Creato da kilkenny81 il 06/04/2009

Roma-Parigi

Viaggio di sola andata

 

 

LA FETE DE LA MUSIQUE DE PARIS

Post n°18 pubblicato il 22 Giugno 2009 da kilkenny81
 
Foto di kilkenny81

SCRIVE E.

Grande festa a Parigi. Come ogni anno l'inizio dell'estate viene salutato dalla capitale francese con la Fête de la musique (ovvero festa della musica). Un giorno in cui la musica invade piccole vie e grandi boulevards, attraversa i caffé ed entra nel cuore della gente. Un'atmosfera magica, solare (stranamente!) e dove ballare, divertirsi ed ascoltare sono le parole d'ordine più diffuse.

Generi musicali vari, suonatori di fortuna e grandi professionisti. Tutti partecipi di questa giornata che è simbolo di vita.

E noi? In giro con F. e L. ci siamo visti qua e là un bel po' di concertini e piccole apparizioni. Ne ho fotografati e selezionati 3.

TRADUCTION

[ La grande fête de Paris, la fête de la musique. Chaque année, la ville lumière accueille le début de l'été avec l'invasion de la musique. Musique partout: dans les petites rues jusqu'aux grands boulevards, dans les cafés jusqu'au coeur de la gente. Danse, plaisir et magie, on pouvait écouter la multitude d'artistes différents participant à cette grande fête. Et nous? Nous avons assisté à quelques performances. Voici un petite sélection de photos et de vidéos.]

IL PIU' TRASH: IL CORO DELL'ISTITUTO PARIGINO DI CULTURA ITALIANA

IL PIU' DIVINO: DARK SCHNEIDER

Ovvero un gruppo di giapponesi la cui cantante, LAER (un trans o un travestito non so) incanta tutti i dark presenti a suon di ugola infernale. Io l'ho adorata.

IL PIU' DIVERTENTE: DISCO-DALIDA AL MARAIS

 

Ecco qualche scatto per le vie di Parigi.

 
 
 

PIZZERIA VESUVIO: SAPORI D'ITALIA A PARIGI

Post n°17 pubblicato il 21 Giugno 2009 da kilkenny81
 
Foto di kilkenny81

SCRIVE V.

Eh sì, non siamo riusciti a resistere!

È vero che l'abbiamo fatta diverse volte anche in casa da quando siamo qui e ci è sempre venuta deliziosa,  ma tutti voi italiani sapete benissimo che una pizza cotta al forno a legna, caldissima ed invitante, è quanto di più delizioso ci sia per inaugurare un sabato sera.

Dopo vari tentennamenti e ricerche compulsive su internet di altri disperati come noi alla ricerca di sapori nostrani, abbiamo deciso di proiettare la nostra attenzione su PIZZA VESUVIO, a due passi da Saint-Germain-des-Prés, gestito da italiani da 20 anni, con commenti positivi da parte di tutti e soprattutto dei nostri compatrioti.

Dopo un pomeriggio di cammino abbastanza sostenuto, siamo arrivati al ristorante con una fame allucinante.

Entriamo.

Un odore mi sbatte sulle narici. Non riesco a decifrarlo sulle prime. Frammenti confusi, affastellati, si fanno strada tra i miei neuroni e mi incitano a ricordare. Mi siedo al tavolo e cerco di capire. Le pareti sono impregnati di quel sentore, delicato e penetrante allo stesso tempo. Aglio. Olio forse lampante. Peperoncino. Profumi forti, di un'Italia rustica, intraprendente, pronta a mettere radici ovunque pur di non morire di fame. L’odore che resta dopo anni di sacrifici, un’attività messa in piedi, quel cordone ombelicale con il proprio paese, ormai secco ma mai reciso. Ed ecco finalmente l'immagine mi torna chiara. Quelle cene in gruppi di quindici e anche più persone in quei locali lasciati nell'oblìo della mia memoria trascorsa. Quello stesso odore lo sentivo ogni volta che andavo a mangiare al FORNO a Herstal, o alla SICILIA BELLA a Liège (esistono tuttora, ho controllato) e che rivive oggi. È proprio strano quanto un odore possa rimanerti in testa per così tanto tempo e risorgere dirompente allo stimolo giusto.

La pizza era al di sotto della media italiana, ma cmq decente e ben condita, specie la mia che era una Napoli zeppa di acciughe e capperi. L’acqua che ho bevuto dopo!!!

Alla fine, 15 euro per una pizza e un bicchiere di vino senza coperto né servizio non sono poi così tanti.

