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L'ipocrita invasione dei Mac-compatibili

Post n°537 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da MacRaiser

L'ennesima e ormai stanca riedizione (la cinquantesima) dello spot solo per zeloti del genere PC VS Mac, e questa indiscrezione riportata dal sito di ItaliaMac, mi offrono l'occasione di tornare a scrivere di uno spinoso tema che ho gia' avuto modo di affrontare in passato: la lenta ma inesorabile trasformazione di Mac OS X in un front end di Windows verso la quale Steve Jobs, a mo' di novello Caronte, sta traghettando l'intera comunita' degli utenti Mac. A parte l'evidente autogol di voler prendere per i fondelli il concorrente (che non si chiama "PC" e quindi non e' un hardware, ma "Windows" ossia un software) accusandolo di spendere troppo in pubblicita' DA uno spot pubblicitario, vado ad elencare le ragioni per le quali continuo a sostenere questa (per alcuni inverosimile al pari di quella della scomparsa della FireWire, per altri oltraggiosa) tesi.
1) Il Macintosh non e' piu' IL Macintosh, ma ne e' ormai la bella copia, l'imitazione. Dal punto di vista hardware il Mac e', dopo la svolta Intel, in tutto e per tutto assimilabile ad un normalissimo PC (IBM compatibile, si diceva una volta; Intel compatibile si dice oggi); processore, chipset e scheda madre Intel, hard disk, masterizzatori, schede video e display sono esattamente i medesimi. Cio' che conta, al di la' delle soluzioni estetiche e di qualche dettaglio, ovvero la componentistica, e' identico a quanto viene usato per assemblare i PC che normalmente si trovano in commercio.
2) I driver e le "versioni per Mac" di moltissimi software continuano a diminuire. Sempre piu' frequentemente, ed a livelli sempre piu' alti, gli sviluppatori evitano, o  rimandano alle calende greche, l'ottimizzazione e addirittura lo sviluppo dei drivers per le schede "punta di diamante" del mercato professionale. Un esempio lampante di questa devastante tendenza e' quello offerto da Nvidia e da Adobe. Lascia senza parole il caso della scheda Nvidia Quadro CX e di Photoshop CS4 32/64bit. Dalla sinergia per le alte prestazioni, sviluppata tra le due compagnie, il Mac viene del tutto escluso. E si arriva a riconsolarsi con il paradosso e l'assurdita' controproducente di scrivere "orgogliosamente" che i nuovi MacBook Pro sono i computer portatili sui quali girano piu' velocemente i giochi piu' belli sul mercato: quelli che esistono solo per Windows (a tanto puo' portare lo zelotismo piu' sfrenato). Eppure la grafica era IL settore ad esclusivo appannaggio di Apple, da sempre. Oggi i professionisti del mondo "immagine e fotocomposizione" che usano Mac, si trovano di fatto improvvisamente esclusi dal mondo della grafica ad altissime prestazioni, pur avendo acquistato, in buona fede credendo di essersi aggiudicati il "top del top", un Mac Pro. Tra l'altro con notevole esborso di denaro.
3) Bootcamp, i virtualizzatori e la pervasivita' di Windows. Qui c'e' ben poco da dire; i dati di fatto parlano di per loro. Su ogni Mac, dalla svolta Intel in poi, inserita nel sistema operativo viene fornita la possibilita' di installare Windows nativamente (il che rende l'evidenza accecante che di Mac non si tratta piu', ma di "Mac compatibile"). In piu' esiste la possibilita' di usare i cosiddetti "virtualizzatori", i quali consentono (pagando un sostanzioso prezzo in termini di prestazioni, pero') di usare Windows comodamente sulla scrivania del proprio Mac, senza dover riavviare. Questa situazione a cosa porta? Ovviamente al diffondersi di Windows a macchia d'olio dentro i Macintosh, per supplire alla cronica mancanza di software su OS X. Tanto che si parla, a ragione, del boom dei virtualizzatori. Dai giochi, alle utility, ai programmi professionali, l'offerta di software che Windows e' in grado di proporre, sventagliandola come una mitragliata contro lo sbigottito utente Mac, e'  semplicemente impressionante. Dunque oggi (ovvero da due anni e mezzo a questa parte) il Mac OS X e' per la prima volta messo di fronte al suo concorrente diretto: Windows. I due mondi sono immediatamente paragonabili sulla stessa macchina. In tempo reale.


