Creato da hyakynthys il 13/11/2006

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skemurgia

Post n°75 pubblicato il 23 Dicembre 2011 da hyakynthys
 
Tag: skema

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Cur ergo errat anima quam fecit Deus?substantia 

chaos Fonda Demiurgo che ordina il mondo 

Zaradhust o classico di Dionisio fatto a brani dai Titani 

gnosticismo o manicheismo o neoplatonismo o neo- 

pitagorismo Platone  

metafisica Fedone e nel Fedro di- 

scordia pura Bellezza-stabile Gorgia Plotino, Jam- 

blico, Proclo  magia  crea il mondo  monaDio creatore 

 risuona Cur ergo errat anima quam fecit 

Deus? Dionigi-Proclonella Magia dell' Essere il nulla, crea panteismo crea ex nihilo dal nulla  Metafisica  ricet- 

tacolo crea nulla crea crea ab inizio  crea l'Anima del Mondo crea essere nel Nulla  1'essere nulla Crea la creazione. 

 Proclo: Crea1'essere sia la sostanza che la forma oltre bellezza nulla substantia nullo o nulla in  essere  il nulla. Perchè nulla?  nulla, sono nulla il 

nulla la morte,crea la creaturaEsserel' Essere crea ex nixilo crea creata consustanzia crea dell'essereousia 1' Essere da Proclo Proclo o essere 

nulla nel mondo essere  nell'Isole dei Beati PROCLO-Timeo- PROCLO crea la mistica O essere nullum nullum  nullum  nihil del Demiurgo dei Manichei crea  estatico bellezze  risonanze  di nulla  nulla al mondo 

di nulla  crea nulla nulla crea qui fin qui qui sunt nonnul- 

lus v'e nullus crea creature  neopitagorica  spaziale C'e la bellezza  spaziale, supera lo spa- 

zio, vince lo spazio,crea la musica. 

 musica-modello degli Dei creatori crea trascende bellezza si presenta  si manifesta Nulla

prerazionale-super-razionale intuizione pura modello

Crea bellezza Demiurgo di Platone modello che crea infinito. Crea Timeo 1'infinita Bellezza nel mondo 

Tale  Demiurgo  metafisica della essenza Proclo  modello della potenza creatrice o 

meglio delle potenze creatrici  PHOCLO, Elementi di Teologia, Proclo crea creando crea modelli e schemi  insiti schemi senza 

ragione, 1' Essere increata nel mondo crea crea'essere  creature creatura nihilNihil nihil dissonare crea la creazione  nulla c'e Essere, creaVerita creatrice enti aventi  ontologica'esistenza della metafisica platonica nihil  spazia contemplal'essere puro svela  spaziotempo  

Creato nihilnihil crea  il nulla crea la figura crea la verita di pensiero nel creatore e nella creatura. 

 crea creatura creata nulla nulla svela Crea nulla  nihil  sublimi.  nulla in se nulla, nulla est nulla crea Senz'altro  PENSIERO nihil anzi  crea  nihil  crea singolarita  pen- 

siero pensante e pensiero pensato  

crea CreaNulla,  creatrix 

dell'essere l'essere nihil nihilessere nell'es- 

sere nulla,  crea nihil  creatura  Crea C'e Crea 

la creatura Creanulla 

Nihil  Nulla crea consente di es- 

sere che il nulla, vuota nulla, nullaQui creaCrea nihil crea creature vuote, crea vagheggia vagheggia crea vagheggia crea crea creata crea creato nulla vuoto crea  nulla nulla nulla dell'essere che crea e che crea 1'architettura 

e le arti, il linguaggio e le lettere, il calcolo, la musica, la filosofia,  crea eventi in nulla che crea nulla 

L'essere sublime  

C'e crea. La natura crea creatura gettata  crea crea crea 

crea crea creacrea-creacreasublime crea l'infinito. di Dio (1). Cosi per Ago- 

stino, come abbiamo visto, in rapporto alle cose terrene 

esse sono gli interpret!, per quanto in maniera umana, 

cioe imperfetta, della razionalita eterna. Ed in questa 

inerpretazione esse devono essere seguite quando non 

sorge il contrasto fra la loro voce e quella della Chiesa. 


