Creato da Bobthewriter il 29/04/2007

Tai chi e libri

Vorrei condividere con voi le mie due passioni il Tai Chi Chuan e la letteratura. Due mondi meravigliosi.

 

 

Realtà. Alcune necessarie speculazioni sul concetto

Post n°43 pubblicato il 05 Novembre 2010 da Bobthewriter

 

 

Abstract: Realtà è un saggio non saggio, ma una raccolta di pensieri e riflessioni riguardanti lo stato presente della realtà con riferimento a quella italiana. Diversi sono i livelli su cui si muove la scrittura: uno teorico, uno pratico o empirico ed uno speculativo. Nello scritto intervengono frammenti di teorie celebri a suffragare le questioni presentate che vengono messe in relazione con il senso comune e con semplici frasi della vita di tutti i giorni. Il testo è orientato secondo l'idea che sia necessario trovare un nucleo minimo di valori, nell'età contemporanea, sui quali gli individui possano convergere per fare della realtà qualcosa di condiviso. Le speculazioni sono necessarie poiché sono nate come atto di reazione rispetto alla situazione di difficoltà della realtà italiana al presente e da questa necessità dovuta ad anossia prodotta dai mezzi di comunicazione muovono. Sono solo alcune, il saggio non ha pretese enciclopediche, ma vuole svolgere una funzione di divulgazione e non rappresenta alcuna proposta teorica con pretese rivoluzionarie.

 

Il libro è pieno di spunti di riflessione molto profondi e ben congegnati. Uno su tutti è quando si afferma che il rapporto con la realtà è fatto di reiterati tentativi di imposizione di se stessi al mondo e altrettanti reiterati fallimenti. Mi ha molto ricordato Samuel Beckett. E' scritto molto bene e si vede che è il frutto del lavoro di una persona riflessiva e colta che non manca di rielaborare idee autorevoli con altrettanta autorevole intelligenza. Traspare inevitabilmente un po' di amarezza per il contesto sociopolitico in cui ci troviamo, ma per le persone intelligenti non può che essere così... L'analisi presentata è precisa e si sforza di porsi in modo obiettivo nei confronti della verità mutevole in cui siamo immersi.

 

 
 
 

Decalogo del buon vivere

Post n°41 pubblicato il 11 Agosto 2009 da Bobthewriter

 

Vivi senza aspettative

Nessuno ti deve niente

Tu non devi niente a nessuno

Tutto quello che arriva è un regalo, un di più

Non ti aspettare mai qualcosa da nessuno, rimarrai deluso se lo farai

Cerca di aiutare chiunque ha bisogno, ma poi dimenticatene subito

Impara a stare solo

Non ti drogare con i rapporti interpersonali, vivili se ci sono, non rimpiangerli se mancano

Non chiedere mai soldi, se ne hai pochi falli bastare, se non ne hai procurateli con umiltà

Non cercare amicizie, troverai rivalità

Non alimentare rivalità troverai amicizia

Perdona tutti quelli che ti hanno ferito, ma non dimenticartene

Perdonati per quelli che hai ferito

Stai solo e rifletti

Non prostituirti per una parola di conforto, se arriva deve sgorgare dal cuore

Se guadagni 100 spendi 99 e sarai felice, se spendi 101 sarai rovinato

Non dare mai nulla per scontato, tutto è un dono.

 

Se segui queste semplici regole, sarai felice

 

 
 
 

Dalla cima di una montagna assolata agli abissi di un mare in burrasca...

Post n°40 pubblicato il 14 Maggio 2009 da Bobthewriter

 

Questa è la vita: momenti di estasi in cui la gioia è così grande da farci sembrare non meritevoli di tale tripudio di felicità. Attimi in cui il nostro essere pare innondato da un'energia capace di far sprizzare il cuore fuori dal petto. Approdati d'incanto in un isola di esaltazione immersa nell'oceano del visibilio. Avvolti da un entusiasmo colmo di esultanza, rinnovati in una soddisfazione che pare non saziarsi di vibrare nella nostra mente. Il raggiungimento di tali momenti ci fa dimenticare la fatica fatta per giungervi e qualunque sforzo sembra essere poca cosa rispetto al risultato ottenuto. Tutto pare messo al posto giusto, allocato nella maniera più congeniale e perfetta.

Ma poi torna la normalità o peggio l'entusiasmo torna a precipitare a una velocità al limite della sopportazione strutturale. Tutto torna ad essere terribilmente pesante e ogni cosa pare essere messa lì appositamente per ostacolare il cammino, quasi una congiura. Una disdetta ne chiama un'altra, si passano il testimone incuranti che la tua sopportazione è allo stremo. Tutto sembra disordinato e ostile. 

Quello è il momento in cui tocca digrignare i denti e prendere a prestito quella favolosa dose di energia recuperata nell'isola dell'esaltazione situata nell'oceano del visibilio. Così che come un araba fenice si risorga dalle proprie ceneri.

 

 
 
 

Essere buoni...ma?!

Post n°39 pubblicato il 13 Maggio 2009 da Bobthewriter

La bontà è una grande qualità. Su questo non si può discutere. Si tratta di una delle dotazioni più rare e preziose dell'uomo.

Onestamente però dubito che la bontà possa tornare utile a chi la esercita per principio, o per connaturata caratteristica di nascita. Se si conosce una persona buona si è ricchi perchè rappresenta veramente un tesoro di inestimabile valore. Il punto è, come al solito, che la bontà viene consumata ma in fondo in fondo per niente apprezzata. Il buono sovente viene visto come un  "consumable" cioè come una persona che si può sfruttare senza timore di rappresaglie di sorta. Dalla più piccola alla più grande convenienza il buono torna utile, non fosse altro che per la sua disponibilità verso il prossimo. Ma non tutti i buoni sono pecore, c'è qualche buono, che per fortuna, quando si accorge di essere sfruttato si trasforma in lupo e lì sono veramente dolori. Il punto anzi è ancora un altro e cioè che chi è ben disposto è spesso una persona in gamba, capace, un oltreuomo _per citare  Nietzsche_ che tratta bene perchè non nutre invidie, spiriti di rivalsa e bassi istinti vari.