Ed ora chiedetevi: che interesse puo' mai continuare ad avere una compagnia nell'ottimizzare software o scrivere driver su un sistema che copre il 3% del mercato mondiale? Che  spinta potra' mai avere lo sviluppatore ad effettuare il "porting" su Macintosh di quella tal applicazione, nel momento in cui, con un semplice click, e' possibile, per l'utente Mac passare da OS X a Windows senza colpo ferire? Su quanti utenti-compratori pensera' di poter contare? Chiaro: nessuno. E fin qui pero', tutto normale: libero mercato. Io sono per l'interoperabilita' dei sistemi. Sono per la completa liberta' di scelta dell'utente (o consumatore, se preferite definirlo cosi'). Il problema di Apple e' che la sua versione di interoperabilita' corrisponde ad una scelta suicida, perche' e' una interoperabilita' si, ma a senso unico; e' ne' piu' ne' meno che una forma di protezionismo. E come tutti i protezionismi, e' destinato a perdere. Mentre infatti e' possibile installare liberamente Windows sul proprio Mac, Steve Jobs impedisce che sia fatto il reciproco. Vale a dire che OS X, pur essendo un sistema operativo scritto per piattaforma "Intel compatibile" (cioe' per girare su svariati tipi di processori e schede Intel), non puo' essere installato su "Intel compatibili" che non siano di marca Apple. Steve Jobs con questa mossa, e' vero, salva Apple dallo scontro diretto, immediato e potenzialmente distruttivo con il colosso Microsoft, ma solo per diluirlo in una lenta e dolorosissima (sopratutto, per l'utente, dal punto di vista economico), quanto inevitabile assimilazione. Una "mutazione" progressiva e inarrestabile, quanto prevedibile. A mio parere, infatti, Steve Jobs sa bene tutto questo; e cio' costituisce una sua precisa scelta strategica. Non e' un caso che due anni e mezzo fa abbia cancellato il termine "Computers" dal nome della compagnia che ha praticamente "inventato" il computer come lo concepiamo oggi. Per questa serie di motivi ho scritto in passato, e lo ripeto oggi che, se non muta qualcosa nelle strategie di Cupertino, Apple Mac OS X e' destinato col tempo a diventare nulla piu' che un front end, una "skin" di Microsoft Windows.

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Commenti al Post:
MiseEnAbime
MiseEnAbime il 21/10/08 alle 20:27 via WEB
ora, non so perché ma ancora tra molti grafici (non necessariamente i peggiori) si usano mac. io quando ho cominciato a fare questo mestiere ho cominciato a usare mac (era già os x quindi non so nulla dei mitici sistemi precedenti) e alla fine mi sono abituato. in genere per quello che capisco io al momento oltre ai grafici più romanticoni e tradizionalisti i mac li comprano quelli che si comprano la smart, la cinquecento, la felpa di lapo e ste cose qui. un giorno ho visto una persona che ormai non frequento più e che usa il computer per scrivere con word e navigare, forse, arrivare con un macbook. per molte cose si potrebbe usare linux anche se poi programmi per la grafica (almeno nel senso della grafica che va stampata) open source che io conosco mancano di tutte quelle sofisticazioni nella gestione delle font opentype che adesso vanno tanto di moda, per cui per adesso la cosa mi sembra poco fattibile. l'unica differenza tra mac os x e windows che una persona normale nota è che windows è, come dire, fastidioso, ti fa venire la claustrofobia da affollamento ecc. in genere sembra che sia l'oggetto computer che il software sia più 'progettato'.
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 21/10/08 alle 22:01 via WEB
Il mio articolo non voleva essere il solito confronto tra OS X e Windows, o tra utenti delle due "curve". E' un tema abusato ed assolutamente non attuale, dato che la maggior parte degli utenti Mac usa Windows, sia coi virtualizzatori sia via Bootcamp, se addirittura non ha anche il PC (come me). Detto questo, non sto nemmeno ad elencare i motivi per i quali, a mio avviso, OS X resta tutt'ora e nonostante tutto il miglior sistema operativo su piazza (piu' che "piazza", su sgabuzzino, visto il vero e proprio "sterminio" di sistemi operativi al quale ha condotto la colpevole ignavia delle autorita' USA e EU riguardo il rullo compressore Microsoft), perche' sono di parte. Il mio qualcosa di diverso: era il tentativo di lanciare uno sguardo non da miope sulle prospettive che attendono il mondo di quel 3% circa di utilizzatori di computer, a livello globale, che sono gli utenti Mac. Ma non sono sicuro dei essere completamente riuscito nell'intento. Ciao, Mise :)
 