**SCRIVE E.** POMODORO TROPPO ACIDO PER I MIEI GUSTI E IMPASTO SCIAPO. E POI: MA CHE CI DOBBIAMO FARE DELL'OLIO PICCANTE? SIAMO DA PIZZA HUT PER CASO?***

TRADUCTION 

[Eh oui, on n’a pas résisté !

C’est vrai qu’on en a fait plusieurs fois à la maison (et de délicieuses !), mais tous les italiens savent bien que le meilleur plan pour débuter un du samedi soir, c’est la PIZZA !

Hésitant, cherchant sur Internet les saveurs de nos terroirs, ratifiées par des avis positifs sur les sites dédiés à la restauration, on a projeté notre attention sur PIZZA VESUVIO, tout juste derrière Saint-Germain-des-Prés, gestion italienne depuis vingt ans et apprécié par tous les visiteurs, surtout les  italiens.

Après avoir marché tout l’après-midi on crevait vraiment de faim…

A l’entrée, une odeur me saisit. Je ne puis pas le déchiffrer tout de suite. Des fragments confus, entassés l’un sur l’autre, essaient de se creuser un chemin dans le réseau de mes neurones et m’incitent au souvenir. Je prends place et j’essaie de comprendre. Les parois sont imbibées de cette senteur, delicate et pénétrante à la fois, une mixture d’ail, d’huile d’olive peut-être pas trop vierge et de piment sec. Les arômes forts d’une Italie rustique, entreprenante, prête à s’enraciner partout pour ne pas mourir de faim. C’est l’odeur qui demeure après une vie de sacrifices, le résultat d’une activité mise sur pied, le cordon tout racorni mais qui relie encore cette cellule ailleurs greffée à son lieu de naissance. Et voilà du coup cette image qui envahit ma mémoire. Ces dîners de groupe, à quinze et plus, dans ces restos laissés dans l’oubli de mes souvenirs passés. Cette odeur que je sentais à chaque fois qu’on se tapait une pizza au FORNO d’Herstal ou à la SICILIA BELLA de Liège (ils existent toujours, j’ai eu vérifié !) et qui revit aujourd’hui dans mon esprit. C’est surprenant ce qu’une odeur peut rester si longtemps tassée dans ton cerveau pour rejaillir puissamment à la moindre impulsion.

La pizza était décente et bien remplie, mais bien en dessous de nos standards. Ma Napolitaine était parsemée d’anchois et de câpres, ce qui m’a fait boire beaucoup d’eau dans la soirée…

Tout compte fait, 15 euros pour une pizza et un verre de vin rouge, c’est pas mauvais, étant donné que chez nous tu paies l’eau, le couvert et le service…

 
 
 

IL TUO ABITO DA SPOSA A SOLI 100 EURO...

Post n°16 pubblicato il 19 Giugno 2009 da kilkenny81
 

Vuoi sposarti ma non hai i soldi per il tuo abito da sposa? Hai sempre sognato l'abito bianco ma sei fuggita appena hai visto i prezzi? Niente paura,  c'è DandyRama.

A pochi passi da Gare de l'Est, è possibile acquistare un abito da sposa con soli 100 euro. Inutile dire che la qualità degli abiti è decisamente pessima...

IL SITO INTERNET http://www.dandyrama.fr/index-2.html

TRADUCTION

[Voulez-vous vous marier mais vous n'avez pas l'argent pour votre robe de mariée? Avez-vous toujours rêvé d'une robe blanche mais vous avez fui devant les prix trop élevés? Aucun problème, il y a DandyRama.

Pas loin de Gare de l'Est on peut acheter une robe de mariée avec seulement 100€! Mais bien sûr la qualité des robes n'est pas irresistible...]

 
 
 

A SPASSO PER IL QUARTIERE CINESE DI PARIGI

Post n°15 pubblicato il 17 Giugno 2009 da kilkenny81

Chinatown non è solo New York. Il 13° arrondissment di Parigi è ormai diventato una piccola Cina, fatta di negozi che vendono esclusivamente prodotti cinesi...

TRADUCTION

[Chinatown n'est pas seulement NY. Le 13 arrondissement de Paris est desormais une petite Chine, avec ses magasins qui vendent seulement des produits chinois...]

 
 
 

CHEZ YAKI: CENA AL RISTORANTE GIAPPONESE [dîner au restaurant japonais]

Post n°14 pubblicato il 08 Giugno 2009 da kilkenny81
 

A Parigi mangiare cucina giapponese è facile e piuttosto economico. Così in un solo mese di permanenza nella capitale, ci siamo concessi già diverse volte gustose cene a base di sapori dagli occhi a mandorla.

