Creato da maestrapiccola il 23/03/2009

maestrapiccola

la scuola da dentro

 

Messaggi di Maggio 2014

Voglia di estate.

Post n°977 pubblicato il 29 Maggio 2014 da maestrapiccola
 

Al parco, dietro l'angolo una gelateria, due bambini di sette anni.

"Io ho mangiato un ghiacciolo alla Morena!"

"Siamo uguali, anch'io ho mangiato un ghiacciolo alla murena!!"

 
 
 

Da oggi in libreria!

Post n°976 pubblicato il 28 Maggio 2014 da maestrapiccola
 

A chi si sente lupo

A chi si sente Cappuccetto Rosso

e a chi ha paura del bosco.

Ai miei tre porcellini con tutto l'amore che esiste.

http://www.valentinaedizioni.it/chiss_se_oggi_incontrer_il_lupo.htm

 

 

 
 
 

Non serve capire

Post n°975 pubblicato il 26 Maggio 2014 da maestrapiccola
 

Domenica è successa una cosa:

alcuni bambini hanno accompagnato i genitori a scuola e non viceversa

per votare.

All'uscita mentre gli adulti di due famiglie parlavano nel giardinetto davanti alla scuola, i figli non erano da meno:

"Tua mamma cos'ha votato?" chiede il primo palleggiando una palla gialla.

"Boh!"

"La mia PIeDI!"

"Come piedi!!!"

""Boh! Ha detto così: ho votato PIeDI!"

"Ma i piedi per camminare?"

"Sì!"

"Non ci capisco niente!"

"Neanch'io, fai un tiro?"

 
 
 

Storici si nasce

Post n°974 pubblicato il 23 Maggio 2014 da maestrapiccola
 

"Maestra guarda cosa ha combinato Massimo!!!"

In effetti passando Massimo ha tirato giù mezzo scaffale con due dozzine di quaderni, varie scatole di pastelli e qualche libro.

Tutto ora giace scomposto sul pavimento come un enorme falò che aspetta.

"Maestra sembra la seconda guerra mondiale del 1532!"

 

 
 
 

Adulti vs bambini

Post n°973 pubblicato il 20 Maggio 2014 da maestrapiccola
 

Ambulatorio medico.

Bambina di quattro anni con trentanove di febbre aspetta di essere visitata.

Agitata forse, chi non lo sarebbe.

Stanca forse, spaesata; vorrebbe essere a casa tranquilla, chi non lo vorrebbe con la febbre così alta.

Mi perdo il motivo e vedo solo il risultato: la piccola dà un morso alla sua mamma.

Non mi perdo però le parole che si scambiano dopo:

"Scusa mamma mi perdoni?" implora la bimba affranta.

"No!"

"Mamma mi perdoni, scusa!" è rinsecchita in un angolo, stretta dal rimorso e dalla vergogna della voce alta della mamma che risuona nella sala d'aspetto.

"E' andato via con le scuse il tuo morso? Eh? Guarda? E' andato via? No!

Allora non me ne frega niente delle tue scuse!

Spero che il dottore ti faccia un po' male così impari!

Non ti meriti niente!

Sei cattiva!"

Le ho trascritte subito le parole della mamma, anche se non si fa, ma almeno mi toglievo dall'imbarazzo di dover distogliere gli occhi dalla scena.

Lascio aperta la riflessione a ciascuno e consiglio la sempre bella lettura

"I bambini imparano quello che vivono" di Dorothy L. Nolte

 

 
 
 

Potere decisionale

Post n°972 pubblicato il 19 Maggio 2014 da maestrapiccola
 

Al mondo ci sono i decisi e gli indecisi.

A volte gli uni servono agli altri, ma non sempre.

Carlo è uno deciso punto e basta.

Il problema è che spesso deborda oltre il suo confine e spesso non risulta simpatico.

Per Giulio, che teme la sua ombra, avere Carlo come amico è una sicurezza ma per Gabriel no.

