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Canto XXXV - Inferno

Donne affette da Endometriosi

 
 
 
 
 
 

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Lettera aperta ad un medico "di fiducia" ...

Post n°209 pubblicato il 19 Giugno 2008 da librodade

A Lei, che è medico come Lui.
A Lei, che Crede nella professione… Come Lui?
A Lei, che ha giurato davanti ad Ippocrate, come Lui.
A Lei, che ha visto persone addormentarsi e risvegliarsi, come Lui.
A Lei, che ha trasmesso la Sua esperienza ai medici di domani… Come Lui?!!!
A Lei, che forse una volta ha sbagliato, come Lui.
A Lei, che non sa com’era la mia vita prima che incontrassi Lui.
A Lei, che mi ha ascoltato. Non come Lui.
A Lei, che mi ha teso la mano. Non come Lui.
A Lei, che è arrivato sulla mia strada parecchio tempo dopo che Lui se n’era andato…
A Lei, che non ha potuto “ricucire” lo strappo che Lui aveva lasciato.
A Lei, che è riuscito a lavare la ferita più grossa, quella del cuore, che lui aveva inciso.
A Lei, che mi ha insegnato a guardare all’oggi, e non a ieri, quando c’era Lui.
A Lei, che mi ha insegnato ad apprezzare oggi, senza pensare alle infinite incognite del domani, e alla sua sola certezza: senza Lui!
A Lei, che ha saputo ridarmi ciò che Lui mi aveva tolto. Vita e Speranza!
A Lei, dico di ritenermi fortunata. Mi è stata data un’altra possibilità. A qualcuno è stata negata. Perciò, Ringrazio Dio. Ringrazio Lei.
GRAZIE DI CUORE!


Chi scrive è una giovane donna che ha subito un errore medico, ne sta portando le conseguenze, senza nessun riconoscimento da parte delle istituzioni, senza un aiuto medico legale.
Ogni mattino al risveglio, la certezza che non potrà mai essere come anni fa… come prima di quel giorno.
Ogni mattino al risveglio è una nuova sfida, è una nuova lotta.
Ogni notte prima di addormentarsi è un ringraziare “perché poteva andare peggio”.

Chi scrive è una giovane donna, ma potrebbe essere un bambino, una mamma, un anziano, un giovane aitante pieno di progetti. Progetti, che potrebbero di punto in bianco essere stravolti da qualcuno che distrattamente ha sbagliato o voleva provare qualcosa a se stesso.

Chi scrive può vivere a Torino, a Milano, Roma, Genova, Pescara, Palermo.

Chi scrive può essere stato seguito in struttura pubblica o privata.

Chi scrive si ritiene fortunata ad aver trovato sulla sua strada qualcuno che si è preso cura di lei, che, pur non promettendo miracoli sta cercando di rimettere insieme i pezzi e non fare accadere l’irreparabile.

Chi scrive rappresenta migliaia di persone. Persone che si disperano e non vengono comprese. Persone che tacciono con le parole, a volte per vergogna, ma i loro sguardi urlano, chiedono aiuto.

In chi scrive il senso del pudore, della vergogna è stato superato da molto tempo, e pensa che con molta pazienza, mattone dopo mattone, si debba iniziare a sgretolare quel muro di omertà che separa chi ha subito un errore medico da chi solo riesce vagamente ad immaginare.

Chi scrive, nel frattempo che ciò avvenga, augura a tutti quelli dall’altra parte del muro di rimanervi. E a quelli, che sono con lei, di trovare persone in grado di aiutarle, che sappiano dare speranza, perché la morte è l’unica cosa irreversibile.

CERCATE. IN QUALCHE ANGOLO, IN QUALCHE VICOLO UN “MEDICO DI FIDUCIA “ VI ATTENDE.
Stefania - Ape onlus

 
 
 
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