Creato da lilu67 il 22/01/2009

i miei pensieri

Tutto il nostro sapere ha origine dalle nostre percezioni...

 

 

UN SALUTO CON AFFETTO E STIMA MASSIMO

Post n°1403 pubblicato il 27 Maggio 2012 da massimosbirulino

 
 
 

BUONA SERATA UN BACIOTTO E

Post n°1402 pubblicato il 25 Maggio 2012 da massimosbirulino

 
 
 

BUONASERATA LUCY

Post n°1401 pubblicato il 22 Maggio 2012 da massimosbirulino

 
 
 

BUON GIORNO LUCY,E

Post n°1400 pubblicato il 21 Maggio 2012 da massimosbirulino

 
 
 

terremoto a una trentina o poco più km dal mio paese

Post n°1399 pubblicato il 20 Maggio 2012 da lilu67

 

Terremoto in Emilia, almeno quattro morti
Decine di feriti, crolli e danni enormiTre scosse, la più forte di magnitudo 6. Tra le vittime operai schiacciati dal crollo in un tetto. Protezione civile: si teme quinta vittima. Evacuazioni e sfollati. La scossa avvertita anche in Lombardia e in Toscana, panico nella popolazione
I danni a Finale Emilia

FERRARA - Alle 4.04 una fortissima scossa di terremoto ha sconvolto l'Emilia Romagna: il bilancio è di quattro morti e almeno 50 feriti. I danni maggiori nel ferrarese. Tra le vittime due operai che stavano lavorando aSant'Agostino Ceramiche. Anche un altro operaio è disperso. Confermato anche il decesso di una persona nel crollo di un capannone industriale a Ponte Rodoni di Bondeno.

La scossa. Il Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs) ha rivisto a 6 (dal precedente 5.9) la magnitudo del terremoto delle 4.04 e l'ipocentro della scossa a 5,1 km di profondità (dai precedenti 10,1). Nella stessa zona, alle 5.03 è stata registrata una replica di magnitudo 4.9 e, alle 5.44, una terza scossa di magnitudo 2.9.

Gli operai morti.
Lavoravano al reparto monocottura della Sant'Agostino Ceramiche due degli operai morti sotto il crollo del tetto della fabbrica. «Mi sembra di vivere un incubo», racconta Vittorio Battagia, rappresentante sindacale della fabbrica. Le vittime, Nicola Cavicchi e Leonardo Ansaloni, avrebbero terminato il loro turno di lavoro alle 6. La terza vittima è un operaio marocchino di 29 anni morto a Ponte Rodoni, località di Bondeno, poco più di 15 mila abitanti in provincia di Ferrara. Lavorava alla Ursa, azienda di polistirolo espanso, e il suo turno sarebbe terminato alle 5. L'uomo, secondo le prime informazioni, è stato colpito in testa da una trave. Al momento del crollo, che ha interessato il capannone della fabbrica e un silos esterno, erano presenti anche altri operai. Nessuno di loro, al momento, risulta ferito.

Danni nel modenese. Il campanile di una chiesa di Finale Emilia avrebbe riportato danni. Al momento non risultano alle forze dell'ordine persone ferite.

I danni principali a San Felice, dove è crollata la chiesa e vengono segnalate gravi lesioni a molti edifici storici tra cui il municipio, e a Finale Emilia, dove per precauzione è stato evacuato l'ospedale. Evacuati a scopo precauzionale i pazienti più gravi e i neonati anche dall'ospedale di Mirandola.

Ingenti danni anche nel Ferrarese, dove sono stati segnalati alle forze dell'ordine e alla Protezione civile numerosi crolli di edifici storici e case coloniche. Tanta paura ma nessun danno, invece, nel capoluogo felsineo, dove la gente è scesa in strada. «Questa notte in casa non torno più - ha raccontato una ragazza che si è radunata in piazza Maggiore insieme ad altre decine di persone - ho sentito una gran botta e sono corsa in terrazza, avevo paura di cadere».

Scossa avvertita in Lombardia e Toscana. Oltre che in Emilia Romagna, la scossa è stata avvertita distintamente anche in Toscana, Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Tanta la paura e le persone che si sono riversate in strada, specialmente nel centro di Bologna, come tante sono state le chiamate ai Vigili del fuoco, che non hanno al momento registrato particolari danni a persone o cose.

 
 
 

