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Quel malato immaginario di Hitler era schiavo del suo medico

Post n°1432 pubblicato il 31 Gennaio 2010 da massimocoppa

Pubblicato in Germania un libro basato sulle cartelle cliniche del Fuhrer
QUEL MALATO IMMAGINARIO DI HITLER ERA SCHIAVO DEL SUO MEDICO

Ad analizzarne la personalità ed a conoscere i risvolti più intimi della sua vita privata diventa ancora più difficile capire come quest’uomo abbia potuto conquistare un potere così grande, tale da consentirgli di disporre di un’intera nazione a suo piacimento, peraltro conquistandone il cuore.
Adolf Hitler era depresso, ipocondriaco e temeva di essere impotente.
E’ appena uscito, in Germania, un libro intitolato “Hitler era malato?”, firmato da uno storico (Henrik Eberle) e da un medico (Hans-Joachim Neumann), basato su documenti clinici originali.
Il dittatore tedesco era affetto da una serie di problematiche, dalle più lievi alle più gravi, il tutto condito da una situazione mentale ai confini dell’alienazione (se non oltre).
Aveva una riserva d’oro di cinquanta chili che veniva dalle protesi dentarie di poveretti sterminati ad Auschwitz e che il suo dentista utilizzava per le otturazioni.
Ma era soprattutto il suo medico personale, Theodor Morell, che lui chiamava “il mio caro dottorino” a gestire un’insieme di disturbi e, indubbiamente, a rendere il Fuhrer medico-dipendente.
Hitler assumeva normalmente qualcosa come 82 farmaci e prodotti in tutto. Prima di avere un incontro amoroso con Eva Braun si faceva iniettare testosterone ed ormoni prelevati da prostata e sperma di tori giovani: una bomba di simil-Viagra.
Soffriva di meteorismo e per questo divenne vegetariano: una sciocchezza colossale, come sappiamo oggi, perché una dieta vegetariana è micidiale per chi soffre di colite e meteorismo (specialmente i legumi sono disastrosi…). Inoltre si faceva iniettare negli intestini una miscela contenente anche stricnina, un veleno potentissimo che, evidentemente, secondo il dottore poteva distruggere l’aria che lo affliggeva.
Tutto l’apparato gastro-intestinale gli dava continuamente disturbi e dolori, cosa che ovviamente lo faceva stare di malumore (con tutto quel che ne conseguiva).
Era ipocondriaco, e temeva specialmente di potersi ammalare di cancro.
Era un depresso cronico, ed il suo medico gli dava il pervitin, farmaco che induce grandissima dipendenza.
Soffriva di ipertensione e recidivò più volte polipi alle corde vocali.
Infine, venne colpito dal morbo di Parkinson.
Tutto considerato, a parte quest’ultima patologia (veramente molto seria), per il resto si trattava di problematiche lievi, indubbiamente aggravate da una forte componente psico-somatica, che vennero trattate in modo totalmente sbagliato e con farmaci potenti ma inadeguati.
Il dottor Morell si ritagliò una fetta di potere enorme, avendo questo accesso totale al corpo di Hitler e godendone una fiducia così elevata (oltretutto assolutamente ingiustificata). L’entourage del Fuhrer lo detestava: il generale Guderian (geniale stratega della “guerra lampo”) lo chiamava “disgustoso medicuccio grassoccio” ed Hermann Goering lo definiva “il signore delle siringhe del Reich”.
Negli ultimi giorni della guerra, con la Germania stretta nella tenaglia degli anglo-americani da un lato e dei sovietici dall’altro, Hitler congedò il suo medico definitivamente. Un ipocondriaco che fa così, ritiene evidentemente la fine vicina. Infatti poco dopo si suicidò nel bunker di Berlino, insieme ad Eva Braun ed ai gerarchi più fanatici.

 
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