   
MiseEnAbime
MiseEnAbime il 21/10/08 alle 23:08 via WEB
ah si, il mio commento è andato a parare non so dove, quello a cui pensavo era il mio conoscente che mi è comparso con il macbook: era il tipo di persona che negli anni 80 aveva solo le timberland, negli anni 90 non so cosa, che ha cominciato a fare due foto e doveva avere solo la leica, ecc. ricordo che quando ero piccolo si favoleggiava di persone che si compravano libri adelphi perché in libreria facevano un figurone, così colorati pastello: libri sofisticati finiti come tappezzeria. piuttosto ti domando, apple soppravviverà quando steve jobs/breznev si prenderà un "raffreddore" terminale?
 
     
MacRaiser
MacRaiser il 21/10/08 alle 23:46 via WEB
Non ne ho la piu' pallida idea, Mise.. dipende molto da chi lo sostituira'. Di una cosa invece sono sicuro: se non cambia qualcosa presto, ed Apple arriva a quel momento con l'attuale assetto proprietario e sopratutto direttivo, per la compagnia sara' una catastrofe di proporzioni terrificanti. E di questo poco male, perche' del marchio Apple a me francamente frega assai. Quel che m'interessa, e che resta da vedere, e' se per quell'epoca il Mac (o il patetico surrogato che usiamo chiamare tale oggi) esistera' ancora.
 
semprepazza
semprepazza il 21/10/08 alle 21:58 via WEB
Ahimè, non sono in grado di commentare adeguatamente il tuo articolo... sono un'utilizzatrice appena appena autosufficiente ma mi rendo conto che hai una competenza invidiabile nel settore. Buona serata, ciao!
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 21/10/08 alle 22:03 via WEB
Grazie, Semprepazza :) Ciao
 
magdalene57
magdalene57 il 22/10/08 alle 10:48 via WEB
interessante, molto. però in questo caso mi limito a digitare il mio commento di biasimo per Apple, usando una tastiera Apple.... di quelle della vecchia guardia, se non erro..:-) ciao...***
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 22/10/08 alle 11:28 via WEB
Non "erri". Ciao, Maggie :) *
 
Milk.and.Silk
Milk.and.Silk il 22/10/08 alle 10:56 via WEB
Io ho un mac da poco più di 1 anno e sono amante di tutto ciò che "è grafica" : Photoshop,Fireworks,Gimp ecc... ovviamente ci sono i costi di licenza,per quanto riguarda alcuni prodotti,non sono accessibili ad un privato che non ne faccia uso a scopo lavorativo.E gimp si sa non è molto "funzionale" su Mac...quindi tutto ciò è una pena per me e per molti altri utenti.Ma ti dirò anche che prima di avere un mac avevo un pc normale che formattavo mediamente 3/4 volte all'anno,invece col mac non ho più avuto questa necessità. Buona giornata. :)
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 22/10/08 alle 11:27 via WEB
Purtroppo il cosidetto "formattone" e' un concetto col quale anche gli utenti Mac hanno cominciato a familiarizzare da diversi anni. In particolare dall'avvento di OS X. Fermo restando, lo ripeto, che resta il miglior sistema operativo in circolazione. O forse il "meno peggio". Ciao, Milk :)
 
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ANTONELLA ANEDDA

Vedo dal buio
come dal più radioso
dei balconi.
Il corpo è la scure:
si abbatte sulla luce
scostandola in silenzio
fino al varco più nudo -al nero
di un tempo che compone
nello spazio battuto
dai miei piedi
una terra lentissima
- promessa

---

Perfino adesso vedo
un gesto nuziale
dopo l'immensa distanza
di questa estate lenta
nell'arco dei suoi steli amari
dopo gli anni che in avanti
hanno sbarrato l'amore
perche' non si perdesse
fino a perderlo
attutito contro l'erba.
Oggi e' una notte di pioggia
possiamo traversarla
in due diversi bagliori
senza luce
dire, toccando il gelido bordo
di un bicchiere,
che tanta lontananza
non e' stata un errore
se ha cinto e sciolto segretamente
ogni irreale desiderio.


