Rieccoli! Come si suol dire: chi non muore, si rivede. Dopo un “digiuno” di studio album, durato ben cinque anni, durante i quali, l’act californiana promise e sbandierò ai quattro venti: un indurimento nel sound, un ritorno alle origini… finalmente, il 12 Settembre 2008, hanno pubblicato un album avente come unico scopo, quello di farci credere (manco avessimo la scritta giocondo in testa) di aver scherzato, e, che i veri Metallica, non hanno mai smesso di suonare Thrash Metal. A chi!? Marpioni, dite piuttosto con sincerità d’animo, che volete recuperare i vecchi fans sdegnati del vostro voltafaccia. La stessa cosa, fu peraltro auspicata per 'St. Anger' (in quel cd, l’unica cosa santa, è stata la pazienza di quei poveri cristi dei fans, per l’ennesimo shock, causato da un album pessimo, incolore, un’accozzaglia di rullate a mitraglia, chitarre ronzanti senza né arte e né parte), senza contare le altre boiate precedenti, propinateci con Load e Reload; in ultimo, 'Garage Inc.', ennesima trovata spilla denaro, ove i Metallica interpretarono i brani di grandi nomi dell’hard rock: Glenn Danzig, Black Sabbath e via discorrendo. Quando sembravano artisticamente morti, penso sia alquanto esplicativa la scelta della copertina, te li vedi riemergere dai loro abissi quasi rinati, a giudicare dalla vivacità che infondono in questo ‘Death Magnetic’, come a voler testimoniare una loro “resurrezione dai morti” (lungi da me di voler esser blasfemo, nulla di tendenzioso eheheh); sta di fatto che, i quattro Cavalieri dell’Apocalisse ci riprovano, con una mera parodia di se stessi. Non metto in dubbio, la gradevolezza complessiva della proposta musicale dei ‘Tallica, di sicuro impatto live, visto il tipo di mixaggio scelto da Rick Rubin, dando vita ad un impasto di Hard & Thrash; ma ciò non toglie, la totale mancanza di idee nuove, insieme con una forzata auto-celebrazione di se stessi, senza contare l’eccessiva durata di buona parte dei pezzi e il loro ripetersi in alcuni passaggi, specie nelle parti ritmiche. Dopo le opportune premesse, volte semplicemente ad avere un’idea di cosa ci aspetta, certo non molto incoraggianti, in verità ma necessarie, passiamo all’analisi del nuovo full-lenght dei Metallica. Il primo brano di apertura si chiama ‘That Was Just Your Life’, un breve arpeggio di chitarra elettrica introduce un cadenzato blast beat con rullata, nei tipici canoni del buon vecchio Thrash, cui ci avevano abituato un tempo, sino a esplodere in un poderoso riffing, seguito da un marziale uptempo di batteria parafrasando ’Blackened’, preso pari pari, non fa’ una piega. ‘The End Of The Line’, parte con una funambolica track che si barcamena tra le ritmiche di ‘Battery’ e la veemenza di ‘Master of Puppets’, ben riuscito direi questo mix; il brano procede in modo scorrevole e accattivante, supportati dai meravigliosi assoli di Kirk Hammett e un ottimo drumming di Lars… peccato debbano rovinare tutto, in particolare James Hetfield, con quel cantato in farsetto e un incedere ritmico orientato sull’hard-rock spocchioso e melenso alla Load. Il successivo ‘Broken, Beat & Scarred’, è il pezzo che gradisco maggiormente, se non altro perché si distingue dagli altri, per gli scanditi midtempo di batteria sempre incalzanti, che introducono il brano, sino a imporre un groove corposo e granitico molto in linea con il ’Black Album’ . Veniamo ora al singolo, ‘The Day That Never Comes’, lanciato sul web in un video come anteprima dell’uscita ufficiale del platter, che già dai primi ascolti non mi andava giù, e confermo tutt’ora le mie impressioni, per via degli eccessivi orpelli acustici, con quei forzati rimandi al brano ‘One’ a un certo punto del brano, tra l’altro mal riuscito, direi scimmiottato. Un giro di basso arpeggiato di Robert Truijllo unito ad un arpeggio di chitarra elettrica di James Hetfield, cui seguono le micidiali rullate cadenzate di Lars, ci proiettano in ‘All Nightmare Long’, un pezzo inizialmente prolisso per via d’intro comprendenti drumming works fin troppo ripetitivi, per poi, finalmente, esplodere con un riff al fulmicotone e un ritornello hard-rockeggiante, supportato da quella voce filtrata di James che non mi esalta granché. ‘Cyanide’, è un pezzo dalle tinte modern, con ritmiche troppo vicine agli album del calibro