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OLBIA PROVINCIA. Alta tensione Dietro l'angolo c'è una sfida: cacciare Sanciu

Post n°119 pubblicato il 19 Maggio 2011 da olbiesi

 

da L'Unione Sarda 19 Maggio 2011
PROVINCIA. Alta tensione
Dietro l'angolo c'è una sfida: cacciare Sanciu
 
FedSanc 190511

Se (e come) centreranno l'obiettivo, non è dato saperlo. Ma l'asse sinistra-destra, quello galvanizzato dalla vittoria in Comune, già prepara l'assalto alla Provincia. Il voto da spostare è uno. Perché adesso la maggioranza di Fedele Sanciu vale 13 scranni. Così divisi: 4 Pdl (compreso presidente dell'Aula Francesco Pala ), 3 Udc, un Dc più due Riformatori e altrettanti Psd'Az. L'opposizione, invece, ha 12 voti. Con 6 Pd, e due quote a testa per Idv, Upc e Fli.
IL PREAMBOLO Non è necessario leggere nulla in filigrana, per capire che il nodo di via Nanni non è mai cambiato. E proprio lì poggia un pezzetto di sconfitta elettorale olbiese. Infatti: era giugno 2010, primo giorno di legislatura provinciale, quando si consumò lo strappo interno al centrodestra. Sanciu decise di punire la corrente Pdl di Matteo Sanna , quella che aveva piazzato due bandierine. Con Mario Russu l'arzachenese e Gianfranco Pinducciu il teltese. Sulla carta, a Russu toccava un assessorato in quota Gallura rivierasca ed ex An. Ma il presidente-senatore ha fatto spazio a Giuseppe Baffigo , l'assessore tecnico, quindi non passato dalle urne. Un'esclusione, questa, che Sanna e i suoi due fedelissimi non hanno mai digerito. Tanto che tutti e tre optarono per il passaggio nei Fli.
IL LEGAME PROVINCIA-COMUNE Non solo. Sanna ha vinto in Comune. L'ha fatto da alleato di Giovannelli attraverso il Polo per l'Italia, sebbene la quota finiana sia stata messa in ombra dall'area Udc che ha piazzato tre consiglieri sui quattro eletti (non proprio una vittoria per i futuristi). E il quinto, quando verrà ripescato al posto dell'assessore da nominare, sarà un Api. Ma ormai è a un punto di non ritorno, la resa dei conti in Provincia che continua a ricalcare quel modello trasversale sinistra-destra. Con l'ex Ulivo unito e l'ex Polo diviso. E Sanna, adesso, vuol dimostrare al Pdl quanto gli ex An diventati Fli, ma anche i pidiellini pentiti, siano un ago della bilancia negli equilibri politici territoriali. Inutile negare che alla coalizione nizziana siano mancati pure i candidati minori, da seconda fila, anche loro di centrodestra, che si sono rivelati una risorsa per Giovannelli.
A. C.

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da L'Unione Sarda 19 Maggio 2011
ANALISI DEL VOTO.
Rispetto al 2007 i consensi persi sono il 13,27 per cento
Pdl, il partito da ripensare Sorpresa: i primi tre eletti non sono ex Forza Italia

Il Pdl dei paradossi è un bandolo della matassa ancora tutto da sbrogliare. In numeri: 29,62 per cento, per 9.268 voti (manca il conto di tre sezioni). Quasi doppiato il Pd, fermo al 17,22. Addirittura c'è un più 1,43 rispetto alle provinciali 2010. E così sembra pure un successo. Invece berlusconiani ed ex An hanno dovuto cedere il timone del potere. Vero che una sconfitta in 14 anni, non è la fine del mondo. Ma va letto subito il segnale lanciato dalla città tre giorni fa. Perché una cosa è sicura: insieme al Comune, il Pdl ha perso lo spirito vincente che dal '97, senza interruzioni, aveva trasformato le amministrative nella roccaforte del centrodestra.

cons pdl 190511
IL CANDIDATO SINDACO È da Settimo Nizzi che l'analisi comincia. Lui, il trascinatore di Giovannelli alle urne 2007, tanto che da candidato consigliere e sindaco uscente raccolse 2.664 preferenze. Allora Forza Italia e An portarono a casa il 43,29 per cento (ma con 80 candidati anziché gli attuali 40). Questa volta, invece, il partito non ha superato i 30 punti. Vuol dire che in quattro anni al Pdl è sparito il 13,67 per cento di voti. Nizzi, avant'ieri, l'ha detto a L'Unione Sarda : «Olbia non mi ha perdonato gli incarichi da deputato, presidente del Cipnes e vicecoordinatore Pdl. Ma pure il fatto che in questi anni ho parlato poco coi miei concittadini».
BOCCIATI ANCHE I SANCIU Insomma, Nizzi e il Pdl si sono scollati dalla pancia votante di Olbia. E ora il modello di partito andrà ripensato. La cartina di tornasole è pure Francesco Sanciu , fratello di Fedele , senatore, presidente della Provincia, assessore alle Finanze e coordinatore gallurese del Pdl. Altra pioggia di incarichi, a ben vedere digerita poco in tempi in cui manca pure il lavoro stagionale. Non solo. Da uscente ex del Bilancio, Francesco Sanciu paga la gestione della Tarsu alle imprese che erano un suo tradizionale bacino elettorale. Tanto che è finito quarto nella lista degli eletti: 559 voti (senza tre sezioni). Per ora perde il 23,97 per cento rispetto a quattro anni fa.
FIORI, ALTANA E COCCIU A proposito di consensi: sorprende che sul podio Pdl non ci sia nemmeno un ex Forza Italia. Infatti: Michele Fiori , primo assoluto con 728 preferenze, nel 2007 corse col Nuovo Psi. Marzio Altana , il secondo più votato, uscente dell'Urbanistica, è un ex An. Idem Angelo Cocciu , ex dello Sport, terzo a quota 599. Più ancora: i tre (sebbene non gli unici) sono in controtendenza rispetto al partito che smarrisce voti. Infatti: quando mancano ancora i dati dei tre seggi-lumaca (12, 21 e 32), Fiori raccoglie l'83,37 per cento in più, Altana il 4,28, Cocciu il 23,25.
GLI ALTRI ELETTI Come dire: chi ha lavorato bene nella passata legislatura, torna in Aula. Così, e sono cifre definitive, vale anche per Franco Casu presidente uscente dell'Urbanistica, schizzato a più 30 per cento (520 voti). Il sesto è Marco Piro , ex dell'Ambiente, che però perde il 12,98 (516). In salita Tonino Pizzadili , ex presidente del Consiglio: chiude a più 6,58 per cento (437). Ottava piazza per Pietro Carzedda , ex Udc: 354 preferenze (-7,81 per cento). Nono Giovanni Casalloni , la new entry di San Pantaleo a 350 voti. Decimo Tiziano Pinna , ex dei Lavori pubblici, a 289 voti, ma senza tre sezioni (-29,33 per cento). Infine: Valerio Spano , ex della Sicurezza, fa un balzo del 15,44 (da aggiornare in positivo).
IL VICECOORDINATORE In casa Pdl, c'è un altro big che resta senza scranno. È beffa doppia per Gianfranco Bardanzellu , onorevole e vicecoordinatore gallurese. Credeva che Nizzi vincesse, quindi ha lavorato per il partito candidando quattro suoi elettori (Ruju, Asara, Milo e Canu). Aveva calcolato che per tornare in maggioranza gli sarebbero bastati 250 voti. Bardanzellu ne ha presi 247. Ma si sono rivelati troppo pochi per andare all'opposizione.
Alessandra Carta

 
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