Storia dell'Okapi, un vero enigma Criptozoologico

Post n°1398 pubblicato il 04 Maggio 2012 da lilu67

L’Okapi (Okapia johnstoni) è sicuramente il caso più eclatante di animale ritenuto mitologico che è poi entrato a far parte ufficialmente della zoologia. Le prime immagini dell’Okapi sono state ritrovate in Egitto quando questo animale era noto con il nome “Unicorno d’Africa” ma la zoologia ufficiale se ne dimenticò, anche perché non vennero mai trovati esemplari vivi o resti tangibili, fino al 1890 quando viene pubblicato il libro “In Darkest Africa” di Henry Morton Stanley in cui l’esploratore inglese, partito a sua volta alla ricerca del famoso David Livinsgtone, racconta della normalità con cui gli indigeni, appartenenti alla tribù wambutti, che abitavano nelle zone dell’attuale Congo, accolsero i cavalli degli esploratori europei senza che gli animali, che secondo la zoologia occidentale erano sconosciuti agli indigeni, portassero loro il minimo turbamento. Morton si fece dunque spiegare dagli indigeni quale animale simile ai cavalli essi conoscessero e questi gli descrissero un animale simile ad un somaro che gli stessi indigeni talvolta riuscivano a catturare scavando buche nel terreno per poi mimetizzarle. Questi animali erano prettamente erbivori e la loro carne era considerata presso i wambutti estremamente deliziosa e ricercata. Naturalmente queste notizie non ci misero molto a raggiungere gli ambiti accademici europei ma, vista la rispettabilità di Morton, nessuno osò apertamente contrastare l’avventuriero inglese. Ma l’ambiente accademico si dimostrò per lo più disinteressato a questo fantomatico asino africano.

L’unica persona che, inizialmente per hobby, si occupò di cercare notizie sull’animale fu Harky Johnston, governatore inglese dell’Uganda. Sfruttando la possibilità di lavorare sul campo e di poter interpellare direttamente gli indigeni ed i cacciatori, Johnston fu il primo a raccogliere testimonianze più certe e precise.
Si racconta che un giorno Johnston venisse a sapere che un impresario tedesco avesse catturato quattro wambutti per portarli in Europa come fenomeni da baraccone. Il governatore dell’Uganda non approvò la scelta dell’impresario e fece liberare i pigmei che, col tempo, avevano guadagnato il suo rispetto e la sua fiducia. In cambio della promessa di essere riportati a casa i pigmei soddisfarono tutte le curiosità di Johnston riguardo l’animale citato nel libro di Morton. I pigmei raccontarono a Johnston che l’Okapi era un animale molto simile ad un asino ma con una pelliccia rossastra e delle stricie bianche e nere come quelle delle zebre nella parte posteriore. Tutti i racconti raccolti da Johnston nelle sue ricerche indicavano come luogo di diffusione dell’animale l’allora Congo Belga e fu proprio lì che Johnston si diresse sempre più rapito dalla ricerca di questo animale. Si diresse al principale forte belga della regione, Mbeni, e lì ebbe l’eccezionale sorpresa: gli ufficiali bianchi erano perfettamente a conoscenza dell’esistenza dell’Okapi e dichiaravano per di più che la carne dell’animale era deliziosa avendone mangiata in più di un’occasione. Johnston ripartì dal Congo Belga con due cartucce da fucile rivestite di pelli di Okapi ma ciò non bastava all’ormai appassionato ricercatore. Voleva vedere un esemplare vivo per poter verificare di persona di che cosa si trattasse esattamente. Nel 1901, dopo aver inviato a Londra le cartucce per un’analisi, un colpo di fortuna inaspettato risolse la questione che tanto premeva a Johnston: egli infatti incontrò un ex comandante del forte belga, lo svedese Karl Erikson che gli procurò due crani ed una pelle intera e perfettamente conservata dell’animale. Anche questi reperti giunsero alla Società Zoologica Reale di Londra che corresse, grazie agli studi relativi ai nuovi reperti, la prima errata attribuzione di nuova specie di zebra. I reperti dimostrarono che l’animale in questione in realtà era imparentato strettamente con i bovini ed in maniera ancora più sorprendente e specifica con la giraffa.Johnston, aprresa la notizia, si mise a cercare a quale tipo di giraffa potesse appartenere l’Okapi e si convinse, erroneamente, che si trattasse di una delle moltissime specie di giraffa preistoriche estinte, precisamente l’Helladoterium e così battezzò l’animale da lui scoperto Helladoterium Tigrinum. Ma a Londra le analisi proseguivano e il Professor Edwin Lankester si accorse che l’Okapi non era affatto l’animale creduto estinto che Johnston aveva individuato ma si trattava di una nuova specie del tutto sconociuta alla Zoologia occidentale. La battezzò Okapia Johnstoni in onore di colui che tanto aveva combattuto ed inseguito la sua scoperta.

La data ufficiale della scoperta e del successo di Johnston è l’8 Giugno 1901. L’unico cruccio di Johnston fu di non riuscire mai a vedere un esemplare dal vivo. La scoperta dell’Okapi affascinò moltissimo gli zoologi europei ed aprì una nuova stagione di apertura mentale dei cultori della materia. L’Okapi si dimostrò un animale estremamente affascinante date le sue caratteristiche simili a quelle dell’asino, dell’antilope, della giraffa e della zebra. Tale animale, così carico di simbolismo, fu adottato nel 1982 dallo zoologo belga Bernard Huevelmans come logo e simbolo della Società Criptozoologica Internazionale nata con lo scopo di studiare tutti quegli animali la cui esistenza non è stata ancora riconosciuta dalla scienza. Il primo Okapi arrivò in Europa nel 1918 ad Anversa e da lì ne partì un altro diretto in America allo Zoo del Bronx nel 1937. Il primo Okapi nato in cattività nacque allo Zoo Brookfield in Illinois e vi fu una graduale espansione negli zoo di tutto il mondo alla ricerca di un esemplare di Okapi. Attualmente, seppure non sia classificato come animale in pericolo d’estinzione, l’Okapi è minacciato dalla distruzione del suo habitat. Nel Congo, sua zona d’origine, nel 1992 è stato creato l’”Okapi Wildlife Reserve”, una riserva naturale in cui l’Okapi possa vivere tranquillamente nel proprio habitat naturale. L’8 Giugno 2006 (evidentemente la data porta fortuna all’Okapi) gli scienziati hanno ritrovato tracce evidenti che segnalano la presenza di Okapi nel Parco Nazionale Virunga in Congo e questo è il primo avvistamento di animali nel loro habitat dopo l’ultimo avvenuto nel 1959. Il 27 Settembre 2006 allo Zoo di Brookfield in Illinois è nato Sauda (che in Swahili significa “Nera Bellezza”) che è diventato da subito il beniamino del numeroso pubblico che ogni giorno visita lo Zoo.

