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Ma chambre

Post n°154 pubblicato il 10 Novembre 2013 da Disegnorupestre
 
Foto di Disegnorupestre

Sono soltanto stanco.

 

Stanco, quindi sgradevole.

 

Più di quanto io non lo sia, normalmente.

 

Sono impaziente di raggiungere la mia stanza.

 

Amo l'estate, ma la calura odierna è eccessiva. Gli indumenti mi stringono. Troppo.

 

Ecco, la scala. La benefica ombra dei salici.

 

Finalmente!

 

La porta è socchiusa. Bene. Non se ne sentirà il suono. Pare che stiano, tutti, già dormendo.

 

Benissimo. Non sarò costretto a fermarmi, a conversare. Ora no. Grazie.

 

Il corridoio è deserto.

 

Ecco, la porta della mia stanza.

 

Qualcuno ha lasciato, sul mio tavolino, un infuso, che pare fresco. Lo zucchero, il miele, la vaniglia.

 

Due panini al burro ed una ciotolina. Conterrà certamente della marmellata. Di more, magari.

 

La mia preferita..

 

Togliamo questi abiti... Chiudiamo meglio le imposte... Lasciamo fuori la notte.

 

Ora non mi serve.

 

Mio Dio!

 

Non ho mai apprezzato le bionde.

 

La mia preferenza è sempre andata a tutte le sfumature di bruno. Dal castano chiaro all'ebano.

 

Al colore delle ali dei corvi.

 

Invece, sono stato colpito da un lampo di luce chiara.

 

No... No... E' soltanto un altro segnale di stanchezza. Ora ceno, con il mio ottimo infuso fresco e con i panini al burro...

 

Che le assomigliano...

 

Togliti la camicia... E' un indumento già caldo... Toglilo. Togli anche tutto il resto ed entra nella vasca. Versa l'acqua, fresca. Ti servirà a riordinare le idee.

 

La mia amicizia – sì, è fresca, grazie a Dio! - con Beynaut risale a circa dieci anni fa. Una bella amicizia. E' così facile, così semplice, trovarsi in accordo, con lui! Tenta sempre il compromesso, rifugge le liti... Cerca la pace. In un rapporto, tenta l'impossibile, affinché ci sia armonia.

 

Ed ora...

 

No... No... E' soltanto un colpo di sole. Aggiungiamoci anche un colpo di calore. Ora rimango immerso, nell'acqua fresca, e torno in me.

 

Un panino al burro, già intinto nel miele. Eppure, l'ho osservata – costretto! - già da anni... Quella sua mania di seguirla, ovunque!

 

Oggi l'ho vista realmente, per la prima volta. Ho tentato di distogliere lo sguardo, ma non ne sono stato capace. E non era lo sguardo dell'osservatore scientifico.

 

Era lo sguardo d'un uomo.

 

Beynaut, sparami!

 

Torna da me, parlami! Confidami tutti i tuoi sentimenti, i tuoi timori, le tue aspettative. Io ti ascolterò, come ho sempre fatto.

 

Mentre ti starò ad ascoltare, la sua immagine fluttuerà accanto a te, così guarderò lei.

 

L'abito, bagnato, che le si avvolgeva alle gambe. Le braccia imperlate d'acqua.

 

Mi sono ritrovato a scrutarle le labbra. Chiedendomi quale possa essere il loro sapore.

 

Ho immaginato la consistenza del suo seno. Come potrebbe stare, nell'incavo delle mie mani. E' così invitante! Se non fosse per quei fiori che inserisce tra i bottoni dell'abito! Quei fiori stretti nelle pieghe della sua femminilità!

 

Ho provato ad inspirare il suo profumo.

 

Ho sentito, nella mia mente, la dolcezza delle sue gambe. Delle sue cosce tornite. Delle sue caviglie sottili. Sottili, ma polpose.

 

La burrosità delle sue mani. Dei suoi piedi. Che ho visto anche scalzi. Costretto, come sono, dal mio amico ossesso, ad inseguirla, ovunque si trovi.

