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Non intendo sollecitare investimenti.
Chiunque utilizzi spunti derivanti dalla mia analisi  agisce a proprio rischio e pericolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Messaggi di Giugno 2016

La rabbia della gente contro le politiche economiche assurde imposte dall’europa

Post n°1945 pubblicato il 27 Giugno 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Secondo i miei calcoli, dal 2009 alla fine del 2016, l’Italia avrà perso 1000 miliardi a causa di politiche economiche assurde imposte dall’euro, dai Trattati Europei, e dalle pressioni tedesche avallate – a volte persino con entusiasmo – dai nostri autoproclamati ‘europeisti’. I nostri disoccupati hanno finito i risparmi e ora vivono grazie agli aiuti dei parenti, nel migliore dei casi. Il debito pubblico continua ad aumentare, pur in una situazione congiunturale favorevole (petrolio, euro, tassi d’interesse bassi); la sanità e l’istruzione vengono di conseguenza tagliate. Le banche italiane, fino a pochi anni fa fra le più sane al mondo, scricchiolano, per la sottostante crisi delle imprese. Tutto questo è peggio di un crimine: è un errore. E il panorama non è molto diverso in altri paesi europei.

La rabbia della gente è pienamente giustificata. In economia c’è la domanda e c’è l’offerta. Una crisi di offerta è difficile da curare. Ma una depressione della domanda può essere curata rapidamente, come ho spiegato tante volte. Perciò, il suo perdurare è inaccettabile: è dovuto unicamente all’Europa, che impedisce di fare quel che si fa nel resto del mondo. Aggiungiamo il Trattato di Schengen, che consente la libera circolazione di tutti in Europa (inclusi i migranti) senza un minimo di preparazione, e si capisce perché questa Ue non piace.

Quelli sopra indicati non sono forse motivi sufficienti per uscire dall’Europa, non avrebbero causato la Brexit. In realtà c’è di peggio: l’euro sta provocando una crisi democratica generalizzata. Per imporre politiche economiche impopolari e assurde, si scavalcano le corti costituzionali dei paesi membri, i parlamenti, si costringono alle dimissioni i governi, si indicano i nuovi primi ministri, si cerca di impedire lo svolgimento di consultazioni popolari, si cambiano le costituzioni. E sull’Europa,invece di facilitare processi di scelta democratica, si preferisceseguire strategie del fatto compiuto, di minacce a chi pensasse di uscire (umiliazione della Grecia per intimidire potenziali imitatori, minacce agli inglesi sulle conseguenze del Brexit, ecc.), l’uso improprio della Bce per mettere in riga (tramite artificiali crisi degli spread) chi volesse dissentire, ecc. in un crescendo di forzature (o camicie di forza, anche costituzionali) che lacerano e dividono sempre più gli europei.

Così Mario Monti: “Non dobbiamo illuderci; se anche il Regno Unito votasse per restare, ormai c’è un precedente. Cosa succederebbe se altri Stati decidessero di intraprendere un cammino simile a quello britannico? Un qualche paese dell’Est o altri. Che si dice loro? Siete piccoli, non potete chiedere queste cose?”. Così Paolo Guerrieri (senatore Pd): “Considero probabile, in tempi brevi, una vittoria dei populisti in Italia ed in altri paesi. L’Europa deve perciò fare subito passi avanti irreversibili, ad es. nel settore bancario, in modo tale che quando arriveranno al potere i populisti non potranno più tornare indietro”. Così tanti altri.

Qualcuno ancora, nell’Europa continentale, crede nella democrazia? Si vorrebbe saperlo, perché in Europa c’è ancora da cominciare unadiscussione su quale Unione Europea creare con un largo consenso; c’è da fare un percorso di portata, non formalmente ma sostanzialmente, costituzionale, insieme, tutti noi europei; percorso che le élite continuano a negare, preferendo correre in avanti per fare una Europa Unita purchessia, una qualunque, in apparenza, ma in realtà una particolare, che è quella che vogliono loro e non i ceti popolari. Un’Europa in contrasto con molti dei valori e dei diritti attribuiti dalle costituzioni nazionali ai cittadini, occasione per regolare i conti con i valori che ‘vinsero’ nel 1945-48.