Ci sono poi tutte le altre forme di autorita umana, 

quella degli uomini sapienti, quella di chi per qualsiasi 

motivo e degno di fede, o ha acquistato dimestichezza 

in una determinata arte o disciplina (secondo il con- 

cetto socratico) in modo da dovere essere in quel campo 

ascoltato e seguito, fino a quella piu comune e modesta 




(1) Rom., Xin, 1-2, 




282 


del genitori verso i figli, delle quali abbiamo gia par- 

lato. 


In tutti questi casi il fondamento del concetto di 

autorita e la impossibilita di conoscere tutto per espe- 

rienza propria e quindi la necessita di credere per quella 

degli altri : sicut ergo de visibilibus quae non videmus, 

eis credimus qui viderunt... de invisibilibus, quae haec 

a nostro sensu exteriore remota sunt, iis nos oportet 

credere, qui haec in illo incorporeo lumine disposita 

didicerunt vel manentia contuentur (1). 


Autorita e testimonianza di cose conosciute, massi- 

ma e indiscutibile nella Ghiesa, in cui la testimonianza 

dei martiri rende certo quanto essi hamio affermato di 

aver visto e conosciuto, minore negli altri casi fino a 

quella vaga della pubbliea opinione, soggetta in questi 

casi ad esser discussa e idonea soltanto a far riflettere 

a quanto poi la ragione potra spiegare. L'autorita e in- 

fatti guida della ragione e non altro, ma non di meno 

guida necessaria. fi luce che mette in condizione di ve- 

dere 1'occhio della mente e, per quanto Agostino ne 

dimostri la insufficienza razionale nel <c De Libero Ar- 

bitrio a proposito delle leggi umane alle quali si crede 

ma per le quali non si conosce (2), esso ne afferma 

risolu.tamente il valore nel De Ordine dove se ne fa 

una ampia trattazione e si distingue in divina e uma- 

na (3), nel cc De quantitate animae (4), nel cc De Vera 

Religione (5), in altri passi del Libero arbitrio e 




(1) De Civ. Dei, 1. XI, cap. III. 


(2) De Libero Arbitrio, 1. I, cap. IV, 9. 


(3) De Ordine, 1. II, cap. IX, 26 e 27. 


(4) De quantitate animae, cap. VII, 12. 


(5) De vera Religione, cap. VIII, 14. 




283 


nei suoi scritti posteriori, tra cui nel De Trinitate e 

soprattutto nel cc De utilitate credendi (1) in cui afferma 

risolutamente e definitivamente, come abbiamo gia vi- 

sto : melius profecto stulti omnes viverent si servi pos- 

sent esse sapientum (2). 


Cosi attraverso il concetto dell'autorita come prin- 

cipio di conoscenza viene in campo di nuovo la questione 

della liberta, di quel problema che ha assunto una for- 

ma parossistica e forse patologica nei tempi moderni: 

la liberta del pensiero, che per Agostino si presentava 

sotto nn altro aspetto: la liberta dell'errore. Agostino 

la nega. 


Se Lattanzio aveva di fronte agli imperatori romani 

invocato la liberta del pensiero in nome del tempio 

della coscenza individuale, in nome della superiore na- 

tura della ragione umana che deve essere rispettata, 

Agostino, partendo dalla sua concezione volontaristoca 

dell'errore, invoca, di fronte agli imperatori cristiani, 

la repressione dell'errore, auspica la Santa Inquisizione 

dei tempi futuri. 


L'ardente polemica con i donatisti gli da la materia 

per 1'affermazione del suo principio dinamico : cogite 

intrare o cc compelle intrare . 


Se 1'errore e un atto di volonta contrario al pensiero 

che si puo dir veramente tale soltanto se e pensiero 

vero, e necessario che 1'uomo sia condotto dall'autorita 

colla ragione o colla forza a pensare le cose vere, a ri- 

nunziare all' opera della fantasia. Costringere 1'uomo 

che erra a pensare interamente, a cercare la verita, a 




(1) De Trinitate, 1. XV, cap. XII, 21. 


(2) De utilitate credendi, cap. XII, 27. 




284 


trovare la verita e, in chi e rivestito di aitforita, non un 

diritto, ma un dovere. Se 1'errore nasce dal legame di 

una consuetudine nociva e necessario che questo legame 

sia spezzato. 