di ‘Load’ e ‘Reload’, dei quali non ho mai gradito quel mood emo da voltastomaco. Il brano in questione non si discosta, ahimè, da tali canoni. Quand’ecco, rispuntare la terza parte della saga ‘The Unforgiven’, senza alcun collegamento né testuale, né tantomeno esecutivo con i primi due, non contenti, ecco propinarci: ‘The Unforgiven III’. Il brano, forse è l’unico che mi ben dispone per il buon gusto melodico rendente omaggio il mitico Ennio Morricone, nel proseguimento dello stesso, quando si fa un tantino più heavy, troviamo una riproposizione di ‘Fade to Black’ ben arrangiata. Potenti blast beat seguiti da ripetute rullate delle pelli, introducono il primo degli ultimi tre pezzi: ’The Judas Kiss’, che ben figurano come gradito VERO ritorno ai fasti compositivi più ispirati, persi via via, aventi le prime avvisaglie nel Black album sino ai giorni nostri. Ciò che mi esalta particolarmente è l’aggiunta di un bell’assolo a metà brano ad opera senz’altro di Kirk, molto brioso e articolato; ’Sucide & Redemption’, parte sornione sino a sfuriare con un poderoso hard - rock dal contorno bluesy interamente strumentale. Infine conclude in bellezza, una rivisitazione di ‘Motorbreath’ che porta il nome di ‘My Apocalypse’, pezzo iperveloce in cui gli echi di Kill ‘em All fanno capolino, esaltati da una produzione davvero encomiabile. Da dieci e lode!!! Non posso gridare ulteriormente allo scandalo, se non altro perché in tutta onesta, mi sento di premiare lo sforzo di riemergere dal baratro, professionalmente parlando, ove i nostri erano precipitati da qualche tempo. Certo, a mio avviso, un ulteriore passo sarebbe di riorganizzarsi le idee in fase di songwriting, discostandosi a poco a poco da composizioni che compromettano la loro credibilità di artisti, per la smania di notorietà e commerciabilità, in favore di scelte coraggiose mirate a far riemergere quel sound ruvido e genuino del buon Thrash, in chiave moderna… soprattutto Metal… punto e basta.
L'ambientazione creata dal devastante primo storico full- lenght di una one man band dal nome Horde, capitanata da Anonymous (da non confondere con Euronymous R.I.P), ci scaraventa di botto in una landa desolata e gelida tipica delle nazioni nordiche. Nonostante il suo black o, come sottolinea dal titolo 'Hellig Usvart' che in norvegese significa Holy Unblack, sia di chiara scuola norvegese lui proviene dall'Australia.
Musicalmente parlando riprende pari pari le sincopate ritmiche di mostri sacri della "controparte" più oscura, in particolare Burzum dei primissimi lavori, qualche raro cenno di Darkthrone e dulcis in fundo Mayhem. Prima di fondare questo progetto, Jayson Sherlocke (aka Anonymous) militò per un breve periodo nei Mortification e Paramaecium come batterista; nel 1994 supportato da Markus Staiger diede vita al suo unico album in cui suona tutti gli strumenti: basso, chitarra, effetti e naturalmente voce!
L'apertura di questo disco è affidata a due intro di cui la prima strumentale 'A Church Bell Tolls Amidst The Frozen Nordic Winds', che guardacaso ricrea proprio gli effetti sonori di cui il titolo stesso: i tetri rintocchi di un campana di una chiesetta ed un vento gelido del nord seguito di soppiatto da furiosissimi blastbeats, chitarre ronzanti il tutto contornato da ritmiche e scream folli, è la volta di 'Blasphemous Abomination of the Satanic Pentagram'; a seguire in netta prosecuzione dell'intro precedente nell'incedere tellurico del drumming, troviamo 'Behold, The Rising of the Scarlet Moon' in cui nel proseguo ad un certo punto rallenta, cadenzando i ritmi rendendoli sempre più pesanti (praticamente doom), opprimenti come lo scream di Jayson, ripartendo a velocità stratosferica... ravvisabile quanto nitida, l'emulazione burzumiana di questo brano.
Mentre in 'Thine Hours Hast Come' troviamo ritmiche cadenzate ove si inserisce un giro di basso incalzante che lancia bene il pezzo, moderatamente sostenuto. Si ricomincia con un incedere indiavolato inserendo riffing e drumming work al vetriolo, che praticamente ci bombardano il cervello sino a renderlo poltiglia. Un vero massacro sonoro questa 'Release and Clothe the Virgin Sacrifice' con sottofondi di tastiere che smorzano a tratti la morsa doom oriented di questo pezzo, il più bello come impatto di sicuro.