Dove? Naturalmente da Yaki, un ristorante giapponese vicino Luxemburg,che prepara gustosi menu di carne e pesce a partire da 7,90 €. Tutto dipende ovviamente dalla scelta del menù. Si può mangiare il sushi, il sashimi, si possono gustare dei buonissimi maki o cambiare totalmente genere e prendere delle buonissime brochette di carne/pesce.

Se si sceglie il menu, il cameriere porterà subito un piatto di insalata dal gusto fresco e la famosa zuppa miso.

Il mio menu comprendeva 6 brochette: una con le polpette, due con i pezzi di pollo, una con le ali di pollo, una con carne e formaggio ed una con i pezzi di salmone alla brace. Accompagnate da una ciotola di riso al vapore.

Il tutto al costo di 8,90€. Tutto squisito.

G. ha invece preso un menu più la famosa tempura giapponese, buona ma un po' pesantuccia...

E alla fine del pasto uno strano (ma buono) gelato al té verde...

BUONO, BUONO, BUONISSIMO!!!

** Per gli amanti del sushi, i menu partono da 10,50**

 

TRADUCTION

[A Paris , manger du japonais est très facile et très bon marché. On n'est à Paris, que depuis un mois et nous avons déjà mangé plusieurs fois de délicieuses spécialités d' Extrême-Orient.

Ou? Bien sûr chez Yaki, un restaurant japonais face à l'entrée des Jardins De Luxembourg, qui offre des menus gourmands à base de viande et poisson à partir de 7,90€, selon votre choix. On peut manger le sushi, le sashimi, les makis ou changer totalement de menu et prendre d' exquises brochettes de viande / poisson.


Avec le menu, le serveur vous portera tout de suite un plat de salade fraîche et la célèbre soupe miso.


J'ai choisi le menu brochette: six pièces avec le boulettes, le poulet, le fromage et le saumon grillé. A goûter avec le riz nature.


Le prix? 8,90€ pour un dîner délicieux!]

 
 
 

ENTRE MONTPARNASSE ET LE SIXIEME ARRONDISSEMENT

Post n°13 pubblicato il 02 Giugno 2009 da kilkenny81
 
Foto di kilkenny81

SCRIVE V.

Montparnasse. Una stazione, una torre, un quartiere dall'aspetto borghese ma che non sonnecchia. Giunti con una delle numerose linee di metro che qui si incrociano, si scopre piano piano l'incanto delizioso della ricchezza. Una ricchezza che si svela piano tra le vetrine seminascoste di Rue du Bac o che si mostra con opulenza più lontano, nei saloni del BON MARCHÉ, con le sue firme ben in vista così che nessuno venga tratto in inganno e possa ammirarle. I tailleur di Chanel, i vestiti di seta di Dior, le innumerevoli marche di cappelli: ecco il lusso di Parigi che si apre agli occhi del visitatore e li inebria della sua nobiltà.

Ma per quelli che preferiscono accostarsi ai piaceri del palato esiste un altro universo tutto da scoprire in cui la realtà supera a volte l'immaginazione. Nella GRANDE ÉPICERIE DE PARIS l'arte del mangiare è sapientemente raccontata nelle sue molteplici forme d'espressione. Gli alimenti diventano vere opere d'arte da ammirare, e quasi con paura ci si avvicina agli scaffali, per paura di scalfire la perfezione delle esposizioni solo a sfiorarle! Vetrine e frigoriferi proteggono le pietanze più delicate dalle mani della gente; ciò non fa che aumentare il desiderio di comprarle. Colori, odori, sapori: tutti i sensi si trovano riuniti e partecipi dello stesso piacere che spinge il cliente ad appagarli ad ogni costo. Il portafogli soccombe a tale scopo: i prezzi sono accessibili solo ai più abbienti. Ma nulla vieta di portarsi a casa una o più specialità, non sarà certo la fine del mondo!

TRADUCTION

[ MONTPARNASSE. Une gare, une tour, un quartier à l'air bourgeois mais qui ne sommeille pas. On débarque ici par une des nombreuses lignes de métro qui viennent s'y croiser et on découvre petit à petit le charme enchanteur de la richesse. Une richesse qui se dévoile dans les vitrines mi-cachées de Rue du Bac ou qui s'expose avec opulence un peu plus loin, dans les salons du BON MARCHÉ, fort de ses griffes bien en vue pour que nul s'y trompe e puisse s'en régaler. Les tailleurs de Chanel, les robes soyeuses de Dior, les innombrables marques de chapeaux, voici le luxe de Paris qui s'ouvre aux yeux des visiteurs pour les embaumer de toute sa noblesse.

