un giorno per caso
che il mare sia la mia canzone e il vento la sua melodia
Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.
Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste
Hermann Hesse
Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere "noi" in mezzo al mondo
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.
Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l'un l'altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l'ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia...
Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.
Pablo Neruda
Messaggi di Novembre 2017
Post n°1110 pubblicato il 25 Novembre 2017 da Ish_tar
Indossa la tua maschera e vai incontro alle tue paure, solo quando avrai smesso di temerle capirai quanta distanza hai seminato con le tue stesse mani tra te ed il miraggio della serenità che hai sempre rincorso, chiudendo involontariamente ogni porta che ti avrebbe dato accesso al suo raggiungimento. Conta sulla tua pelle tutte le cicatrici che ti ha lasciato vivere fino a questo giorno, accarezzale come petali di seta che alleviano la ruvidezza delle spine, guarda ai tratti di carne incontaminati disseminati sul tuo corpo e pensa a quanta vita ancora ti aspetta. Smetti di rendere invincibile tutto quello che temi, sei tu a dargli il potere di annientare le tue certezze e di distruggerti in uno stillicidio di attimi in cui perdi la coscienza di ciò che sei veramente. Raccogli i cocci delle occasioni frantumate e delle cose che non sei riuscita a tenere insieme e riponili senza rimpianto nella selezione indifferenziata del tuo bagaglio di esperienza... e poi continua a testa alta su quella strada che ti è stata tracciata, che apparentemente scegli ogni giorno, ma che un disegno preordinato ha stabilito per te. E non aver timore di lasciar trasparire la tua debolezza, essa è la madre del tuo essere donna, volubile come la marea, sferzante come la tempesta, impetuosa come il vento che arriva dissipando ogni sedimento di stanchezza, travolgente come l’istinto di una madre che non esita a scuotere il mondo pur di proteggere la sua figliolanza. |
Post n°1109 pubblicato il 22 Novembre 2017 da Ish_tar
Quando hai bisogno di indugiare un istante nell'ascolto del tuo sentire... ti soffermi a percorrere i tratti del tuo volto che conosci alla perfezione, ma che spesso non osservi con la dovuta premura, smarrendo l'effetto che sa lasciargli un'emozione; ti accorgi di aver bisogno di parole che ti facciano sorridere il cuore e che delle altre hai imparato sapientemente a fare a meno, lasciando che si disperdano nel vuoto; scegli di dare la priorità a quello che ti entusiasma, che ti fa sentire a tuo agio e non ti nega la possibilità di lasciarti andare ad euforiche esternazioni bambine; ripeti a te stessa che ridere e piangere sono reazioni del tuo essere viva e che la cosa più bella è lasciare che erompano con la spontaneità con cui si affacciano dentro di te; ammetti di amare stare insieme alla gente, così come ami raccogliere la tua solitudine tra le tue stesse braccia che non mancano mai di sapersi bastare; ricordi alla tua mente assorta che l'unico compromesso che accetti è quello del tempo che incalza e fai strada ad ogni amarezza verso il percorso che ti riporta la quiete... capisci che hai corazzato te stessa da un pregiudizio che non ti può più sfiorare. |
Post n°1108 pubblicato il 14 Novembre 2017 da Ish_tar
Tutto è perfetto,
ogni battito, ogni consonanza.
Come in una sincronica rapsodia
dai suoni sottili e metallici che non stridono,
ma propagano delle note argentine,
cristalline come un torrente
che scandaglia impetuoso
i recessi remoti della mente,
fino ad intriderla di vita che esplode.
Mentre il passo si fa di sorpresa guardingo
e saltella tra pozzanghere di luce,
piovute giù da un cielo azzurro che resta.
|
Post n°1107 pubblicato il 11 Novembre 2017 da Ish_tar
Muri bianchi senza ornamenti, lisci come certi accessi del pensiero che scivolano senza riempirti, pur lasciando di sé una forma indefinita, prepotentemente insinuante, che comprime come una morsa, trappola della paura. Immensità salate discernono nella tua testa accavallandosi come ignare risacche, schiave di una imponderabile marea. Cerchi un punto da cui ripartire, per avere un nuovo spazio in cui ampliare quello che temi, un nemico gigantesco che incombe e di cui non conosci le fattezze, ma che ti incute una paura smisurata, incontenibile nel piccolo raccoglitore di speranza ormai destituita da un’attesa sfibrante che ti consuma a strati, fino a giungere nei pressi dell’anima che ancora preserva il suo bisogno di credere. Un’ingenua ricerca di pace vaga solitaria tra le dune ventose che accecano lo sguardo, proseguendo a memoria senza inciampare, ma è una fluidità illusoria e fallace, pronta a mancare al prossimo intoppo con cui dovrà fare i conti cambiando ancora una volta l’ordine assurdo delle priorità… |
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