La domanda è: vale la pena di essere buoni? Vale la pena di essere disponibili? Forse non è più conveniente farsi fare favori invece che farli? Almeno in questo modo facciamo sentire importante chi ce li fa, lo facciamo sentire utile. Nutriamo il suo ego! 

 

Sempre che si trovi qualcuno disponibile a farli i favori...

 

 

 
 
 

Quando un limite riesce ad andare oltre a se stesso limitando anche il prossimo...

Post n°38 pubblicato il 06 Maggio 2009 da Bobthewriter

Titolo un po' arzigogolato vero? Posso capirvi, ma oggi vorrei parlare di un atteggiamento abbastanza tipico dell'uomo: l'annullamento dei buoni rapporti per via della competizione sfrenata. Ci sono persone che non sanno vedere l'amicizia e capire che quello è un valore, una situazione che va posta in una zona neutrale della propria esistenza, una sorta di ambasciata in territorio straniero. Ogni occasione è buona per cimentarsi nel gioco tu sai fare/hai questo ma io so fare/ho quest'altro. Tutto ciò capita anche quando non frega niente di quello che sai fare/hai ma interessa solo un fraterno sodalizio.  La maggiorparte delle amicizie o di quello che i limiti umani fanno restare di questo sentimento, finisce in gloria perchè uno dei due è accecato dalla rabbia per le altrui dotazioni. Generalmente il complessato di turno inizia a fare dei giochetti strani per mettere in difficoltà/controllare l'altro. Ma l'invidioso spesso  non si accorge che l'altro ha capito e continua imperterrito i suoi giochetti. Fino a quando il soggetto delle scortesi attenzioni gli notifica la presa coscienza dei suoi infantili tentativi di riscatto. L'amicizia, o quella che all'inizio voleva essere tale, finisce. Talvolta chi è stato importunato e peraltro credeva nell'amico, cerca di riallaciare il rapporto ottenendo solo un ulteriore incrudimento delle ostilità. Oltre ad avere torto è anche offeso, ma certo non vuol più sentirsi una nullità, non vuole riprovare quel senso d'inferiorità. Vuole continuare a essere una nullità per conto suo. L'atteggiamento di testardo rifiuto all'offerta di riappacificazione, fatta proprio da chi avrebbe ragione di sentirsi offeso, lo consegna a pieno titolo nell'olimpo degli idioti.

 

Un clichè standard, i francesi direbbero un Déjà vu...

 

 

 
 
 
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NIETZSCHE

Osserva il gregge che pascola davanti a te: non sa che cosa sia ieri, che cosa sia oggi: salta intorno, mangia, digerisce, salta di nuovo. È così dal mattino alla sera e giorno dopo giorno, legato brevemente con il suo piacere ed il suo dispiacere, attaccato cioè al piolo dell'attimo e perciò né triste né annoiato… L'uomo chiese una volta all'animale: "Perché mi guardi soltanto senza parlarmi della felicità?" L'animale voleva rispondere e dice: "Ciò avviene perché dimentico subito quello che volevo dire" - ma dimenticò subito anche questa risposta e tacque: così l'uomo se ne meravigliò. Ma egli si meravigliò anche di se stesso, di non poter imparare a dimenticare e di essere sempre accanto al passato: per quanto lontano egli vada e per quanto velocemente, la catena lo accompagna. È un prodigio: l'attimo, in un lampo è presente, in un lampo è passato, prima un niente, dopo un niente, ma tuttavia torna come fantasma e turba la pace di un istante successivo. Continuamente si stacca un foglio dal rotolo del tempo, cade, vola via - e improvvisamente rivola indietro, in grembo all'uomo. Allora l'uomo dice "Mi ricordo". (da Considerazioni inattuali )

 

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LISA VERDI E IL CIONDOLO ELFICO

Lisa è una sedicenne che vive le emozioni, le gioie ed i turbamenti tipici della sua età. La sua vita, tranquilla e spensierata, verrà stravolta quando la zia le rivelerà la sua vera identità e la costringerà a varcare la Porta di Passaggio per il Regno Elfico. In questo nuovo mondo, in cui ogni cosa é capovolta e ricca di mistero, apprenderà di essere la Prescelta, designata da un'antica Profezia per annientare una volta per tutte il potere del Nero Signore degli Elfi e del Generale Guglielmo. Verrà accompagnata in questa inevitabile missione dal suo amato Paolo e dagli amici Gianni e Matilde e scoprirà, suo malgrado, che il lupo cattivo non vive solo nei boschi, ma spesso anche in casa...

 

AER Club - Edizioni il Melograno

(visita il sito www.ilgiralibro.com)

Agli appassionati del genere Fantasy, consiglio di leggere questo splendido libro di M.P. Black

 
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ANGOLO DELLA RIFLESSIONE

La differenza tra il saggio e lo stolto, sta nel capire, se chi muove la mano lo fa per colpire o per dare una pacca sulle spalle. Spesso, troppo spesso, ci si confonde.
 

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Un sigaro TOSCANO è un piacere unico, un momento di gustosa serenitàimmagine

 

Mai ti si concede un desiderio
senza che inoltre ti sia concesso
il potere di farlo avverare.
Puo' darsi che tu debba faticare
per questo, tuttavia.

                        Richard Bach

 

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