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Post n°200 pubblicato il 05 Settembre 2014 da Kimi.777
 

 

 

 

Turandot è un'opera in 3 atti e 5 quadri, su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, lasciata incompiuta da Giacomo Puccini (morto il 29 novembre 1924) e successivamente completata da Franco Alfano. La prima rappresentazione ebbe luogo nell'ambito della stagione lirica del Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile 1926, con Rosa Raisa, Francesco Dominici, Miguel Fleta, Maria Zamboni, Giacomo Rimini e Giuseppe Nessi sotto la direzione di Arturo Toscanini, il quale arrestò la rappresentazione a metà del terzo atto, due battute dopo il verso «Dormi, oblia, Liù, poesia!» (alla morte di Liù), ovvero dopo l'ultima pagina completata dall'autore, rivolgendosi al pubblico con queste parole: «Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto.» La sera seguente, l'opera fu rappresentata, sempre sotto la direzione di Toscanini, includendo anche il finale di Alfano. L'incompiutezza dell'opera è oggetto di discussione tra gli studiosi. C'è chi sostiene che Turandot rimase incompiuta non a causa dell'inesorabile progredire del male che affliggeva l'autore, bensì per l'incapacità, o piuttosto l'intima impossibilità da parte del Maestro di interpretare quel trionfo d'amore conclusivo, che pure l'aveva inizialmente acceso d'entusiasmo e spinto verso questo soggetto. Il nodo cruciale del dramma, che Puccini cercò invano di risolvere, è costituito dalla trasformazione della principessa Turandot, algida e sanguinaria, in una donna innamorata. Alla Scala è il secondo titolo maggiormente rappresentato con ventisei stagioni e 185 recite. Al Teatro Costanzi di Roma la prima rappresentazione è stata dopo solo quattro giorni (29 aprile) dal debutto scaligero. Il 25 giugno dello stesso anno va in scena la prima nel Nuevo Teatro Colón di Buenos Aires diretta da Gino Marinuzzi (1882-1945) con Claudia Muzio, Rosetta Pampanini, Giacomo Lauri Volpi e Tancredi Pasero. Al Teatro La Fenice di Venezia la prima è stata il 9 settembre 1926 messo in scena da Giovacchino Forzano con Salvatore Baccaloni. Al Wiener Staatsoper la premiere è stata il 14 ottobre dello stesso anno con Lotte Lehmann diretta da Franz Schalk e da allora è stata eseguita trecentoventicinque volte. Negli Stati Uniti debutta al Metropolitan Opera House di New York il 16 novembre 1926 con Lauri-Volpi e Giuseppe De Luca diretti da Tullio Serafin e fino al 2013 è stata rappresentata duecentonovantasei volte. Il 17 dicembre dello stesso anno avviene la prima nel Théâtre Royal de la La Monnaie/De Munt di Bruxelles nella traduzione francese di Paul Spaak. Il 12 febbraio 1927 avviene la prima nel Teatro Regio di Parma. Il 19 febbraio dello stesso anno avviene la prima nella Salle Garnier del Grand Théâtre de Monte Carlo. Il 17 marzo 1927 avviene la prima nel Teatro Regio di Torino diretta da Marinuzzi. Nel Regno Unito debutta al Royal Opera House, Covent Garden di Londra il 7 giugno dello stesso anno e nell'ottobre 1929 il 4 al His Majesty's Theatre di Aberdeen ed il 7 al Theatre Royal di Glasgow per il Covent Garden Opera nella traduzione inglese di Rosie Helen Elkin diretta da John Barbirolli. Al San Francisco Opera va in scena il 19 settembre 1927 con Ezio Pinza diretto da Gaetano Merola. Il 29 ottobre dello stesso anno avviene la prima nel Teatro Comunale di Bologna. Il 2 aprile 1928 avviene la prima nell'Académie Nationale de Musique (Opéra Garnier) di Parigi. Al Festival lirico areniano debutta nel 1928 e con diciotto stagioni è la quarta opera maggiormente rappresentata. Il 9 agosto1938 va in scena la prima nelle Terme di Caracalla di Roma diretto da Vincenzo Bellezza con Gina Cigna - Iva Pacetti (Turandot) Magda Olivero (Liù) Galliano Masini (Calaf) Al Teatro Verdi (Trieste) va in scena nel 1939 con Franco Lo Giudice ed Italo Tajo diretti da Antonino Votto al Castello di San Giusto. Nel 1958 avviene la prima nel Giardino di Boboli di Firenze diretta Gabriele Santini con Renato Capecchi. All'Opera di Chicago va in scena nel 1958 con Anna Moffo, Giuseppe Di Stefano e Birgit Nilsson diretti da Serafin. A Bilbao va in scena nel 1959 con Franco Corelli e Gabriella Tucci. Nel 1964 avviene la prima nel Teatro Bol'šoj di Mosca diretta da Gianandrea Gavazzeni con la Tucci, Mirella Freni, Gianni Raimondi, Carlo Bergonzi, Capecchi ed Ivo Vinco. Nel 1970 avviene la prima nell'Erkelyi Színház di Budapest diretta da Nino Sanzogno. Al Grand Théâtre di Ginevra va in scena nel 1972 diretta da Nello Santi. Al Festival di Salisburgo va in scena nel 2002 con i Wiener Philharmoniker e Paata Burchuladze diretti da Valery Gergiev. All'Opera di Santa Fe (Nuovo Messico) va in scena nel 2005.


