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Post n°922 pubblicato il 02 Agosto 2016 da raccontami.unastoria
Il primo viaggio da solo, quando sei tornato sei tu, ma non tu, uno sguardo nuovo, deciso, gli occhi dell'uomo che sarai. Cammini sicuro, e quando ti ho abbracciato, la mia stupida testa di donna, mi ha colpito alla gola, con un groppo, così furioso e greve di lacrime, da non riuscire a venir fuori, restandomi intrappolato nella gola, come un bolo mal digerito. E siamo ripartiti, per casa, tu al tuo posto dietro il mio sedile, ad un tratto la tua mano, a cercare i miei capelli, come quando eri piccolo e ti addormentavo in braccio con le canzoni di De Andrè..."sparagli ancora", la canzone di Piero era la tua preferita, ed i miei capelli erano necessari al tuo addormentarti e così, quel gesto, ha fatto sciogliere quel nodo e le lacrime son venute giù, da sotto gli occhiali da sole, come pioggia di estate, si, sei ancora il mio bambino. |
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