L’Europa come golpe. Un’Europa che è l’opposto di quella immaginata negli anni ’50 e costruita, con entusiasmo e partecipazione, negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. Il punto non è se sia meglio ridurre le tasse e le spese pubbliche e i diritti dei lavoratori o piuttosto fare il contrario, se affrontare la disoccupazione o meno, ecc.; Il punto è che anche queste decisionisono state sottratte alla sovranità popolare da (presunte) regole europee, fatte senza la partecipazione, il dibattito, la volontà e il voto della gente, immodificabili. Da questa arroganza sono fuggiti gli inglesi. I c.d. ‘populisti’ non sono la causa della crisi democratica dell’Europa: ne sono il frutto e gli interpreti.

PierGiorgio Gawronski da http://www.ilfattoquotidiano.it

 
 
 

Analisi Intermarket al 25/06/2016

Post n°1944 pubblicato il 25 Giugno 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Si scontava il Remain ma vince la Brexit! I mercati si fanno cogliere dal lato sbagliato attivando le leve della volatilità per ristabilire nuovi equilibri. In realtà i principali listini, in primis quelli europei, erano già inseriti in un quadro riflessivo, nonostante le sedute positive degli ultimi giorni.
L’attesa per una vittoria del Remain aveva infatti aperto una finestra positiva dissoltasi all’esito del referendum. Le conseguenze immediate vanno lette nella continuazione di un trend negativo che, al netto degli interventi delle banche centrali, dovrebbe spingere i prezzi a violare i minimi di febbraio e aprire la via per ulteriori vendite. In questo scenario gli investitori cercheranno rifugio sugli strumenti che avevamo segnalato nei giorni scorsi: dollaro, yen, oro, Treasury americani.
Segnali di avversione al rischio erano già presenti sui rendimenti del 10 anni USA: i valori scambiati sotto 1.60% confermano dal nostro punto di vista spinte in direzione di 1.30 ed 1%. La Fed non aumenterà i tassi nel corso dei prossimi 12/18 mesi offrendo in tal modo supporto all’oro. I prezzi del metallo continueranno pertanto a salire in direzione dei 1400 e successivamente 1500 usd/oz (m/t).
Benché la moneta americana non potrà godere del supporto dato da una politica monetaria restrittiva, beneficerà di due condizioni significative: fly to quality e soprattutto moneta rifugio in un quadro valutario fortemente incrinato dalla debolezza della sterlina e dalle incertezze innescate dall’esito del referendum sul versante europeo. Sempre al netto del sostegno delle banche centrali gli investitori si chiederanno se l’euro ha ancora un futuro, quantomeno metteranno in discussione la sua irreversibilità....Wlademir Biasia WBAdvisors

 

 Vediamo un indicatore  oggettivo in ottica MACROTECNICA cosa ci suggerisce :

  • IL LEI del conference Board  per gli Stati Uniti è diminuito dello 0,2 maggio    a 123,7 (2010 = 100),dopo un aumento del 0,6 per cento nel mese di aprile, e un aumento del 0,1 per cento in marzo. Il LEI per Gli Stati Uniti è diminuito in maggio,  a causa  principalmente di un forte aumento neile richieste nei sussidi contro la disoccupazione. Il tasso di crescita del LEI ha moderato nel corso dell'ultimo anno ", ha detto Ataman Ozyildirim, direttore dei cicli economici al Conference Board"il LEI suggerisce che l'economia continuerà a crescere a un ritmo moderato nel breve termine, la volatilità dei mercati finanziari e una prospettiva di  stagnazione nel  mercato del lavoro potrebbero comportare rischi al ribasso per la crescita".