 

"Vai, ti prego... Io, ora, non posso... Me ne parlerai, nevvero? Me la narrerai, come una storia lontana, di draghi e fate? Lo farai? Ricorderai, precisamente, il tono del suo riso? Me ne parlerai? Mi dirai dei suoi occhi. Delle sue mani. Mi ubriacherai di lei!"

 

Dannazione, Gérard! A te ed alla tua sconsiderata passione! Mandare me, e qualche altro povero assurdo, colpevoli soltanto di esserti amici, ad inseguire la tua fidanzata, ogni qualvolta non puoi essere tu, a farlo!

 

Oggi l'ho scrutata, una volta di troppo.

 

E mi ha avvelenato lo sguardo. Me l'ha rapito. Me l'ha preso.

 

L'aroma dei suoi capelli... Ah, se soltanto io potessi affondarvi le mani! Inspirare la sua essenza!

 

La schiena. Disegnata.

 

Certamente, sotto l'abito, morbidi risvolti di carne e pelle diafana si muovono al ritmo del suo respiro. Come vorrei stringerli, tra le dita! Intonare, su quel violoncello, la mia personale melodia! Mi ci abbandonerei, in un crescendo da eseguire ad occhi chiusi.

 

A cosa sto pensando, mio buon Dio?

 

Il ventre. Una torta casereccia, alla crema. Appena sfornata.

 

Segreti meandri, disseminati di fiori.

 

Un labirinto, nel quale mi impegnerei, per perdermi...

 

Non mi sto rendendo conto delle mie stesse farneticazioni!

 

Santo Iddio, è la fidanzata del mio migliore amico! Passi per le voci che la vogliono innamorata, o amante – che importa! - di quel tale... Mont... Mon... Montboisy, sì! Il damerino...

 

Non ne ho mai accennato, al mio caro amico... Credo, però, che ora, anch'egli, sospetti. Intenerisce, profondamente, poiché non la considera colpevole d'avere mancato, nei suoi riguardi, ma... Credo si chieda se, accanto a lui, potrebbe mai essere felice...

 

E' così buono! Così leale! Un uomo d'oro.

 

Ed io, che faccio? Considero d'invaghirmi della sua promessa sposa?

 

Bene, l'acqua è quasi fredda. Spero che mi richiami dai miei sogni. Dai miei assurdi desideri.

 

Assurdi...

 

Legittimi!

 

No, proprio no! Possiamo considerarli come preferiamo, meno che legittimi.

 

Poi, chi mi autorizza a pensare che ella vorrebbe considerare proprio me?

 

Se io non la sapessi promessa, e promessa a mio fratello, azzarderei un approccio. Potrei avere qualche possibilità...

 

Forse.

 

La porterei a cavallo. Lungo la spiaggia. In riva all'oceano.

 

Così. Soltanto noi due e l'animale. Senza sella. Una lunga corsa, spruzzati dalle onde. Colpiti dall'arena bagnata.

 

E la farei mia. Alla luce del tramonto. I raggi infuocati del sole me la illuminerebbero. Rischiarerebbero le sue mani. Le sue dita, frementi, intrecciate alle mie...

 

Un sorso di vera vita. Da prendere, insieme.

 

La mia sonata. Il mio personale da capo. Ancora. Ancora.

 

Sono certo che la sua melodia non mi verrebbe a noia. Portato da ciò che sento per lei, saprei lasciarle apprezzare le mie vibrazioni.

 

No. La sorte mi è avversa.

 

Andrà sposa.

 

Se non fosse la sua sposa, inizierei un corteggiamento. Non sarebbe la prima. Ho ricevuto netti, sdegnati rifiuti, ed allegre, felicissime accoglienze.

 

Avrei potuto tentare.

 

Sarò costretto a soffocare questo mio sentimento, appena nato. Così nuovo, così fresco, così intenso...

 

Già così profondo!

 

Per lui.

 

Le pareti della mia stanza sono le prime testimoni di ciò che mi sta accadendo. Il mio segreto non uscirà di qui.

 

Ora esco e mi stendo. La sognerò.

 

Spero...

 

 

 
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