Scheda


Lingua originale italiano

Musica Giacomo Puccini (finale completato da Franco Alfano)

Libretto Giuseppe Adami e Renato Simoni

Fonti letterarie Turandot di Carlo Gozzi

Atti tre Epoca di composizione luglio 1920 - ottobre 1924

Prima rappr. 25 aprile 1926 Teatro Teatro alla Scala di Milano


Riassunto..


La storia si svolge a Pechino, «al tempo delle favole».

Atto I

Galileo Chini, bozzetto originale per la scenografia dell'atto I Un mandarino annuncia alla folla che il principe di Persia, non avendo risolto i tre enigmi proposti da Turandot, sarà decapitato pubblicamente. All'annuncio, tra la folla, sono presenti un vecchio e una donna, che chiede aiuto. Accorre allora un giovane, che riconosce nell'anziano suo padre, Timur, re tartaro spodestato. Si abbracciano commossi e il giovane Calaf prega il padre e la schiava Liù, molto devota, di non pronunciare il suo nome: ha paura, infatti, dei regnanti cinesi, i quali hanno usurpato il trono del padre. Nel frattempo il boia affila la lama preparandola al momento dell'esecuzione, fissata per il momento in cui sorgerà la luna. Ai primi chiarori lunari, entra il corteo che accompagna la vittima. Alla vista della vittima la folla, prima eccitata, si commuove e invoca la grazia per il condannato. Turandot allora entra e, glaciale, ordina il silenzio alla folla e con un gesto dà l'ordine al boia di giustiziare l'uomo. Calaf, impressionato dalla regale bellezza di Turandot, decide di tentare anche lui la risoluzione dei tre enigmi. Timur e Liù tentano di fermarlo, ma lui si lancia verso il gong dell'atrio del palazzo imperiale. Tre figure lo fermano: Ping, Pong e Pang, tre ministri del regno, che tentano di convincere Calaf descrivendo l'insensatezza dell'azione che sta per compiere. Ma Calaf, quasi in una sorta di delirio, si libera di loro e suona tre volte il gong, invocando il nome di Turandot. Atto II File:Galileo Chini, bozzetto originale per la scenografia de La Turandot, atto II.JPG Galileo Chini, bozzetto originale per la scenografia dell'atto II - quadro I È notte. Ping, Pong e Pang si lamentano di come, in qualità di ministri del regno, siano costretti ad assistere alle esecuzioni delle troppe sfortunate vittime di Turandot, mentre preferirebbero vivere tranquillamente nei loro possedimenti in campagna. Sul piazzale della reggia, tutto è pronto per il rito dei tre enigmi. L'imperatore Altoum invita il principe ignoto, Calaf, a desistere, ma quest'ultimo rifiuta. Il mandarino fa dunque iniziare la prova mentre entra Turandot. La bella principessa spiega il motivo del suo comportamento: molti anni prima il suo regno era caduto nelle mani dei tartari e, in seguito a ciò, una sua antenata era finita nelle mani di uno straniero. In ricordo della sua morte, Turandot aveva giurato che non si sarebbe mai lasciata possedere da un uomo: per questo, aveva inventato questo rito degli enigmi, convinta che nessuno li avrebbe mai risolti. Galileo Chini, bozzetto originale per la scenografia dell'atto II - quadro II Calaf riesce a risolvere gli enigmi e la principessa, disperata, si getta ai piedi del padre, supplicandolo di non consegnarla allo straniero. Ma per l'imperatore la parola data è sacra. Turandot si rivolge allora al Principe e lo ammonisce che in questo modo egli avrà solo una donna riluttante e piena d'odio. Calaf la scioglie allora dal giuramento proponendole a sua