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Un uomo può perdonare
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Presto /
anche noi (…) saremo /
perduti in fondo a questo fresco /
pezzo di terra: ma non sarà una quiete /
la nostra, ché si mescola in essa /
troppo una vita che non ha avuto meta. /
Avremo un silenzio stento e povero, /
un sonno doloroso, che non reca /
dolcezza e pace,
ma nostalgia
e rimprovero
PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

Cazzarola!

 

 

Messaggi di Luglio 2015

 

Nel mirino di Renzi ora ci sono la sanità ed i sindacati

Post n°1991 pubblicato il 30 Luglio 2015 da massimocoppa
 

Prosegue senza sosta la ristrutturazione capitalistica promossa dal premier
NEL MIRINO DI RENZI ORA CI SONO LA SANITÀ ED I SINDACATI

Prosegue senza sosta, nemmeno per il caldo torrido, la mirabile opera di ristrutturazione capitalistica del governo Renzi…
Due sono le ultime, splendide architetture che diventeranno presto legge dello Stato: l’inizio dello smantellamento del sistema sanitario pubblico e la riduzione ai minimi termini dei poteri dei sindacati.
Nel piano del governo la manovra sanitaria passerà entro Ferragosto. Saranno ben 2,3 i miliardi di Euro che lo Stato taglierà per i servizi sanitari. Nel frattempo le Regioni languiscono. In Campania siamo già oggi, 30 luglio, all’assistenza indiretta. I soldi sono finiti e la gente deve pagare di tasca propria esami diagnostici e di laboratorio. A metà dell’anno!
Per quanto concerne i sindacati, è notorio quanto Renzi li detesti. Qualche giorno fa ha detto che “dovremo difendere i sindacati da sé stessi”: in pratica normalizzarli, depotenziarli, ridurli ad un ruolo puramente simbolico. Si riferiva all’episodio delle migliaia di turisti chiusi fuori agli scavi di Pompei a causa di uno sciopero del personale, cosa indubbiamente scandalosa. Da questo punto di vista, i sindacati sono bravissimi a farsi male da soli… Il governo ha bisogno proprio di questi pretesti per disarticolare definitivamente ogni potere di trattativa dei lavoratori.
Ma anche la controparte padronale, incredibilmente, si lamenta. Il presidente di Confindustria, Squinzi, ha denunciato chiaramente che il governo si prepara a liquidare sia i sindacati che Confindustria, considerandoli “corpi intermedi da liquidare”. Intermedi, si intende, tra lo strapotere renziano ed il popolo che dovrà unicamente tributargli un consenso plebiscitario.

 
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Contrordine, compagni! L’Austerity e’ bella anche in Grecia…

Post n°1990 pubblicato il 11 Luglio 2015 da massimocoppa
 

Il governo Tsipras si fa approvare dal Parlamento un piano economico più duro di quanto richiesto dall’Europa!
CONTRORDINE, COMPAGNI! L’AUSTERITY E’ BELLA ANCHE IN GRECIA

Dev’essere successo qualcosa che non sappiamo.
È inspiegabile quanto accaduto in Grecia: il governo Tsipras si ribella all’Austerity imposta dall’Europa, si appella al popolo che vota “NO” ai diktat europei, fa credere al mondo intero che un’altra strada è possibile: lo è, ne sono convinto, basta tornare a Keynes e promuovere politiche di crescita, di sviluppo, di solidarietà.
Poi, ieri, Tsipras si presenta in Parlamento e si fa approvare un piano alternativo da presentare all’Unione Europea: un piano che presenta misure così drastiche da essere addirittura PIU’ DURO di quanto richiesto dall’Europa, dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Mondiale e dalla Merkel!
Capito? Un piano PEGGIORATIVO!
Le tasse saliranno alle stelle, gli sgravi fiscali saranno ridotti al lumicino, l’età pensionabile sarà elevata enormemente e si procederà allo smantellamento dei diritti dei lavoratori e dello Stato sociale.
Una politica alla Renzi, insomma; alla Thatcher, alla Reagan…
Complimenti, che bel risultato! Valeva la pena farci sognare, vincere le elezioni, vincere un referendum, litigare con mezzo mondo e poi… Calarsi le brache!
Perciò dico che c’è qualcosa sotto che non conosciamo; la situazione era nota: cosa ha convinto Tsipras a questo voltafaccia vergognoso nel giro di sette giorni?
È stato minacciato di durissime ritorsioni contro la Grecia? E chi l’ha minacciato? Quanto accaduto è proprio una brutta pagina per la democrazia e ci fa capire che, davvero, la sovranità nazionale non conta ormai quasi niente nel mondo globalizzato.

