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La memoria divisa degli USA

Post n°71 pubblicato il 15 Agosto 2017 da marovich

I fatti  di Charlotteville in Virginia, dove dopo la decisione di rimuovere la statua equestre del Generale Robert E. Lee, ha fatto da detonatore detonatore per lo scontro tra Razzisti aderenti ai movimenti suprematisti bianchìio come Arian Nation, Ku Klux Klan, Neonazisti e altri gruppi minori razzisti,con la maggioranza antirazzista, fino a cercare di bloccare con la violenza terroristica di un'auto lanciata contro la manifestazione pacifista ed antirazzista da un suprematista bianco la dice lunga su quanto ancora oggi sia divisa la memoria degli USA del post.guerra di secessione.

L'atteggiamento all'inizio neutrale di Trump, e la rivolta dell'intero congresso contro questo tipo di atteggiamento falsamente superpartes, ha innescato altra benzina sul fuoco.

La rimozione della statua del generale Lee voleva affermare lafinedi una storia, in cui gli stati dell'ex confederazione si sono sempre sentiti come stati occupati e colonie interne della federazione americana, ma questo non piace a vasti settori seppur minoritari della popolazione dell'ex confederazione, che continua a vedere nel risultato della guerra di secessione(1861-1865) la conquista da parte di uno stato straniero del proprio territorio,e la riduzione a colonia degli stati confederati e della loro civiltà basata sulla schiavitù.

Come noi sappiamo degli studi di Roberto Luraghi sulla guerra di secessione e sugli stati del  sud primae dopo tale conflitto, possiamo vedere come nell territorio dell'ex confederazione, sia rimasto un forte risentimento verso l'Unione, che a dir loro gli ha occupati e li ha resi colonie.

Frutto di questo risentimento fin da dopo la guerra è il Ku Klux Klan, formatosi per combattere l'unione e per far rivivere l'unione e la schiavitù dei neri, ispiratore di tutte quelle leggi segregazioniste che ispirarono Hitler e il nazismo, ma che vennero tollerate dal potere centrale di Washington.

Fino a Dwit Eisenowher possiamo dire di un disinteresse del potere centrale nei confronti degli stati dell'ex confederazione anzi per i partito soprattutto per i democratici che avevano il loro bacino elettorale, e da sempre fino a Lyndon Johnson furono segregazionisti.

Si cercava in questa maniera da parte dei democratici vantaggi elettorali, ma anche coprire in un velo di ipocrisia la reale divisione del paese, che veniva alla luce appena si passava nel vecchio territorio della confederazione.

Nonostante questo nasce il movimeno di emancipazione politica degli Afroamericani, lo NAACP, il quale fin dal suo sorgere si scontra con il Ku Klux Klan, nel manifesto del movimento afroamericano, abbiamo la rivendicazione di quei diritti politici per gli afroamericani dell'ex confederazione che in quegli stati erano semplicemente aboliti.

L'ascesa al potere di Eisenowher, porta ad una svolta nella storia americana,inquanto il nuovo presidente da impulso alla corte suprema per abolire il segregazionismo, ispirando la sentezza del 1954  con cui questo tipo di rapporti vengono abolitie vietati.

Nel 1957 lo stesso presidente schiera l'esercito per far entrarein un college della Lousiana degli studenti di colore, sia questa decisione ma soprattutto la senrtenza della Corte suprema da Forza al Movimento dei diritti civili degli Afroamericani che trovano in Martin Luther King un valido e carismatico leader politico.

Nonostante la grande marcia su Whasington degli Afroamericani e dei loro sostenitori peri diritti civili, non fu Kennedy a fare le leggi antisegregazioniste, bensì il suo successore Lyndon Johnson, il quale firma l'affermativeact e la legge che abolisceil segregazionismo in tutti gli stai del sud,con un voto unanime del congresso.

Naturalmente questo genera una forte resistenza nel sud ex confederale, e porta ai fatti raccontatinel film Missisipi Burning, dovequattro attivisti dei diritti civili vengono massacrati dal Ku Klux Klan che in quel momento era anche dentro ad istituzioni come la polizia.

Nixon il vituperato presidente del Watergate, emana leggi che rafforzano quelle di Johnson fino all'abolizione delle scuole segregate, questo fa si che il sud si divida tra fautori dei diritti civili, e quelli del segregazionismo

I difensori della società razzista divennero una minoranza nell'ex confederazione, ma pur sempre una minoranza cospiqua, e nuovi movimenti hanno preso campo alla crisi del Ku Klux Klan, come abbiamo visto, ma non c'è solo la questione afroamericana,ma anche il sentirsi colonia.

Le statue di Lee ricordavano il breve momento storico in cui il sud confederato fu indioendente con proprie leggi e proprie istituzioni, e come la vittoria di Lincoln e dell'Unione avessero ridotto quegli stati a colonie interne, basti pensare a grandi basi dell'esercito USA, nel sud degli USA come Pensacola, questo dweternina un sentimento di stato occupato che per 150 hacovato e cova ancora tra le frange estremiste del Sud ex confederato.

Per queste frange la rimozione della statua di Lee diventa il simbolo che non si può tornare indietro, ma anche che l'occupazione delle terre confederate è irreversibile.

L'avvento di Trump e del suo populismo ha da nuova linfa a queste posizioni, perché seil motto di Trump è America First, perquesti movimenti è anche White(bianca), questo porta a quello che recentemente si è visto.

Concludendo, pur non potendoci essere passi indietro, lo scontro nel sud tra coloro che vedono nell'antirazzismo e nell'Unione e coloroche vogliono il ritorno della segregazione e della confederazione sarà violento anche se i secondi sono una minoranza, ma una minoranza violenta.   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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