Vediamo  come alcuni  Trading System    vedono la situazione :

  • IL mio TS  weekly  (Futures)  (nel riquadro)nato per cogliere i trend di lungo periodo sui mercati indica sempre  sulle principali borse mondiali  una situazione  di   stallo nella quale il ciclone Brexit non ha ancora apportato i suoi effetti  profondi,   comunque vediamo la tenuta di Wall street   mentre gli altri indici sono da tempo SHORT_ Nikkey, Hang Seng  in Asia, MIB e Dax nel segmento Euroamericano).Commodities  con l'oro sempre in ascesa , BOND con i tresayry e il BUND con rendimenti sempre più bassi e valori in rialzo.
  • Il trading system reso popolare da Dog Short su base mensile   conferma il LONG per giugno , L'S&P 500 ha chiuso maggio con un guadagno dell 1,53% dopo un guadagno mensile del 0,27% ad aprile e  un guadagno del 6,6% a marzo.  Tutte  e tre  le medie mobili sullo S&P 500 stanno segnalando invested e tutti e  cinque gli ETF del portafoflio Ivy (SMA_12) danno  il  segnale  "investito". Questo ottimo sistema è  molto raccomandabile da seguire (la  mia preferenza va a SMA_12), le uniche controindicazioni riguardano  la presenza di qualche falso segnale che tale sistema genera. 

 
 
 

E' Brexit: i britannici votano per uscita dall'UE

Post n°1943 pubblicato il 24 Giugno 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

E' Brexit. Gli inglesi hanno votato per uscire dall'Unione Europea. L'esito del referendum tenutosi ieri, secondo le cifre ufficiali pubblicate questa mattina, vede il 51,9% degli elettori ha votato per lasciare il blocco europeo, contro il 48,1% favorevole a una permanenza. L'affluenza alle urne è stata massiccia con il 72,2% degli aventi diritto. 

Il leader dell'Ukip, Nigel Farage, ha definito il 23 giugno come l'Independence Day della Gran Bretagna chiedendo le immediate dimissioni del primo ministro David Cameron. Per Farange i negoziati con l'Unione Europea devono partire il prima possibile. 

Violenta la reazione del mercato con un repentino crollo della sterlina, In scia al risultato del referendum di ieri in Gran Bretagna, la moneta di Sua Maestà ha toccato un minimo dal 1985 a 1,3220 dollari e ora scambia a 1,36 dollari con un calo del 9%. Nei confronti dell'euro, la sterlina scende del 10,5%. A sua volta l'euro si indebolisce contro il dollaro in area 1,10. 

Sull'azionario crollo del 9% per la Borsa di Tokyo e i futures delle principali Borse europee segnano un calo tra l'8 e il 9%, mentre quelli di Wall Street segnano cali nell'ordine del 5%. 

Tra le materie prime l'oro segna un balzo del 4% a 1.319 dollari l'oncia. 

Sull'obbligazionario nuovi minimi storici per il rendimento del Bund decennale tedesco sceso a -0,14%. 

da http://www.finanzaonline.com

 
 
 