 
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Il “NO” greco è una ribellione nel nome della dignità

Post n°1989 pubblicato il 06 Luglio 2015 da massimocoppa
 

Adesso temo la reazione mortale dei “creditori”
IL “NO” GRECO È UNA RIBELLIONE NEL NOME
DELLA DIGNITÀ

Una volta tanto l’aggettivo “storico” non sarà sprecato: la Grecia ha effettivamente compiuto una scelta storica nel referendum sull’Austerity, dicendo “NO” alla dittatura dei bilanci in pareggio, “NO” ad un’Europa a trazione tedesca, “NO” a politiche economiche che la stanno strangolando.
In queste ore si stanno versando fiumi di inchiostro e di bit per commentare quanto accaduto. È difficile che io possa aggiungere qualcosa di originale. Però vorrei notare che la questione oscilla tra due poli: tecnicismi esasperati che in pochi possono capire, e diatribe ideologiche e demagogiche.
Innanzitutto è onesto precisare che ai greci non è stato formulato un quesito chiaro ed univoco, tant’è vero che il governo di Atene può ancora olimpicamente (è proprio il caso di dire) affermare – contro ogni premessa – che non è detto che la Grecia uscirà dall’euro. Figuriamoci, quindi, cosa possano aver capito gli elettori greci, già frastornati da una crisi che li tormenta da anni e che ormai ha raggiunto punti drammatici!
Diciamo che questa consultazione è stata impostata su principi ideologici, e come tale i greci l’hanno percepita. Che cosa, dunque, ci dice l’esito del referendum? Ci dice che il popolo greco rivendica con forza il diritto ad un’esistenza dignitosa, che non sia quella di uno scolaro messo continuamente sotto esame da maestri lontani e con la puzza sotto il naso; ci dice che l’economia ed il denaro devono tornare a servire gli esseri umani, e non devono essere questi a sottostare alla schiavitù del denaro; ci dice che il capitalismo ed il mercato non sono una condizione storica eterna ed inevitabile, ma che possono e devono essere superati in nome di un superiore ideale umano; ci dice che il governo attuale e, soprattutto, i giovani greci non hanno alcuna colpa se, negli anni passati, gli aiuti sono stati dilapidati; ci dice che si vuole ripartire da zero.
Questo, naturalmente, non dovrebbe significare che i debiti non saranno onorati: persino l’Italia ha crediti verso la Grecia per 35 miliardi di euro! Però bisognerà analizzare come questi debiti siano stati contratti: a nessun governo dovrebbe essere consentito di accettare condizioni-capestro impossibili da onorare.
A questo punto ci vorrà un passo in avanti da parte di tutti: la Grecia dovrà impegnarsi a restituire i prestiti, ma i creditori dovranno accettare tempi lunghi ed una restituzione parziale, magari senza interessi. Di bilancio in pareggio, ovviamente, non se ne dovrà più parlare, ed anzi questa fissazione del 3 % del rapporto tra debito e PIL dovrà essere abbandonata da tutti.
Bisognerà di nuovo ricorrere alla spesa pubblica, ovviamente senza farla andare fuori controllo, per promuovere crescita, occupazione, domanda. Bisogna tornare alle politiche keynesiane, insomma, ad un’economia che metta al centro non un astratto bilancio, ma il benessere e la dignità delle persone.
La mia paura è che questo interessante e rispettabilissimo esperimento greco sarà sabotato a tutti i livelli; temo che l’Unione Europea germanocentrica, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale ed i cosiddetti “poteri forti” faranno di tutto per distruggere la Grecia, così da poter poi dire: “Avete visto? Quegli stupidi irresponsabili hanno combinato solo guai”, mentre sarebbe più corretto dire: “Avete visto? Hanno pensato di mettere in discussione la nostra autorità mondiale e noi li abbiamo puniti come si deve. Sia di esempio a tutti”.

 
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