE? IL NOSTRO CRITERIO E' INCLUSIVO
ANSA- ROMA, 23 MAG
Il nostro criterio e' stato inclusivo e non esclusivo'. Cosi' il coordinatore del comitato promotore per il Pd, Maurizio Migliavacca ha risposto ai giornalisti che chiedevano spiegazione di alcune assenze eccellenti nel comitato.
'Ci sono le donne - ha spiegato Migliavacca - espressione del Governo e delle istituzioni ma abbiamo fatto uno sforzo per dare voce al territorio e al sociale'. Nel comitato ci sono 16 donne e, hanno evidenziato i coordinatori, 'una presenza significativa di esponenti di Governo regionale e locale'. Un segnale di apertura e' arrivato anche 'dall'allargamento - ha spiegato Migliavacca - ad altri movimenti politici che vanno oltre Ds e Dl: Soru, Sbarbati, Del Turco e Follini'. Sono invece espressione della societa' l'economista Marcello De Cecco, Letizia De Torre, del movimento dei focolarini, Paola Caporossi e Lella Massari dell'associazionismo dell'Ulivo oltre alla presenza di Tullia Zevi.

 
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Post N° 29

Post n°29 pubblicato il 11 Maggio 2007 da lecceeuropei

PARTITO DEMOCRATICO, IL 14 OTTOBRE L'ELEZIONE DELL'ASSEMBLEA: PRODI FA LARGO ALLE DONNE.

Presente al vertice con Prodi il segretario nazionale dei Repubblicani Europei on. Luciana Sbarbati (foto: in basso a destra)

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Vertice a Palazzo Chigi, confermata la data. Il 23 maggio la riunione del comitato.

ROMA - E' stata confermata per il 14 ottobre la "data dell'assemblea del Partito Democratico". Lo ha annunciato oggi il segretario Ds, Piero Fassino, lasciando il vertice dell'Ulivo a Palazzo Chigi. Un'intesa confermata anche da Romano Prodi: "L'incontro è andato benissimo, c'è unità d'intenti su tutto - ha dichiarato - ora dobbiamo fare in fretta".
Al vertice hanno partecipato oltre al premier i leader Ds e Dl Fassino e Francesco Rutelli, i tre coordinatori Maurizio Migliavacca, Antonello Soro e Mario Barbi, i ministri Massimo D'Alema e Arturo Parisi, i capigruppo Dario Franceschini e Anna Finocchiaro e il leader dei Repubblicani Europei Luciana Sbarbati.

Un vertice "molto proficuo e positivo nel quale abbiamo definito tutte le misure per avviare la realizzazione del percorso che ci porterà ad ottobre all'assemblea costituente del partito democratico", ha aggiunto ancora Fassino. "Si insedierà il comitato promotore nazionale composto di personalità politiche e della società civile" e "il ruolo di guida operativa è stato affidato ai tre coordinatori dell'Ulivo", Maurizio Migliavacca, Antonello Soro e Mario Barbi, ha spiegato il segretario dei Ds.

A questo punto, come ha spiegato Prodi, "tra pochi giorni nomineremo un comitato di trenta persone, un terzo donne, per mettere in pratica la strategia di costruzione degli organi del partito. Sono mia responsabilità, e saranno scelte tra gli appartenenti alla società civile in modo da poter partire subito con impegni pratici e con le decisioni. Il 14 ottobre ogni uomo e ogni donna sarà un voto per l'adesione al partito. Qualcosa di più delle primarie. Chi andrà a votare si dichiarerà appartenente al partito, dunque è qualcosa in più di una primaria. C'è identità di azione, convergenza sulle cose da fare, ora bisogna fare in fretta perchè c'è anche da decidere quale sistema elettorale adottare".


Ai tre coordinatori sarà affidato, ha spiegato ancora il premier, "il compito di istruire i lavori del Comitato e di assicurare l'attuazione delle decisioni". Il comitato dovrà promuovere iniziative di presentazione del Pd e approvare i regolamenti e le procedure elettorali, insediando "gli opportuni - si legge nel documento - organi tecnici e di garanzia".

La proposta del regolamento elettorale sarà all'esame del coordinamento "entro la fine di giugno e i tre coordinatori, che si avvarranno di esperti, istruiranno una proposta per quella data". Il Comitato promuoverà iniziative pubbliche e favorirà e "riconoscerà comitati promotori provinciali che avviino la fase costituente nei territori con l'obiettivo di aprire le porte alla partecipazione dei cittadini".

Chi andrà a votare all'assemblea costituente del 14 ottobre sarà iscritto al partito democratico. Nel documento consegnato al termine della riunione, ecco il passaggio che regola il sistema di una testa un voto: "l'elezione dell'Assemblea costituente darà anche la possibilità a tutti i cittadini che lo deciderano di dichiararsi aderenti del nascente Partito democratico all'atto dell'elezione dei delegati all'Assemblea, secondo il principio una testa un voto".

''La condizione perché questa nostra impresa abbia successo è che l'elezione dell'Assemblea costituente veda una partecipazione larghissima'', ha affermato Prodi nella nota conclusiva. ''L'assemblea così eletta avrà una grandissima legittimazione e dovrà approvare il manifesto programmatico, adottare lo statuto e dotarsi di propri organismi''.

Già da subito il partito democratico avrà una sede, in piazza Santi Apostoli, dove già oggi ci sono gli uffici dell'Ulivo a cui si appoggia lo stesso Prodi. "Per avviare la fase costituente - si spiega nel documento - daremo subito vita, in piazza Santi Apostoli ad una struttura operativa, diretta dai coordinatori e che svolga in modo appropriato le necessarie funzioni politiche, operative e comunicative e che disponga anche delle adeguate risorse finanziarie".

Il processo di costruzione del Partito democratico "deve essere molto aperto ai cittadini che credono nell'Ulivo. Bisogna unire le esperienze di provenienza. Tutto deve essere fatto molto in fretta e con molta determinazione perché la gente si aspetta questo. Si aspetta in particolare che noi non perdiamo tempo", ha commentato il capogruppo dell'Ulivo alla Camera, Dario Franceschini, lasciando Palazzo Chigi.

( 11 maggio 2007 )



(Fonte La Repubblica)


 
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