pasqualezollaIl blog di Pasquale Zolla |
AREA PERSONALE
TAG
MENU
« La difesa della verità f... | Con il dialogo, grazie a... » |
Per chi suona la Campana?... per la politica del malaffare
Post n°15 pubblicato il 03 Luglio 2012 da pasquale.zolla
Din/Don: Rintocchi a morte per i partiti Lo scrittore americano Ernest Hemingway nel 1940 pubblicò il romanzo “Per chi suona la campana”, titolo tratto da un sermone di John Donne, secondo il quale nessun uomo è un’isola, cioè può considerarsi indipendente dal resto dell’umanità. Donne disse: E allora non chiedere mai per chi suona la campana. Essa suona per te. (And therefore never send to know for whom te bell tolls. Ita tolls for thee). Ed oggi la campana suona a morte per i partiti politici perché, per scandali e privilegi ai suoi rappresentanti, non sono più in grado di reggere alla richiesta di cambiamento che viene dal popolo. Il Paese non crede più nel voto così come è avvenuto negli ultimi decenni perché ritiene che scegliere chi governa non è importante in quanto tutto avviene attraverso imposizioni di candidature di persone di scarsa moralità o affidabilità. Né si riesce a capire per quale strada e con quali trumenti si potrà costruire una nuova classe dirigente anche perché la protesta, vedasi il Cinquestelle di Grillo, non lascia intravedere nessuna proposta in proposito. Sta di fatto che per la classe politica a tutti i livelli sta suonando la campana dell’ultimo avvertimento. Il cittadino, oggi, è uno spettatore inerme, la cui partecipazione è ridotta all’audience e la condivisione ad un applauso. C’è una richiesta esasperata di cambiamento per combattere il malgoverno, gli abusi di questo o quel partito anche in periodo di gravi crisi, come sta avvenendo. Il sentimento dominante è quello della percezione della disuguaglianza tra classe politica e lavoratori (pensioni d’oro per i primi, con pochi anni di incarico e di fame per i secondi, dopo quant’anni di duri sacrifici!). C’è bisogno di equità e di giustizia sociale. La gente chiede lavoro, obbligazione reciproca davanti alle necessità, legame sociale, dignità e responsabilità. Bisogna ritornare ad essere onesti servitori dello Stato, far sì che il potere sia in forza della legalità, in forza della disposizione all’obbedienza nell’adempimento dei propri doveri basata su precise regole morali ed equitarie. Eliminare gli abusi troppo alti della politica, del potere, dei privilegi della casta e degli esosi rimborsi elettorali ai partiti. O si cambia, o la campana suona anche per voi: cari politici! Di seguito ho voluto esprimere il sentimento di disagio degli italiani con una lirica in vernacolo di Lucera, con relativa traduzione in lingua madre, personificando l’Ospedale Civico Lastaria che, come tutti gli italiani, sta subendo le angherie del malaffare della politica che, pur di salvare i propri privilegi, scarica sull’onesta entità che lavora per il benessere fisico dei cittadini l’incapacità a prendere drastiche decisioni per abbattere il debito pubblico. (Basterebbe l’eliminazione delle Province, la diminuzione dei rappresentanti parlamentari in tutte le entità – governo, regioni, comuni – e l’eliminazione dei tanti, troppi privilegi della Casta, compresi gli stipendi!). E, come tutti gli italiani, non inveisce, ma spera che il dolore a cui è sottoposto divenga al più presto una certezza per poter continuare a dare un contributo al benessere di tutti coloro che hanno bisogno di cure e assistenza.
Mille vóte grazzje, Spetale de Lucére «U delóre mìje nd’ammóre strasfurmà vularrìje!», u lukkule mupe éje d’u Spetale Lastarìje de Lucére ka, tra ngirte speranze è agamare veretà, dinda ‘na lènde auùnìje, vulute da pulitece ka d’u bbéne d’a ggènde se ne fréke, se strasscenéje da mise. Tu, Lastarìje, k’abbetìje u mminze terretórje d’i Kòppe Daùne pe ddà n’nzule ‘ssestènze terapèùteke ma pure speranze nd’u jì d’i krestjane; luke a ndò ‘a suffrènze s’aùnissce k’a speranze d’i tanda facce: kuèlle d’u perzunale midek’è mbermeristeke è dde tand’ati ubbrature k’ammóre pòrten’ò litte d’i malate, i fanne sendì ‘nfamigghje, a kasa lór’è i fanne skurdà i suffrènze, murte te vònne. Mò ‘a pòuera ggènde de sti luke pe sse kurà kustrètt’éje a nu kalvarje, cchjù pesande de kuille d’u Figghje de Ddìje, pe truà nda nu spetale lundane assaje d’a kasa lóre nu pustecille, kuanne ce stà!, se nnò u sanghe nzanda pace póde jettà. Mille vóte grazzje, kare Lastarìje, pe cce avè date nda tandanne certèzze de kure adùuàte sìje nd’u spirde ka nd’u kurpe. Mille vóte grazzje, pure si ‘a speranze de t’arrevedè vive è vèggete a nu felille attakate, dind’i Lucerine è dind’a ggènde d’i Kòppe Daùne, mòrte d’u tutte n’nn’éje!
Mille volte grazie, Ospedale di Lucera «Il mio dolore in amore trasformare vorrei!», è il grido muto dell’Ospedale Lastaria di Lucera che, tra incerte speranze e amare verità, in una lenta agonia, voluta da politici che del bene della gente se ne frega, si trascina da mesi. Tu, Lastaria, che abiti l’immenso territorio dei Monti Dauni per dare non solo assistenza terapeutica ma anche speranza alla vita della gente; luogo dove la sofferenza si incontra con la speranza di tanti volti: quella del personale medico e infermieristico e dei tanti altri operatori che amore portano ai letti degli ammalati, li fanno sentire in famiglia, a casa loro e li fanno dimenticare le sofferenze, morto ti vogliono. Adesso la povera gente di questi posti per curarsi è costretta ad un calvario più duro di quello del Figlio di Dio, per trovare in ospedali molto lontani dalla loro casa un posticino, quando c’è!, altrimenti può morire in santa pace. Mille volte grazie, caro Lastaria, per averci dato per tanti anni certezze di cure adeguate sia nello spirito che nel fisico. Mille volte grazie, anche se la speranza di rivederti vivo e vegeto attaccata ad un filo sottilissimo, nei Lucerini e nella gente dei Monti Dauni, morta del tutto non è!
|
Inviato da: cassetta2
il 14/02/2024 alle 18:49
Inviato da: pasquale.zolla
il 25/11/2023 alle 12:53
Inviato da: cassetta2
il 19/11/2023 alle 17:05
Inviato da: pasquale.zolla
il 17/10/2023 alle 18:41
Inviato da: amorino11
il 25/07/2023 alle 19:11