...in me...
ci sono mille pensieri che ogni giorno ci attraversano la mente...scriverli è l'unico modo per farli nostri e non dimenticarli mai più...
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Post n°176 pubblicato il 17 Maggio 2007 da motty86
Oggi lode alla mia umiltà e alla mia pazienza che mi hanno fatto passare indenne anche le 8 ore in sterilizzazione...una palla in-fi-ni-ta!! Mi son sentita una macchina, messa all'interno di una catena di montaggio che mi ha proprio demolito psicologicamente... Ho imparato tantissime cose nuove anche oggi ma........ mi sento svuotata a far lavori che tagliano di netto le ali dell'inventiva e dell'autonomia... Stare in sala sta diventando una sofferenza..anzi, lo è già da un po', per fortuna domani ho l'ultimo giorno in sala gessi e poi da lunedì mi aspetta ortopedia... si torna in reparto, evviva!! Mi è servito questo periodo per apprezzare sul serio la vita di corsia... non dico che la sala operatoria sia brutta, ma sta tutto alle disposizioni di ognuno... a me serve il contatto diretto con il paziente, con le sue paure, con i suoi dubbi, con le sue aspettative... Ho bisogno di creare un rapporto di fiducia e di rispetto, basato sulla professionalità e sull'umanità... è indicibile la soddisfazione di poter assistere nel migliore dei modi qualcuno... conoscerlo, vederlo quando si sveglia, dirgli l'ultima parola prima che si addormenti, essere presente in ogni ora della sua degenza, capire i suoi disagi, trovare insieme delle soluzioni, collaborare con il medico che certe cose non può saperle... alla fine il risultato è sempre quello di aiutare l'altro... ma le strade sono tante... Non basta la scienza per risolvere i problemi di una persona... Dal sito dell'IPASVI di Gorizia: "Ma per quale motivo i giovani non sembrano attratti dalla professione infermieristica?" L'infermiere è ancora vissuto come il braccio operativo del medico, una sorta di jolly a disposizione della corsia ospedaliera. Invece, con questo nuovo corso di studi, è diventato un professionista con profonde conoscenze e responsabilità, sia in campo clinico che gestionale, con concrete prospettive di carriera e di sviluppo personale. A creare questa distorsione della figura dell'infermiere ha contribuito, di certo, anche la stampa nazionale, nella quale si traccia un profilo piuttosto grezzo ed ingenuo, più affine a talune macchiette della commedia all'italiana che ad un qualificato e indispensabile professionista della salute.
nella vita quotidiana, se non nel momento del bisogno, quando diventa quasi un angelo salvatore. In quel momento tutti comprendono la basilarità delle sue prestazioni. Percepiscono quanto sia determinante lo strumentista di sala operatoria, e quanto non si possa fare a meno di assistenza qualificata durante una lunga difficile gravidanza. Vedono l'infermiere come mandato dalla provvidenza quando si occupano con pazienza e modi garbati di un anziano o gestiscono un caso di emergenza nella quale la vita dell'assistito è in pericolo. Ma è proprio quando la medicina si dichiara sconfitta che l'infermiere mostra la sua più vera essenza, diventando l'ultimo riferimento per il controllo del dolore ed il sostegno psicologico a pazienti e familiari. Ma tutto questo non fa notizia e non appare sui giornali. |
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