volta una sfida: se la principessa prima dell'alba riuscirà ad indovinare il suo nome, egli si sottoporrà alla scure del boia. Il nuovo patto è accettato, mentre risuona un'ultima volta, solenne, l'inno imperiale. Atto III Galileo Chini, bozzetto originale per la scenografia dell'atto III - quadro I È notte e in lontananza si sentono gli araldi che portano l'ordine della principessa: quella notte nessuno deve dormire, il nome del principe ignoto deve essere scoperto ad ogni costo. Calaf intanto è sveglio, sognando le labbra di Turandot, finalmente libera dall'odio e dall'indifferenza. Giungono Ping, Pong e Pang, che offrono a Calaf qualsiasi cosa per il suo nome. Ma il principe rifiuta. Nel frattempo, Liù e Timur vengono portati davanti ai tre ministri. Appare anche Turandot, che ordina loro di parlare. Liù, per difendere Timur, afferma di essere la sola a conoscere il nome del principe ignoto, ma dice anche che non svelerà mai questo nome. Subisce molte torture, ma continua a tacere, riuscendo a stupire Turandot: le chiede cosa le dia tanta forza per sopportare le torture, e Liù risponde che è l'amore a darle questa forza. Turandot è turbata da questa dichiarazione, ma torna ad essere la solita gelida principessa: ordina ai tre ministri di scoprire ad ogni costo il nome del principe ignoto. Liù, capendo che non riuscirà a tenerlo nascosto ancora, riesce a prendere un pugnale e ad uccidersi, cadendo esanime ai piedi di Calaf. Galileo Chini, bozzetto originale per la scenografia dell'atto III - quadro II Il corpo senza vita di Liù viene portato via seguito dalla folla che prega. Turandot e Calaf restano soli e lui la bacia. La principessa dapprima lo respinge, ma poi ammette di aver avuto paura di lui la prima volta che l'aveva visto, e di essere ormai travolta dalla passione. Tuttavia ella è molto orgogliosa, e supplica il principe di non volerla umiliare.


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Anni '50/ '60 >> 1966

 Mina 

"Se telefonando"

La canzone novera tra i suoi autori nomi eccellenti nel panorama della televisione e della musica leggera italiana, fra cui Ghigo De Chiara e Maurizio Costanzo per il testo e Ennio Morricone.

 


 

 

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Anni '70 >> 1972

Mia martini

"Piccolo uomo"

Piccolo uomo è un singolo di Mia Martini pubblicato l'11 aprile 1972

scritta da Bruno Lauzi e Michelangelo La Bionda, su musica di Dario Baldan Bembo (e Leonardo Ricchi, inizialmente non accreditato), il quale non ha mai nascosto la sua contrarietà nell'affidare il pezzo ad un'artista appena esordiente. Destinato, infatti, ai Camaleonti, il pezzo fu invece presentato da Mia Martini al Festival Pop, Beat, Western Express di Londra, il 26 maggio 1972.

 

 

 


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Anni '80 >> 1980

 




The Buggles

" Video Killed The Radio Star "

Video Killed the Radio Star/Kid Dynamo è il primo singolo del gruppo britannico di musica pop The Buggles (il duo poi confluito negli Yes formato da Trevor Horn e Geoffrey Downes), pubblicato dalla Island Records nel 1979, che anticipa l'album d'esordio The Age of Plastic (1980).

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Anni '90

1990______________

 

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Anni 2000

2000____________

 

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