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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Messaggi del 07/02/2017
Algo che? Algoritmo? Ma di nome o di cognome? Vorremmo tanto saperlo non fosse altro che ci interesserebbe l'identità precisa di chi sbaglia. Perché un algoritmo lo si può anche mandare affan'cucolo, ma non si avrebbe alcuna soddisfazione; mentre una persona con nome, cognome e con tanto di laurea al seguito, se lo ha approntato e lo ha sbagliato clamorosamente, beh altro che un vigoroso vaffa' si beccherebbe!!! Ormai la solfa è sempre la stessa: a partire da chi ci amministra e ci governa, è un classico all'italiana quando si sbaglia: la colpa è sempre dell'altro, dell'alleato, del collaboratore, del subalterno; è uno scaricabarile interminabile che porta a non punire nessuno o meglio ancora a non identificare un responsabile. Quanto sia accaduto ai viaggiatori pendolari di Trenitalia è clamoroso, eclatante: per colpa di un algoritmo si scopre che molti pendolari, da dieci anni a questa a parte, hanno pagato i loro abbonamenti interregionali, fino al 33% in più di quanto avrebbero dovuto. Ovviamente, scoperto lo "sgamuffo" perverso, si sonno attivati tutti: i pendolari giustamente inferociti, i difensori dei diritti dei cittadini minacciano la "class action" e le ferrovie profondendo scuse a non finire. Per cosa? Per un algoritmo sbagliato? E lui non chiede scusa? No, non può, tra l'altro lui sbaglia ma è imparziale, è democratico, non colpisce nessuno a caso, colpisce tutti non escludendo nessuno, con la massima precisione. E fosse solo questo: da quando subiamo sviste ed errori madornali? In tutti i campi, in tutti i settori, è un perpetuo commettere errori, sempre senza veri colpevoli, senza che nessuno paghi: a volte si parte subito con l'accusa individuando un colpevole, lo si inquisisce, lo si arresta, lo si lascia a piede libero in attesa di processo, poi c'è il secondo grado, poi c'è l'appello e l'assoluzione perché ci siamo scordati tutti per cosa sia stato imputato. Andiamo su, dateci i nomi e i cognomi e se sono evidentemente colpevoli, passiamoli per le "armi" di un giustizia veloce, imparziale e sopratutto, giusta. L'algoritmo dei pendolari, non si è attivato da solo, qualcuno lo ha messo a punto e indi poscia, applicato. Quel professore, ingegnere, dottore che sia, lo vogliamo quanto meno prendere a pernacchie o no?
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E chi non lo conosce? Almeno una volta nella vita qualcuno l'avrà notato tra i vari prodotti che si tengono in casa, un flacone con la sua immagine è sinonimo di pulizia della casa: velocità, nettezza e lucentezza sono le sue peculiarità. Nato alla fine degli anni cinquanta in America, proprietà della Procter & Gamble, il famoso omaccione buono, atletico e possente, entrò nelle grazie delle massaie, delle casalinghe: il prodotto era buono, Lindo era fico, fu amore a prima vista. Vendite sempre in aumento e oggi, diffuso in tutto il mondo con nomi diversi (in USA si chiama Mr. Clean), è leader del mercato mondiale per le sue potenziali qualità. Sessanta anni e non li dimostra il nostro bravo Mastro Lindo e ciò nonostante qualcuno ha ritenuto, in un mercato che abbia sempre bisogno di aggiornarsi, proporre una nuova versione del mago delle pulizie. E' apparso come novità proprio l'altra notte in occasione della finalissima del "SuperBowl" Americano: nei vari passaggi degli spot reclamistici (vi ricordo che costano un occhio della testa) il pubblico ha potuto vedere in tv il nuovo e attizzante Mr. Clean:
Beh, che ne dite? E' l'uomo per voi o no? In America la maggior parte dei consumatori è contenta, alcuni non sono d'accordo, tuttavia, lui Mastro Lindo potrà a breve bussare alla vostra porta, mi raccomando accoglietelo come avete sempre fatto: con charme, eleganza, corpo sinuoso e...spugna, stracci e ramazza!!!
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