Creato da marcocyn il 22/03/2005

arte e differenza

riflessioni su arte musica e tempo

 

 

Determinismo ed Emergentismo

Post n°23 pubblicato il 03 Ottobre 2007 da marcocyn
 

Un interessante topic da un forum su determinismo ed emergentismo. Riporto qui il mio contributo.
Il Riduzionismo vorrebbe che tutto fosse ricondotto a meccanismi fisici rigorosi, senza ipotizzare altre entità di ordine diverso, mentre per l'Emergentismo  anche la spiegazione fine e dettagliata dei meccanismi neuronali non è in grado di rendere conto dell'insorgere della coscienza, e quindi questa emergerebbe a un certo punto o grado di complessità dell'organizzazione neuronale, accompagnandosi miracolosamente ad essa.

I due termini del dilemma potrebbero essere così definiti.

Io tendo a non credere al dualismo mente-corpo, e quindi rifiuto l'emergenza della prima sul secondo- è una posizione che ha sempre creato problemi al momento di mettere in comunicazione ciò che postula come separato (come questa mente andrebbe a sovrapporsi a un certo punto al fisico? quando, come e perché? e come comunicano?)

Propengo per il riduzionismo, ma non come materialismo gretto e grezzo: non conosciamo tutte le proprietà insondabili e fini della materia, e l'esistenza della mente e della sfera psicologica non è che una evidente dimostrazione di ciò, ovvero che la materia non è mero determinismo e tangibilità, ma possiede proprietà che emanano da essa come un profumo da un fiore...

Così, il determinismo non deve essere una causalità rigida e puramente meccanica, altrimenti tutto lo stato attuale dell'universo dovrebbe rendere possibile Dedurre logicamente ogni possibile stato e configurazione futura dello stesso. Mentre a mio vedere, il futuro è imperscrutabile e tale deve rimanere, in quanto è ancora da FARE, e l'universo SI FA in ogni momento in virtù di una spinta creatrice che lo muove, un principio energetico che lo fa muovere e funzionare Quasi-Meccanicamente: ciò nel senso che nel breve periodo le leggi del movimento e degli urti tra atomi, elettroni, corpi, e così via, riescono a spiegare con molta aderenza il reale funzionamento della realtà. Ma che su grandi dimensioni e grandi lassi temporali, queste leggi mancano la presa, allargandosi l'errore che sulle piccole scale è irrisorio.

E' quella che Bergson definisce Evoluzione Creatrice: interpretando, è come se nella realtà fosse insito un principio creatore, una piccola capacità di creare e innovare continuamente rispetto al piano attuale della realtà, un principio di differenziazione creativa, introducendo continue novità che rendono il futuro non pienamente prevedibile. E' come se la materia funzionasse in virtù della capacità di inserire, di creare continuamente uno scarto su se stessa e da se stessa, il che è anche il motore del tempo e del divenire delle cose, e l'essenza stessa della dimensione temporale del reale.

Tutto cambia e tutto diviene spostandosi dalla posizione e dalla condizione in cui è, tutto si trasforma impercettibilmente, e questa trasformazione non avviene sul piano di ciò che già è o già è stato, ma sul piano trasversale e verticale della Possibilità, di ciò che è ancora Possibile, o meglio che ancora non è possibile ma che lo diventa nel momento in cui ne vengono Create le condizioni della possibile esistenza (in Bloch se non erro c'è una simile concezione della Possibilità).

Ecco che una causalità addizionata di un piccolo quid di casualità creativa apre lo spiraglio alla coscienza come proprietà sopravveniente e però inerente alla materia stessa.

 
 
 

Esperienza e percezione

Post n°19 pubblicato il 30 Agosto 2007 da marcocyn
 

E' possibile un'esperienza non soggettiva? quello che io percepisco come un certo colore, odore, sapore, per un altro sarà un'altra percezione...