 
 
 

condivido il mio pensiero con voi...

Post n°1397 pubblicato il 12 Aprile 2012 da lilu67

Post n°139 pubblicato il 10 Aprile 2012 da Aquilaskyman

La Virtual Global Taskforce (VGT POLIZIA DELLE COMUNICAZIONI) è composta dalle forze di polizia di tutto il mondo che collaborano tra loro per sconfiggere l'abuso di minori online. Il pulsante "Segnala un abuso" è un meccanismo efficace. Cliccate sul tasto in basso se siete a conoscenza di pericolo per un minore.

Il comportamento predatore sessuale comprende: Chi  produce e scarica immagini di bambini vittime di abusi sessuali. Chi avvicina un bambino per sesso on-line (ad esempio attività sessuali tramite testo o webcam) grooming -

Il predatore crea situazioni allo scopo di  formare un rapporto di fiducia in linea con il bambino, con l'intento di facilitare in seguito il contatto sessuale. Questo può avvenire in chat, instant messaging, siti di social networking ed e-mail.

Non tutte le persone che conosci on line sono sincere.
Aiutaci e rendere internet più sicura...Aiutaci a fermare la pedofilia.

Per favore, copia e incolla questo post
ed inseriscilo in un tuo box. Grazie di cuore._A®

 

 
 
 

Edgar Cayce

Post n°1396 pubblicato il 22 Marzo 2012 da lilu67

Edgar Cayce

Nato il 18 marzo 1887 a Hopkinsville, negli Stati Uniti, Cayce sin dall'età di sei anni ebbe delle visioni sovrannaturali durante le quali conversava con il nonno defunto; si rifugiò ben presto nella lettura della Bibbia con un'insolita avidità. All'età di tredici anni ebbe la visione che lo segnò per sempre: quella di un essere angelico che gli chiese che cosa desiderava maggiormente. Edgar rispose che desiderava assistere gli altri, in particolare i bambini malati.

Successivamente si accorse che gli era possibile memorizzare i suoi libri scolastici tenendovi semplicemente sopra la testa e addormentandosi su di essi: dopo un breve sonno, era in grado di ripeterne il contenuto. Gli anni passarono e, all'età di 23 anni, Cayce perse la voce a seguito dell'assunzione di un sedativo e, vedendo che il problema era persistente, egli accettò di sottoporsi a delle sedute di ipnosi presso un ipnotizzatore ambulante che si faceva chiamare "Hart -il re delle risate" .

Durante la prima seduta accadde che, sotto ipnosi, il paziente rispose con voce perfettamente normale alle domande dell'ipnotizzatore! Tuttavia il suo cervello non ubbidì alla suggestione post-ipnotica di continuare a parlare normalmente dopo la seduta; l'esperienza fu ripetuta diverse volte, ma si ottenne sempre il medesimo risultato.

In seguito decise di sottoporsi alle sedute di un autodidatta del posto, Al Lyne, che praticava l'ipnotismo e studiava l'osteopatia a distanza.

Una volta addormentato , Cayce fu interrogato circa la natura del suo male e sul modo per porvi rimedio: sempre con voce normale, il paziente asserì che si trattava di un disordine psicologico con ripercussioni sul piano fisico e raccomandò che, mentre era in stato di incoscienza, gli fosse suggerito di intensificare la circolazione sanguigna nella parte colpita. Si potè successivamente osservare che la zona superiore del petto e il collo del paziente divenirono scarlatte e calde al tatto; passati venti minuti circa ,il paziente chiese che gli fosse intimato l'ordine di far tornare normale la circolazione sanguigna e poi di risvegliarlo.

Dopo il risveglio, Edgar era guarito dal suo disturbo!

Questa, avvenuta il 31 marzo 1901, fu la sua prima "lettura" psichica.

In seguito ebbe modo di guarire lo stesso Lyne da un disturbo allo stomaco e fu incoraggiato a tentare di risolvere altri casi con le sue doti di veggente, benché ci fosse qualche resistenza da parte dello stesso Edgar.

Una delle sue prime letture servi a guarire una bambina di cinque anni la quale, dopo un'influenza, fu preda di crisi convulsive: in trance, Cayce dichiarò(presente Lyne,il quale ad ogni esperienza,annotava le parole che Edgar pronunciava in stato di incoscienza) che le crisi convulsive della bambina erano causate da una contusione alla colonna vertebrale a seguito di una caduta e raccomandò pertanto delle pratiche osteopatiche che guarirono perfettamente la bambina.