La punkeggiante 'Drink From The Calice of Blood', non manca di una certa varietà ritmica sempre più incalzante e ferale, con uno scream per molti versi più "nitido"; una ridondante macinasassi come 'Silence The Blasphemous Chanting' mi fà ripiombare in una caotica ed allo stesso tempo martellante track che consiste in parti rallentate in down-tempo riscontrabile in tutti i pezzi super tirati del disco.
Un pò più metodico l'incedere marziale di 'Invert the Inverted Cross', con giri di basso vorticosi e una rulleggiante batteria portano il brano supportato da un invidiabile esecuzione tecnica, a livelli ragguardevoli difficilmente riscontrabili anche nelle loro più quotate influenze dell'area più sulfurea del Black; 'An Abadoned Grave Bathes Softly in the Falling Moonlight' a ragione della smisurata lunghezza del titolo, propone un sostenuto e costantemente preciso drumming, che irrimediabilmente come già accaduto sprofonda in un incedere pesantemente rallentato, per poi, di soppiatto, sorprenderti con repentine accellerazioni angoscianti e lentissimi rintocchi di sottofondo, smorzati da un corposo giro di basso che riporta il brano a ritmi cadenzati e regolari per tutto il proseguo sino alla tellurica conclusione. Difatti c'è da dire che in questa parte centrale, l'aria si fà davvero irrespirabile.
In 'Crush The Bloodied Horns of the Goat' riscontriamo una certa monotonia nelle basi ritmiche senza alcun cambio sostanziale di tempo, un tantino sottotono; invece di tutt'altra pasta con cambi più regolari di tempo seguito da uno scream alternato tra il lacerante e il rabbioso nei momenti più heavy sono caratteristiche rilevanti di questo penultimo brano 'Weak, Feeble Dying Anti-Christ ed, a conclusione un brano della durata di 1 minuto e 43 di velocità inaudita oltre che di inumana ferocia 'The Day of Total Armageddon Holocaust', un vero olocausto sonoro per i nostri timpani... senza alcun dubbio...
Un black metal grezzo unita ad una produzione non del tutto pulita, ma è giusto che sia così in quanto ci presenta un full-lenght dalle linee acustico-ritmiche ruvide nel contempo massacranti, non fine a sè stesso, ma attraverso questo impeto irrompe nell'animo umano onde riportarlo ad un ancestrale stato di Grazia, dopo esser usciti esanimi da un turbine sonoro purificatore. Le tematiche, come è facile evincere dai titoli e dai testi piuttosto incentrati sulla Fede in Cristo meditata, redentrice portandosi sino a livelli più estremi del Calvario esistenziale di un uomo. Ascolto indicato per i patiti di un bel blackaccio senza compromessi! Tracklist:
1) A Church Bell Tolls Amidst The Frozen Nordic Winds
2) Blasphemous abomination of the satanic pentagram
3) Behold, the rising of the scarlet moon
4) Thine hour hast come
5) Release and clothe the virgin sacrifice
6) Drink from the chalice of blood
7) Silence the blasphemous chanting
8) Invert the inverted cross
9) An abandoned grave bathes softly in the falling moonlight
Se c'è una bevanda di cui vado matto è la birra! Si sà, ogni metallaro che si rispetti , in linea di massima, se c'è qualche eccezione ditelo pure, è un ottimo estimatore di questo prodotto che viene dal luppolo: in pizzeria, al pub, in qualche bel concertone con i controfiocchi....gustare la birra è una vera goduria! Ogni tanto, rinfranca l'animo specie se bevuta in compagnia. Hails, a tutti
Nel corso di oltre un ventennio dall'esistenza del Heavy Metal, come sapete ha avuto uno sviluppo musicale che consenti la creazione di diversi generi insiti a tale contesto: Doom, Death, Black, Grind, Brutal-Grind gore, Epic , Prog, Power, Gothic, Viking
ecc, e relativi sottogeneri. Diverse tematiche, diverso modo di intendere il metal, ma... niente, non decolla!
Forse poco esportabili? Troppi preconcetti che ci ruotano intorno nel territorio italico: drogati, satanisti per citare alcuni dei "simpatici" appellativi che sento più spesso.
Io penso che se ne faccia pubblicità solo all'interno dei nostri ambienti, che a parole i redattori delle testate metal (es: Rock Hard), vogliano parlare ad un pubblico poco avvezzo circa la vera natura del nostro movimento musicale, onde fugare paure senza senso sugli effetti psicologici che testi e musica, possano avere sulla gioventù.