Mais pour ceux qui préfèrent savourer les plaisirs du palais il existe tout un univers à parcourir où la réalité dépasse parfois l'imagination. À LA GRANDE ÉPICERIE DE PARIS l'art de manger est savamment raconté par ses multiples formes d'expression. Les aliments deviennent de véritables oeuvres à regarder, et c'est avec crainte que l'on s'approche d'un étal pour peur de gâcher la perfection de l' exposition rien qu'en l'effleurant des mains! Les vitres et les frigos protègent les mets les plus délicats de la main du client, ce qui ne fait qu'augmenter le désir d'achat. Les couleurs, les odeurs, les saveurs: tous les sens sont réunis et participent de ce même plaisir qui pousse le client à les satisfaire à tout prix. Et c'est le portefeuille qui succombe au dessein: les prix ne sont accessibles qu'aux plus favoris. Mais rien n'empêche de sortir avec une ou plusieurs spécialités, il n'y aura pas mort d'homme pour autant! ]

 
 
 

MA QUANTO E' BUONO IL TE' ALLA MENTA DELLA MOSCHEA

Post n°12 pubblicato il 01 Giugno 2009 da kilkenny81
Foto di kilkenny81

SCRIVE E.

Se sei a Parigi e vuoi passare qualche ora in compagnia di un amico per scambiare due chiacchiere, c'è un modo per non spendere una fortuna nei caffè carissimi della capitale. Si tratta della Moschea, sulla rive gauche, a due passi dalla Sorbona.

Atmosfera carinissima, tanti tavolini costuiti da piattoni dorati ed un'unica bevanda: il té alla menta. Appena ci siamo accomodati per bere un cameriere gentilissimo si è avvicinato e ci ha servito il té senza neanche ordinare. Costo: 2 €.

E non si entra certo solo per bere: la varietà dei dolci è adatta ad ogni gola, anche se bisogna essere amanti della pasta di mandorle. Anche per i dolci il costo è di 2 €.

Ogni tanto qualche passerotto in libertà entra e si posa in cerca di qualche briciola. Si chiacchiera, si sta bene e si spende poco. Da provare.

TRADUCTION

[Si vous êtes à Paris, et vous voulez passer quelques heures avec un ami sans depenser beaucoup d'argent dans les trop chers café parisiens, il y a une solution. C'est la Mosquée, sur la rive gauche, pas loin de la Sorbonne.

L'ambiance y est très jolie, et vous allez boire sur des tables en forme de grande assiette dorée. Dès qu'on s'assied, un serveur arrive en vous offrant un verre de thé à la menthe, sans aucune commande. Le prix? 2€!

Mais vous ne pouvez pas seulement boire. En fait, il y a une grande variété de desserts pour tous les goûts. Bien sûr, il faut aimer la pâte d'amande. A 2€ la pièce, c'est à saisir.

Quelque fois des moineaux en liberté entrent à la recherche de quelques miette. On parle et c'est bon marché. A ne pas manquer.]

 
 
 

LUXE,LUXE,LUXE!

Post n°11 pubblicato il 29 Maggio 2009 da kilkenny81
 

SCRIVE E.

A spasso per Avenue Montaigne si ha la sensazione di vivere tra le pagine di Vogue. Le grandi firme si rincorrono lungo la via a suon di vetrine. Tutto è perfetto, tutto è chic. Grandi firme che vanno da Dior a Prada, da Dolce e Gabbana a Valentino, da Chanel a Louis Vuitton. Per tutti i gusti ma non per tutte le tasche, perché i prezzi sono veramente da capogiro...

Ecco qualche scatto.

TRADUCTION

 

[En flânant dans Avenue Montaigne on a la sensation de vivre dans le pages de Vogue. Les grandes griffes se font la guerre le long de la rue à coups de vitrines. Tout est parfait, tout est très chic. De grands noms tels que Dior, Prada, Dolce e Gabbana, Valentino, Chanel, Louis Vuitton. Pour tous les goûts mais pas pour toutes les poches... parce que les prix sont vraiment très élevés...]

 

 
 
 

Baguette

Post n°10 pubblicato il 27 Maggio 2009 da kilkenny81
 

 

SCRIVE E.

 

Parigi, città delle tre B: Bistrot, Bateaux Mouches e ovviamente Baguette. Quest'ultima rappresenta solo uno dei vari tipi di pane che si possono trovre nelle Boulangerie parigine, ma è sicuramente il più diffuso. Un pane buono ma che va comprato e consumato, per non correre il rischio di masticare gomma.

C'é solo un piccolo problema: non esiste panetteria che abbia una carta adeguata alla grandezza del pane. Per cui, lontano dal cliché della baguette sotto l'ascella, sei comunque costretto a camminare in metro o per le strade piene di smog con il pane che assorbe ogni odore. Se sei fortunato il tuo pane è coperto a metà, in caso contrario la larghezza della carta è quella di mezzo fazzolettino di carta! L'altro giorno ho dovuto buttare del pane al secchio perchè causa sovraffollamento della metro si era spiaccicato addosso a qualunque cosa e persona...