Il Natale del 1903 conobbe il dottor Wesley Ketchum, un omeopata il quale,convintosi della genuinità delle doti di Cayce, cominciò a ricorrere a lui nei casi difficili che incontrò. Ad esempio, si valse dell'aiuto del veggente con un ricco imprenditore edile, Gorge Dalton, il quale in un incidente in un cantiere si fratturò gamba e rotula: Cayce suggerì l'applicazione di chiodi (pratica sconosciuta all'epoca) sulla rotula.

Nel marzo 1911 ebbero un secondo figlio (il primo, Hugh Lynn, nacque il 16 marzo 1907), Milton Porter, il quale subito dopo la nascita fu colpito da pertosse e successivamente da colite; una lettura del veggente asserì che il bambino era già troppo malato e che dunque nulla era possibile fare: difatti morì prima del compimento del secondo mese di vita.

Tempo dopo la moglie di Cayce, Gertrude, contrasse la tubercolosi ma, grazie alle letture del marito, ella riuscì a salvarsi, benché i medici la considerassero ormai spacciata. Successivamente, anche perché desiderava una vita tranquilla, andò a lavorare in Alabama ove aprì uno studio fotografico; ebbe modo di guarire gli occhi del suo secondogenito il quale era stato vittima di un'ustione e si temeva avesse perso la vista.

Fino al 1923 circa, le sue letture avevano riguardato esclusivamente l'ambito medico,ma su consiglio del tipografo (appassionato di filosofia) Arthur Lammers, di Dayton nell'Ohio, "vide" che quest'uomo, in una vita passata, fu un monaco. Tormentato da dubbi religiosi, effettuò delle letture e rilesse la Bibbia sotto l'aspetto della reincarnazione, acquisendo una visione dell'unità delle tre grandi religioni del mondo centrata sulla religione ebraico-cristiana e sulla reincarnazione.

Cayce scoprì dunque che la reincarnazione non era per nulla in contrasto con gli insegnamenti di Cristo, come egli li comprendeva.

Da allora realizzò delle letture sul proprio spirito al fine di conoscere le sue precedenti incarnazioni.

CAYCE, ATLANTIDE e LEMURIA

Nelle sue passate incarnazione, Cayce scoprì di essere stato anche un sacerdote egizio (oltre che un guerriero troiano,un persiano e un angelo apparso sulla Terra prima della venuta di Adamo ed Eva.In particolare, egli ebbe modo di conoscere la storia di due antichissimi continenti perduti, Atlantide e Lemuria attingendo, come egli era convinto, a quello che Carl Gustav Jung chiamava "inconscio collettivo" , una sorta di "contenitore" delle memorie del passato.

In base alle sue "Letture del Libro della Vita" (o "Cronache di Akasha" ), egli descrisse Lemuria come una catena ininterrotta di arcipelaghi e isole che andava dal Sudamerica al Giappone attraversando tutto l'Oceano Pacifico.

La maggioranza dei Lemuriani sarebbe stata di razza scura.

Riferendosi al calendario solare, il veggente asserisce che Lemuria sarebbe stata vittima di catastrofici cambiamenti climatici, avvenuti più di 10000 anni fa, che avrebbero causato un brusco innalzamento dei mari, costringendo i Lemuriani a migrare verso l'Asia e le Americhe, portando con se della documentazione…sembra che siano stati i primi colonizzatori del Perù.

Ad ogni modo, il veggente tende a ribadire che Lemuria fu distrutta prima di Atlantide,anche se non disse mai quanto prima…

Vediamo ora le informazioni riguardo ad Atlantide.

Secondo Cayce, la massa del continente atlantideo era enorme e si trovava,come disse egli stesso " fra il Golfo del Messico da una parte e il Mediterraneo dall'altra" . Nelle sue letture descrisse il "Mare dei Sargassi" (in mezzo all'Oceano Atlantico) come il punto più importante della civiltà atlantidea e il suo nome deriva da una specie di alghe chiamate "sargassum" che galleggiano su tutta la superficie.

Secondo il veggente, si possono trovare dei punti che in un'epoca o nell'altra fecero parte di questo grande continente,ad esempio le Bahamas.

Nel mondo vi sono poi dei luoghi che recherebbero tracce di quella perduta civiltà, in particolare allorquando gli atlantidei, per sfuggire al disastro climatico che li stava colpendo (con ogni probabilità lo stesso che distrusse Lemuria), ad esempio i Pirenei, il Marocco, l'Honduras Britannico, lo Yucatan, il nord- America.

Gli abitanti di Atlantide erano di razza rossa (analogia con gli nativi d'America). In particolare,nelle sue letture, Cayce precisa che essi erano "forme di pensiero, capaci di spingersi fuori da se stesse…Via via che assumevano maggiore forma fisica essi diventarono più induriti o fissi, molto simili alla forma del corpo umano esistente allora, con il colore somigliante all'ambiente…quindi entrarono in quella forma come i rossi o popoli a colori misti, noti più tardi come la razza rossa".

Il periodo di maggior potenza fu per Atlantide dal 210000 a.C. fino a circa il 50722 a.C. quando avvenne la prima distruzione.