Quando giocano o fanno un lavoro di gruppo, Gabriel deve sgomitare per far valere il suo pensiero e per avere autonomia di azione.

L'altro giorno Gabriel è scoppiato perchè Carlo aveva addirittura deciso se Gabriel avrebbe o meno mangiato la banana.

Il cielo in classe si è squarciato e Gabriel ha ululato:

"Basta!

Decido io a me!!!!"

 

 

 
 
 

Ma perchè?

Post n°971 pubblicato il 13 Maggio 2014 da maestrapiccola
 

Hamed viene dal Marocco.

La sua maestra no.

Hamed è molto vivace.

La sua maestra molto calma.

Lui è allegro.

Lei nervosa.

Più lui è allegro, più lei si innervosisce.

Lui è desideroso di imparare.

Lei pensa di sapere tutto.

Hamed parla male l'italiano.

La maestra anche:

"Se non la smetti ti rimando dal paese da dove sei venuto!"

 
 
 

Per voce sola

Post n°970 pubblicato il 08 Maggio 2014 da maestrapiccola
 

Questa è una storia vera.

Davide, consigliato dal neuropsichiatra infantile che lo segue, viene mandato in una scuola elementare pubblica a modulo per evitare il carico da quaranta ore settimanali.

Peccato che la suddetta scuola è conosciuta per lo snobismo dell'utenza che è la crème della crème della città, coloro che vanno in una scuola pubblica e ne dispongono come fosse una privata.

Gli insegnanti e il preside mal governano questi genitori e da anni si fanno sopraffare nelle scelte che non sono più troppo educative per i bambini.

La famiglia di Davide, in affanno per il piccolo da quando è nato e socialmente molto soli, si affidano e fidano totalmente di quello che dicono i servizi che intanto hanno fatto certificare il bambino.

Davide è un bimbo con un cognitivo un po' basso e qualche problema di socializzazione.

Con l'ingresso alla scuola dell'obbligo, la vita di Davide è a un crocevia, la situazione può rimanere uguale per lui, può migliorare o peggiorare.

Ma lo stato italiano, che vede nell'istruzione la ricchezza e la forza della nazione, non può essere responsabile di un peggioramento.

Quindi siamo tranquilli.

E' settembre e le foglie cadono arancioni sul marciapiede dove Davide, con il suo babbo e la sua mamma, aspetta che si apra il portone per il suo primo giorno di scuola.

Alla sera, sempre di quel primo giorno di scuola, nella casa di Davide arriva una telefonata.

E' la maestra di italiano che chiede la cortesia di lasciare a casa Davide il sabato per tutto l'anno scolastico.

La mamma risponde che la scuola è pubblica e che c'è l'obbligo di frequenza.

I cinque anni trascorrono tra le angherie più basse e solo un bambino russo, Dimitri, suo compagno di banco,permette a Davide di avere momenti lieti.

Alle medie tolgono il sostegno a Davide.

Alle superiori sceglie un indirizzo professionale che lo interessava molto.

Per altri cinque anni subisce maltrattamenti da parte dei compagni e quando vengono segnalati i fatti, i professori liquidano sempre la mamma con un " lei sa come sono i ragazzi".

Una vera e propia banda in stile mafioso si è divertita alle sua spalle con atti degni del miglior riformatorio.

La famiglia di Davide è esausta e troppo piccola per affrontare battaglie legali.

Intanto Davide perde anche Dimitri perchè in mezzo a loro si era messa la di lui fidanzata che non capiva nè Davide, nè il loro rapporto.

Dimitri, per il suo primo amore, rinnega l'amico per una biondina viziata.

Solo al mondo Davide fa l'esame di maturità e quello per la patente e poi si chiude definitivamente in casa, nella sua camera quattro metri per quattro con la connessione Wi.Fi. a sorreggerlo.

Ora Davide è un giovane uomo, sempre chiuso in quella camera in cui gioca tutta la notte a giochi on line e dorme fino a tardi la mattina.