Una domanda mi sorge spontanea: inventato il pane non si poteva creare anche la carta adatta?

TRADUCTION

[Paris, la ville des trois B: Bistrot, Bateaux Mouches et bien sûr Baguette. Cette dernière est seulement un des genres de pain mais c'est sans doute le plus commun. Un pain très bon ma qu'il faut acheter et manger tout de suite. Sinon il y a le risque de manger un chewing-gum.

Donc, il y a une petit problème: il n'existe pas boulangerie qui ait une feuille convenable à la taille du pain. C'est pourquoi tu dois marcher dans le métro o dans la route pleine de smog avec ton pain qui absorbe tous les mauvaises odeurs. En fait, si tu as de la chance ton pain est couvert pour la moitié, au contraire la taille de la feuille c'est plus petit qu'un mouchoir!

Y il a quelques jours j'ai dû jeter du pain à la poubelle parce que il avait fait un voyage dans la foule du métro...

J'ai une question: une fois le pain inventé, ne pouvait-on pas lui adapter une enveloppe sur mesure?]

 

 
 
 

Buffet à volonté

Post n°9 pubblicato il 24 Maggio 2009 da kilkenny81
 
Foto di kilkenny81

SCRIVE E. 

A Parigi non è difficile imbattersi nella cucina orientale, anzi, ci sono più ristoranti cino /giapponesi che monumenti. Del giapponese e delle sue leccornie parleremo in un altro post, mentre qui voglio soffermarmi sui buffet a volontà cinesi. Si tratta di particolari locali in cui ci si siede, ed a prezzo fisso ci si può alzare in continuazione e mangiare tutti i piatti cinesi sul bancone.

E non sono piatti molto diversi da quelli che i ristoratori dagli occhi a mandorla offrono in Italia: riso, carne, involtini, insalate. Peccato che la qualità di questi buffet molto spesso non valga l'idea che si ha prima di entrarci.

Ieri tentiamo la fortuna con un menu a 14,90 € tutto incluso da FUDORAMA. La pubblicità promette maki e sushi a volontà oltre al cibo cinese. In realtà troviamo quasi tutto cibo cinese di pessima qualità e qualche pezzo di finto giapponese gommoso ed indigesto. Una cena da dimenticare che ha fatto due vittime: V. e G. hanno passato dei bellissimi momenti di passione con la toilette...

Restaurant

TRADUCTION

 

[A Paris il n'est pas difficile de trouver des restaurants orientaux, par contre il y a plus de restaurants chinois – japonais que de monuments! Mais du Japon et de ses délices nous parlerons dans un autre post, au contraire je veux que vous prêtiez attention aux buffets à volonté chinois. Ces sont des restaurants où tu peux t'asseoir et après te lever pour manger tout ce qu'il y a sur le comptoir. Ça c'est à prix fixe.

Les plats ne sont pas très différents de ceux que les restaurateurs aux yeux bridés offrent en Italie: riz, viande, nêms, salades. Dommage que la qualité de ces buffets soit souvent très basse, et très différent de l'idée initiale.

Hier nous avons décidé d'essayer le menu à volonté de FUDORAMA au prix de 14,90 €.

La publicité promettait maki et sushi à volonté, et de la nourriture chinoise aussi. En réalité, nous avons trouvé seulement des choses chinoises de mauvaise qualité et quelques pièces de maki très caoutchouteux et indigestes. Un dîner qu'il faut oublier et qui a déjà fait deux victimes: V. et G., qui ont fait les allers-retours des toilettes... ]

 
 
 

PARIS ET LES PERRUQUES

Post n°8 pubblicato il 23 Maggio 2009 da kilkenny81
 
Foto di kilkenny81

 SCRIVE E.

Parigi, città delle parrucche. Aver scoperto che il 90% delle donne di colore che vivono qui indossano parrucche o hanno capelli finti applicati, per me è stato uno shock. Fan del « taglio » alla Rhianna, estimatore del bel capello di Jennifer Hudson, o del riccio caldo delle donne dalla pelle scura... la rivelazione della mania da parrucca mi ha letteralmente sconvolto! Ad aprirmi gli occhi il moi amico G.,che mi ha svelato il trucco della ricrescita sotto il parrucchino. I capelli delle nere sono ricci, anzi sono vera e propria stoppa, indomabile a tal punto che se stirata all'ennesima potenza diviene una foresta di capelli sfibrati. Dunque com'era possibile fino a poco tempo fa credere a quei capelli lucenti e lisci come seta ?