CCF:Più semplice di così

Post n°1942 pubblicato il 24 Giugno 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Più semplice di così non so come spiegarlo:
Emetto, nel 2017, Certificati di Credito Fiscale (CCF) utilizzabili per ottenere riduzioni fiscali a partire dal 2019.
Li distribuisco a cittadini e aziende, e li uso anche come corrispettivo di investimenti pubblici e spesa sociale.
Introduco per legge, fin da subito, incrementi di imposte o tagli di spese che si attiveranno nel 2019, per lo stesso importo dei CCF che arrivano a scadenza (clausola di salvaguardia – CdS).
Ma la CdS si attiverà solo se la ripartenza dell’economia (o altre azioni nel frattempo attuate) non avrà prodotto, nel frattempo, gettito almeno pari all’utilizzo dei CCF.
I CCF distribuiti sono un titolo che ha valore fin da subito. Rappresentano potere d’acquisto e arricchimento patrimoniale. Possono essere convertiti in euro vendendoli sul mercato finanziario, o anche utilizzati come corrispettivo diretto per acquisti di beni e servizi (nessuno sarà obbligato ad accettarli, ma sono liquidi e hanno valore finale certo – quindi saranno accettati).
In pratica attuo contemporaneamente un’azione fiscale espansiva e un’azione fiscale restrittiva, per pari importo, con decorrenza 2019.
Ma l’azione espansiva produce effetti immediati, perché prende la forma di un titolo negoziabile e trasferibile (i CCF).
L’azione restrittiva (la CdS) agisce solo nel 2019, e solo in caso di necessità. Con ogni probabilità, non troverà mai attuazione.
Non c’è, MAI, nessun incremento di indebitamento.

Se ci si rifiuta di mettere in atto quando sopra, si accetta (desidera ?) il proseguimento della crisi, per un periodo di tempo indefinito ma con ogni probabilità per svariati anni, se non decenni.

 
 
 

Brexit, sostenitori 'leave' ancora in vantaggio

Post n°1941 pubblicato il 16 Giugno 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

LONDRA (Reuters) - I sostenitori dell'uscita della Gran Bretagna dalla Ue al referendum del 23 giugno sono saliti al 53%, la percentuale più alta registrata dal fronte 'leave' da oltre tre anni.

E' quanto emerge da un sondaggio telefonico di Ipsos MORI condotto su 1.257 intervistati dall'11 al 14 giugno.

In particolare, l'indagine mostra che il 51% di tutti gli elettori voterebbe a favore della Brexit mentre il 49% è favorevole a rimanere nella Ue. Tuttavia, elaborando i dati per tenere conto solamente di quelli che sono propensi ad andare alle urne, la percentale del 'leave' sale al 53% contro il 47% del 'remain'.

"Ad una settimana dal voto 'Leave' stanno battendo 'Remain' con un serie di argomentazioni sul tema immigrazione e di denaro che vengono spesso presi in considerazione nonostante vengano negati categoricamente dal fronte opposto", ha spiegato a Reuters il Ceo di Ipson MORI Ben Page.

"I sondaggi non fanno previsioni ma i sondaggisti a volte si: personalmente credo che, come in Scozia, lo status quo può vincere all'ultimo minuto, ma sembra molto stretto", ha aggiunto.

Un altro sondaggio condotto da Survation, per conto di IG, mostra invece il 45% a favore dell'uscita dalla Ue contro il 41% che si oppone alla Brexit.

da http://it.investing.com

 
 
 

Una Fed “dovish” conferma il costo del denaro, tassi saliranno più lentamente del previsto

Post n°1940 pubblicato il 15 Giugno 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

La Banca centrale statunitense ha annunciato di aver confermato all’unanimità il tasso sui Fed Funds nel range 0,25-0,5%. La decisione è in linea con le stime degli analisti che, alla luce del referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione europea e del peggior "employment report” degli ultimi sei anni, avevano assegnato alla stretta una probabilità dello zero per cento. 

Improbabile, sempre secondo quanto rilevato da Bloomberg, anche un intervento a luglio e settembre, stimato nel pomeriggio al 15,7 e al 32,2 per cento, mentre i dati relativi novembre e dicembre si attestano rispettivamente al 33,6 e al 47,9%. 

Dalla riunione del Fomc (Federal Open Market Committee), il braccio operativo della Federal Reserve, è emerso come "la crescita dei posti di lavoro sia diminuita e gli investimenti delle imprese siano stati ‘lievi’” e anche gli indici che segnalano l’andamento dell’inflazione "hanno segnato un calo”. Di contro, l’andamento dell’economia "sembrerebbe aver registrato un’accelerazione”. 

