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Messaggi del 14/03/2015

Ma la Troika la conosce la legge di Okun?

Post n°1826 pubblicato il 14 Marzo 2015 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Sempre più spesso ci si domanda se le ricette economiche messe in atto dalle Istituzioni europee (anche se continueremo a chiamarli in seguito con il termine giornalistico di Troika), siano frutto di corrette valutazioni scientifiche o seguano logiche diverse ad esclusivo uso e consumo di ben definiti interessi.

Ebbene dopo il mea culpa del FMI avvenuto nel dicembre del 2013, dove ha pubblicamente ammesso di aver sbagliato nell’aver sottovalutato enormemente l’effetto del moltiplicatore fiscale sull’impatto nell’economia greca e dei cori di proteste provenienti ormai da ogni angolo d’Europa sulla testardaggine nel proseguire con le politiche di austerity, fra Bruxelles e Francoforte si continua imperterriti cocciutamente a non modificare di un solo millimetro la linea fino ad ora perseguita anche in sfregio alle più elementari regole universalmente conosciute dalla letteratura economica.

 Non mi riferisco ad esempio alla Curva di Phillips, che mette in correlazione inversa il tasso d’inflazione con il tasso di disoccupazione, che già il suo solo rispetto basterebbe a far ripudiare le politiche deflazionistiche fino ad ora adottate e che hanno avuto come unico effetto quello di far sprofondare molti paesi europei membri (ad iniziare dal nostro) verso tassi d’inflazione negativi e conseguentemente far esplodere la disoccupazione reale a tassi assimilabili a quelli da “tempi di guerra”, ma alla meno conosciuta Legge di Okun.

 Nel 1962 l’economista statunitense Arthur Melvin Okun propose una legge economica empirica che dimostrava come ad ogni punto aggiuntivo di disoccupazione ciclica (differenza fra tasso di disoccupazione naturale e disoccupazione totale) corrispondevano 2 punti percentuali di potenziale PIL perso.

Pertanto viceversa, per far incrementare l’occupazione, è necessario aumentare la produzione di una percentuale ben precisa e se tale aumento si ritiene realizzabile principalmente con il contributo della domanda di beni e servizi attivata dalla Pubblica Amministrazione a tutti i livelli, sia centrale che periferica, la disoccupazione la si può combattere in modo efficace solo con l’aumento della spesa pubblica e incentivando quella privata.

 Esattamente il contrario rispetto alle ricette del modello neoliberista/ordoliberista che sta perseguendo fedelmente la Troika adottando il modello economico tanto caro all’ortodossia tedesca che prevede invece la stabilità dei prezzi, cioè il contenimento ossessivo dell’inflazione e il rigore esasperato dei conti pubblici, ad iniziare dal taglio lineare della spesa pubblica, come unico presupposto per la crescita.

 Quanto tempo ancora dovremmo aspettare affinché l’esercito di economisti, giuristi, analisti, consulenti e quant’altro di cui si avvale la Troika, comprendano che se non convinceranno alla svelta i loro vertici su queste ovvie considerazioni economiche, presto rimarranno senza lavoro anche loro?

 

Antonio Maria Rinaldi  su http://scenarieconomici.it

 
 
 

Analisi Intermarket al 14/03/2015

Post n°1825 pubblicato il 14 Marzo 2015 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

L’Europa batte Wall Street...............Come si spiega questo trend? Ovviamente le politiche monetarie sono la causa principale È noto che ai mercati piace l’abbondante liquidità e il Quantitative Easing della Bce sembra appagare questo desiderio. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, invece, l’aspettativa di un rialzo dei tassi delle due Banche centrali, rispettivamente la Federal Reserve e la Bank of England, intimorisce i grandi investitori che iniziano a gettare lo sguardo alle quotazioni di molti titoli dell’Eurozona, ancora di forte appeal nonostante i recenti rialzi.

L’effetto cambio fa il resto. Da un lato, il forte deprezzamento della moneta unica verso le principali valute mondiali migliora le prospettive degli utili futuri delle aziende dell’eurozona grazie a un export più vantaggioso. Allo stesso tempo, il violento apprezzamento del biglietto verde crea timori proprio sugli utili futuri delle aziende a stelle e strisce che vivono di export. Non solo. Quegli utili realizzati all’estero dovranno poi essere cambiati nuovamente in dollari, con il rischio di essere penalizzati ulteriormente. Queste considerazioni stanno alimentando un posizionamento dei grandi gestori mondiali (statunitensi soprattutto) verso l’Eurozona.

