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La complessità della Resistenza Italiana.

Post n°50 pubblicato il 25 Aprile 2013 da marovich

Oggi eil 25 aprile 2013, una data che ancora dopo 68 anni divide in due campi l'italia, quello democratico, e quello neofascista, e che con la comparsa di Berlusconi e dei neofascisti del MSI algoverno del paese con le formazioni di Alleanza nazionale, FLI, Fratelli d'Italia e metà PDL hanno sempre cercato di sminuire ad una guerraciviloe solo la Resistenza per minimizarne la portata storica.

Per cercare di sminuire tale portata storica della Resistenza, si è cercato di tutto,ma soprattutto, affermando una parità morale trai combattenti della RSI e i Partigiani cercando un onore che per i criminali neofascisti non c'è.

Tutta la riduzione operata dalla destra per ridurre il fenomeno ad una pura guerra civile, mira, ad una ricostruzione storica, ad uso e consumo della rivalutazione storica di Mussolini della Repubblica di Salò e del fascismo, confondendo in un unica e maleodorante melassa chi combatteva per la libertà e la democrazia,chi invece per il totalitarismo, l'invasore mazista, e la privazione della libertà.

Per questo fa comodo alla destra ridurre la Resistenza ad una guerra civile, tra due minoranze combattenti, e quindi nascondendo la complessità di un fenomeno, denominato giustamente come Secondo Risorgimento Nazionale, con cui la destra neofascista e reazionaria italiana ha un rapporto di scontro ancora oggi.

La Resistenza Italiana è un movimento complesso, in cui entrano non solo i partigiani combattenti, sia civili, sia militari, ma anche gli scioperi operai, il rifiuto degli internati Italiani in Germania di aderire alla RSI, l'aiuto dato agli Ebrei e ai renitenti alla leva a rischio della vita da molti italiani, e l'aiuto dato da molti ai partigiani, tutto questo è molto complesso, e con la teoria della zona grigia, si cerca di nasconderlo.

La Resistenza in Italia inizia già in pieno regime fascista, congli scioperi operai del Marzo del 1943 che da Torino si espanderanno in tutto il triangolo industriale, e che saranno una delle cause insieme allo sbarco in Sicilia ed al bombardamento di Roma a far cadere il regime Fascistail 25 luglio.

La classe operaia è la protagonista del movimento resistenziale nelle fabbriche, e attraverso una serie di scioperi pagherà un tributo immenso alla lotta per la liberazione della nostra Patria, che culmineranno con la deportazione degli operai delle fabbriche genovesi il 16 giugno del 1944.

il secondo tema è quello di coloro che hanno nascosto a rischio della propria vita sia gli Ebrei cercando di salvarli dalla Shoà sia i renitenti alla leva alle chiamate dell'esercito neofascista, sono una grande massa di persone che vanno dagli esponenti della Chiesa,vescovi, conventi, singole parrocchie, e persone comuni famiglie, questo fenomeno ancoraoggi è volutamente poco studiato, poichè alla destra non piace.

Abbiamo anche la resitenza Militare che inizia a Cefalonia e in Corsica, e continua a Porta San Paolo, finio a fondare le prime divisioni partigiane, come la Cicchero di Aldo Gastaldi in Val Trebbia, ma anche coloro che si rifiutano nei campi d'internamento tedeschi di aderire alla RSI, 600000 uomini su 650000 i quali danno in un momento tragico per la nostra nazione il Risorgere della Patria.

Alla fine abbiamo la Resistenza dei Partigiani sia Militari sia civili, contro i Nazisti e i Neofascisti, la quale tiene alto l'onore della nostra martoriata patria contro il totalitarismo Nazifascista che voleva asservirla.

Da qui noi possiamo evincere come la Resistenza non sia solamente una pura guerra civile.

La Resistenza come afferma nel suo ponderoso saggio storico Claudio Pavone una Guerra Civile,non è solamente e forse anche riduttivamente una semplice guerra civile, ma anche e soprattutto un guerra di liberazione e una Rivoluzione Democratica.

Per la destra ridurre tutto alla guerra civile è autoassolversi dall'essere stata la scintilla con il governo collaborazionista di Mussolini della guerra civile, se no il fenomeno Resistenziale sarebbe stato solo guerra di liberazione dai nazisti, e rivoluzione democratica.

La Resistenza ha dovuto prendere su di se l'onere di combattere un agguerito nemico interno e le sue bande criminali, al servizio del totalitarismo nazista, ma anche l'onere di restaurare l'onore dell'Italia nel consesso delle nazioni democratiche.

i Resistenti si trovano all'inizio della loro guerra di liberazione e Rivoluzione Democrartica, di fronte a due tradimenti, la Fuga di Vittorio Emanuele III a Brindisi con tutto il governo e senza un ordine all0esercito che di lì a poco sbanda, e il Tradimento di Mussolini con l'asservimento della Repubblica di Salò a Hitler ed al Nazismo tedesco.

La Resistenza riconosce il governo del Sud, quando qui inizia a formarsi il CLN e i suoi governo, anche se per Vittorio Emanuele III ecasa Savoia, ha una netta impressione negativa.

La Resistenzain Italia, non ha una monocultura ideologica come in Yugoslavia, ma è Nazionale e pluripartitica infatti tutti i partiti e le loro personalità fanno parte della Resistenza ed il CLN è la istituzione suprema in cui si esprime questa collaborazione tra diversi.

Questo pluripartittismo della Reistenza alla destra Italiana è sempre stato stretto, infatti ha sempre cercato di vedere nella Resistenza, un evento dominato ideologicamente dal PCI di Togliatti, che solo un caso della storia non l'ha fatto andare al potere e a istituire una repubblica popolare di Stampo sovietico.

In realtà la Resistenza è stata rivoluzione democratica, perchè il PCI era una sola parte del mondo resistenziale, magari la più organizzata militarmente all'inizio, ma certamente non l'unica ne quella maggiorittaria.

Un altro tema che la destra non digerisce e quello della Resistenza e del suo collegamento con il Risorgimento Italiano, quindi della Resistenza come secondo Risorgimento nazionale.

Il legame Resistenza e Risorgimento èmolto forte, come il Risorgimento da la libertà alle minoranze religiose come Ebrei e Valdesi ponendoli nell'uguaglianza giuridica di fronte alla legge, ecome lo stesso abbia avuto forte sia l'idea di libertà che quella di democrazia, così la Resistenza si ispira ai medesimi ideali.

La Resistenza come il Risorgimento ha un'idea di Patria, che non deriva dal Nazionlismo, ma dal Liberalismo e dalla democrazia, soprattutto da Mazzini e Garibaldi che vedevano un'Italia libera in un consesso di nazioni libere.

L'idea di Patria della Resistenza,no ha nulla a che fare con il Danunzianesimo e il Fascismo, che vedono nella Patria e nella Nazione un elemento che debba imporsi razzialmente, e da qui l'antisemitismo, e su tutte le altre nazioni.

Concludendo noi Italiani dobbiamo studiare e capire la complessità della nostra Resistenza e quindi della nostra Rivoluzione Democrartica, ed esserne orgogliosi, e quando corruzione e scredito della politica sembrano confondere tutto in una melassa maleodorante ritornare e fare propri i principi di chi è morto per la libertà, è l'anticorpo fondamentale perdifendere la democrazia italiana.

 

 

 
 
 
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