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Creato da: lunarossa.1974 il 16/02/2007
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I giudici di Milano dicono si all'eutanasia

Post n°100 pubblicato il 09 Luglio 2008 da lunarossa.1974

 




La Corte d'appello civile di Milano autorizza il padre e tutore di Eluana Englaro, ragazza in stato vegetale da 16 anni a seguito di un incidente stradale ad interrompere il trattamento di idratazione e di alimentazione che per tutti questi anni l'hanno tenuta in vita.

Era dal 1999 che il padre chiedeva di interrompere quel che lui definiva un accanimento terapeutico.

Ora può farlo.

I giudici hanno così documentato le ragioni che li hanno spinti a tale soluzione:


  • a) è già stata provata l'irreversibilità dello stato vegetativo permanente della giovane ed

  • b) è dimostrata la convinzione di Eluana, quando era pienamente cosciente, di preferire la morte all'essere tenuta in vita artificialmente senza più capacità percettive e avere contatti con il mondo esterno.


I firmatari del decreto in cui si autorizza la sospensione del nutrimento a Eluana sono il giudice della prima sezione civile della Corte d'appello di Milano Filippo Lamanna e i giudici del collegio Giuseppe Patrone e Paolo Negri Della Torre.


Il provvedimento può essere applicato da subito ma un'ulteriore pressione vien fatta al genitore e tutore.

Il consiglio di attendere il termine dei 60 giorni poiché teoricamente è possibile farvi ricorso davanti alla Cassazione.

Chi mai avrebbe la temerarietà e l'arroganza non meno la presunzione di fargli ricorso?

Non i familiari, ne gli amici o vicini di casa.

Tuttavia dobbiamo prendere tutti in considerazione la possibilità che la Santa Chiesa Romana, temendo gli sfugga di mano la sua lotta all'eutanasia possa Essa stessa opporsi e presentare ricorso.

Se ciò non accadesse sarebbe per noi, comuni mortali e per tutti gli Welby una grande e grave conquista.

I giudici: "Decisione inevitabile"

Per il collegio giudicante che ha emesso il verdetto, la decisione è stata "inevitabile" dopo aver accertato "la straordinaria durata del suo stato vegetativo permanente, l'altrettanto straordinaria tensione del suo carattere verso la libertà e la sua visione della vita". Una concezione della vita - spiega il giudice Lamanna - inconciliabile con la perdita totale e irreversibile delle proprie facoltà psichiche e la sopravvivenza "solo biologica del suo corpo, in uno stato di assoluta soggezione passiva all'altrui volere".

La Corte d'appello ha anche escluso che la scelta del tutore, il padre di Eluana, "sia stata espressione di un suo personale giudizio sulla qualità della vita" della figlia anziché di quest'ultima, e sia che vi siano stati altri "fini o interessi se non quello di rispettare la volontà" della ragazza.

Il padre: "Ha vinto lo Stato di diritto"

Il papà di Eluana, Beppino Englaro, ha commentato così la decisione della Corte d'Appello: "Ha vinto lo Stato di diritto".

Laddove vince lo Stato di diritto perde forse lo Stato del Vaticano?

È questo che intendeva dire il papà?


 
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