Indicazioni "dovish” (da "colomba”, accomodanti) quelle che arrivano dai cosiddetti "dot plot”, le proiezioni sull'evoluzione dei tassi secondo ogni membro del Comitato di politica monetaria. Solo 2 membri del Fomc si attendono più di due strette monetarie nel 2016 (erano 7 nel meeting di marzo), la maggioranza (9 su 17) vede due incrementi dei tassima la fronda di chi ritiene che ci sarà un solo incremento ha visto i suoi membri passare da 1 a 6. 

Nel complesso, il 2016 dovrebbe chiudersi con tassi allo 0,875%, a fine 2017 il tasso benchmark è stimato all’1,625%, un anno dopo dovrebbe attestarsi al 2,375%. 

Leggera revisione al ribasso per l’outlook sulla crescita economica, vista al 2% quest’anno e nei prossimi due. Le stime sull’inflazione si attestano all’1,4% nell’anno corrente, all’1,9% il prossimo e al 2% nel 2018 mentre il tasso di disoccupazione è rispettivamente atteso al 4,7, al 4,6 e al 4,6 per cento. 

Grande attesa per le parole che Janet Yellen pronuncerà nel corso della conferenza stampa che inizierà tra qualche minuto. "La Yellen –si legge nel report settimanale di Banca Intermobiliare- dovrebbe mantenere un atteggiamento, in generale, positivo sull’andamento dell’economia Usa”. 

"La nostra previsione è che la comunicazione sia neutrale e lasci aperte tutte le opzioni future”, riporta una nota elaborata dagli economisti di Intesa Sanpaolo.  Il dato relativo il saldo delle payrolls a maggio, quando le buste paga sono cresciute di "sole” 38 mila unità,"è il risultato in parte di volatilità mensile e in parte di un rallentamento fisiologico”.  Quindi, "se questa interpretazione è corretta”, per assistere al prossimo rialzo basterà attendere "luglio o settembre, a seconda dei dati e delle reazioni dei mercati al referendum inglese".

da http://www.finanza.com/

 
 
 

Mercati: Come muoversi in vista di Fed e Brexit?

Post n°1939 pubblicato il 11 Giugno 2016 da Lucky340
 
Tag: outlook
Foto di Lucky340

Sale l'attesa e l'incertezza sui mercati finanziari man mano che ci si avvicina agli appuntamenti clou del mese di giugno (riunione della Federal Reserve e referendum sulla Brexit). L'esito di questi eventi potrebbe avere impatti significativi sulle diverse asset class. E allora come muoversi sui mercati, tra azioni, valute e materie prime? Una risposta arriva da Peter Rosenstreich, head of market strategy, e Yann Quelenn, analista di Swissquote