---

Volevo che
il mio amore non finisse
che resistesse intero
in disaccordo
perfino col ricordo
e ignorasse il corpo
che da me si scostava
che ne ignorasse
distanza e indifferenza
e fosse cosa mia
doppiamente intrecciata
cesta di giunco e aria,
cesta per acqua
forma che la mano conosce
e che la storia medita quando
– così di rado
per questo raramente sacra –
salva un bambino dal suo Nilo.
Così a volte
fanno canestri i pazzi
per il silenzio – credo –
che sale dagli spazi
per quella paglia
che le dita oscurano
per quel nodo terreno
di aria e di materia.


---

Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo
crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta
a una ringhiera
per l'attesa marina
- senza grido - infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare
più sola nell'enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi,
mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso
e la parola bosco
trema più fragile del bosco,
senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.

 
Questa felicità promessa o data
m'è dolore, dolore senza causa
o la causa se esiste è questo brivido
che sommuove
il molteplice nell'unico
come il liquido scosso nella sfera
di vetro che interpreta il fachiro.
Eppure dico: salva anche per oggi.
Torno torno le fanno guerra cose
e immagini su cui cala o si leva
o la notte o la neve
uniforme del ricordo.

Mario Luzi

---

Venite pensieri
vi penseremo a fondo
ora che e' mattino.
La luce vi fa sembrare tanto forti
da raschiare il buio
come se avessimo un coccio
e la notte fosse cuoio.
C'e' un geco sul granito.
Il suo ventre oscilla
come acqua di fonte.
E' spaventato. E' attento.
Aspetta senza capire.
Come succede a noi
quando un saluto di colpo
si trasforma in addio

---


Che speri,
che ti riprometti, amica,
se torni per così cupo viaggio
fin qua
dove nel sole le burrasche
hanno una voce
altissima abbrunata,
di gelsomino odorano e di frane?
Mi trovo qui
a questa età che sai,
né giovane né vecchio,
attendo, guardo
questa vicissitudine sospesa;
non so più quel che volli
o mi fu imposto,
entri nei miei pensieri
e n'esci illesa.
Tutto l'altro che deve essere
è ancora,
il fiume scorre,
la campagna varia,
grandina, spiove,
qualche cane latra
esce la luna, niente si riscuote,
niente
dal lungo sonno avventuroso.

Mario Luzi

---

il vento
è un'aspra voce che ammonisce
per noi stuolo
che a volte trova pace
e asilo sopra questi rami secchi.
E la schiera
ripiglia il triste volo,
migra nel cuore dei monti,
viola scavato
nel viola inesauribile,
miniera senza fondo
dello spazio.
Il volo è lento, penetra a fatica
nell'azzurro che s'apre
oltre l'azzurro,
nel tempo ch'è di là dal tempo;
alcuni mandano grida acute
che precipitano
e nessuna parete ripercuote.
Che ci somiglia
è il moto delle cime nell'ora
- quasi non si può pensare
né dire -
quando su steli invisibili
tutt'intorno
una primavera strana
fiorisce in nuvole rade
che il vento
pasce in un cielo
o umido o bruciato
e la sorte della giornata è varia,
la grandine, la pioggia,
la schiarita.

Mario Luzi

---

Poco dopo si è qui come sai bene,
file d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo,
chi quasi in catene.
Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita,
figge un punto.
Raramente
qualche gabbiano appare.

Mario Luzi
 
E’ pur nostro il disfarsi delle sere.
E per noi è la stria che dal mare
sale al parco e ferisce gli aloè.
Puoi condurmi per mano,
se tu fingi di crederti con me,
se ho la follia di seguirti lontano
e ciò che stringi, ciò che dici,
m’appare in tuo potere.
Fosse tua vita quella
che mi tiene sulle soglie
e potrei prestarti un volto,
vaneggiarti figura. Ma non è,
non è così. Il polipo che insinua
tentacoli d’inchiostro tra gli scogli
può servirsi di te.
Tu gli appartieni e non lo sai.
Sei lui, ti credi te.

Eugenio Montale

---

Sempre di nuovo,
benchè sappiamo
il paesaggio d'amore
e il breve cimitero
con i suoi tristi nomi
e il pauroso abisso silente,
dove per gli altri è la fine:
torniamo a coppie tuttavia
di nuovo tra gli antichi alberi,
ci posiamo sempre, di nuovo,
con i fiori contro il cielo.

Rainer Maria Rilke

---

Felicita’ raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede,
teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi
chi piu’ t’ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari,
il tuo mattino
e’ dolce e turbatore
come i nidi delle cimase.
Ma nulla
paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.

