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Messaggi di Febbraio 2016
Post n°625 pubblicato il 21 Febbraio 2016 da PROF.PIER
Questa è una di quelle notizie che - da sole - danno il senso della distanza abissale tra vecchio e nuovo mondo. Si tratta di qualcosa che in Europa – e nella maggior parte del mondo civile – sarebbe assolutamente impensabile, mentre oltreoceano non solo è pensabile, ma diviene addirittura legge dello Stato. Mi riferisco alla legge del Texas, denominata “campus carry”, approvata il 1 agosto 2015 - che gli atenei statali sono obbligati ad applicare - secondo cui è consentito a studenti, genitori in visita e professori portare con sé armi da fuoco nelle aule scolastiche. La legge è stata approvata in occasione del 50° anniversario di uno dei peggiori massacri in un campus universitario degli USA, quando uno studente, Charles Whitman, massacrò 16 persone sparando dalla torre dell’orologio della University of Texas di Austin. E ieri, 17 febbraio, il presidente dell’Università del Texas, Greg Fenves, ha approvato lo statuto secondo cui i frequentatori del campus con età superiore ai 21 anni e in possesso di regolare porto d’armi possono andare a lezione debitamente muniti di pistola o fucile. Il tutto naturalmente – c’è da dubitarne? – a buon fine, per difendersi da terroristi, mentecatti, maniaci o assassini di passaggio, che da qualche anno hanno eletto a proprio poligono di tiro scuole e università. Ne è convinto il governatore dello Stato, Greg Abbott, secondo il quale questa legge potrà prevenire massacri e sparatorie visto che gli assassini di turno si troveranno di fronte una scolaresca armata fino ai denti e in grado di reagire. Una sorta di "sfida all'OK Corral", insomma... In realtà il nostro Greg Fenves non è mai stato d’accordo con questa brillante idea sponsorizzata dallo stato del Texas, ma dopo aver lungamente resistito, ieri ha dovuto capitolare. Dura lex, sed lex. Così, un po' abbattuto ha affermato: “questa decisione e stata per me la sfida più grande della mia presidenza, dato che non credo che le armi da fuoco siano adatte ad un campus universitario”. Oddio, veramente? Ma tranquilli, ci saranno zone di esclusione e…degli obiettori di coscienza, come in ogni ambito democratico che si rispetti. Per esempio se nelle classi sarà tranquillamente permesso portare con sé la propria arma, nelle infermerie, nei dormitori o in certi laboratori bisognerà, ahimé, lasciare colt, pistole, fucili e mitragliette all’ingresso. Bisogna dire che qualche professore, per la verità, ha manifestato qualche perplessità sul dover discutere il piano di studi o l’andamento scolastico con studenti armati come Rambo, come dargli torto? Ma la soluzione c'è: essere altrettanto ben equipaggiati, no? Se vuoi bocciare lo studente e quello mette mano alla pistola, non hai che da sparargli prima tu, questo sì che sarebbe un confronto, come dire…ad armi pari…
Piero Cammerinesi |
Post n°624 pubblicato il 16 Febbraio 2016 da PROF.PIER
Se genitori e insegnanti si impegnano a far mangiare ai loro figli panini con hamburger e patatine fritte, magari annaffiati da una bella bibita dolce gassata, in cambio la loro scuola potrà ottenere attrezzature scolastiche. Sogno o son desto? No sta accadendo davvero. Una multinazionale ha promosso un concorso in cui ha invitato gli studenti a consumare i propri prodotti per accumulare punti per poi sperare di essere estratti per far guadagnare al proprio istituto il premio finale in attrezzature per la didattica e voilà molti insegnanti e genitori hanno aderito, direi abboccato, salvo piangere poi insieme lacrime da coccodrillo e raffazzonare in fretta un progetto che parli di sana alimentazione e di lotta contro l’obesità infantile. Il ministero informato cade dalle nuvole e minimizza: “ La polemica è ridicola e stanca”. Intanto L’ultimo rapporto Unicef, in collaborazione con L’Istat, non lascia dubbi: l’Italia è pienamente contagiata da quella che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito “silente epidemia globale”. L'Italia è ai primi posti in Europa per obesità, con il 20,9% di bimbi in sovrappeso e il 9,8% obeso. L’obesità è associata a una forte riduzione dell’aspettativa di vita e a un incremento di anni di vita passati in malattia. Sono peraltro noti sia i legami fra obesità e diabete mellito (altra epidemia già dilagante), sia con altre patologie, fra cui il rischio cardiovascolare: che aumenta anche per chi è stato obeso anche solamente durante il periodo adolescenziale. Meno noto è che in 2 casi su 3 un bambino in sovrappeso diverrà un adulto obeso: con conseguenze anche per il sistema sanitario. Penso sinceramente che non siano soltanto i figli a necessitare di una corretta educazione alimentare. |
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