I mercati iniziano a tirare il freno concentrandosi sui possibili risvolti negativi. E' facilmente prevedibile che il market sentiment rimanga debole anche per la prossima settimana con un consolidamento dei livelli raggiunti dalle varie asset class. Ci sono sufficienti evidenze che ci portano a credere che la curva dei tassi dei principali Paesi sarà l'elemento sui cui convergerà la maggiore attenzione con una predisposizione ad ulteriore discese. Sul mercato azionario, il 15 giugno non passerà inosservata la decisione del MSCI se introdurre o meno i titoli azionari cinesi di classe A all'interno dell'equity index più utilizzato al mondo.
L'avversione al rischio in formazione non potrà che rafforzare il valore del dollaro come bene rifugio nei confronti della maggior parte delle monete G10 e dei Paesi emergenti. Se si dovesse fare una scommessa, punteremmo sulla Corona svedese, soprattutto ora che il pattern sta mostrando una formazione rialzista destinata a rafforzarsi. Un discorso a parte meriterebbe il cross con lo yen: il cambio USDJPY infatti si sta posizionando tra 106,85 e 107,30 grazie alle coperture short, tuttavia, a causa dei macro-eventi esogeni di cui sopra, i traders non si faranno trovare impreparati nel caso di un veloce ribaltamento della direzionalità. Per quanto il Giappone si confermi ancora in deflazione, non ci aspettiamo un aggiustamento significativo della politica monetaria della BoJ la prossima settimana, ritenendo che alcune misure (come un rafforzamento del QE e una versione fiscal inedita del cosiddetto "helicopter money") potrebbero più verosimilmente essere prese nel mese di luglio. 
Proprio a causa delle azioni imminenti da parte delle istituzioni giapponesi, preferiamo posizionarci lunghi di oro e corti di yen per sfruttare questa opportunità di investimento. 
Un ulteriore elemento che ci porta a ritenere che le pressioni in vendita siano in aumento è l'analisi incrociata con l'andamento del petrolio. Se guardiamo il grafico del WTI da inizio anno possiamo notare che dopo aver registrato il suo minimo l'11 febbraio a $26,05, il petrolio ha inanellato una serie di rialzi continui (ad eccezione del ritracciamento durato un paio di settimane a fine marzo) e fintantoché il trend si è mantenuto in ascesa la volatilità complessiva è diminuita. In questo momenti il prezzo al barile è sopra i 50$ ma i fondamentali del recupero sono in esaurimento: l'eccesso di offerta non verrà verosimilmente contrastata poiché non vi è ancora un accordo dei Paesi Opec in tal senso. D'altra parte 50$ rappresentano un punto d'equilibrio sia per i produttori di shale gas che per l'Opec poiché è in grado di mantenere inalterate le quote di produzione. Per tutti questi motivi non crediamo in un ulteriore rialzo dei corsi del petrolio almeno nelle prossime settimane e preferiamo posizionarci verso un ritracciamento dello stesso a 45$.


 
 
 

Bund a minimi record

Post n°1938 pubblicato il 10 Giugno 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

La Cina sembra averci preso gusto, o almeno così pare. Terza svalutazione dello yuan da parte delle autorità monetarie di Pechino in tre giorni. La Banca centrale cinese ha abbassato di oltre l'1% il tasso di riferimento della divisa nazionale rispetto al dollaro.

Azionario ancora sotto pressione, mentre si avvicinano il meeting della Fed, il pericolo Brexit e anche le elezioni in Spagna.

Tutto questo, mentre l’avversione al rischio degli investitori cresce e il rally globale dei bond, con relativo tonfo dei tassi, alimenta i timori sulla possibile formazione di una bolla speculativa. A lanciare l’allarme è lo stesso Re dei Bond, Bill Gross, che parla addirittura di una supernove che prima o poi esploderà.

A Piazza Affari l’attenzione è focalizzata sulle banche, in particolare su Unicredit.

Sul mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund viaggia attorno a 126 punti base, a fronte di tassi sui BTP all’1,28%. L’attenzione rimane sul crollo monstre dei tassi sui Bund, che ieri è stato di quasi -50%, con i rendimenti decennali capitolati ai nuovi minimi storici.

Sul valutario, l’euro – che era tornato ad agganciare quota $1,14 – ora è scambiato attorno a $1,13. Recupero del dollaro, con il Dollar Index che è salito dai minimi attorno a 93,.56 di giovedì pomeriggio a oltre 94,21 nelle contrattazioni asiatiche.

Proprio il rafforzamento del dollaro mette sotto pressione lematerie prime e i metalli industriali, come i contratti sul rame, alluminio e piombo a tre mesi, scambiati sul London Metal Exchange. Vendite soprattutto sui prezzi del rame che, come ha fatto notare intervistato da Cnbc Angus Nicholson, analista di mercato presso IG, “sono tornati sull’LME i minimi di febbraio, dal momento che sembra che le scorte di rame abbiano ricevuto un apporto massiccio dalla Cina”.

Effetto dollaro anche sui prezzi del petrolio, che fanno dietrofront.

