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Fare cassa sui disabili

Post n°43 pubblicato il 18 Novembre 2008 da acori
Foto di acori

Due notizie illuminanti e rivelatrici di cosa può produrre il furore “efficientista” del Governo su una categoria sociale particolarmente debole.

La prima riporta uno stralcio della circolare firmata lo scorso 5 settembre dal sempre più amato ministro Brunetta in merito alle assenze dal servizio dei pubblici dipendenti, con particolare riguardo all’applicazione della legge 104/92 sui portatori di handicap: “[…] si pregano infine le amministrazioni di cooperare al monitoraggio sulla corretta attuazione della legge 104/92 in materia di permessi di assenza dal lavoro che questo Dipartimento intende avviare, anche in previsione di un’eventuale riordino della disciplina allo scopo di garantire un autentico ed efficace supporto sia ai dipendenti pubblici portatori di handicap grave, sia ai dipendenti pubblici ai quali incombe la necessità di assistere, in maniera continuativa ed esclusiva i portatori di handicap. [...] Il monitoraggio sarà finalizzato al riconoscimento effettivo dei diritti di accesso alla legge n. 104/92, ad un corretto funzionamento della legge nell’interesse degli aventi diritto e ad una maggiore efficienza della pubblica amministrazione”…Brunetta, dunque, poco più di un mese fa preannunciava una condivisibile azione di monitoraggio propedeutica alla eliminazione degli abusi nella fruizione dei permessi.

La seconda riguarda la “coerente” declinazione del disegno brunettiano di cui sopra, tradottosi nella proposta governativa di un emendamento al maxi disegno di legge 1441 in discussione alla Camera. Ebbene tale emendamento, presentato e ritirato a più riprese e definitivamente cassato giovedì scorso, prevedeva una serie di inspiegabili restrizioni alla possibilità di godere dei permessi per assistere portatori di handicap:

<-- la riduzione delle ore di permessi fruibili da 24 a 18 ore mensili;

<-- la restrizione della platea di soggetti destinatari dei permessi;

<-- l’introduzione di una distanza massima di 100 km tra il luogo di residenza del portatore di handicap e quello del soggetto che presta assistenza.

Insomma Brunetta - evidentemente accecato da un furore efficientista che non guarda in faccia proprio a nessuno - ha preferito scegliere la strada rapida del fare cassa sulla pelle dei disabili, invece che procedere con lenta accuratezza - come aveva fatto intendere nella sua circolare - ad una articolata azione di controllo e di conseguente repressione degli eventuali abusi; in ciò dimenticando - e questo è assai grave per un ministro che in Parlamento ha urlato con violenza inusitata di essere dalla parte dei disabili e di chi soffre - che la legge 104/92 , in troppe sue parti, risulta ancora non applicata e che dunque è lontano il tempo in cui questo Paese, sempre più pericolosamente vocato all’egoismo, garantirà il rispetto della dignità e dell’opportunità di integrazione per 3 milioni di disabili. 

 
 
 
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