CARICO A CHIACCHIERE

E come cantò Gianni Morandi, abbracciandosi ad un water: "Non son degno di te", così io, mestamente, prenderò le mie decisioni. Si accanisce il destino, è un bastardo delinquente che non avverte pietà, ci si mette di buzzo buono e non solo ti colpisce di brutto, ma si accanisce reiterando i suoi colpi...'sassini!!!! E voi me lo dite pure? Abbiate la compiacenza di evitare non solo la divulgazione di simili notizie, ma di essere almeno prudenti con le persone come me. Non vi capita mai di sopportare un male fisico, un dolore assiduo? Passa quello e dopo un po' un altro fastidio, un altro problema fisico, e poi ancora: curi un male, ti passa e te ne capita un altro? Insomma, arrrivi al punto che distrutto da tanto accanimento, ti chiedi guardando verso l'alto: " Ma perchè tutte  a me, perchè questo  fato  mi tallona inesorabilmente?".  Come vi capisco se avete o avete avuto, simili contrarietà: un susseguirsi di malattie più o meno sopportabili come: asma, depressione, diabete, acufene, pressione alta ecc.ecc. Una serie infinita di problemi di salute che non  mollano l'osso. Ebbene, la spiegazione c'è, ahimè e ahivoi, guardatevi allo specchio e capirete: "Siete brutti". Azz!!!! Comeee??? Brutti, brutti come me e come tutti coloro che sono vittime e soggetti sensibili alle malattie!!! AriAzz!!!! Cioè, non me la prendo tanto per il male che può affliggere, no, assolutamente no! Il punto è che gli altri sono belli e pertanto meno soggetti ad ammalarsi! Capito come funziona?  Noi siamo brutti? Bene, cornuti e mazziati!!!  Così sostengono gli americani che cazzegggiano con le loro ricerche. Loro cazzeggiano e noi siamo brutti e malati, mentre gli altri sono belli e sani. Una rabbia che non vi dico: ora chi lo dice alle persone che ci amano? Non solo ci hanno scelto nonostante fossimo brutti, ma pure malaticci a vita? Io vado raga', voi fate come meglio credete: interrogatevi e riflettete. Belli o brutti? Malati o sani?

"La bellezza è una trappola in cui ogni uomo di buon senso sarebbe felice di cadere". (O. Wilde )