In origine gli atlantidei erano un popolo pacifico, in continuo sviluppo fisico e spirituale…questo perché "essi si riconoscevano come parte di ciò che li circondava. Perciò per quanto riguarda il rifornimento di ciò che era necessario a sostenere la vita fisica come è nota oggi…queste cose venivano fornite dagli elementi naturali", secondo le parole di Cayce.

Sembra che fossero a conoscenza dell'energia elettrica, di un'energia simile a quella nucleare e potessero altresì viaggiare con la mente e con il corpo persino da una parte dell'Universo all'altra!

Cayce, nelle sue visioni, parlò inoltre del "cristallo di Atlantide" , la loro fonte di potere, che sarebbe, in realtà, un insieme di cristalli che incanalava i raggi provenienti dalla lontana stella di Arcturus dotandoli della "trasmissione di energia eteronica" per ottenere un "forte riscaldamento" …tuttavia le letture del veggente appaiono poco chiare riguardo a questo punto.

Ma la forza con cui erano guidati risiedeva nella "pietra Tuaoi" , la principale fonte dei loro poteri. Intorno al 106000 a.C. venne creato un nuovo corpo fisico che avrebbe aiutatole nostre anime ad incarnarsi in questo mondo…Cayce raccontò di come le anime a noi note come Gesù e Maria arrivarono ad Atlantide come Amilius e Lilith,i quali erano in origine uniti in una superanima (Logos o Cristo…per Cayce non ci fu mai un periodo in cui non vi fosse un Cristo…), ma successivamente si separarono dando origine al lato maschile e a quello femminile.

Tuttavia molte anime incarnate non seguirono i saggi insegnamenti di Amilius e Lilith e diedero libero sfogo ai loro istinti egoisti e la loro bassezza spirituale fu come un veleno che contaminò la civiltà atlantidea, portandola in un'epoca di attività e pensiero distruttivi: quelle che prima erano le centrali energetiche della civiltà divenirono ora delle armi di distruzione.

Si generò dunque un processo deleterio per Atlantide…si innescarono una serie di cataclismi che costrinsero gran parte degli abitanti a migrare verso altre terre,mentre la loro civiltà sprofondava nel buio…ma forse no.

Infatti tre sacerdoti di Atlantide (Atlan, Iltar, Hept-supht) decisero di mettere per iscritto su delle tavole di pietra tutta la storia del loro continente e ognuno dei sacerdoti ne prese alcune per trasportarle in varie parti del mondo con uno stuolo di compagni: il primo salpò alla volta dello Yucatan, il secondo vicino all'odierno Bimini, mentre il terzo andò in Egitto. Fra il 28000 e il 22000 a.C. si verificò una seconda distruzione che distrusse il tempio di Atlas con il suo archivio…restavano comunque gli archivi degli altri due sacerdoti: Iltar spostò il suo archivio nell'odierna Piedras Negras, in Guatemala e Hept-supht?

E qui entra in gioco una delle più importanti visioni di Cayce,che coinvolge appieno l'egittologia. Infatti il veggente, in una delle sue letture, vide l'archivio di Hept-supht nascosto sotto la zampa anteriore destra della Sfinge! Predisse difatti che, prima della fine del XX secolo "una sala antica contenente documenti storici sarebbe stata scoperta là dove la linea dell'ombra e della luce cade tra le zampe della Sfinge"!

 

Nel 10040 a.C. avvenne la distruzione finale ma, come dichiarò Cayce nel 1932,le anime di Atlantide si stavano reincarnando sulla Terra, pronte ad influenzare il corso degli eventi del mondo… una nuova era stava per iniziare sul mondo, un'era illuminata dalle scoperte della civiltà atlantidea… Ritengo doveroso riportare per intero un articolo tratto da http://www.isolachenonce-online.it/et/tabloid/attualita/tomba_osiride.html :

EGITTO DA UNA PROFEZIA DI CAYCE ALLA REALTÀ

Portata alla luce la tomba di Osiride

Una porzione di mistero svelata in diretta TV mondiale

a sensazionale scoperta di una tomba segreta da parte di alcuni ricercatori statunitensi pone in primo piano l'effettiva esistenza della Sala delle Registrazioni dell'Umanità sotto le zampe della Sfinge, profetizzata dal veggente Edgar Cayce negli anni Trenta. Il sito conterrebbe i documenti appartenuti alla civiltà pre-diluviana vissuta presumibilmente sulla Terra 12.000 anni fa. Un gruppo archeologico guidato dal dottor Zahi Hawass, Sottosegretario dello Stato egiziano per i Monumenti di Giza, ha portato alla luce un tomba pre-dinastica sotterranea, tra la Piramide di Kephren e la Sfinge. La notizia è stata annunciata direttamente dallo stesso Hawass, nel corso di un incontro il 24 Gennaio scorso, nella sala del centro Dansk Industry a Copenaghen.