Una scoperta sconvolgente che è stata confermata viaggio dopo viaggio... Galeotta fu la metro e chi la prese... direbbe un Dante moderno!

E così dopo la scoperta di Babbo Natale, la mia infanzia un po' datata mi ha riservato un'altra scomoda verità...

TRADUCTION

[ Paris, la ville des perruques. J'ai découvert que 90% des femmes noires qui vivent ici portent des perruques ou ont des cheveux artificiels attachés, et pour moi çà a été un véritable choc. J'étais un fan de la coupe à la Rhianna, un estimateur des beaux cheveux de Jennifer Hudson, ou encore des belles boucles des femmes noires... la découverte de la manie des perruques m'a complètement bouleversé! C'est mon ami G. qui m'a révélé le truc de la repousse postiche. Les vrais cheveux des noires sont crollés, au contraire ils sont une vraie étoupe, ils sont indomptables et si tu veux les défriser avec beaucoup de force, il y a le risque qu'ils deviennent une forêt de cheveux défibrés. Donc comment était-ce possible ? Pourquoi il y a quelque temps je croyais que de tels cheveux pouvaient être réellement brillants et lisses comme la soie? Ça a été une découverte bouleversante qui est devenue plus réelle à chaque voyage dans le métro... Galeotta fu la metro e chi la prese... aurait dit un Dante de nos jours!

Et voilà, après la découverte de l'inexistence du Père Noël, mon enfance un peu datée m'a réservé une autre vérité très gênante...]

 
 
 

QUI A PEUR DE L'HOMME NOIR?

Post n°7 pubblicato il 20 Maggio 2009 da kilkenny81
Foto di kilkenny81

SCRIVE E.

La prima volta che sono entrato in un supermercato di Parigi ne ho visto uno. Ricordo era alto, vestito in modo elegante, austero e rigorosamente dalla pelle nera. Poi ho cambiato supermercato, e ne ho trovato un altro. E poi un altro ed un altro ancora. Neri, massicci e dallo sguardo duro.

L'uomo nero è uno dei simboli di Parigi, ma non è né la Gioconda, né la Tour Eiffel, né tutto ciò che contribuisce a dare vita ai cliché della simbologia parigina. E' semplicemente colui che controlla ogni entrata del supermercato o del negozio che superi i 5 dipendenti. Una figura inquietante, che mette angoscia e della quale si avverte una presenza costante. Non puoi entrare con una busta in mano, non puoi mostrare insicurezza, non puoi sostare per più di due minuti di fronte ad un prodotto... perché c'é il rischio che l'uomo nero sopraggiunga, e se ciò avviene, sono guai... soprattutto perché molto spesso fatico a capire cosa vogliono dirmi... in ogni caso, non si tratta mai di buone cose... e meno male che non ho mai rubato niente nella vita!

Quando ero bambino credevo all'uomo nero, ne avevo paura. Poi da grande ho capito che era una grandissima cazzata. E ora? Mi accorgo che qualche volta i mostri dell'infanzia ritornano...

TRADUCTION

[ La première fois que je suis entré dans un supermarché à Paris j'en ai vu un. Je rappelle qu'il était grand, habillé d'une manière élégante, austère, et il avait, bien sûr, la peau noire.

Après j'ai changé de supermarché, et j'en ai trouvé un autre. Et après, un autre encore. Tous noirs, massifs et au regard rude.

L'homme noir est un symbole de Paris, mais ce n'est ni la Monalisa, ni la Tour Eiffel, ni tout ce qui contribue à donner la vie aux clichés de la symbolique parisienne. Il est simplement celui qui contrôle chaque entrée dans le supermarché ou dans un magasin qui dépasse les cinq salariés. Une figure très inquiétante et angoissante, et de laquelle tu peux sentir la présence à chaque instant.

Tu ne peux pas entrer avec un sac dans la main, ni montrer de l'insécurité, ni rester pour plus de deux minutes en face d'un produit... parce que il y a le risque que l'homme noir arrive, et si ça arrive, tu peux t'attirer les ennuis... puisque moi j'ai déjà beaucoup de difficultés à comprendre ce qu'ils veulent me dire! En tout cas, il ne s'agit jamais de bonnes choses... Heureusement je n'ai jamais rien volé dans ma vie!


Quand j'étais enfant je croyais à l'homme noir, et j'en ai avais peur. Après, quand je suis devenu grand, j'ai compris que c' était seulement une grande connerie. Et maintenant? Je pense que pafois les monstres de notre enfance retournent...]

 
 
 

LE FESTIVAL COMMENCE

Post n°6 pubblicato il 14 Maggio 2009 da kilkenny81
Foto di kilkenny81

Scrive V.