Si chiamano Qualia nei termini della psicologia della mente, li studiano autori come Dennet, Chalmers, Searle.
La questione è che le percezioni che ognuno di noi esperisce, come risultato dell'incontro-scontro con le cose (e già qui ammettiamo l'esistenza di una realtà oggettiva esterna e che agisce su di noi secondo una causalità esperibile, e questo noi non è che un corpo immerso in questa stessa causalità), non sono confrontabili per il loro aspetto qualitativo con quelle di tutti gli altri. Nel senso, chiamiamo Rosso la sensazione di colore che ci suscita la vista di un papavero, ma non c'è modo di verificare che la qualità di colore di questa mia percezione (l'essere-rosso del fiore) sia esattamente la stessa identica di quella che esperisci tu- certo, è plausibile, comodo e necessario stabilire che siano la stessa sensazione, ma non è possibile averne la certezza.

Così il mondo è un'oggettività che entra in contatto con noi, la realtà è un insieme di corpi che si incontrano e interagiscono, entrando gli uni nella sfera di soggettività degli altri. E dalla soggettività non si sfugge, perchè soggettività è quell'area a due poli che viene a crearsi quando due corpi, due oggetti, entrano in contatto e 'gravitano' uno entro il raggio d'azione dell'altro. In tale area, ognuno dei due poli esperisce dell'altro solo quello che la sua struttura sensoriale gli consente di percepire. E' una selezione, è una rapresentazione condizionata dell'oggettività dell'altro, condizionata dalla struttura sensoriale che ci permette di 'sentire' la presenza dell'altro oggetto. Ciò non inficia la realtà dell'altro oggetto, a mio parere.

Arrivare agli estremi del mondo come mia rappresentazione, alla Volontà pura di Schopenhauer che addirittura CREA il mondo come propria rappresentazione e capriccio è un'esagerazione. Se pure è lo stesso filosofo che dice che se una pietra potesse pensare ed esperire la propria volontà (e gentilmente comunicarcela), essa sentirebbe di voler cadere verso terra, poichè la sua struttura sensoriale/esistenziale che determina il suo modo di interazione con le altre realtà fa sì che essa cada verso la terra seguendo l'attrazione della forza di gravità, portata dal suo peso.

L'interpretazione di Nietzsche è molto più accettabile, la caduta degli dei e l'andare al di là del bene e del male vanno nella direzione del superamento della gabbia della nostra soggettività, delle nostre rappresentazioni e concettualizzazioni del mondo, della nostra rete di valori che stendiamo sulle cose (ciò che ci attrae, ciò che asseconda la nostra natura e bisogni è bene, ciò che vi si oppone è male).

Recupero della oscena e scabrosa (nauseante per Sartre) oggettività del mondo, senza però dimenticare che non possiamo che essere centri di irradiazione di giudizi di valore, che la soggettività è irrinunciabile, ognuno è un punto di vista sulla realtà. Ma invitando all'esercizio di una sorta di soggettività critica, che non dimentichi che l'oggettività fuori di noi non è annullata né sminuita dalle nostre attribuzioni di valore e che resta presente nella sua urgenza e nella sua oggettività originaria fuori di noi. E che è interpretabile e re-interpretabile sempre e di nuovo in maniere e modi differenti. (E' il compito che Heidegger nella sua lettura di Nietzsche attribuisce all'Arte di Grande Stile, ovvero la produzione aorgica e senza sosta di valori e rappresentazioni dell'essere).

Questa è una terza via, che media in modo critico e pratico tra oggettività e soggettività. La fenomenologia del 900 ha mediato in tal senso tra la riscoperta dell'oggetto e l'analisi della struttura della nostra esperienza soggettiva di esso (Husserl, Bergson, Deleuze, Jankélévitch tra i nomi cui tengo maggiormente).

 
 
 

La memoria narrativa in Banana Yoshimoto

Post n°14 pubblicato il 17 Luglio 2007 da marcocyn
 

La memoria ha sempre un valore di primo piano nei romanzi di Banana Yoshimoto, strutturati su flashback e incastri di piani temporali diversi, che si sviluppano e si dipanano a partire dai dettagli e dagli eventi vissuti al presente, riaffiorando da un passato a volte anche spettrale che riacquista concretezza nel presente, colorandone, arricchendone e condizionandone il sapore.

Amrita, una delle sue opere di più ampio respiro, è imperniato ad esempio tutto sui giochi e gli scherzi della memoria e dell'effluvio fantasmatico dei ricordi, ruotando intorno al tempo interiore e alle confusioni spazio-temporali della protagonista.
Ricorrente anche il tema della morte, e della Presenza e del ritorno nel ricordo.