Listini azionari asiatici negativi, con il Nikkei 225 della Borsa di Tokyo che ha chiuso in calo -0,40%, a 16.601,36, scontando l’apprezzamento dello yen. In flessione anche Sidney -0,92%, l’azionario cinese e Seoul e Oro.

da http://www.wallstreetitalia.com/

 
 
 

Analisi Intermarket al 04/06/2016

Post n°1937 pubblicato il 04 Giugno 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

"La sensazione che vi sia una regia che sovraintende al comportamento dei prezzi, e quindi del mercato, nasce dalla constatazione che se la struttura del trend fosse dominata da un sentiment positivo, non ci troveremmo imballati in una striscia praticamente neutra da molti mesi a questa parte, fatta eccezione per alcuni vuoti d’aria clamorosi che si sono aperti dall’ottobre del 2014.
Se il mercato fosse confident sullo stato dei fondamentali probabilmente darebbe vita, dopo un lungo periodo di tensioni latenti, a un accenno di rally incrementale. E invece continua a stazionare sotto i massimi senza avere comunque il coraggio di intraprendere l’iniziativa verso un nuovo apprezzamento dei corsi.Le circostanze mettono in evidenza multipli piuttosto elevati rispetto al loro valore d’equilibrio, mentre i fondamentali sottolineano perdita di momentum sul fronte degli earnings e in molti casi del fatturato. In altri tempi quello che ci ostiniamo a chiamare mercato, avrebbe anticipato una fase congiunturale di declino. E invece, tra robot e algo-trader telecomandati i comportamenti si sono modificati. Rimane il problema che tra opportunità e rischi bisogna allocare con molto equilibrio gli attivi dei portafogli senza perdere di vista metodi e disciplina nel processo decisionale.

Di conseguenza, bisogna alzare lo sguardo dai numeri forse “irrazionali” del mercato e considerare che il calendario degli eventi politici è affollato di scadenze significative a partire da Brexit, per finire con le presidenziali americane. In gioco ci sono molti interessi, se poi aggiungiamo gli eventi periferici, elezioni un po’ ovunque in Europa, si comprende che il clima non deve essere turbato da condizioni finanziarie che possano distrarre il consenso dal mood mediatico. Che tristezza...... Wlademir Biasia WBAdvisors

 

 Vediamo un indicatore  oggettivo in ottica MACROTECNICA cosa ci suggerisce :

  • IL LEI del conference Board  per gli Stati Uniti è aumentato dello 0,6 per cento in aprile  a 123,9 (2010 = 100), dopo un  nulla di fatto a marzo , e un calo dello 0,1 per cento in febbraio. "Il LEI degli USA  ha subito una impennata nel mese di aprile, con tutti i componenti eccetto le aspettative dei consumatori che contribuiscono al rimbalzo da un primo trimestre sostanzialmente piatto", ha detto Ataman Ozyildirim, direttore dei cicli economici e di ricerca al The Conference Board. "Nonostante un avvio lento nel 2016, il mercato del lavoro e gli indicatori finanziari, e permessi di nuove costruzioni  puntano tutti verso un trend di moderata crescita continua nel 2016."

Vediamo  come alcuni  Trading System    vedono la situazione :

