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Dovunque te ne vai

Tu sempre pietre in faccia prenderai

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Ma perchè c'è il mucchio di terra ?

Per sostenere il segnale di pericolo.

 
 
Creato da: ing.sozzi il 12/11/2005
Il libero giornale dell' Istituto per Geometri di Soverato

 

 
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DROGA E SCUOLA

Post n°144 pubblicato il 11 Aprile 2008 da ing.sozzi
 
Tag: SCUOLA
Foto di ing.sozzi

La prof.ssa Marina Gervasi dell'ITG di Soverato ha inviato questo post "Droga e Scuola" che pubblichiamo integralmente:

Non di rado, vengono riportate dai giornali, notizie riguardanti la morte di giovanissimi per overdose o notizie di gravi incidenti stradali causati, sempre da giovani che guidano sotto l’effetto di droghe.

              Il flagello della droga è sempre più diffuso e grave riguarda per lo più giovanissimi ed è un vero e proprio problema sociale, oltre che personale, che chiama in causa le responsabilità di famiglia, scuola e società.

              In una realtà sociale che vede giovani sempre più emancipati è difficile svolgere il ruolo di educatore e di genitore.

             Internet, i mezzi di comunicazione di massa ma soprattutto la tv sembrano essere diventati i protagonisti del processo educativo giovanile. Si accetta acriticamente quanto viene offerto dal piccolo schermo scambiandolo per la vita reale. Al contrario i giovani dovrebbero essere aiutati , da docenti e genitori, a sviluppare senso di critica, capacità di giudizio e di scelta; devono essere aiutati a diventare protagonisti principali e consapevoli del loro percorso di vita quotidiana.

             Attualmente il fenomeno della diffusione di droga nelle scuole è in costante aumento e ciò accade perché gli studenti costituiscono un mercato facile sia per la loro giovane età e le problematiche ad essa connesse, sia per il desiderio innato di provare qualcosa di nuovo, profondamente convinti di essere superiori alla stessa droga e di poterla in ogni momento controllare o abbandonare.

            In effetti non è così e sempre più studenti iniziano fumando lo spinello, convinti che non faccia male, per poi passare alle droghe più pesanti e devastanti. Bisogna quindi fare qualcosa per porre freno a questo dramma che miete sempre più vittime.

             Le cause certamente sono tante ma quella prevalente è individuabile nella debolezza del carattere, nel progressivo allontanarsi dalla famiglia, dal lavoro e dalla scuola. Il giovane vede nella droga l’uscita dal disagio esistenziale, dal senso di inadeguatezza di fronte alle sfide della vita o la ricerca di un attimo di ebbrezza che gli permetta di evadere dalla quotidianità pesante ed insignificante.

Accusare la scuola, la società, la mancanza di ideali, le condizioni di vita difficile non è certo sufficiente.

             È vero che molti genitori sono in difficoltà a seguire l’adolescente che si inserisce in compagnie che a volte si sostituiscono alle famiglie, è vero anche che dalla scuola, spesso, si pretende che svolga compiti che vanno al di là dell’ambito formativo tradizionale.

            È chiaro però che ridursi a fare una legge proibitiva e permissiva non basta, deve essere un punto di partenza che esige una seria strategia di prevenzione e dura lotta ai trafficanti di morte.

          A tale scopo, in parecchie scuole, nei programmi formativi sono state previste varie iniziative quali: incontri con medici per informare gli allievi sui danni fisici e psichici provocati dall’uso di droghe; incontri con personaggi dello spettacolo che costituendo dei modelli possano convincere i giovani a condurre uno stile di vita sano.

         Fondamentale per la buona riuscita del progetto formativo è la presenza e la partecipazione delle famiglie che costituiscono un valido aiuto per una più approfondita conoscenza delle singole problematiche giovanili. Altre utili iniziative consistono anche nel coinvolgere il mondo extra-scolastico quali le agenzie presenti nel territorio, squadre sportive , oratori, comunità, artigiani, per inserirle nel contesto utile alla scuola stessa con finalità educative di socializzazione e di recupero dei giovani che ne hanno maggior bisogno.

       Tutto ciò che la scuola può fare per formare individui autonomi e forti è,  sinceramente utile ed importante, ma, ciò nonostante ancora molti, troppi giovani diventano schiavi della droga, distruggendo la propria vita e sconvolgendo i nuclei familiari di provenienza.

          Bisogna chiedersi, quindi, cosa si possa fare per aiutare un giovane ad uscire da questo abisso che distrugge fisicamente e moralmente. Un ruolo importante e decisivo, in questi casi, lo svolgono le Comunità, parecchie di ispirazione cristiana che ospitano e curano centinaia di giovani cercando di rendere il drogato sempre più responsabile, ripristinando la sua libertà e la sua capacità di decisione autonoma.

Tra queste la Comunità di Mondo X che opera presso il seicentesco Convento sito in Badolato Superiore in provincia di Catanzaro.

              È merito delle Comunità aver compreso che la liberazione dalla dipendenza nasce da quel margine di libertà che consente al tossicodipendente di essere, di nuovo, protagonista del suo ritorno alla vita e di compiere il miracolo della rinascita.

Prof.sse Marina Gervasi e Vanda Gervasi

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