Creato da monellaccio19 il 12/10/2010
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Messaggi del 07/10/2017

VERAMENTE FALSO?

Post n°2532 pubblicato il 07 Ottobre 2017 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per produzioni industriali tedesche


Nell'immediato dopoguerra la Germania, come l'Italia, era una nazione rasa al suolo, un vero e proprio scempio dovuto ai grandi sforzi militari degli alleati per sconfiggere il nazismo. Costò tanto in vite umane, città distrutte, industrie e monumenti storici danneggiati. Per la ripresa economica siam partiti alla pari (quasi) noi italiani e i tedeschi, eppure loro con una marcia in più, non hanno perso tempo e nel giro di un decennio circa hanno dimostrato, nonostante una divisione dello stato con la parte est, di riprendersi e avviare tutte le industrie e le fabbriche. Sappiamo come abbiano lavorato sodo e governato con fermezza teutonica; erano gli anni in cui, per allegoria comparativa, si diceva delle persone: "E' preciso come un orologio svizzero", oppure, per intendere un oggetto, un prodotto o il carattere di qualcuno:"E' forte, compatto, deciso come un tedesco". Noti per le loro qualità, famosi per le loro  produzioni industriali, un escalation che nel tempo si è sempre rafforzata, fino a quando poi, non aprimmo i mercati e il lontano oriente cominciò ad invadere il resto del mondo con i suoi prodotti. "Ma so' cinesi, costano poco e la qualità non è come quella occidentale!". Era stato avvertito subito il cambio, sì, costava poco la loro mercanzia ma a  scapito della grande qualità tedesca e americana. Ora, non ci interessa più, all'inizio facevamo attenzione, ora i soldi scarseggiano e compriamo solo ciò che possiamo, anche cinese se non vogliamo arrivare a spendere più di tanto!  E' il mercato raga', funziona così e va benissimo. Però che nessuno si stupisca di ciò: 


https://cdn-img-i.facciabuco.com/116/7qe7cjt0oi-vaccata_a.jpg

 

Le cose vanno come devono andare, sallo caro amico, cosa sia un prodotto tedesco!

 
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PRESI... DALLA MACCHINA SALVAVITA

Post n°2531 pubblicato il 07 Ottobre 2017 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

venezia


"Noi non eravamo sempre connessi; e questo ci ha dato modo di esercitare la fantasia. Non avevamo Wikipedia; e questo ci ha allenato la memoria. Non eravamo prigionieri della rete come criceti nella ruota; e questo ci ha insegnato ad assaporare il tempo, a volte persino la noia". Uscirà a giorni il nuovo libro di Aldo Cazzullo, penna apprezzata del Corsera e attento osservatore del nostro costume. Mi sono permesso "rubare" un passo solo per condurvi alla fatale coincidenza di questi giorni: la foto "storica" scattata dal gondoliere veneziano che nella sua carriera, dopo aver visto di tutto e di più accompagnando turisti in giro per i canali veneziani, questa gli mancava proprio. Turisti giapponesi che come milioni e milioni di persone, visitano Venezia per scoprirne la sua sconfinata bellezza e i misteri dei suoi scorci inimitabili: sono là sulla gondola a smanettare sui loro smartphone. Quattro persone che senza un comando ben preciso, senza un capo comitiva che desse un ordine, hanno messo mano all'orpello tutti insieme appassionatamente e Venezia se la godranno nelle foto più che dal vivo. Cazzullo ha scritto il libro con la collaborazione dei suoi due figli e il tema, come è facile intuire dal titolo del libro, è scontato: "Metti via quel cellulare". Una guerra tra genitori e figli, una guerra che ad onor del vero non riguarda tutti indistintamente, ma una grossa e folta maggioranza di persone; specie i giovani che smanettano da mane a sera. "La rivoluzione digitale è  un rimbecillimento" e credo che su questo punto, noi ragazzi anziani (anche in questo caso non tutti), dovremmo essere d'accordo con Cazzullo. Sempre sulle pagine del Corsera, distante pochi centimetri dalla storia curiosa  dell'anonimo gondoliere veneziano, un'altra notizia: ci trasferiamo in Canada dove un ristorante ha vietato con un grande cartello, l'uso degli smartphone dalle cinque del pomeriggio. "Parlate tra di voi..." è l'invito dal gestore: "...Fate amicizia". Ma da quell'orecchio non ci sentono i ragazzi, sono presi dal digitale anche a tavola, poche parole e molti sguardi al telefono. Nessuno dei clienti ha apprezzato e la risposta è stata univoca per tutti: "Chiacchieriamo anche con il laptop aperto". Non aggiungo altro, abbiamo parlato tante volte sull'argomento e non sarò né io, né Cazzullo con il suo interessante libro, a cambiare la deriva irrecuperabile. La risposta dei giovani è unica, sola e fermamente decisa: "La rete è parte essenziale della vita". Se intendo bene il senso della risposta, dovrebbe trattarsi di una "macchina" ospedaliera dove sono attaccati i pazienti gravi con la prognosi riservata! Non penso proprio che uno smartphone abbia questa funzione specifica e ineluttabile. 

 
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