  • IL mio TS  weekly  (Futures)  (nel riquadro)nato per cogliere i trend di lungo periodo sui mercati indica sempre  sulle principali borse mondiali  una situazione  di   stallo  con la tenuta sostanziale dei principali indici sulla scia di Wall street  (Nikkey, Hang Seng sempre SHORT in Asia, MIB e Dax nel segmento Euroamericano).Commodities  con l'oro e l'argento sempre LONG ma in declino nel mese di maggio e con il crudo sul quale fa capolino il LONG attenzione, BOND sempre in fase  nettamente LONG. Una alternativa  nel campo dei trading system strategici  è  il sistema  mensile  MA 6 vs 12 RSI(5) cda utilizzare come confronto che ci indica un SP_500 short è un crudo sul quale il long ancora non è scattato.
  • Il trading system reso popolare da Dog Short su base mensile   conferma il LONG per giugno , L'S&P 500 ha chiuso maggio con un guadagno dell 1,53% dopo un guadagno mensile del 0,27% ad aprile e  un guadagno del 6,6% a marzo.  Tutte  e tre  le medie mobili sullo S&P 500 stanno segnalando invested e tutti e  cinque gli ETF del portafoflio Ivy (SMA_12) danno  il  segnale  "investito". Questo ottimo sistema è  molto raccomandabile da seguire (la  mia preferenza va a SMA_12), le uniche controindicazioni riguardano  la presenza di qualche falso segnale che tale sistema genera. 

Vediamo  ora alcuni indicatori anticipatori dei punti di svolta del mercato  cosa suggeriscono :

$SPXA200R (indica la percentuale di azioni dello S&P500  che sono sopra alla  loro MM  a 200) è un indicatore tecnico disponibile sul StockCharts.com che può essere utilizzato per la previsione di entrate prudenti  e dei punti di uscita per il mercato azionario mutuato da un analogo sistema di John Carlucci, per ridurre il rumore usiamo un MM a 20 su grafico weekly(cambiamo la durata della MM x irrobustire il TS)che indica ora 53,82. Ricordiamo che sopra il 50%  siamo in una chiara  fase long del mercato se  RSI è >50 e  con il  MACD in cui la la linea nera è sopra la linea rossa, Viceversa, quando SPXA200R scende sotto il 50% e i  due indicatori secondari settimanali girano in  negativo, questo sistema ci da  un  segnale  per uscire da tutte le posizioni lunghe. Quindi questo indicatore composito anche nella mia caratterizzazione  si è girato long a riprova della fase confusa ed  carica di incertezza che invita  ad una sana prudenza.

 
 

 
 
 

Escluso un aumento dei tassi in estate dopo il report sull’occupazione

Post n°1936 pubblicato il 03 Giugno 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Investing.com - Le probabilità di un aumento dei tassi nei prossimi mesi si sono notevolmente ridotte dopo la notizia che l’economia USA ha aggiunto molti meno posti di lavoro del previsto, secondo i dati ufficiali di questo venerdì.

Il report sull’occupazione di maggio ha rivelato la creazione di soli 38.000 posti di lavoro nelsettore non agricolo, molti meno dei 164.000 previsti.

Il dato ha fatto scendere il dollaro e crollare i futures USA.

I futures Fed fund hanno ridimensionato le aspettative sul prossimo aumento dei tassi di interesse.

Secondo lo strumento FedWatch del CME Group, le probabilità di un aumento a giugno sono tornate al 4%, dal 21% segnato prima dei dati. Le probabilità di un aumento a luglio sono crollate al 38% dal 58% precedente.

La possibilità di un inasprimento della politica monetaria non supera la soglia del 50% fino alla data del vertice del 2 novembre, quando è prevista una probabilità del 52%.

I mercati attendono ora l’indice dei direttori acquisti dell’ISM sul settore non manifatturiero(PMI), previsto alle 14:00 GMT, o alle 10:00 ET, per valutare la forza dell’economia USA.

I dati di oggi anticipano quella che probabilmente sarà l’ultima apparizione pubblica dellaYellen, in agenda lunedì, prima della decisione di politica monetaria del 15 giugno.

La presidente della Fed terrà un discorso sulle prospettive economiche e la politica monetaria al World Affairs Council di Philadelphia lunedì alle 16:30 GMT, o alle 12:30 ET e potrebbe essere l’ultima occasione per dare la sua opinione sull’andamento dell’aumento dei tassi prima della decisione della Fed.

da http://it.investing.com/news/

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Lucky340
Data di creazione: 04/05/2010
 

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