In questi giorni abbiamo tempo a sufficienza per tenere aggiornato il blog e ne approfittiamo. Oggi vi scrivo un piccolo post sull'evento clou del maggio francese, e non solo. Il Festival sta per tagliare il nastro inaugurale sugli incantevoli lidi di Cannes e le star sono già in febbrile attesa di poter sfilare agghindatissime sul parterre della manifestazione. Intanto segnalo a chi, tra il pubblico italiano, non dovesse conoscerla ancora, che la madrina nonché presidentessa della giuria dell'edizione 2009 è nientemeno che ISABELLE HUPPERT, una delle più brave attrici francesi di tutti i tempi, una donna dal fascino incredibilmente fresco a cinquant'anni suonati, delicatamente austera nei tratti quanto incredibilmente istrionica nella recitazione.

Questo post è dedicato a lei.

PS: Je commencerai par la suite à poster des articles en français, pour que les francophones soient aussi les bienvenus sur ce site qui, à vrai dire, les concerne directement. Paris nous donne des stimulis quotidiens qu'on a le besoin de traduire en mots, et on veut bien qu'ils soient compris par le plus de monde possible.

 
 
 

LA TIGRESSE DES CHAMPS-ÉLYSÉES

Post n°5 pubblicato il 14 Maggio 2009 da kilkenny81
Foto di kilkenny81

SCRIVE E.

Parigi, città dei boulevards. Ce ne sono tantissimi e rappresentano la scelta ideale per le lunghe passeggiate a piedi. Approfittando delle prima sfera di sole ovviamente. Ed è qui che si possono osservare i passanti, e tutta la Parigi qui marche per le belle e ricche vie del centro. La Parigi che cammina sugli Champs-Élysées è divisa a metà, tra l'ondata di turisti a caccia di souvenirs ed il parigino doc che ama il passeggio.

Oggi ho trovato une tigresse des Champs-Élysées. Un po' kitsch.

Nel frattempo sono alla ricerca disperata di WizardSec, uno spray profumato per la casa, pluripubblicizzato negli anni ottanta ma che ora fatica a trovare spazio sugli scaffali. Sarà mica andata fallita la casa che lo produce? Per chi non lo conoscesse, ecco la pubblicità davvero trash con una Dalida decadente e svenduta all'oro della TV anni 80.

Questo é invece quello che ho trovato io in un supermarché:

Ah nel frattempo ho trovato lavoro. Tra due settimane sarò cameriere per un ristorante della Parigi bene :) come inizio, va più che bene!

Au revoir!

 
 
 

PARIS AUX MILLE VISAGES

Post n°4 pubblicato il 12 Maggio 2009 da kilkenny81

SCRIVE V.

Parigi è mille cose che il périphérique non riesce ormai più a trattenere e le sue mille colature si spargono ai quattro punti cardinali senza soluzione di continuità; ad ogni vague un nuovo respiro, un nuovo pulsare, per poi rientrare tutto nell'ordine aspettando la prossima gittata. Parigi è un cuore pulsante che alimenta il suo territorio con tutte le sue contraddizioni: paradiso dell'eleganza e inferno della povertà, esasperazione della forma e libertà assoluta, inclemenza del tempo e generosità dello spazio. Un mondo talmente variopinto al quale non è possibile resistere. Ma ciò che potrebbe apparire come il risucchio di un buco nero non è altro che la naturale conseguenza di vivere in un posto come Parigi: sentirsi allo stesso tempo padrone di sé e pedina del sistema, apparentemente spaesato ma in ugual misura artefice del proprio destino. Uno scenario aperto a chiunque abbia un minimo di voglia di mettersi in discussione e cercare di cambiare ciò che, forse, in madrepatria, era possibile solo intravedere dietro un velo di amianto.

 
 
 

Quel temps fait-il à Paris?

Post n°3 pubblicato il 11 Maggio 2009 da kilkenny81
Foto di kilkenny81

SCRIVE E.

Oggi a Parigi una giornata uggiosa, una di quelle solite in cui la pioggia sfiora la pelle con le sue gocce delicate.

Il tempo. No, non è davvero uno dei punti forti di questa cittá, ma non è certo un impedimento. Si può camminare senza ombrello, le strade sono comunque piene di gente, i negozi sono tutti aperti anche di lunedì mattina. È una città che non dorme mai, è viva anche quando il tempo vuole spegnerla.

Ma come dice Dalida in una delle sue canzoni, per domani vorrei un bel '' Soleil Soleil''... :)

 
 
 

PARIGI, MULTIETNICA O CLASSISTA?

Post n°2 pubblicato il 11 Maggio 2009 da kilkenny81
 

SCRIVE E.