L'atmosfera vagamente e diffusamente surreale dei suoi romanzi è dovuta in larga misura proprio all'esercizio allucinatorio, vagamente oppiaceo, allucinogeno, della memoria- e delle associazioni portate che confondono e sfumano i controni delle cose, popolando i paesaggi e i personaggi di presenze inquiete e impalpabili, di rimandi, richiami e corrispondenze.
Tutto in una narrazione rigorosamente retrospettiva affidata alla regia e alla ricomposizione mnestica.

Le cose sono in tal modo colte con sensi innominati e primari, molto poco pratici e molto psicologici, ma di una psicologia di base, di quella psicologia sensoriale che innesca rimandi e immagini secondo meccanismi non strettamente razionali (se non addirittura irrazionali).
Grazie a questa i personaggi sanno godere degli istanti sospendendo il tempo dal contesto del suo scorrere, perdendosi in una dimensione dove i rintocchi del passato riecheggiano con il presente senza più chiare distinzioni, trascinando con sé il lettore.

 
 
 

Tratti di penna

Post n°13 pubblicato il 13 Luglio 2007 da marcocyn
 

Spesso sono proprio le immagini, i corpi, le forme, a voler diventare disegni, a chiedere di essere trasposti in due dimensioni, abbozzati e fissati con impronte lasciate sulla carta, tracce dell'incontro momentaneo con l'occhio di chi guarda e le coglie.
Chiedono di essere colti nelle loro linee e tratti essenziali, essenziali all'occhio dell'osservatore, in una sorta di urgenza -o emergenza- estetica.

 
 
 

Diamanda Galas in Mantova

Post n°8 pubblicato il 28 Giugno 2007 da marcocyn
 

Diamanda Galàs will be performing at the FESTIVALETTERATURA
in Mantova, Italia, this coming September (8th Sept. ndr). This world famous literary and arts festival (the world’s largest) will be presenting some of the world’s best writers.
more info at the Diamanda Galàs site.


Diamanda Galas è un'artista americana unica, dalle origini greche, dalla voce potente e quasi inumana che riecheggia regina assoluta nelle lande desolate che ricrea con le sue esibizioni.
Ormai lontana dalle atmosfere demoniache degli anni 80, oltre ed estranee ai limiti del blasfemo e alla categoria del musicale, le sue performances con gli anni si sono fatte più composte, senza però perdere nulla in intensità e potenza.
Un pianismo nervoso e virtuosistico, una voce che letteralmente sconquassa l'ascoltatore, quasi insopportabile in alcuni passaggi, ma in modo sempre sublime, ché ti costringe a seguirla nelle sue inflessioni rabbiose e nei suoni disumani in cui si produce e trasfigura, ma capace anche si spazi di quiete di una dolcezza straziante.
Ascoltarla dal vivo è un'esperienza non per tutti, ma indimenticabile.
Per chi non conoscesse Diamanda Galas, consiglio l'ascolto di due album: il primo è You must be certain of the Devil, che nell'88 chiuse la trilogia Masque of the Red Death, incentrata sulla piaga dell'Aids, e in cui il Diavolo è da intendersi nell'accezione originale di 'contestatore'.
E ancora, Malediction and Prayer, una potente antologia di brani dal vivo del 98, dove le liriche spaziano dal francese allo spagnolo (una su tutte la bellissima Si la Muerte), dall'inglese all'italiano (il Pasolini messo in musica della Supplica a mia Madre).



 
 
 

Identità

Post n°6 pubblicato il 26 Giugno 2007 da marcocyn
 

Cos'è l'Identità?

Isolata sul tessuto della differenza in eterno fluire, Identità altro non è che una collezione, un olimpo consacrato e ipostatizzato di cose, aspetti, caratteri.
Usi, comportamenti e disposizioni che ripetiamo frequentemente, che sovente ricreiamo e a cui torniamo con la mente, in cui ci riconosciamo e con cui acquisiamo la consuetudine della frequentazione.
Come luoghi o ambienti familiari da cui passiamo e ripassiamo, spogliati dell'urgenza allarmante del nuovo e dello sconosciuto, accarezzano e compiacciono il nostro spirito con la familiarità della Ripetizione.