Neil'epistola XGIII cc ad Vincentium Agostino po- 

ne i suoi argomenti fondamentali su questo punto. 


Si puo perniettere che un pazzo frenetico corra li- 

beramente al precipizio? O si deve in tal caso ritrar- 

nelo anche colla forza? cc Si enim quisquam inimicum 

suum periculosis febribus phreneticum factum, currere 

videret in praeceps, nonne tune potius malum pro ma- 


10 redderet si eum sic currere permitteret, quam si cor- 

ripiendum ligamdumque curaret? (1). Quale e dunque 

un male, la violenza contro il pazzo o la rovina del 

pazzo? Indubbiamente la violenza e un bene se sottrae 


11 pazzo alia propria rovina. 


E subito dopo : cc Cum vero terrori utili doctrina sa- 

lutaris adiungitur, et non solum tenebras erroris lux 

veritatis expellat, verum etiam malae consuetudinis 

vincula vis timoris abrumpa't, de multorum sicut dixi 

salute laetamur (2). cosi la violenza in questi casi un 

atto di liberazione, non e di ostacolo alia liberta uma- 

na, ma e 1'azione che libera il pensiero dai vincoli della 

consuetudine che ha asservito la volonta dell'uomo. 


La violenza non e di per se un male come non e 

un giusto, cioe un martire chi la subisce. La violenza 

la usano i buoni e i cattivi e la subiscono i buoni e i 

cattivi. Essa e 1'esplicazione di una potenza naturale di 

per se indifferente al bene e al male se non addirittura 




(1) Ep. XCIII ad Vincentium, 2. 


(2) Ivi, 3. 




285 


buona in quanto per natura e destinata al bene: Ali- 

quando ergo et qui cam patitur, injustus est, et qui 

earn facit iustus est. Sed plane semper et mail persecuti 

sunt bonos, et boni persecuti sunt malos: illi nocendo 

per injustitiam, illi consulendo per disciplinam, illi inu- 

maniter, illi temperanter, illi servientes cupiditati, illi 

caritati. Nam qui trucidat non considerat quemadmo- 

dum secet; ille enim persequitur sanitatem, ille putre- 

dinem. Occiderunt impii prophetas, occiderunt impios 

et propbetae. Flagellaverant judaei Christum, judaeos 

flagellavit et Christus. Traditi sunt apostoli ab homi- 

nibus potestati bumanae, tradiderunt et apostoli homi- 

nes potestati Satanae. In his omnibus quid adtenditur, 

nisi quis eorum pro veritate, quis pro iniquitate, quis 

nocendi caussa, quis emendandi? (1). fi dunque il 

principio animatore della violenza che la giustifica o la 

condanna. Ne e vittima o martire chi la subisce per 

una causa giusta. Inf atti : Si semper esset laudabile 

persecutionem pati, sufficeret Domino dicere, Beati qui 

persecutioneni patiuntur; nee adderet, propter justi- 

tiam (2). fi chi si sottopone alia persecuzione per la 

verita che e martire e giusto; 1'altro e un empio che 

subisce la giusta pena del suo peccato. 


Cosi colla pena gli uomini sono ricondotti a se stessi, 

sono spinti alia necessita di pensare, sono spinti verso 

la verita oc ut coercitione exiliorum atque damnorum, 

admoneantur considerare quid, quare patiantur (3). 

Cosi la persecuzione dell'errore come ogni altra cosa puo 

essere medicina dell'anima secondo il concetto socratico. 




(1) Ep. XCHI ad Vincentium, 8. 


(2) M. 


(3) Ivi, 10. 




286 


Con essa 1'uomo e costretto a considerare il perche di es- 

sa, e portato a conoscenza del male, ha la rivelazione del 

bene. Essa e la cura della volonta la quale, traviandosi, 

ha errato e, punita, deve tornare alia propria integrita 

naturale di volonta di bene. Essa e giustificata appunto 

dalla volontarieta dell'errore appunto perche cc nee er- 

ror esset si nihil 8nulla La creazione  

bellezza: Cicerone bellezza bellezza  Proclo 

e altri neoplatonicimistica ontologica dell'esistenza di Dio Plotino...................................

 
 
 
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