Blog
Un blog creato da pasquale.zolla il 17/04/2012

pasqualezolla

Il blog di Pasquale Zolla

 
 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

 

« La difesa della verità f...Con il dialogo, grazie a... »

Per chi suona la Campana?... per la politica del malaffare

Post n°15 pubblicato il 03 Luglio 2012 da pasquale.zolla
Foto di pasquale.zolla

Din/Don: Rintocchi a morte per i partiti

Lo scrittore americano Ernest Hemingway nel 1940 pubblicò il romanzo “Per chi suona la campana”, titolo tratto da un sermone di John Donne, secondo il quale nessun uomo è un’isola, cioè può considerarsi indipendente dal resto dell’umanità.

Donne disse: E allora non chiedere mai per chi suona la campana. Essa suona per te. (And therefore never send to know for whom te bell tolls. Ita tolls for thee).

Ed oggi la campana suona a morte per i partiti politici perché, per scandali e privilegi ai suoi rappresentanti, non sono più in grado di reggere alla richiesta di cambiamento che viene dal popolo.

Il Paese non crede più nel voto così come è avvenuto negli ultimi decenni perché ritiene che scegliere chi governa non è importante in quanto tutto avviene attraverso imposizioni di  candidature di persone di scarsa moralità o affidabilità.

Né si riesce a capire per quale strada e con quali trumenti si potrà costruire una nuova classe dirigente anche perché la protesta, vedasi il Cinquestelle di Grillo, non lascia intravedere nessuna proposta in proposito. Sta di fatto che per la classe politica a tutti i livelli sta suonando la campana dell’ultimo avvertimento.

Il cittadino, oggi, è uno spettatore inerme, la cui partecipazione è ridotta all’audience e la condivisione ad un applauso.

C’è una richiesta esasperata di cambiamento per combattere il malgoverno, gli abusi di questo o quel partito anche in periodo di gravi crisi, come sta avvenendo.

Il sentimento dominante è quello della percezione della disuguaglianza tra classe politica e lavoratori (pensioni d’oro per i primi, con pochi anni di incarico e di fame per i secondi, dopo quant’anni di duri sacrifici!).

C’è bisogno di equità e di giustizia sociale.

La gente chiede lavoro, obbligazione reciproca davanti alle necessità, legame sociale, dignità e responsabilità.

Bisogna ritornare ad essere onesti servitori dello Stato, far sì che il potere sia in forza della legalità, in forza della disposizione all’obbedienza nell’adempimento dei propri doveri basata su precise regole morali ed equitarie. Eliminare gli abusi troppo alti della politica, del potere, dei privilegi della casta e degli esosi rimborsi elettorali ai partiti.

O si cambia, o la campana suona anche per voi: cari politici!

Di seguito ho voluto esprimere il sentimento di disagio degli italiani con una lirica in vernacolo di Lucera, con relativa traduzione in lingua madre, personificando l’Ospedale Civico Lastaria che, come tutti gli italiani, sta subendo le angherie del malaffare della politica che, pur di salvare i propri privilegi, scarica sull’onesta entità che lavora per il benessere fisico dei cittadini l’incapacità a prendere drastiche decisioni per abbattere il debito pubblico. (Basterebbe l’eliminazione delle Province, la diminuzione dei rappresentanti parlamentari in tutte le entità – governo, regioni, comuni – e l’eliminazione dei tanti, troppi privilegi della Casta, compresi gli stipendi!).

E, come tutti gli italiani, non inveisce, ma spera che il dolore a cui è sottoposto divenga al più presto una certezza per poter continuare a dare un contributo al benessere di tutti coloro che hanno bisogno di cure e assistenza.

 

Mille vóte grazzje, Spetale de Lucére

«U delóre mìje nd’ammóre strasfurmà

vularrìje!», u lukkule mupe éje

d’u Spetale Lastarìje de Lucére

ka, tra ngirte speranze è agamare

veretà, dinda ‘na lènde auùnìje,

vulute da pulitece ka d’u bbéne

d’a ggènde se ne fréke, se strasscenéje

da mise. Tu, Lastarìje, k’abbetìje

u mminze terretórje d’i Kòppe Daùne

pe ddà n’nzule ‘ssestènze terapèùteke

ma pure speranze nd’u jì d’i krestjane;

luke a ndò ‘a suffrènze s’aùnissce

k’a speranze d’i tanda facce: kuèlle

d’u perzunale midek’è mbermeristeke

è dde tand’ati ubbrature k’ammóre

pòrten’ò litte d’i malate, i fanne

sendì ‘nfamigghje, a kasa lór’è i fanne

skurdà i suffrènze, murte te vònne.

Mò ‘a pòuera ggènde de sti luke

pe sse kurà kustrètt’éje a nu kalvarje,

cchjù pesande de kuille d’u Figghje de Ddìje,

pe truà nda nu spetale lundane assaje

d’a kasa lóre nu pustecille, kuanne ce stà!,

se nnò u sanghe nzanda pace póde jettà.

Mille vóte grazzje, kare Lastarìje,

pe cce avè date nda tandanne certèzze

de kure adùuàte sìje nd’u spirde

ka nd’u kurpe. Mille vóte grazzje, pure

si ‘a speranze de t’arrevedè vive

è vèggete a nu felille attakate,

dind’i Lucerine è dind’a ggènde

d’i Kòppe Daùne, mòrte d’u tutte n’nn’éje!

 

Mille volte grazie, Ospedale di Lucera

«Il mio dolore in amore trasformare

vorrei!», è il grido muto

dell’Ospedale Lastaria di Lucera

che, tra incerte speranze e amare

verità, in una lenta agonia,

voluta da politici che del bene

della gente se ne frega, si trascina

da mesi. Tu, Lastaria, che abiti

l’immenso territorio dei Monti Dauni

per dare non solo assistenza terapeutica

ma anche speranza alla vita della gente;

luogo dove la sofferenza si incontra

con la speranza di tanti volti: quella

del personale medico e infermieristico

e dei tanti altri operatori che amore

portano ai letti degli ammalati, li fanno

sentire in famiglia, a casa loro e li fanno

dimenticare le sofferenze, morto ti vogliono.

Adesso la povera gente di questi posti

per curarsi  è costretta ad un calvario

più duro di quello del Figlio di Dio,

per trovare in ospedali molto lontani

dalla loro casa un posticino, quando c’è!,

altrimenti può morire in santa pace.

Mille volte grazie, caro Lastaria,

per averci dato per tanti anni certezze

di cure adeguate sia nello spirito

che nel fisico. Mille volte grazie, anche

se la speranza di rivederti vivo

e vegeto attaccata ad un filo sottilissimo,

nei Lucerini e nella gente

dei Monti  Dauni, morta del tutto non è!

 


 

 

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

pasquale.zollacassetta2prefazione09lisa.dagli_occhi_blum12ps12robi70dsgmonellaccio19oscar63dgl0amorino11dony686acer.250cuorevagabondo_1962surfinia60Aemilius1919
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963