Creato da: maldamore il 31/08/2006
Blog sulle dipendenze affettive e relazionali e sul Mal d'Amore in generale - vedi sito www.maldamore.it

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« PSICOLOGIA SCOLASTICA E ...LETTERATURA E... MAL D'AMORE »

NIETZSCHE E IL MAL D'AMORE

Post n°20 pubblicato il 04 Marzo 2008 da maldamore
 

Nietzsche dedica alcuni aforismi di Umano, troppo umano alla donna, al suo
rapporto con l’uomo e al matrimonio che ritengo  interessanti.

F. Nietzsche, Umano, troppo umano


385. Una specie della gelosia. Le madri sono facilmente gelose degli amici
dei loro figli, quando questi conseguono successi particolari. Una madre ama
di solito in suo figlio piú sé che il figlio stesso.

[...]

www.maldamore.it



387. Bontà materna. Certe madri hanno bisogno di figli felici, onorati;
altre di figli infelici: altrimenti la loro bontà di madri non può
manifestarsi.

388. Differenti sospiri. Alcuni mariti hanno sospirato sul rapimento delle
loro mogli; la maggior parte nel fatto che nessuno gliele abbia volute
rapire.

389. Matrimoni d’amore. I matrimoni che vengono conclusi per amore (i
cosiddetti matrimoni d’amore) hanno l’errore per padre e la necessità (il
bisogno) per madre.

390. Amicizia femminile. Le donne possono stringere benissimo amicizia con
un uomo; ma per poterla conservare – a tal fine deve ben aiutare una piccola
antipatia fisica.

392. Un elemento dell’amore. In ogni specie di amore femminile viene in luce
anche qualcosa dell’amore materno.

393. L’unità di luogo e il dramma. Se i coniugi non vivessero insieme, i
buoni matrimoni sarebbero piú frequenti.

394. Conseguenze abituali del matrimonio. Ogni rapporto che non eleva
abbassa, e viceversa; perciò gli uomini scendono alquanto, quando prendono
moglie, mentre le donne vengono alquanto innalzate. Gli uomini troppo
spirituali provano in ugual misura bisogno e ripugnanza per il matrimonio,
come per una repellente medicina.

[...]

399. Matrimonio di buona durata. Un matrimonio in cui ciascuno dei coniugi
vuol raggiungere tramite l’altro uno scopo individuale, si tiene bene
insieme, come per esempio quando la moglie vuol diventare celebre per mezzo
del marito e il marito popolare per mezzo della moglie.

400. Natura da Proteo. Per amore le donne diventano veramente tali, quali
esse vivono nell’immaginazione degli uomini da cui sono amate.

401. Amare e possedere. Le donne amano per lo piú un uomo importante in modo
da volerlo avere tutto per sé. Volentieri lo metterebbero in clausura se la
loro vanità non le dissuadesse: questa vuole che egli appaia importante
anche di fronte agli altri.

402. Prova di un buon matrimonio. Un matrimonio si dimostra buono se
sopporta per una volta un’“eccezione”.

[...]

404. Onorabilità e onestà. Quelle ragazze che vogliono procurarsi col solo
loro fascino giovanile una sistemazione per tutta la vita e la cui furberia
viene ancora piú aizzata da madri smaliziate, vogliono esattamente la stessa
cosa delle etère, solo che sono piú intelligenti e piú disoneste di queste
ultime.

405. Maschere. Ci sono donne che, per quanto la si cerchi in loro, non hanno
interiorità, sono pure maschere. È da compiangere l’uomo che ha a che fare
con tali esseri quasi spettrali, necessariamente insoddisfacenti; ma proprio
esse possono eccitare al massimo il desiderio dell’uomo: egli cerca la loro
anima – e continua a cercare.

[...]

411. L’intelletto femminile. L’intelletto delle donne si manifesta come
perfetta padronanza, presenza di spirito, sfruttamento di tutti i vantaggi.
Esse lo trasmettono come loro qualità fondamentale ai loro figli, e il padre
vi aggiunge il fondo piú oscuro della volontà. L’influsso del padre
determina per cosí dire il ritmo e l’armonia, secondo cui si svolgerà la
musica della nuova vita; mentre la melodia di essa proviene dalla donna. –
Detto per coloro che sanno trarre profitto da qualcosa: le donne hanno
l’intelletto, gli uomini il sentimento e la passione. Ciò non è contraddetto
dal fatto che gli uomini giungano in realtà tanto piú lontano con il loro
intelletto: essi hanno gli impulsi piú profondi e piú forti; sono questi che
portano cosí lontano il loro intelletto, che di per sé è qualcosa di
passivo. Spesso le donne si meravigliano segretamente della grande
venerazione che gli uomini tributano al loro sentimento. Se gli uomini,
nella scelta della loro compagna, cercano soprattutto un essere profondo,
pieno di sentimento, e le donne invece un essere intelligente, fornito di
presenza di spirito e brillante, si vede in fondo chiaramente come l’uomo
cerchi l’uomo idealizzato e la donna la donna idealizzata, ossia non
l’integrazione, bensí il perfezionamento dei propri pregi.

[...]

