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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 18/10/2017
E' da stamattina che in tanti si pongono l'amletica domanda: "Ma è lei o non è lei?". Il quesito, partito dalla rete e dai social, nasce dal raffronto di alcune foto di Melania in circostanze diverse. Per molti, notate alcune differenze e visto il frequente uso di occhialoni a coprire anche buona parte del volto, pare che trattasi di una sosia. Vabbè, noi siamo al cazzeggio e possiamo anche permetterci il lusso di avanzare strane e divertenti ipotesi: perché servirsi di una controfigura? Paura di atti eversivi? Agguati? Offese materiali? E poi perché Melania? Se volessero compiere il gesto, giungere così vicino alla first lady, puntassero il marito, almeno avrebbero molte più ragioni per farlo. L'aggravante è che sulla "diceria mediatica", si siano fiondati tutti i quotidiani, hanno raccolto la voce circolante, è hanno pubblicato la notizia ma con moderazione e senza voglia di scoop. Potrebbe anche essere una fake news e quindi tutto cadrebbe nel vuoto. Effettivamente, alcune piccole differenze tra il volto con gli occhiali e quello senza, giustificherebbero il dubbio, ma bisognerebbe analizzare dettagliatamente tutto il repertorio fotografico della signora Trump per sostenere un cambio di persona. Concludo: beati noi che non avendo un kakkio da fare possiamo perdere tempo e sprecarlo sullo studio di foto e avanzare ipotesi malandrine. Ma i quotidiani che corrono dietro alle nostre supposizioni, alle nostre azzardate ipotesi, perché non si dimostrano più prudenti nel recepire questo genere di notizia? E infine, posto che non frega a nessuno se sia o meno Melania, se qualcuno vi ponesse la domanda: "Ma cosa significano termini come rete, social e webeti?" Ora avete la certezza della risposta: "Nulla, ovvero, un buco in un barile senza il barile attorno!".
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Come fosse facile prevedere, è bastato togliere il coperchio al vaso di Pandora.....a' signo' ho scritto Pandora ed è giusto, il Pandoro è n'antra cosa, e ogni giorno c'è chi si accoda: come ebbi a dire l'altro ieri, basta che cominci una a parlare e via in coda a raccontare tutte le esperienze della loro vita. Mi sa tanto di treno da non perdere, visto che sono le più "mature" a raccontare storie del passato. Quindi ci siamo trasferiti in Italia dove vi assicuro che il carnaio....a' signo' stavolta ho sbagliato io, volevo scrivere il carniere, è bello pieno di gente che sappia, che abbia provato sulla propria pelle l'esperienze della proposta oscena da parte di vip per poter lavorare. Ho scelto la Lory Del Santo perché è disinibita di suo, trasgressiva da sempre e il suo racconto in radio, mi è sembrato sincero e...interessato. Ossia, farsi notare su questa storia, parlarne e giudicare le altre, mette in condizione di maggior visibilità. Quindi dopo la Gerini che non si è capito se erano in due o in tre, dopo l'Asia che ha fatto riferimento ad un famoso regista italiano e senza fare nome (pare ne sia sfuggito uno, subito smentito e non sapremo mai le verità), oggi tocca a Lory raccontare una delle sue tantissime esperienze agli inizi carriera, quando non era nessuno. Si presenta per un incontro, il regista italiano molto noto del secolo scorso (deceduto nel frattempo), la fa accomodare nel suo studio, chiude la porta e la prega di attendere. Entrato in una stanza attigua, ne esce dopo alcuni minuti con indosso solo un perizoma rosso! Panciuto, peloso e poco attraente, Lory ebbe un attimo di disorientamento ma capita l'antifona, ringraziò e andò via perché l'uomo le faceva leggermente schifo! Sollecitata dal conduttore, non ha fatto nomi però ha sostenuto che pensandoci su meglio, ci si può arrivare. Nella sua carriera Lory ne ha avuti tanti di questi incontri di "lavoro", lo ammette e riconosce con estremo candore che: "Ci hanno provato tutti, ovunque. E trovo legittimo fare sesso in cambio di una parte. Ma se non è sicuro che poi mantengano la promessa, no. Io sono stata sempre preoccupata che alle parole seguissero i fatti. Farlo per qualcosa bene, ma per niente no. Sarebbe una beffa, una presa in giro”. Evviva la sincerità, almeno ha detto la verità! Però ora spero che basti: se si continua a ciurlare nel manico in codesta guisa, ne verranno fuori moltissime, parleranno a posteriori, ovvero, non interesserà più a nessuno sapere del passato, tanto sappiamo che sia capitato a tante ragazze. Invece, sarebbe opportuno denunciare oggi i fatti recenti e a tale proposito vi segnalo l'iniziativa della giornalista Giulia Blasi: con il suo hastag "#quellavoltache" sta sollecitando tutte le donne a denunciare le loro brutte esperienze. Daremmo un senso compiuto a questa "pratica comune" che ha solo bisogno di essere portata fuori dal vaso...a' signo' niente nomi, vaso e basta!
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