Gli archeologi sono penetrati per 29 metri sottoterra, sino ad incontrare una camera per la sepoltura sorretta da quattro pilastri. Al centro della stanza un sarcofago di granito circondato dall'acqua, presumibilmente la tomba di Osiride, dio egizio della morte e resurrezione. Gli scavi, iniziati nel Novembre del '98, si sono conclusi solo di recente, data la notevole difficoltà ad aspirare l'acqua dal terreno. Lo special internazionale del network statunitense FOX è stato seguito in diretta in Italia attraverso una notturna di tre ore, in collegamento con la Piana di Giza, condotta dall'ottimo Alessandro Cecchi Paone. La scoperta della stanza richiama una dichiarazione del veggente americano Edgar Cayce, che profetizzò per l'anno 1998 il rinvenimento della Sala segreta nel terreno circostante la Sfinge. Numerosi tunnel e passaggi nascosti sotto la Piramide sono ancora da localizzare. Le tre Piramidi e la Sfinge sono ubicate in un'area dove il 95% del terreno circostante è sepolto. Perché?

a cura della Redazione

Edgar Cayce si spense il 3 gennaio 1945 seguito, a breve distanza, dalla sua adorata moglie. In attesa che i figli di Cayce (Hugh Lynn e Edgar Evans, avuto il 9 febbraio 1918) tornassero dalla guerra, la segretaria del veggente, tale Gladys Davis, raccolse e archiviò tutto il contenuto delle letture che per buona parte aveva trascritto essa stessa. Attualmente esistono nel mondo diverse associazioni di studio e diffusione del pensiero e dell'opera di Edgar Cayce, prima fra tutte la "Association for Research and Enlightenment", la cui guida fu assunta da Hugh Lynn Cayce.

 
 
 

felice natale Lucia a te e famiglia

Post n°1395 pubblicato il 24 Dicembre 2011 da biramar

amica

 
 
 

galileo galilei

Post n°1394 pubblicato il 23 Dicembre 2011 da lilu67

«Finché l'umanità continuerà a brancolare nella sua nebbia millenaria di superstizioni e di venerande sentenze, finché sarà troppo ignorante per sviluppare le sue proprie energie, non sarà nemmeno capace di sviluppare le energie della natura che le vengono svelate». dal dramma di Bertol Brecht, Vita di Galileo

Nasce, il 15 febbrario 1564, a Pisa da nobile famiglia fiorentina, sebbene oramai avviata a decadenza economica. Il padre Vincenzo è un insigne musicista e teorico della musica. Quindi a Firenze, dove la famiglia si trasferisce nel 1574, Galileo riceve una raffinata educazione di stampo prevalentemente artistico e letterario. Poi però il padre stesso, spinto dalla speranza di ridare lustro alla famiglia decaduta, lo avvia all'esercizio di una professione più lucrativa, facendogli intraprendere lo studio della medicina. Così nel 1581 Galileo entra all'università di Pisa, dove segue i corsi dei maestri aristotelici, legge Platone ed Aristotele, e soprattutto approfondisce lo studio della matematica.

È di quegli anni la prima scoperta: la legge dell'isocronismo del moto pendolare, compiuta, secondo il tipico processo galileano, osservando oscillare una lampada nel duomo di Pisa. Nell'85 lascia Pisa senza conseguire alcun titolo accademico, e torna a Firenze. Qui, approfondendo sempre più lo studio della geometria, in particolar modo di Archimede, giunge sia alle fondamentali ricerche sul baricentro dei solidi, esposte nel Theoremata circa centrum gravitatis solidorum (1585), sia all'invenzione della bilancetta idrostatica, descritta nel trattatello in volgare La bilancetta (1586).

Intanto, come rivelano i suoi scritti letterari, le Due lezioni all'Accademia fiorentina circa la figura, sito e grandezza dell'«Inferno » dantesco, le Postille all'Ariosto, le Considerazioni al Tasso, non viene meno in lui quell'amore per le lettere, che continuerà a coltivare per tutta la vita.

Grazie all'appoggio dell'astronomo e matematico Guido Dal Monte, ottiene nel 1589 la cattedra di matematica nello Studio di Pisa. Spinto da una forte insoddisfazione nei confronti della scienza aristotelica, intraprende, «con grande scontento di tutti i filosofi» nemici delle novità, le ricerche sul moto ed inizia a scrivere il De motu, rimasto a lungo inedito. Intanto, in seguito alla morte del padre, che gli lascia la responsabilità della madre, delle due sorelle e del fratello, la sua situazione economica diviene assai difficile. Quindi, desideroso di migliori condizioni economiche e lavorative, nel 1592 riesce a farsi assegnare la cattedra di matematica allo Studio di Padova. E vi rimane per diciotto anni, gli anni più sereni e felici della sua vita, sebbene le difficoltà economiche lo costringano ancora a impartire lezioni private. Stringe rapporti con gli uomini di cultura più in vista (soprattutto con Paolo Sarpi), e relazioni epistolari con i maggiori scienziati europei, Keplero, Gassendi, Welser. Vari e ricchi sono gli interessi di questo periodo padovano, come rivelano i titoli delle sue opere: il Trattato di fortificazione, la Breve istruzione dell'architettura militare e Le Mecaniche, il Trattato della sfera ovvero cosmografia, e Le operazioni del compasso geometrico e militare. Frattanto, dalla convivenza con la veneziana Marina Gamba ha tre figli, due femmine e un maschio.

