|
Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, come prevede la normativa n.62 del 2001. Alcune foto di questo blog e del relativo profilo e/o sito sono state reperite sul web. Ove fosse stato violato il diritto di copyright, prego i proprietari di darmene avviso, per la relativa rimozione. Ogni testo e foto di mia proprietà non possono essere copiati o riprodotti, senza mia autorizzazione, ai sensi della normativa n.29 del 2001.
Menu
Area personale
Chi puņ scrivere sul blog
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
Messaggi del 07/09/2017
Molto singolare questo caso giudiziario e altrettanto significativo il suo epilogo. Un caso comune a tante famiglie italiane, famiglie con figli che studiano, che hanno bisogno di aiuto e sostegno economico. La ragazza al centro di questa causa discussa in appello, è una ventiseienne studentessa universitaria la quale ha trascinato il papà davanti al giudice perché le ha ridotto la paga. I genitori di questa ragazza sono divorziati e in sede di separazione dei coniugi, al papà fu imposto il mantenimento della figlia fino alla conseguimento della laurea. Orbene, il genitore rispettoso e obbligato (per una figlia questo e altro…nei limiti), ha mantenuto il suo impegno tenendo la cassa aperta, però, quando ha rilevato che la figlia non manteneva assolutamente l’assiduità nello studio, non arrivava a conseguire la laurea breve e addirittura era fuori corso, drasticamente ha chiuso i rubinetti e ha ridotto al minimo le sua paga portandola al minimo...sindacale. Lei lo ha trascinato in tribunale accusandolo di essere molto parco: con venti euro a settimana lei non ce la fa proprio a pagarsi tutto. Chiede 2.500 euro al mese per poter mantenersi agli studi, la casa dove vive, mangiare, le bollette e molta, tanta…ricreazione. Il papà che fesso non è, ha precisato davanti ai giudici che dopo aver portato la paghetta a venti euro, la ragazza è tornata vivere sotto il suo tetto, tutto spesato e a carico del papà. Quindi i venti euro sono giustificati per le sue scorribande ricreative. “Eh no, caro papà…”, hanno detto i giudici: “…non puoi mollarla così, non puoi decidere in tal senso. E' vero, non mantiene i ritmi stabiliti nello studio, però è giustificata da «una certa inerzia nella maturazione che porta all’indipendenza dei giovani», quindi, la paga passerà a 500 euro al mese occorrenti per le sue spese ludico/ricreative e straordinarie. Tutto ciò fino al 2019". Aiutatemi a capire questo caso che la ragazza ha vinto per due volte, compreso l’appello! Se è cresciuta come immagino, viziata e sbroccata di brutto, caro papà te la devi tenere questa sconfitta. Se poi qualche ceffone non è stato dato al momento buono, interrogati su cosa, come e dove hai sbagliato, perché un papà come ce ne sono tantissimi al mondo, non sarebbe mai arrivato a questo punto!
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |