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La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

 

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Sali Jodati di Montecatini

Post n°110 pubblicato il 02 Maggio 2011 da lafarmaciadepoca
 

Bene, dopo una settimana di pseudo vacanze e tre giornate infernali di laboratorio riprendo a postare sul blog, e per festeggiare ho deciso di farlo con i Sali Jodati di Montecatini.

Le terme di Montecatini hanno avuto una storia decisamente altalenante, cosa piuttosto strana per un centro turistico “ricco” come può essere una cittadina termale.
I primi a scoprire e provare le proprietà terapeutiche delle acque di Montecatini  furono gli Antichi Romani (che coincidenza!), infatti, il loro passaggio nella zona è testimoniato dai reperti rinvenuti nella costruzione delle terme settecentesche, che facevano intendere la presenza di una cittadina romana o perlomeno di un insediamento nella zona.

Caduto l’Impero Romano, Montecatini venne ricollocata su un’altura per renderla più facilmente difendibile: nacque così la cittadina di Montecatini Alta, imponente roccaforte che nel 1300 contava più di 1000 metri di mura, 7 porte e 25 torri. Delle acque medicamentose e delle terme non interessava più niente a nessuno, soprattutto causa la poca propensione del cittadino medievale medio a farsi un bagno.
Nonostante ciò, furono eseguite delle piccole opere idrauliche per far sì che le sorgenti non dessero troppo fastidio, soprattutto per evitare la formazione di paludi, che con i loro “miasmi” avrebbero portato a Montecatini tutte le malattie del creato.

Finalmente, nel 1417, Ugolino Simoni, medico della zona, rispolvera l’usanza romana delle terme, attraverso il suo “Tractatus de Balneis”, sostenendo che i bagni con le acque di Montecatini avevano un effetto positivo sulla salute, soprattutto per quello che riguardava la guarigione dalle malattie della pelle (non credo ci sia voluto uno sforzo immane per arrivare a questa conclusione).
Nel 1554, iniziarono gli anni bui della città: Cosimo de Medici, stanco delle continue lotte contro la città, che voleva ottenere l’indipendenza, decise di radere al suolo Montecatini Alta, smantellando le mura e incendiando l’abitato. I Fiorentini saccheggiarono così bene Montecatini Alta che non lasciarono nemmeno le porte e le finestre.

Questo periodo buio di Montecatini durò fino alla fine del Settecento, quando il Duca Pietro Leopoldo decise di costruire nella zona il primo impianto termale degno di questo nome, stimolato dai resoconti del medico di corte, Bartolomeo Mensy, circa la bontà di queste acque.
Nel 1773, infatti, fu ultimato il Bagno Regio, nel 1775 le Terme Leopoldine e nel 1779 lo stabilimento Tettuccio.
Iniziò così una nuova era di splendore per la cittadina, strettamente collegata agli stabilimenti termali, tanto che si cercò di ampliare il complesso termale con la ricerca di nuove sorgenti per attirare sempre più turisti: nel 1798 viene scoperta la sorgente Rinfresco,  nel 1829 quella di Torretta e nel 1843 la fonte Tamerici. Per rendere più raggiungibile l’abitato, nel 1853 venne costruito un tratto di ferrovia.

Negli anni 20 le Terme di Montecatini raggiunsero il loro massimo splendore, con nuovi stabilimenti in stile Liberty  che potevano vantare tra i frequentatori fissi personalità di spicco come Trilussa, Pirandello,  e Ruggiero Leoncavallo.
Purtroppo, con la Seconda guerra mondiale, le Terme di Montecatini iniziarono a passare in secondo piano,  causa la presenza dell’impegno bellico poco conciliabile con le attività termali, e poi in seguito all’arretratezza degli stabilimenti rispetto a realtà termali più dinamiche, nate dopo il conflitto.

Al giorno d’oggi, le Terme di Montecatini sono  forse uno tra gli stabilimenti termali più scenografici dell’Europa intera. Basta recarsi sul sito ufficiale delle Terme e vedere qualche foto per rimanere a bocca aperta.
Forse il fatto di essere rimaste legate alla tradizione ha fatto sì che si conservasse quell’atmosfera da “ruggenti anni 20” che le rendono un vero gioiello.

Concluso lo spiegone storico ecco il flacone dei Sali Jodati Montecatini della sorgente Tamerici:

E’ databile anni 20 – 30  e misura 6 cm x 4 cm di base e 11 cm di altezza.

Il prodotto era indicato nelle malattie del ricambio  e in quelle diatesiche: gotta e uricemie, obesità, artriti, pletora,  arteriosclerosi, forme leggere di diabete, glicosurie epatiche, metabolismo rallentato e scrofolosi.
Inoltre poteva essere utilizzato con ottimi risultati in caso di malattie del fegato allo stadio iniziale, come per esempio  le cirrosi.

Le dosi erano di uno o due cucchiaini da caffè nelle 24 ore, (secondo prescrizione del medico), sciolti in acqua tiepida di fonte o leggera di Montecatini ( delle fonti Tettuccio o Rinfresco). La soluzione era da assumere al mattino, preferibilmente a digiuno.

Una piccola curiosità prima di concludere il post. Mentre stavo cercando delle informazioni aggiuntive sul prodotto con il caro vecchio zio Google, sono incappata nel blog Puddleboy Rules di Backy Vandermast. Questo signore, ha un passatempo piuttosto insolito: prende pala e stivali di gomma e va a scavare in una vecchia discarica e posta sul suo blog i suoi ritrovamenti.
E in giro c’è gente che pensa che io sia strana a collezionare vecchie scatole di medicinali.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 
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