Io, nel mio piccolo faccio questo con Metallium, con risultati esigui, ma non demordo... perchè ho questo obbiettivo da portare avanti, e non mi fermerò sinchè non l'avrò raggiunto.
non sono altro che un tangibile atto di stima e di amicizia nei confronti di band, in un certo qual modo hanno segnato qualcosa di indelebile nei cuori, di ciascun musicista che si presta a ciò. Cosa ben diversa, dalle cosidette reunion non sempre dettate da una "pace" ritrovata nella band, ma solo per una questione di soldi!
Tornando a bomba, sono contento quando queste cose avvengono perchè rimarcano come è giusto, il desiderio di tornare a suonare insieme come ad esempio Ken Owen, Bill Steer e Jeff Walker (nell'ordine: batteria, chitarra e Basso/voce) dei Carcass per il brano "Baptized in Blood" ed il duo Barney Greenway(Voce dei Napalm Death) ed il bassista della band menzionata (Shane Embury). Certo, no ricucirà totalmente per i Carcass, intendo i rapporti spezzati in quel lontano 1996, ma perlomeno si eviterà di guardarsi in cagnesco quando ci si incontra, è un disgelo che porterà senz'altro a qualcosa di buono.
Personalmente, un'album che mi è rimasto nel cuore è l'ultimo Cd che i Death diedero alla luce nel 1998 " The Sound of Perseverance"... potrei stare qui a decandtarvi per ore ed ore, l'arte sopraffina che sprigionano tutte le composizioni.... ma una cosa è certa, a me piacque e piace tutt'ora per la profondità dei testi, mai banali e senza le soliti inflazionate tematiche spesso incentrate sull'anti-cristianesimo ad oltranza di talune bands di questa frangia estrema del metal, che apprezzo comunque sul piano compositivo.
Poi, c'è Nightfall del 1987, Candlemass di cui ho già parlato in album storici, postato in questa bacheca un mese fà: bei testi e voce potente di Messiah Marcolin, ogni volta che ascolto la sua voce, ho un brivido...tra le più belle di tutta la scena metal.
Sinceramente non sono mai stato a questa metal kermesse europea, anche se un pensierino c'è lo farei, chissà se mi scappa il ghiribizzo di andarci. Sarebbe una bella esperienza!
Hail a tutti i metallari e lettori del blog, mi piace constatare che tutto ciò che fai con passione, e per il piacere di farlo non importa quanto sofferto, ma alla fine vinci!!
Lo fai per te stesso, se poi lo gradiscono gli altri va bene, perchè hai dato il meglio di te. Nella scena metal odierna questo sentimento non si è dissipato del tutto. Ad esempio i Cryptopsy si sono da poco separati da Jon Levasseur, loro chitarrista storico al suo posto c'è un chitarrista nuovo, Martyr, per il tour americano, che si terrà tra breve. Per tutto il tempo che Jon, ha voluto dedicare ai Cryptopsy, a quanto ho appreso dal comunicato stampa da lui rilasciato, ha speso tutto per garantire un prodotto qualitativamente all'altezza, e che sia d'impatto per i fans.... leggevo le parole, e già di loro mi trasmettevano fierezza e soddisfazione per quanto dato. Ora, magari si dedicherà ad altro come, ha affermato. Ma volgendo lo sguardo al passato, dice con commozione che non rinnega una sola avventura con i suoi ex-compagni, ringraziandoli e ringraziando i fans che lo hanno sostenuto.
Neanch'io, rinnegherò mai una sola parola di quelle spese in questo blog perchè...... ci sono Io, dentro. :-)
An epic hail a tutti, lo so lo so.... sono sparito dalla circolazione, non posto da due settimane!! Le stesse mi sono servite, per mettere in piedi un forum su Msn, che guarda caso l'ho chiamato appunto Metallium.
Chiunque avesse un indirizzo di posta elettronica con i seguenti dominii (hotmail.com, hotmail.it, msn.com) o semplicemente con lo stesso indirizzo di posta elettronica di Libero, e fosse iscritto a .Net Passport di Msn, invito tutti ad iscriversi al sito: http://groups.msn.com/Metallium dove troverà biografie, interviste e news prese dalle più accreditate metal web zine in circolazione. In questo sito tratterò tematiche molto care a noi, metallari .... l'heavy metal, punto e basta.
Chiunque lo desiderasse, non ha che da fare un click sul link, qui sopra e, vi assicuro non ve ne pentirete!!!
Vorrei rivolgere un giusto tributo a Chuck Schuldiner (cantante/chitarrista dei mitici Death), che molti di voi, ricordano con album celeberrimi che hanno ispirato parecchie bands cosidette "Death Metal": su tutti, Individual Through Patterns, Symbolic ed in ultimo il mitico The Sound of Perseverance, pubblicato un anno prima della lunga sofferenza patita da Chuck per il tumore al cervello, con cui ha combattuto 2 anni per poi, spegnersi quel 13 Dicembre 2001.