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In questi giorni si fa un gran parlare del ministro Renato Brunetta e delle sue ferme posizioni sul precariato, specialmente nei settori (in sofferenza da tempo immemore) della Università e della Ricerca. Le dichiarazioni del deputato del PD Giovanni Battista Bachelet, rese alla Camera nella seduta di mercoledì 15 ottobre, hanno sottolineato una piccola contraddizione nell'attuale politica di Brunetta. Dice Bachelet:

Ora, quando per molti anni non sono banditi concorsi, fermare simili stabilizzazioni implica una catastrofe, e il Ministro Brunetta dovrebbe saperlo perché egli è diventato professore associato con i concorsi del 1981 detti anche «grande sanatoria» con i quali tutti quelli che, a vario titolo, erano precari nelle università, sono stati, con un concorso riservato, accettati come professori. Poiché la situazione odierna è assai simile prego il Ministro di riconsiderare molto attentamente ciò che sta facendo ai precari, almeno per quanto riguarda la ricerca.

Niente di così grave, a parte l'evidente contraddizione: c'era un concorso e Brunetta lo ha lecitamente sostenuto per diventare professore di ruolo. Eppure, intervenuto nella trasmissione Otto e mezzo de La7, il ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione ha seccamente smentito le dichiarazioni di Bachelet senza mezze misure:

Io ero professore incaricato, avendo vinto per tre anni consecutivi dei concorsi per avere un incarico per l'insegnamento come avviene oggi. È stato fatto un concorso, aperto, dentro cui potevano partecipare tutti e - in particolar modo - quelli che avevano già incarichi di insegnamento. Io avevo un incarico di insegnamento e l'ho vinto. Quel concorso ha avuto un 40% di promossi e un 60% di bocciati. Io sono stato a 29 anni il più giovane professore associato di ruolo dell'Università di Padova, e di questo me ne vanto. Poi ho vinto successivamente la cattedra, anzi ne ho vinte due perché una me l'hanno anche rubata, ma non importa. Per cui, questa polemichetta del professorino Bachelet, che l'ha portata in Parlamento, gliela ricaccio in gola. Da professore più serio del professorino Bachelet.

Con l'acrimonia cui il personaggio ci ha ormai abituati, il ministro Brunetta avrà anche "ricacciato in gola" la dichiarazione di Bachelet, ma ne ha sostanzialmente confermato i contenuti. L'unica cosa che non torna molto sembra essere la dichiarazione di Brunetta "avendo vinto per tre anni consecutivi dei concorsi". Quali? Di che genere?

Per scoprirlo ho scartabellato un poco in Rete, imbattendomi infine nella pagina web di Renato Brunetta sul sito di Economia dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata". Nella scarna paginetta, oltre a risultare in aspettativa, il ministro fornisce anche il suo curriculum vitae accademico aggiornato al 1999. Per l'anno del concorso citato da Bachelet, il 1981, leggiamo:

1981 – Ha conseguito l’idoneità a professore associato per il raggruppamento di Economia politica.

Negli anni precedenti, invece, non si fa esplicitamente riferimento ad alcuno dei tre concorsi indicati da Brunetta a Otto e mezzo, ma semplicemente all'assegnazione degli incarichi da parte degli Atenei di Padova e Venezia:

1977-’78 – Professore incaricato dall’anno accademico 1977-’78 dell’insegnamento di “Economia e politica del lavoro” presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova.
1977-’78 – Professore incaricato dall’anno accademico 1977-’78 dell’insegnamento di “Estimo territoriale” presso il Dipartimento di Analisi Economica e Sociale del Territorio dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia.

Potrei anche sbagliarmi, ma all'epoca gli incarichi ai professori associati non venivano attribuiti dai Consigli di Facoltà e senza alcun concorso vero e proprio? Sembra quasi che il ministro Brunetta sia riuscito a contraddire sé stesso... con un curriculum fermo da nove anni.