Eugenio Montale

---

Il suo sguardo,
dopo tanto fissare,
e’ divenuto cosi’ stanco
che non puo’ accettare null’altro.
Per lei
e’ come se le sbarre
fossero migliaia,
e oltre le migliaia di sbarre:
nessun mondo.
Nel suo girare
in quel cerchio ristretto,
senza soste,
la sua potente falcata
diviene una danza rituale
attorno ad un centro,
dove una grande volonta’
si trova come paralizzata.
A volte,
le palpebre si sollevano in silenzio
ed una forma entra,
scivola attraverso
l’angusto silenzio tra le spalle,
raggiunge il cuore,
e muore.

Rainer Maria Rilke – La pantera

---

Gettava pesci vivi
a pellicani famelici.
Sono vita anche i pesci fu rilevato,
ma di gerararchia inferiore.
A quale gerarchia
apparteniamo noi
e in quali fauci…?
Qui tacque il teologo
e si asciugo’ il sudore.

Eugenio Montale
 

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MARIA LUISA SPAZIANI

Quelle labbra
ch'era peccato mordere
tanto infantili e tenere s'aprivano
(neve di sogno
non può il tempo sciogliere)
chiude un sigillo di divina cera.
Ma avete flauti eterni
come il mare,
o labbra più profonde della sera.

 

ANTONELLA ANEDDA

Dell'incedere a scatti di quell'uomo
che nella strada per Venaco
gridava dentro il sole
non s'e' mai detto nulla
nulla della camicia
strappata sulle ascelle
e dei piedi circondati di paglia
ne' della voce bruciata di francese.
Lo aspetto' l'inverno,
lo strinse nel ramo di una scala
lo spinse piano
col volto tra i vasi di gerani

---

Per trovare la ragione di un verbo
perché ancora
davvero non é tempo
e non sappiamo
se accorrere o fuggire.
Fai sera come fosse dicembre
sulle casse innalzate
sul cuneo del trasloco
dai forma al buio
mentre il cibo
s'infiamma alla parete.
Queste sono le notti
di pace occidentale
nei loro raggi vola
l'angustia delle biografie
gli acini scuri dei ritratti,
i cartigli dei nomi.
Ci difende di lato un'altra quiete
come un peso marino nella iuta
piegato a lungo, con disperazione.

---

Non esiste innocenza
in questa lingua
ascolta come si spezzano i discorsi
come anche qui sia guerra
diversa guerra
ma guerra - in un tempo assetato.
Per questo scrivo con riluttanza
con pochi sterpi di frase
stretti a una lingua usuale
quella di cui dispongo
per chiamare
laggiù perfino il buio
che scuote le campane.

 

PEDRO SALINAS

Non voglio che ti allontani,
dolore, ultima forma
di amare. Io mi sento vivere
quando tu mi fai male
non in te, né qui, più oltre:
sulla terra, nell'anno
da dove vieni
nell'amore con lei
e tutto ciò che fu.
In quella realtà
sommersa che nega se stessa
ed ostinatamente afferma
di non essere esistita mai,
d'essere stata nient'altro
che un mio pretesto per vivere.
Se tu non mi restassi,
dolore, irrefutabile,
io potrei anche crederlo;
ma mi rimani tu.
La tua verità mi assicura
che niente fu menzogna.
E fino a quando ti potrò sentire,
sarai per me, dolore,
la prova di un'altra vita
in cui non mi dolevi.
La grande prova, lontano,
che è esistita, che esiste,
che mi ha amato, sì,
che la sto amando ancora.

---

Quello che sei
mi distrae da quello che dici:
Lanci parole veloci,
pavesate di risa,
invitandomi
ad andare dove mi porteranno.
Non ti presto attenzione,
non le seguo: sto guardando
le labbra da cui sono nate.
Intanto guardi lontano.
Fissi lo sguardo laggiù,
non so in cosa, e già si precipita
a cercarlo la tua anima
affilata, come saetta.
Io non guardo dove guardi:
io ti vedo guardare.
E quando desideri qualcosa
non penso a quello che vuoi
nè lo invidio: è il meno.
Ciò che ami oggi, lo desideri;
domani lo dimenticherai
per un nuovo amore.
No. Ti aspetto
oltre qualsiasi fine o termine
in ciò che non deve succedere.
Io resto nel puro atto
del tuo desiderio, amandoti.
E non voglio altro
che vederti amare.

