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« DI MALE IN PEGGIO E...IN ROSSOVERAMENTE FALSO? »

PRESI... DALLA MACCHINA SALVAVITA

Post n°2531 pubblicato il 07 Ottobre 2017 da monellaccio19
 

venezia


"Noi non eravamo sempre connessi; e questo ci ha dato modo di esercitare la fantasia. Non avevamo Wikipedia; e questo ci ha allenato la memoria. Non eravamo prigionieri della rete come criceti nella ruota; e questo ci ha insegnato ad assaporare il tempo, a volte persino la noia". Uscirà a giorni il nuovo libro di Aldo Cazzullo, penna apprezzata del Corsera e attento osservatore del nostro costume. Mi sono permesso "rubare" un passo solo per condurvi alla fatale coincidenza di questi giorni: la foto "storica" scattata dal gondoliere veneziano che nella sua carriera, dopo aver visto di tutto e di più accompagnando turisti in giro per i canali veneziani, questa gli mancava proprio. Turisti giapponesi che come milioni e milioni di persone, visitano Venezia per scoprirne la sua sconfinata bellezza e i misteri dei suoi scorci inimitabili: sono là sulla gondola a smanettare sui loro smartphone. Quattro persone che senza un comando ben preciso, senza un capo comitiva che desse un ordine, hanno messo mano all'orpello tutti insieme appassionatamente e Venezia se la godranno nelle foto più che dal vivo. Cazzullo ha scritto il libro con la collaborazione dei suoi due figli e il tema, come è facile intuire dal titolo del libro, è scontato: "Metti via quel cellulare". Una guerra tra genitori e figli, una guerra che ad onor del vero non riguarda tutti indistintamente, ma una grossa e folta maggioranza di persone; specie i giovani che smanettano da mane a sera. "La rivoluzione digitale è  un rimbecillimento" e credo che su questo punto, noi ragazzi anziani (anche in questo caso non tutti), dovremmo essere d'accordo con Cazzullo. Sempre sulle pagine del Corsera, distante pochi centimetri dalla storia curiosa  dell'anonimo gondoliere veneziano, un'altra notizia: ci trasferiamo in Canada dove un ristorante ha vietato con un grande cartello, l'uso degli smartphone dalle cinque del pomeriggio. "Parlate tra di voi..." è l'invito dal gestore: "...Fate amicizia". Ma da quell'orecchio non ci sentono i ragazzi, sono presi dal digitale anche a tavola, poche parole e molti sguardi al telefono. Nessuno dei clienti ha apprezzato e la risposta è stata univoca per tutti: "Chiacchieriamo anche con il laptop aperto". Non aggiungo altro, abbiamo parlato tante volte sull'argomento e non sarò né io, né Cazzullo con il suo interessante libro, a cambiare la deriva irrecuperabile. La risposta dei giovani è unica, sola e fermamente decisa: "La rete è parte essenziale della vita". Se intendo bene il senso della risposta, dovrebbe trattarsi di una "macchina" ospedaliera dove sono attaccati i pazienti gravi con la prognosi riservata! Non penso proprio che uno smartphone abbia questa funzione specifica e ineluttabile. 

 
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g1b9
g1b9 il 07/10/17 alle 15:58 via WEB
I ragazzi di oggi sono vittime del rimbecillimento generalizzato, epidemia causata dall'eccesso di tecnologia, spesso inutile, ma creata apposta perchè le giovani menti possano essere facilmente conquistate prima per essere plagiate poi, all'occcorrenza. Tu sai come non ci siano menti più ricche di fantasia di quelle dei bambini, eppure sono riusciti anche a distruggere questo dono naturale immenso. Piccolissimi stanno davanti alla TV, il gioco dei colori,delle musiche li stordisce e li tiene calmi, mentre papà guarda la TV e la mamma fa la lavatirice o stira. Ai nidi e negli asili non giocano più alle costruzioni, non si imbrattano più di colori dipingendo fantastici disegni,ora giocano sui tablet, guidati dai programmi creati apposta pr loro. E via di questo passo, la scuola non insegna altro che ad allenare la mente a passare da un argomento all'altro con la massina velocità, poichè il tempo va sfruttato al nanosecondo,le dita devono essere capaci di entrare in un'appe poi subito in un'altra perchè altrimenti non sanno fare 6x5 o ti dicono che l'impero romano finì ben oltre la scoperta dell'America. Non mi stupisce questa immagine dei turisti, che a Venezia smanettano, io credo che i superconnessi non sapppiano nemmeno più distinguere la bellezza del mondo che ci circonda,dove hanno il privilegio di vivere, non credo sappiano riconoscere un' emozione , abituati come sono a sentirsi dire fin dal risveglio come stanno, come sarà la giornata. Mi fa tanta tristezza pensare come vivranno il futuro i nostri nipoti.Saranno forse felici più di noi, perchè non avranno più la capacità di ragionare singolarmente, e non dovranno nemmeno rammaricarsi di quanto hanno perso, indietro nel tempo, quando si sorrideva di fronte alle meraviglie che si andava a cercare viaggiando.
Ciao, e vado a godermi un po' la natura autunnale...
 
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