Ha parole dure e vere sulla scuola e sulle persone che popolano il mondo a parte la sua famiglia piccola e quella più allargata. Davide ha di sè una grande consapevolezza e sa come, tutto quello che ha vissuto, ha determinato il suo essere oggi.

"Io dovevo sopravvivere, mi è scattato un istinto di sopravvivenza che ora tende alla mia conservazione. Non mi posso fidare di nessuno e non ho voglia di conoscere nessuno. Ho conosciuto troppe persone brutte. Io non alzavo dei muri verso gli altri ma degli scudi. Lo sai qual è la differenza? Il muro è definitivo, lo scudo lo puoi deporre."

"Ma se non esci dalla tua camera come fai a incontrare la gente."

"Purtroppo sono un orso bruno ormai, sto bene nella mia tana."

"La tua tana non ti basterà più prima o poi, la tua mamma non ci sarà sempre..."

"Saprò sopravvivere.

Il momento più duro è la notte quando mi arrivano i brutti pensieri

per questo gioco al computer e non penso più a nulla."

La mamma interviene:

"Mi dispiace aver parlato male degli insegnanti con lei che è..."

"Purtroppo signora, io so che quello che mi raccontate esiste, lo so che è vero e di questo mi vergogno e per questo combatto."

La scuola pubblica italiana è popolata da tanta brava gente ma anche da gente che di notte fa venire i brutti pensieri anche a me.

Basterebbe la storia di Davide per fare un punto e a capo.

Come Davide invece ce ne sono a migliaia che soffrono e non hanno trovato nella scuola un sostegno.

Quello che dico è che è ora di smettere di coprire chi non è insegnante in maniera degna, rispettosa, responsabile, competente e aperta a tutto quello che è lontanissimo, diversissimo e incompresibile da lui.

Basta a chi si nasconde dietro ad un lavoro comodo, certo con uno stipendio medio, ma con tante ferie.

Basta a chi fa della scuola un carrozzone dove tutto è uguale e fa lo stesso.

Basta usare la mortificazione come metodo educativo.

Basta bambini con il mal di testa e il vomito per l'angoscia della maestra e adolescenti che si suicidano davanti ai professori.

Davvero basta.

Basta agli adulti che sono causa di malessere e di odio vero e proprio.

In una carriera scolastica dell'obbligo si hanno non meno di quindici/venti insegnanti.

Arriviamo a trenta cone le superiori e a almeno cinquanta con la laurea.

Vi chiedo di pensare al vostro percorso scolastico e vedere se avete avuto cinquanta persone che hanno fatto il tifo per voi, che erano al vostro fianco, illuminati di passione pronti ad aprirvi nuovi orizzonti.

La media è di non poterne ricordare più di cinque. Spesso meno.

A tutto questo è ora di dare un taglio, smettendo di coprire chi fa della scuola il suo salotto di casa in cui tutto è permesso, compreso stare con le gambe in alto e fare zapping per decidere chi interrogare.

La scuola è un valore.

La scuola ha un grande valore nella vita di un essere umano e,

nel bene e nel male,

può determinarne il corso.

 
 
 

Avverbio di quantità

Post n°969 pubblicato il 06 Maggio 2014 da maestrapiccola
 

I bambini spesso sono il prolungamento degli arti di noi adulti.

Sono gambe per andare a recuperarci qualcosa e braccia per tendercene altre quando non abbiamo voglia di alzarci.

Convinti che sia quasi un nostro diritto e un loro dovere.

"Maria mi passi i colori che sono sulla cattedra per favore?" chede la pigra maestra.

"Non ce n'è nessun po'!"risponde svelta l'alunna e nell'inciampo della sua frase la maestra ricorda chi è lei e chi sono loro.

 
 
 

Magia!

Post n°968 pubblicato il 05 Maggio 2014 da maestrapiccola
 

In prima elementare tutto arriva come una magia.

