i miei pensieri
Tutto il nostro sapere ha origine dalle nostre percezioni...
UN AMICO PERDUTO
Le nubi oscurano il cielo
e la pioggia comincia a cadere fitta,fitta.
Il cielo piange per un amore perduto che è il sole
mentre io piango per un amico perduto che è Luca.
L'orizzonte al di là delle nuvole è azzurro
come un tempo era la mia vita
piena di allegria e di speranze
perchè la tua vicinanza mi rendeva
la persona più felice del mondo.
Ora la tua presenza c'è
ma non si vede,è invisibile,senza radici.
Vorrei poterti toccare come facevo un tempo,
ma prima non la ritenevo una cosa importante.
Tu sei nel vento che soffia,
sei nel calore rosso vivo e intenso
di una rosa rossa;
sei nel profumo dei fiori;
dell'aria;della natura.
Sono sveglio,
immobile davanti a questo silenzio,
davanti a tutto...
il respiro della natura,la pioggia,
si ricrea tra la vita...
e la morte
un ciclo eterno e armonioso.
Una voce parla ora al mio cuore...
Ora...
Quell'amico più caro,
mi trasforma...mi rassicura,m'accarezza.
Dedicato a Luca
Da Gianni
FELICITà SENZA RAGIONI
IL colore del tempo
che batte nel silenzio
di una penombra lontana dai passi,
un'immagine senza specchio
accende un sorriso stupito
da riflessi di felicità
senza ragione
la più piccola foglia
diventa la stella più grande
che ancora riflette schegge di luce disordinata
che rimbalza nei miei vuoti colorati di felicità
senza ragioni,
orme antiche sospese
tra cespugli senza polvere
nel sentiero tagliato da leggere
foschie senza tempo
nutrono emozioni e
felicità senza ragioni...
Marco
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Post n°1398 pubblicato il 04 Maggio 2012 da lilu67
L’Okapi (Okapia johnstoni) è sicuramente il caso più eclatante di animale ritenuto mitologico che è poi entrato a far parte ufficialmente della zoologia. Le prime immagini dell’Okapi sono state ritrovate in Egitto quando questo animale era noto con il nome “Unicorno d’Africa” ma la zoologia ufficiale se ne dimenticò, anche perché non vennero mai trovati esemplari vivi o resti tangibili, fino al 1890 quando viene pubblicato il libro “In Darkest Africa” di Henry Morton Stanley in cui l’esploratore inglese, partito a sua volta alla ricerca del famoso David Livinsgtone, racconta della normalità con cui gli indigeni, appartenenti alla tribù wambutti, che abitavano nelle zone dell’attuale Congo, accolsero i cavalli degli esploratori europei senza che gli animali, che secondo la zoologia occidentale erano sconosciuti agli indigeni, portassero loro il minimo turbamento. Morton si fece dunque spiegare dagli indigeni quale animale simile ai cavalli essi conoscessero e questi gli descrissero un animale simile ad un somaro che gli stessi indigeni talvolta riuscivano a catturare scavando buche nel terreno per poi mimetizzarle. Questi animali erano prettamente erbivori e la loro carne era considerata presso i wambutti estremamente deliziosa e ricercata. Naturalmente queste notizie non ci misero molto a raggiungere gli ambiti accademici europei ma, vista la rispettabilità di Morton, nessuno osò apertamente contrastare l’avventuriero inglese. Ma l’ambiente accademico si dimostrò per lo più disinteressato a questo fantomatico asino africano. L’unica persona che, inizialmente per hobby, si occupò di cercare notizie sull’animale fu Harky Johnston, governatore inglese dell’Uganda. Sfruttando la possibilità di lavorare sul campo e di poter interpellare direttamente gli indigeni ed i cacciatori, Johnston fu il primo a raccogliere testimonianze più certe e precise. La data ufficiale della scoperta e del successo di Johnston è l’8 Giugno 1901. L’unico cruccio di Johnston fu di non riuscire mai a vedere un esemplare dal vivo. La scoperta dell’Okapi affascinò moltissimo gli zoologi europei ed aprì una nuova stagione di apertura mentale dei cultori della materia. L’Okapi si dimostrò un animale estremamente affascinante date le sue caratteristiche simili a quelle dell’asino, dell’antilope, della giraffa e della zebra. Tale animale, così carico di simbolismo, fu adottato nel 1982 dallo zoologo belga Bernard Huevelmans come logo e simbolo della Società Criptozoologica Internazionale nata con lo scopo di studiare tutti quegli animali la cui esistenza non è stata ancora riconosciuta dalla scienza. Il primo Okapi arrivò in Europa nel 1918 ad Anversa e da lì ne partì un altro diretto in America allo Zoo del Bronx nel 1937. Il primo Okapi nato in cattività nacque allo Zoo Brookfield in Illinois e vi fu una graduale espansione negli zoo di tutto il mondo alla ricerca di un esemplare di Okapi. Attualmente, seppure non sia classificato come animale in pericolo d’estinzione, l’Okapi è minacciato dalla distruzione del suo habitat. Nel Congo, sua zona d’origine, nel 1992 è stato creato l’”Okapi Wildlife Reserve”, una riserva naturale in cui l’Okapi possa vivere tranquillamente nel proprio habitat naturale. L’8 Giugno 2006 (evidentemente la data porta fortuna all’Okapi) gli scienziati hanno ritrovato tracce evidenti che segnalano la presenza di Okapi nel Parco Nazionale Virunga in Congo e questo è il primo avvistamento di animali nel loro habitat dopo l’ultimo avvenuto nel 1959. Il 27 Settembre 2006 allo Zoo di Brookfield in Illinois è nato Sauda (che in Swahili significa “Nera Bellezza”) che è diventato da subito il beniamino del numeroso pubblico che ogni giorno visita lo Zoo. |
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LA VITA OLTRE LA MORTE
"A te che piangi i tuoi morti" "Se mi ami non piangere! Se conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo;se potessi vedere e sentire quello che io sento e vedo in questi orizzonti senza fine e in questa luce che tutto investe e penetra,non piangeresti se mi ami! Sono ormai assorbito nell'incanto di Dio,dalle sue espressioni di sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole e meschine al confronto! Ci siamo amati e conosciuti nel tempo:ma tutto era allora così fugace e limitato! Io vivo nella serena e gioiosa attesa del tuo arrivo fra noi: tu pensami così;nelle tue battaglie pensa a questa meravigliosa casa, dove non esiste la morte, e dove ci disseteremo insieme, nel trasporto più puro e più intenso, alla fonte inestinguibile della gioia e dell'amore! Non piangere più se veramente mi ami!"
(Agostino)
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