Una domenica particolare qui a Parigi. Un giro per la cittá, svegli di prima mattina e pronti per partire alla scoperta di questa cittá cosí magica e ricca di sorprese.

Basilica di Saint Denis

Oggi la meta era la Basilica di Saint Denis, ovvero uno dei primi esempi di stile gotico a Parigi. Davvero splendida. Ma Saint Denis non é soltanto un monumento a cielo aperto, bensí un comune ai margini della cittá, ben lontano dai ragazzi beurre et jambon del centro. É un luogo dove le culture mediorientali e nordafricane si incontrano per dare vita ad un florido commercio d'altri tempi, dove si puó comprare di tutto a prezzi modici, dove il pesce, la carne, le verdure e le spezie vengono esposte e vendute come se ci trovassimo in una grande Medina. Urla, gesti, folla, tutto ció che ricorda una piccola Napoli, e tutti quei mercatini tipici dell'Italia piú popolare.

Ma al di lá del bellissimo folclore, e dell'aria di festa che si respira tra queste strade colme di gente, c'é qualcosa che non proprio mi torna. Ovvero, Parigi é ben divisa. Ai turisti la Ville Lumière appare come un monumento a cielo aperto, dove convivono varie culture, dove chiese e palazzi accolgono milioni di turisti, dove le grandi marche urlano moda, e dove tutto sembra perfetto come il migliore dei gioielli. In realtá la Parigi dei margini é totalmente diversa, affollata di famiglie di immigrati che stentano ad arrivare alla fine del mese, e che non hanno mai sentito la parvenza di una vera e propria integrazione.  Tutti possono andare a Parigi, ma a chi é riservato il diritto di viverla realmente?

Le due facce  di una medaglia che rende la capitale francese un mondo dalle forti gerarchie e dalla netta distinzione tra chi vive e chi sopravvive. E quello che mi fa pensare, é che i piú sfortunati indossano quasi sempre una scomoda pelle color nocciola...

 
 
 

Ricominciare a vivere.

Post n°1 pubblicato il 10 Maggio 2009 da kilkenny81
 

 Roma

SCRIVE E.

Vivere in Italia non è affatto facile, soprattutto se si è giovani. I ragazzi italiani hanno paura del loro futuro, non amano la propria terra e chi la popola, e si vedono spesso chiusi in qualcosa che li trascinerá in una vita priva di ogni aspirazione. Voi mi direte che non tutti i giovani la pensano cosí. Ed in effetti è vero: a lamentarsi sono quegli stronzi che non hanno santi in paradiso o padri al ministero. L’Italia è un Paese per vecchi, dove le vecchie generazioni passano ai propri vassalli il piccolo pezzo di terra da gestire, conservare e tramandare. Chi puó, prende tutto, menre per chi non ha mai avuto niente non restano che poche briciole. Per quei fortunati che riescono ad ingurgitarle ovviamente.

Tanti ragazzi italiani sognano, immaginano, vivono nella speranza di un futuro migliore. Finché una secchiata d’acqua gelida non è pronta a svegliarli. Proprio come è successo a me, uno dei tanti stronzi senza santi in paradiso, per il quale le prospettive del belpaese sono divenute ben presto cenere o poco piú.

Chi sono? Ho 28 anni, sono laureato in discipline letterarie (uno di quei tanti indirizzi che ti propinano come parte integrante della new generation job) e ho tante idee in testa che stanno marcendo da troppo tempo. All’Italia non devo nulla, se non la mia nascita, i miei amici e la mia splendida famiglia. E dopo cinque anni in cui ero finito a fare di tutto tranne che quello in cui ho sempre creduto, ho deciso di dire addio (o arrivederci?) al BelPaese. E cosí ho fatto la valigia, lasciato tra le lacrime le persone che piú amo, e ho deciso di andarmi a costruire una vita altrove, con un compagno d’avventura nelle medesime condizioni: V.

Destinazione Parigi.

Abbiamo comprato un biglietto di sola andata (rigorosamente low cost) e siamo partiti alla volta della cittá piú bella del mondo, Paris.

Un viaggio fisico, psicologico ed emotivo, che ci fará forse capire e ritrovare (forse) in un contesto totalmente diverso da quello Italiano, o meglio romano.

Nuova vita, nouvelle vie e forse nouveau travail (nuovo lavoro). Siamo pronti a costruirci un futuro migliore di quello che ci hanno insegnato a vedere.

 

Le pagine di questo blog racconteranno la nostra esperienza, che se anche a volte dovesse risultare noiosa o poco eccitante, sará una pura e semplice testimonianza di chi ha provato a cambiare la propria vita.

 Parigi

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