Le donne nell’odio. Nello stato di odio le donne sono piú pericolose degli
uomini; innanzitutto perché esse, una volta che il loro sentimento ostile
sia suscitato, non sono trattenute da nessun riguardo di equità e lasciano
invece crescere indisturbato il loro odio fino alle ultime conseguenze; poi
perché sono esercitate a trovare punti deboli (che ogni uomo, ogni partito
ha) e a colpire in essi: nella qual cosa il loro intelletto, affilato come
un pugnale, rende loro eccellenti servigi (mentre gli uomini alla vista
delle ferite si trattengono e divengono spesso magnanimi e concilianti).

415. Amore. L’idolatria che le donne professano per l’amore è in fondo e in
origine un’invenzione dell’accortezza, in quanto con tutte quelle
idealizzazioni dell’amore esse accrescono il loro potere e si presentano
come sempre piú desiderabili agli occhi degli uomini. Ma con la secolare
assuefazione a questa esagerata valutazione dell’amore, è avvenuto che esse
sono cadute nella loro stessa rete e hanno dimenticato quell’origine. Oggi
esse stesse sono illuse ancor piú degli uomini e soffrono perciò anche di
piú per la delusione che quasi necessariamente arriverà nella vita di ogni
donna, nella misura in cui essa abbia in genere abbastanza fantasia e
intelletto per poter essere illusa e delusa.

416. Sull’emancipazione delle donne. Possono le donne in genere essere
giuste, quando sono cosí abituate ad amare, a sentire subito pro e contro?
Perciò, anche, esse si infiammano piú raramente per una causa che per una
persona; ma se si infiammano per una causa, ne diventano subito partigiane,
sciupando in tal modo l’azione pura e innocente. Cosí un pericolo non
piccolo sorge quando vengono loro affidate la politica e certi settori della
scienza (per esempio la storia). Giacché: che cosa è piú raro di una donna
che sappia veramente che cos’è la scienza? Le migliori nutrono addirittura
in seno un segreto disprezzo nei suoi riguardi, come se in qualche modo le
fossero superiori. Forse tutto ciò potrà cambiare, ma intanto è cosí.

417. L’ispirazione nel giudizio delle donne. Quei repentini giudizi sul pro
o il contro che le donne sogliono dare, le fulminee illuminazioni dei
rapporti personali attraverso le loro prorompenti simpatie e antipatie,
insomma, le prove dell’ingiustizia femminile sono state dagli uomini
innamorati circondate di un’aureola, come se tutte le donne avessero
ispirazioni di saggezza, anche senza il tripode delfico e la corona
d’alloro; e le loro sentenze continuano per lungo tempo a essere oggetto di
interpretazione e di applicazione, quasi fossero oracoli sibillini. Ma se si
considera che si può sempre dire qualcosa a favore come a sfavore di ogni
persona e di ogni cosa, che tutte le cose non hanno solo due, ma tre e
quattro facce, è difficile, in pratica, con tali improvvisi giudizi,
sbagliare del tutto; anzi si potrebbe dire: la natura delle cose è fatta in
modo tale, che le donne hanno sempre ragione.

[...]

270. Lo spirito delle donne nella società odierna. Come oggi le donne la
pensino sullo spirito degli uomini, lo si indovina dal fatto che esse nella
loro arte di adornarsi pensano a tutto fuorché ad accentuare particolarmente
lo spirito dei loro tratti o i dettagli spiritosi del loro viso: al
contrario nascondono cose simili, e sanno invece darsi, per esempio con una
disposizione dei capelli sulla fronte, l’espressione di una viva e bramosa
sensualità e materialità, proprio quando posseggono poco di queste qualità.
La loro convinzione che nelle donne lo spirito spaventi gli uomini giunge al
punto che esse stesse rinnegano volentieri l’acutezza del piú spirituale tra
i sensi e si accollano intenzionalmente la reputazione di miopia; in tal
modo confidano di rendere gli uomini piú fiduciosi: è come se intorno a loro
si diffondesse un dolce, invitante crepuscolo.

271. Grande e fugace. Ciò che muove alle lacrime colui che guarda è il
fanatico sguardo di felicità con cui una bella e giovane donna guarda suo
marito. Si prova in tale circostanza tutta la melanconia dell’autunno, tanto
per la grandezza, quanto per la fugacità della felicità umana.

272. Spirito di sacrificio. Molte donne hanno l’intelletto del sacrificio e
non sono piú contente della loro vita, se i mariti non le vogliono
sacrificare: allora non sanno piú a che cosa appigliarsi con la loro mente e
si trasformano improvvisamente da vittime in sacerdoti sacrificanti esse
stesse.

273. Ciò che è non femminile. “Stupido come un uomo” dicono le donne: “vile
come una donna” dicono gli uomini. La stupidità è nella donna il non
femminile.

274. Il temperamento maschile e femminile e la mortalità. Che il sesso
maschile abbia un temperamento peggiore del sesso femminile, risulta anche
da ciò, che i bambini sono piú esposti alla mortalità delle bambine,
evidentemente perché essi piú facilmente “escono dai gangheri”: la loro
selvatichezza e incompatibilità peggiora facilmente tutti i mali fino a
renderli mortali.


 
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Commenti al Post:
fiorealgiorno
fiorealgiorno il 07/03/08 alle 17:18 via WEB
BELLISSIMO!!Davvero molto interessante..
(Rispondi)
 
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