 
 
 

Natura del tempo e filosofia

Post n°5 pubblicato il 20 Giugno 2007 da marcocyn
 


Il tempo non lo si attraversa passivamente, il tempo lo si fabbrica a mano a mano, come una creatura perennemente abortita e sempre di nuovo rinascente.


E la filosofia è un cavallo di Troia che suscitiamo nell'intelletto, ma che una volta aperte le porte e rilasciati i suoi combattenti all'interno, ne mina le fondamenta senza però comprometterne l'uso. E senza mettere tutto a ferro e fuoco, installa invece al suo interno il motore dell'intelletto critico, che pure scosse le fondamenta della certezza non fa crollare l'edificio ma lo mantiene in un 'equilibrio magico' grazie all forza cinetica di questo motore critico, che lo conserva in essere mandandolo avanti grazie alla continua ricerca, un reattore che si alimenta da sé grazie alle reazioni innescate al suo interno.

 
 
 

Marginalità

Post n°4 pubblicato il 14 Giugno 2007 da marcocyn
 

La marginalità può essere in fondo una condizione privilegiata da cui attingere alla differenza, per apportare innovazione e arricchire il senso delle cose, variegarne o movimentarne il senso, che spesso capita si faccia un po' stantio e stagnante.
Sottrarsi alla corrente principale, fuori dal centro dell'attenzione dove le cose si fanno più difficili e dove tutti corrono dietro a tutti, senza avere più tempo per pensare le cose, perchè lì il senso del tempo è perso e svuotato, piatto.

 
 
 

L'origine del male

Post n°3 pubblicato il 08 Giugno 2007 da marcocyn
 

Unde malum? da dove nasce il male... il male ha origine dalla posizione di una relatività esistenziale, un punto di vista a cui giovano alcune cose mentre altre sono dannose.

Il male non è nell'uomo, non è nemmeno propriamente un'entità fuori dall'uomo. O non solamente- tale posizione 'egoica', di un io, di una relatività vivente, proietta delle ombre proprie sugli oggetti e sulla realtà esterna che pongono effettivamente in essere il male nel mondo, e la sua origine solo in tal senso è nell'uomo, nell'ego che si staglia sullo sfondo di questa realtà-

Ma è tutta questione di selezioni e relatività posizionali, in un tutto per sé indifferente, assiologicamente neutro, una densità sezionabile in campi di valore.

 
 
 

il sapore delle cose

Post n°2 pubblicato il 30 Agosto 2005 da marcocyn
 

Il senso sgorga da un centro attivo del fare. E' solo nel 'fare' attivo che il senso si realizza, da una sorgente viva del senso in cui esso si condensa e si concretizza; investendo e incarnandosi nelle cose che si incontrano e su cui si esercita. Dando loro un gusto, una forma, colori e sapori da cui traiamo diletto e godimento.
Senza il Fare, quando non si sa più chi si è, cosa si è, cosa si fa e a che cosa 'serviamo' con esattezza, le cose si svuotano di senso, scoloriscono, e si è incapaci di trovarvi un gusto, privati di quella sorta di tramite fruitivo che è il senso che diamo e sappiamo cogliere nelle cose.
Investiti dalle cose e incapaci di goderne, questa é la vera nausea, e il disgusto del vivere.

 
 
 
Successivi »
 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I MIEI LINK PREFERITI

RADIO BLOG

 

ULTIME VISITE AL BLOG

ruo77ccoprincipe69_9AttimiEternisimo.dtKathrin_McCartneypaperino102Molly86Verina85tendenza80morena1506811carinodolceperochanrossa80_1
 

ULTIMI COMMENTI

Auguri per una serena e felice Pasqua...Kemper Boyd
Inviato da: Anonimo
il 23/03/2008 alle 17:13
 
Auguri di un felice, sereno e splendido Natale dal blog...
Inviato da: Anonimo
il 25/12/2007 alle 23:10
 
Ehi, hai mollato il blog? Peccato, ti leggevo sempre con...
Inviato da: Anonimo
il 09/12/2007 alle 21:14
 
In effetti ho provato la strana sensazione di entrare in un...
Inviato da: Anonimo
il 30/07/2007 alle 13:57
 
Mi stavo giussto chiedendo come mai non mi avessi lasciato...
Inviato da: marcocyn
il 27/07/2007 alle 12:39
 
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963