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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 07/01/2018
E con ieri avremmo chiuso il periodo festivo più lungo dell'anno. Abbiamo dato, abbiamo avuto, ora possiamo passare alle analisi, alle meditazioni, al lavoro e all'influenza che avrà colpito molti di noi. Sui dolci tradizionali natalizi, è stato detto tutto il possibile: le nostre regioni hanno tra le loro specialità, tantissime bontà per cui ne abbiamo fatta man bassa fino a strozzarci e a rimpinguarci allo stremo. Ora tutti pronti per passare alle vie di fatto: corse, esercizi, palestra e tanto movimento per perdere qualche "grammo" di troppo. Ognuno sicuramente avrà ecceduto con i dolci classici e tipici, fermo restando che due in particolare, pur essendo riferiti al nord Italia, sono comunque presenti sulle tavole italiane. Pandoro e Panettone di grandi marche oppure di produzione speciale preparati da pasticceri bravi e noti in tutto il paese, sono stati sui nostri deschi a rafforzare cartellate, castagnedde, torroncini, pasticcini alla mandorla, ecc.ecc. Questo elenco riguarda la mia terra, ma so che da voi c'è ben altro e tanti dolciumi "della nonna" ai quali non si può dire di no. Mi soffermo sui due grandi prodotti italiani che sono la croce e la delizia degli italiani: due fronti contrapposti, due scuole di pensiero e di palato, che si fronteggiano puntualmente ogni Natale. Non conosco statistiche e percentuali di vendita, mi pare di capire che il Pandoro sia più richiesto del Panettone: da fonti autorevoli apprendo che le persone anziane, magari avanti negli anni, preferiscano il panettone, mentre le donne e i giovani, tendano al Pandoro. Quindi un equilibrio più o meno accertato; tuttavia, ogni famiglia presumo faccia storia a sé e si comporti secondo i propri gusti; c'è chi addirittura mostrando di essere acculturato, indichi la differenza tra i due palati, di natura antropologica! Gli impasti sono diversi e tra le versioni classiche e tradizionali, il grande cruccio, il problema più importante pare siano uvetta e canditi. E su questo argomento avrei da lamentarmi. A casa, nella mia famiglia e durante le feste, l'orientamento di massima è questo: io mangio solo il Panettone classico (amo i canditi e l'uvetta) e tutti gli altri mangiano il Pandoro: non solo quello classico e tradizionale, ma anche le versioni alternative ricche di cioccolato e farciture varie ed eventuali. Sono certo che il giorno in cui un pazzo produrrà il Pandoro con le alici sotto olio, a casa lo vorranno provare. Orbene, sono solito rispettare i gusti di tutti e non mi interesso quanti Pandoro e quanti Panettoni siano in casa: tra quelli comprati e quelli ricevuti in dono, ve ne sono abbastanza per mangiarne tutti. Ma.....ecco il ma: perché io mangio il panettone, loro mangiano il Pandoro e a casa capita sempre qualcuno che prende una fetta di Pandoro, la gusta, la finisce e poi passa a prendere una di Panettone, la prende, la "pulisce" da canditi e uvetta e indi poscia, la gusta con piacere? Allora ce l'hanno con me? Ma come? La pasta del panettone piace e la farcitura no? E quindi? Io non posso mangiare dolci: molti sanno che ho un glucosio che s'impenna facilmente e oggi al 7 gennaio, mi ritrovo con due panettoni ancora sigillati da mangiare e un busta piena di canditi e uvetta che sono i residui scartati da altri. Avverrà come ogni anno? Credo proprio di sì: entro Pasqua finirò di mangiare i due panettoni e i residui; a Ferragosto cercherò di affrontare la classica Colomba pasquale per finirla poco prima del Natale 2018. Che vita grama la mia: mai a tempo, mai al momento giusto!
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