 

REINER MARIA RILKE

Niente è paragonabile.
Esiste forse cosa
che non sia tutta sola
con se stessa e indicibile?
Invano diamo nomi,
solo è dato accettare
e accordarci
che forse qua un lampo,
là uno sguardo ci abbia sfiorato,
come se proprio in questo
consistesse vivere la nostra vita.
Chi si oppone
perde la sua parte di mondo.
E chi troppo comprende
manca l’incontro con l’eterno.
A volte
in notti grandi come questa
siamo quasi fuori pericolo,
in leggere parti uguali
spartiti fra le stelle.
Immensa moltitudine

---

Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore
e cerca di amare le domande,
che sono simili
a stanze chiuse a chiave
e a libri scritti in lingua straniera.
Non cercare ora le risposte
che non ti possone essere date
poichè non saresti capace
di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa.
Vivi le domande ora.
Forse ti sarà dato,
senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano giorno,
in cui avrai la risposta.

 
Che io debba ricevere il castigo
neppure si discute. Resta oscuro
se cio’ accada in futuro oppure ora
o se sia gia’ avvenuto
prima che io fossi.
Non ch’io intenda evocare
l’esecrabile fantasma
del peccato originale.
Il disastro fu prima dell’origine
se un prima e un dopo
hanno ancora un senso.

Eugenio Montale

---

Perfino adesso vedo un gesto nuziale
dopo l'immensa distanza
di questa estate lenta
nell'arco dei suoi steli amari
dopo gli anni che in avanti
hanno sbarrato l'amore
perche' non si perdesse
fino a perderlo attutito contro l'erba.
Oggi e' una notte di pioggia
possiamo traversarla
in due diversi bagliori senza luce
dire, toccando il gelido bordo
di un bicchiere,
che tanta lontananza
non e' stata un errore
se ha cinto e sciolto segretamente
ogni irreale desiderio.

Antonella Anedda


---

Mia vita,
a te non chiedo lineamenti
fissi, volti plausibili o possessi.
Nel tuo giro inquieto
ormai lo stesso sapore
han miele e assenzio.
Il cuore che ogni moto tiene a vile
raro è squassato da trasalimenti.
Così suona talvolta nel silenzio
della campagna un colpo di fucile.

Eugenio Montale

---

Volevo che
il mio amore non finisse
che resistesse intero
in disaccordo
perfino col ricordo
e ignorasse il corpo
che da me si scostava
che ne ignorasse
distanza e indifferenza
e fosse cosa mia
doppiamente intrecciata
cesta di giunco e aria,
cesta per acqua
forma che la mano conosce
e che la storia medita quando
– così di rado
per questo raramente sacra –
salva un bambino dal suo Nilo.
Così a volte
fanno canestri i pazzi
per il silenzio – credo –
che sale dagli spazi
per quella paglia
che le dita oscurano
per quel nodo terreno
di aria e di materia.

Antonella Anedda

---

Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo
crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta
a una ringhiera
per l'attesa marina
- senza grido - infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare
più sola nell'enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi,
mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso
e la parola bosco
trema più fragile del bosco,
senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.

Antonella Anedda
 
Questo tetto che affiora dalla notte
ci protegge piu' di una croce o un santo.
Ora che improvvisamente piove
e' benedetto.
In un'abside di plastica bagnata
splende una pianta di ortensie azzurro-fuoco

Antonella Anedda

---

...
Soffiero' su quel viso
mischiando i suoi gesti
a quelli di amori passati,
prendendo i ricordi migliori
le poche frasi di ognuno
fino a costruire il mio Golem
il mio amore brucera' altissimo e ignoto
lungo la cappa del camino.
...

Antonella Anedda


---

Vergine altera, mia compagna
t'arde un mistero negli occhi.
Non so se odio o amore
e' questa luce eterna
della tua nera faretra.
Con me verrai
finche' proietti un'ombra il corpo
e resti ai miei sandali arena.
La sete o l'acqua sei
sul mio cammino?
Dimmi, vergine altera,
mia compagna.

- Antonio Machado -

---

...
Pensi davvero che basti non avere colpe
per non essere puniti,
ma tu hai colpe.
L'aria e' piena di grida.
Sono attaccate ai muri,
basta sfregare leggermente.
Dai mattoni salgono respiri,
brandelli di parole.
...

Antonella Anedda
 

 

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