Alla luce di ciò, sul comparto azionario la strategia per il 2015 vede protagoniste le borse europee. Il Ftse Mib potrebbe presto scalzare il Dax dal gradino più alto del podio, visto che l’indice tedesco sta già viaggiando su massimi storici, mentre per il nostro ha ancora molto spazio di recupero. Confermiamo quindi l’idea di vendere Usa e acquistare Eurozona come strategia dominante per il resto dell’anno...

Vincenzo Longo – Strategist IG

Vediamo alcuni indicatori in ottica MACROTECNICA:

  •  La curva dei rendimenti USA non è invertita. Nel caso in cui i tassi di interesse a breve termine sono più elevati rispetto ai tassi a lungo termine, fa presagire male per l'economia (intesa come azioni e obbligazioni).Uno dei modelli più potenti per predire la recessione  nel'anno successivo è lo scarto della  curva dei rendimenti tra il T-Note a 10 anni e il T-bond  a 3 mesi.  I risultati di uno studio della Federal Reserve (Estrella e Mishkin) per il periodo 1960-1995  ha collegato il valore dello spread in punti percentuali alla probabilità di recessione. Un margine positivo (con valori compresi tra 1,21-0,02)  è collegato con probabilità del 5% al 25%. Una volta che lo scarto gira negativo, le probabilità vanno dal 30% ad una lettura di -0,17, al 70% a -1,46, 80% , Ora siamo a 2,10.
  •  IL LEI del conference Board , ancora  aumento dello 0,2  a Gennaio (tredicesimo aumento consecutivo) da indicazioni per una buona espansione del PIL USA intorno al 3% anche nel  2015  .
  • Il Margin Debt, ovvero l'ammontare di denaro preso a prestito per gennaio vede un  significativo  decremento rispetto a dicembre, ora siamo a 244.836  . Questo è un indicatore leading (anticipatore) dei possibili punti di svolta del mercato azionario americano, il cui andamento va a rafforzare i cicli virtuosi rialzisti e ad amplificare quelli viziosi in caso di ribasso, quindi l'indicatore ora punta verso il basso.

Vediamo alcuni  Trading System cosa ci  suggeriscono :

  • grafico day (Futures):vediamo  sulle principali borse mondiali  una situazione   sempre  rialzista  con  le commodities in profondo rosso  Europa meglio degli USA;  il bund e  dollar index nettamente Long [grafico in allegato].

 

  • Il trading system reso popolare da Dog Short su base mensile  ancora  LONG per marzo 2015, S&P_500 ha chiuso gennaio   con un guadagno  del 5,5 % il più grande guadagno mensile in 40 mesi. Tutte  e tre  le medie mobili mensili danno Long sullo SP500  e quattro dei cinque ETF  del  Portafoglio IVY   segnalano "investito" con l'eccezione dell'etf sulle commodities  .

Vediamo  ora alcuni indicatori anticipatori dei punti di svolta del mercato  cosa suggeriscono :

  • l’andamento dell’Up-Down Volume al NYSE a 12,48 in discesa in termini di media a 250 giorni  ma conferma  il LONG ($NYUD), il dato differenziale risulta positivo  dalla fine  di luglio 2012. Da allora, non è mai tornato sotto la linea dello zero,"ossia se i compratori prevalgono sui venditori, il mercato sale, punto.  Finchè vi è prevalenza di Up Volume, non ci sarà motivo di temere_Gaetano Evangelista".

 

  • $OEXA200R (indica la percentuale di azioni dello S&P100  che sono sopra alla  loro MM  a 200) è un indicatore tecnico disponibile sul StockCharts.com che può essere utilizzato per la previsione di entrate prudenti  e dei punti di uscita per il mercato azionario, ora indica 60,00  in netta discesa  ma ben  al di sopra dei 50. Sopra il 53%  siamo in fase long del mercato ,  sotto il 47% si apre una fase short , tra il 47 il 53   siamo in una zona di incertezza.

 

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 04/05/2010
 

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