Creato da lafarmaciadepoca il 13/10/2010

La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

Messaggi di Febbraio 2017

Pastiglie Ergon

Post n°518 pubblicato il 14 Febbraio 2017 da lafarmaciadepoca
 

La linea di farmaci Ergon è forse uno dei brand farmaceutici maggiormente sconosciuti al pubblico, eppure ha accompagnato l’Istituto Nazionale Medico Farmacologico Serono dalla data del suo trasloco da Torino a Roma nel 1906.

La linea farmaceutica Ergon spaziava dalle pastiglie per la tosse agli anestetici chirurgici, infatti nacque come un assortimento di medicinali di uso comune sia in ambito casalingo, sia ospedaliero, venduti a prezzi competitivi.

Spesso mi capita di confrontarmi con altri appassionati convinti che l’Istituto Nazionale Medico Farmacologico che produceva i prodotti Ergon, fosse diverso dall’Istituto Nazionale Farmaceutico Serono, ma le prove, ossia l’ubicazione dei laboratori di produzione (entrambe in Via Casilina 73 a Roma) fanno propendere per il fatto che in realtà dietro ai prodotti Ergon ci fosse proprio la Serono.

Questo non deve sembrare strano: il punto forte dell’ INFS (concedetemi le abbreviazioni!) erano i ricostituenti, Bioplastina in testa e gli opoterapici d’avanguardia, e con molta probabilità nell’interesse dell’azienda si era deciso di creare due linee di prodotti: uno a marchio Serono, l’altro a marchio Ergon.

La scatola nella foto sono ormai anni che ce l’ho, ma non avevo abbastanza “sicurezze” per poter affermare con sicurezza che fosse prodotta dalla Serono, e a questo titolo ringrazio Francesco M. per le delucidazioni che mi hanno permesso di pubblicare il post a riguardo.

Come vorrei che ci fosse la peer review anche per la storia della farmacia, in modo da evitarmi anni di attesa!

Ecco la foto della scatola:

Pastiglie Ergon


Misura 8 cm x 5,5 cm x 2,2 cm e risale agli anni Dieci, infatti non riporta la lista degli ingredienti come da migliore tradizione dell’epoca. Della posologia si sa solo che gli adulti potevano prendere una o due pastiglie all’ora fino ad un massimo di 10 al giorno per i bambini metà dose.

Personalmente ho un’idea della loro ricetta, e penso che chi mi segue da anni potrebbe arrivarci. Pensateci!

Grazie per aver letto il post!

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Risposta:  è solo una speculazione, ma essendo la linea Ergon una linea che comprende anche anestetici, molto probabilmente ci troviamo davanti alla classica ricetta “mentolo, borato ed alcaloide a scelta” tipica dei primi anni del Novecento.

 
 
 

Digitalina Nativelle

Post n°517 pubblicato il 04 Febbraio 2017 da lafarmaciadepoca
 

 

La Digitaline Nativelle è stato uno tra i farmaci più innovativi del XIX secolo: se tra fine Ottocento ed inizio Novecento foste stati soggetti ad insufficienza cardiaca non potevate trovare in commercio cardiotonico migliore.

A base di digitalina, un glucoside estratto in forma cristallina dalla Digitalis purpurea (la pianta, non la poesia del Pascoli), il quale ha un effetto ionotropo positivo sul muscolo cardiaco. Questo effetto è provocato dal blocco della pompa Na/K (sodio/potassio) che causa un ristagno degli ioni sodio, e conseguentemente anche del calcio, i quali stimolano la contrazione delle fibre del muscolo cardiaco.

Le proprietà cardiotoniche della digitale erano note già nel XVIII secolo, ma a causa del suo basso indice terapeutico e della difficoltà nel determinare la dose attiva, che se in eccesso determina la morte del paziente, hanno fatto sì che questa molecola potesse comparire nelle farmacie solo nel momento in cui i metodi di purificazione e produzione raggiungessero determinati standard qualitativi. Infatti, con i glucosidi della Digitalis, basta un leggero aumento della dose per passare da un effetto benefico ad un effetto letale.

Se in passato la Digitalina Nativelle era il non plus ultra, già negli anni Cinquanta non riuscì a tenere il passo con altre molecole come l’adrenalina, sparendo dal mercato e lasciando campo libero a molecole più sicure e con un indice di risposta al dosaggio migliore.

La Digitaline comparve in commercio nel 1872, e fu la fortuna  del suo scopritore, ovvero Claude Adolphe Nativelle, che nel 1884 fondò la casa farmaceutica Nativelle. A titolo di curiosità sappiate che la Digitaline vinse il Premio Orfila e il Premio  Desportes  insignito dall’Accademia di Medicina di Parigi, due dei riconoscimenti più ambiti all’epoca in ambito farmaceutico francese.

Ecco la foto della scatola:

 digitaline

Misura 5,5 cm x 4 cm x 1,8 cm e risale agli inizi del Novecento / anni Dieci. Sulla scatola non è presente alcuna posologia, che doveva essere stabilita dal medico caso per caso.

Grazie per aver letto il post!

 

 
 
 

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