In seguito alla riscoperta e al perfezionamento del cannocchiale, nel 1609 compie il passo decisivo che lo avvia a verificare la validità del sistema copernicano, di cui da tempo è oramai convinto. Rivolgendo lo strumento al cielo e applicandolo all'osservazione dei fenomeni celesti, compie una serie di scoperte (la natura montuosa della luna, l'individuazione di stelle prima sconosciute e dei quattro satelliti di Giove, chiamati Astri Medicei), che all'inizio del 1610 viene presentata alla comunità scientifica internazionale nel Sidereus Nuncius, dedicato al granduca di Toscana, Cosimo II de' Medici.

Quindi acquista un prestigio tale che viene nominato primario matematico e filosofo granducale, senza obbligo di insegnamento e a onorevoli condizioni economiche. In quello stesso anno scopre gli anelli di Saturno, le macchie solari, le fasi di Venere. Poi, spinto dalla necessità di staccarsi dal retrivo ambiente accademico e dalla possibilità di dedicarsi con maggiore libertà alle sue ricerche, torna a Firenze. Nel 1611, dopo aver ottenuto le adesioni dei maggiori astronomi e matematici del tempo, va ad illustrare le sue scoperte, duramente osteggiate dagli scienziati tradizionalisti, proprio a Roma, ove ottiene l'approvazione dai Gesuiti del Collegio Romano, probabilmente ancora inconsapevoli delle implicazioni del programma galileiano. Ma già si destano i primi sospetti d'eresia da parte dell'Inquisizione.

Galileo, dal canto suo, accentua la polemica antiaristotelica contro la scienza ufficiale. Prima, nel 1612, pubblica, il Discorso intorno alle cose che stanno in su l'acqua o che in quella si muovono. Poi, nel 1613, entra in polemica diretta con un gesuita nelle tre lettere indirizzate a Marco Welser, edite col titolo l'Istoria e dimostrazione intorno alle macchie solari e loro accidenti. Inoltre, prima di stendere la grande opera sul sistema copernicano del mondo, si trova costretto a porre i limiti tra scienza e fede. E nelle quattro famose Lettere copernicane (una a Benedetto Castelli, due a Monsignor Dini, e una più ampia alla granduchessa Cristina di Lorena), viene a rivendicare l'indipendenza della scienza dalla religione e il diritto alla libera ricerca scientifica. Così, nonostante gli amici influenti, il 24 febbraio del 1616, da un decreto del cardinal Bellarmino, Galileo viene ammonito ad astenersi, pena il carcere, dal professare e dall'insegnare la teoria copernicana, in quanto inconciliabile con la fede cattolica.

Profondamente amareggiato, tuttavia saldo nelle proprie convinzioni, riprende la polemica, e con Il Saggiatore - edito a cura degli Accademici dei Lincei nel 1623, e dedicato al suo vecchio amico, il nuovo papa Urbano VIII - risponde al trattato, Libra astronomica ac philosophica, scritto nel 1618, in occasione della comparsa di tre comete, dal gesuita Orazio Grassi. Sulla scia del grande successo conseguito con Il Saggiatore, suo capolavoro polemico, e sperando in una maggiore apertura della Chiesa verso la nuova scienza, nel 1624 intraprende la composizione del Dialogo dei massimi sistemi. Dopo una stesura protratta per anni e dopo vari negoziati ed aggiustamenti per ottenere il permesso di stampa, nel febbraio del 1632, esce il capolavoro della letteratura scientifica di ogni tempo. Ma la carica rivoluzionaria dell'opera scatena immediatamente la reazione dell'Inquisizione, che sequestra il libro e ordina all'autore di recarsi immediatamente a Roma, dove Galileo, «veementemente sospetto d'eresia» viene processato e condannato per aver disobbedito all'ingiunzione del 1616. Nel 1633, dopo cinque mesi, il processo si conclude con la sentenza che proibisce il Dialogo, con l'abiura, e con la condanna al carcere formale. Grazie al suo prestigio internazionale e al suo atto di sottomissione, Galileo non viene incarcerato, ma relegato, prima a Siena presso l'arcivescovo Ascanio Piccolomini, e poi nella villa di Arcetri, presso Firenze.

Vecchio, debilitato e cieco, continua a mantenere rapporti con gli scienziati di tutta Europa; e sotto l'occhio vigile dell'Inquisizione, riprende e porta a termine il capolavoro in cui vengono gettate le basi della dinamica moderna, il trattato Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attinenti alla meccanica ed i movimenti locali, edito nel 1638 a Leida. Non solo, ma assistito dal fedele allievo Vincenzo Viviani, scrive nel 1640 la Lettera sul candore della luna.

Vigile e sereno, muore ad Arcetri, nel suo «continuato carcere ed esilio», l'8 gennaio del 1642. Le sue spoglie vengono deposte nella basilica di Santa Croce a Firenze solamente nel 1736.

Dialogo dei massimi sistemi

Nel 1623 tutto lascia sperare in una maggiore apertura della Chiesa verso la nuova scienza. Sale sul soglio pontificio, con il nome di papa Urbano VIII, il cardinale Maffeo Barberini, estimatore della «virtù ond'era ornato il signor Galileo» fin dai tempi del trionfale viaggio a Roma, quando, in una solenne adunanza accademica, i gesuiti del Collegio Romano avevano, pieni d'ammirazione, approvato le scoperte celesti dello scienziato. In quello stesso anno, inoltre, grande è il successo conseguito da Il Saggiatore, un’opera polemica dedicata proprio a quel vecchio amico divenuto pontefice.