L'essere umano è in grado di imparare in fretta e bene, a parte casi particolari.

Ho già detto più volte che molti bambini hanno poco bisogno degli inseganti, basterebbe solo qualcuno che gli accendesse la luce per illuminare le nuove cose da imparare, il resto lo fanno da soli.

E questo è un bene perchè ci sono bambini che hanno molto bisogno di un affiancamento vero e solido ma lo Stato fa finta di niente e tira al ribasso concedendo sempre meno ore per fermarsi al pit-stop della mente.

Ma queste sono divagazioni e polemiche che qui non devono entrare; parliamo di Sofia piccole trecce che poco ha bisogno di una maestra perchè vede le cose da sola.

Per lei la lettura è stata immediata e dopo poca palestra è diventata presto piacere allo stato puro.

I primi mesi di palestra di lettura in una classe sono bellissimi perchè si sentono venti vocine che leggono tenendo il segno con il ditino. Non si rendono conto di quello che fanno, o meglio non sanno ancora che esiste la differenza tra lettura ad alta voce e lettura sileziosa solo con gli occhi.

Non lo sanno fino a che, per magia, arriva il giorno che capiscono che possono farlo anche senza sonoro.

"Maestra guarda!So leggere senza parlare!"

 
 
 

CRISTINA PETIT

IL LIBRO TV

VALENTINA EDIZIONI

 


CRISTINA PETIT

SALGO A FARE DUE CHICCHIERE

SAN PAOLO EDIZIONE

serata di presentazione con i protagonisti veri del libro

https://www.youtube.com/watch?v=6AZhAG-Bofk

 


CRISTINA PETIT

COSA C'E' DENTRO LA SCATOLA?

VALENTINA EDIZIONI

 

 

CRISTINA PETIT

QUALCOSA CHE SOMIGLIA AL VERO AMORE

TRE60

NON E' CHICK LIT!

trailer del libro

https://www.youtube.com/watch?v=2RsSGiiCiC0

 

CHIEDILO ALLA MAMMA, CHIEDILO AL PAPA'

Cristina Petit

Valentina Edizioni

 

CONVERSAZIONI PICCOLE

Conversazioni piccole

Cristina Petit

San Paolo edizioni

 

 

 

LA PROVA

 

PRIMO LIBRO SOLO COME ILLUSTRATRICE!

COME SI FA A DIVENTARE GRANDI?

Testo: VALENTINA BRIOSCHI

Illustrazioni:CRISTINA PETIT

VALENTINA EDIZIONI

 

 

CHISSA' SE OGGI INCONTRERO' IL LUPO?

PICCOLO BUIO

A tutti quelli che hanno paura del buio

nella speranza che arrivino

al più presto grandi luci!

Cristina Petit- Ed. IL CASTORO

trailer dello spettacolo

https://www.youtube.com/watch?v=u7rzjfDNew4

 

Cristina Petit

PRESEPE IN CALAMITA

EDB junior

 

 

Cristina Petit

VOLO VIA

Valentina Edizioni

 

Cristina Petit

CONVERSAZIONI PICCOLE

Mamma perchè vai a lavorare?

Cos'è un amore lungo lungo?

Dov'è andato il nonno?

San Paolo Edizioni

 

Cristina Petit

CI SONO BAMBINI E BAMBINE!

Valentina Edizioni

 

Cristina Petit

DIRE FARE GIOCARE

Ed. Bacchilega Junior

IL MOSAICO

 

Cristina Petit

IGNAZIO CHE NON CI VEDEVA BENE

Ed.Bacchilega junior

http://www.ilmosaicocooperativa.com/ed_libricini_ignazio.html

 

Cristina Petit

UN BUCO NEL CIELO

ed.SONDA

http://www.sonda.it/

 

Grazie a tutti voi lettori del blog.

Avete dato senso al mio scrivere,

e ora,

sono diventata una persona di carta.

 

 

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maestrapiccola@gmail.com

 

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