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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 04/04/2017
E così il principe Carlo con la sua Camilla, ha trovato il tempo per fare una scappatella in Italia, scordarsi la Brexit e godere di una intensa vacanza. Addirittura i futuri reali, hanno trovato il modo per dividersi e concedersi visite in luoghi diversi per ottenere più visibilità. Carlo si è concesso anche un bel piatto di matriciana nei luoghi terremotati, e la visita gli ha reso la simpatia degli abitanti. Tornato a Firenze per ricongiungersi a Camilla, ha visitato la casa famiglia San Paolino (Caritas) e tra strette di mano e sorrisi, con la sua solita e istintiva irruenza, ha visto un tavolo dove quattro ospiti della casa giocavano a tressette; ha quindi chiesto di sedersi con loro per conoscere e capire il gioco. Beh, un'esperienza unica per il Principe e i giocatori che hanno ospitato il quarto "incomodo". Ovviamente, per problemi di lingua e per opportuna conoscenza delle carte e del gioco, si è seduto accanto a lui un signore che l'ha aiutato. Raga' non so come abbiano fatto, non so come sia andato il gioco, ma tenuto conto che il "tressette" sia particolare e ricco di segni, ci sarà stato da ridere e divertirsi. Immagino i segni che si scambiano i giocatori: occhiolino, labbra a forma di culo di gallina, movimenti con le mani, le dichiarazioni per le combinazioni che si posseggo: Napoletana, Buongioco, piombo ad uno o due pali, insomma, presumo sia stato molto istruttivo per l'erede al trono e spero tanto che non vi siano state le tipiche intemperanze del "tressette": "Nooooo, perché hai giocato così...". "Ma komekakkio giochi?". "Ma regina maiala, non dovevi uscire a spade...". A quel punto con la regina di mezzo, magari è partito l'inno reale con buona pace degli astanti.
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Credo che ora si sia toccato il fondo, dalle urla siamo passati alle aggressioni verbali, alle discussioni accese e molto animate e infine, come visto domenica pomeriggio su Canale 5, alle aggressioni fisiche. Mancano all'appello apparizioni improvvise di armi proprie o improprie e un ferito che mostri in diretta il suo sangue fluire dal corpo. Raga', io come sempre esagero sulle conclusioni, però credetemi se tanto ci da tanto, qua va a finire male. Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, in occasione di un convengo tenutosi alcune settimane fa, ebbe a dire che questa televisione urlata non fa bene a chi la subisce e soprattutto a chi la produce. Fedele è uomo di Silvio e devo pensare che abbia voluto accentuare questo aspetto negativo delle proprie reti, quindi un parere onesto e consapevole per essere parte in causa. Aldo Grasso, per me critico televisivo eccellente e preparato, alla luce degli ultimi avvenimenti, parla di rifondare la televisione: la Rai, specialmente se vuol continuare ad essere servizio pubblico, secondo Grasso deve rivoluzionare la sua politica e i suoi palinsesti per evitare una deriva già in atto: il caso Perego e il caso Volpe/Magalli sono molto significativi. Quindi dopo queste dichiarazioni, v'è un intervento di Giampiero Mughini proprio sull'intervento di Grasso e su questa replica desidero trascinarvi coinvolgendovi sulla discussione. Mughini, senza esitare, riconosce che la televisione urlata e manesca, come nel caso di domenica pomeriggio, è la tv che paga molto in termini di ascolto: quella scena drammatica e patetica tra un buffone giornalista come Facci (di professione provocatore) e l'avvocato di Cicciolina (solo l'avvocato per lei potrebbe fare, visto lo stile verboso) si sono azzuffati e menati dal vivo e subito dopo, mentre andava in onda la pezza della pubblicità, hanno continuato dietro le quinte. Ebbene lo share, per la gongolante ruffiana D'Urso, è schizzato verso l'alto mentre Pippo Baudo con la sua consueta classe e signorilità portava avanti una soporifera edizione di "Domenica IN". Mughini insiste nel ritenere queste sceneggiate improvvise della televisione, come parti integranti di una tv popolare e secondo lui, è da sempre che funzioni così. Certo no nei termini che sappiamo e nemmeno con assiduità costante. Cita la Camera con le sue azioni estemporanee da ragazzacci di strada, parla di uno scrittore che anni e anni fa, andò nella redazione di un quotidiano e chiese dove fosse seduto il giornalista Tal dei Tali e avuta l'informazione, gli si avvicinò e gli assestò un ceffone perché aveva parlato male di un suo libro. Giampiero, è convinto che stiamo vivendo un tempo difficile per tutti e per la società è grave specie se contiamo i morti giornalieri davanti alle discoteche, le aggressioni malandrine nei negozi e nei tabaccai, insomma oggi si ammazza per un pugno di euro, senza pietà e senza pensarci su. La razza umana, a prescindere dal colore e dalle etnie, sta cambiando i connotati morali e psicologici. Il mondo tutto è sotto pressione, pensate ad ogni angolo del pianeta dove vi siano focolai di natura politica/sociale, grandi sciagure atmosferica e pazzi che lanciano missili a destra e a manca. Le guerre non si combattono più come un tempo è vero, ma sempre guerre sono, sempre vittime generano e sempre gli interessi e l'odio vincono su tutti e tutto.
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