Dunque, Galileo, oramai convinto di aver dato le prove fisiche della realtà del sistema copernicano, ritiene, illudendosi, che sia giunto il momento atteso pazientemente da ben venticinque anni: il momento in cui finalmente la forza delle argomentazioni, avrebbero potuto ottenere il sopravvento. Così nel 1624, trasgredendo all'ingiunzione di astenersi dal professare, a voce e per iscritto, la teoria copernicana, inizia a scrivere l'opera cosmologica che avrebbe rivelato al mondo un universo nuovo: il Dialogo dei Massimi sistemi.

Non solo, ma in questo capolavoro tanto a lungo meditato, il primo grande scienziato moderno si rivela anche fondatore di una nuova prosa scientifica, di grande e sapiente rigore letterario. La prosa galileiana, infatti, con la sua vena ariostesca, con il suo linguaggio preciso, puntuale, nitido e concreto, con la sua salda e ampia struttura argomentativa, si fa specchio dell'atteggiamento dello scienziato dinanzi alla realtà.

Non può non incidere e non trovare una funzionale rispondenza sul piano linguistico e letterario, il suo metodo scientifico empiristico e sperimentale, che, scagliandosi contro il dogmatismo dei retrivi filosofi in libris seguaci d'Aristotele, si configura non più come conservazione e commento di un sapere ereditario, bensì come ricerca, ipotesi e verifica, come scoperta, innovazione e progresso.

Storicamente importanti e straordinariamente innovative risultano pertanto le operazioni compiute nel Dialogo dei Massimi sistemi. Innanzi tutto, Galileo ritiene che l'Italia, dopo aver fondato la res publica litterarum dell'Europa umanistica, possa ora farsi guida e modello di una res publica scientiarum europea. Quindi, spinto dall'«oramai assoluta insofferenza delle usanze universitarie», elegge come nuova lingua scientifica europea, al posto del latino, la lingua italiana. Inoltre scegliendo il volgare (letterario-bembesco), ed esaltando il valore conoscitivo e comunicativo del linguaggio, intende allargare la cerchia dei lettori, ed includervi i tecnici, i mercanti, gli imprenditori, gli uomini politici e i marinai: insomma i "meccanici", di ingegno libero ed aperto, così tanto disprezzati dai letterati umanisti.

Poi, viene abbandonata la forma tradizionale del trattato di impianto sistematico, e scegliendo la forma del dialogo, si dà vita ad una vera e propria - a dirla con Tommaso Campanella - vivacissima «comedia filosofica», in cui la tesi copernicana, se da un lato, per sfuggire ai sospetti dell'Inquisizione, appare cautamente velarsi e dissimularsi. Dall'altro lato, di contro, sembra rivelarsi e scoprirsi proprio nell'ironia generata dal confronto e dallo scontro tra i tre interlocutori: tra la salda e razionale coscienza scientifica di Sagredo e Salviati - sostenitori del sistema copernicano - e l'ingenuità, «l'instabilità e l'ostinazione» del comico personaggio di Simplicio, «filosofo peripatetico, al quale pareva che niuna cosa ostasse maggiormente per l'intelligenza del vero, che la fama acquistata nell'interpretazioni Aristoteliche».

Ma fatalmente sono proprio le qualità artistiche del Dialogo, l'ironia, la sottile e attenta caratterizzazione umana ed intellettuale dei personaggi, a rivelare, in modo non equivoco, ai contemporanei la portata rivoluzionaria dell'opera, e ad avviare così il suo autore ad un drammatico destino. Per l'appunto, proprio nel ritratto di Simplicio, così audacemente attaccato nelle sue rassicuranti certezze, si riconoscerà il papa Urbano VIII. Quindi il Dialogo dei Massimi sistemi verrà sequestrato, il suo autore verrà processato e costretto ad abiurare, la scienza italiana si chiuderà in ambiti appartati e specialistici, ed i grandi progressi della nuova scienza finiranno per imporsi soprattutto fuori d'Italia.

Anche oggi il Dialogo continua a parlare agli uomini che guardano in alto, con un linguaggio semplice e di una straordinaria purezza, costruendo progressivamente attraverso il dialogo dei protagonisti l’architettura dell’universo, su cui si modella il cielo dell’uomo moderno.

 
 
 

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"A te che piangi i tuoi morti"    "Se mi ami non piangere! Se conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo;se potessi vedere e sentire quello che io sento e vedo in questi orizzonti senza fine e in questa luce che tutto investe e penetra,non piangeresti se mi ami! Sono ormai assorbito nell'incanto di Dio,dalle sue espressioni di sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole e meschine al confronto! Ci siamo amati e conosciuti nel tempo:ma tutto era allora così fugace e limitato! Io vivo nella serena e gioiosa attesa del tuo arrivo fra noi: tu pensami così;nelle tue battaglie pensa a questa meravigliosa casa, dove non esiste la morte, e dove ci disseteremo insieme, nel trasporto più puro e più intenso, alla fonte inestinguibile della gioia e dell'amore! Non piangere più se veramente mi ami!"

(Agostino)



 

 

 

 

 

 

 

 

 

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