your only man
when things go wrong and will not come right,/though you do the best you can,/when life looks black as the hour of the night -/a pint of plain is your only man
Post n°54 pubblicato il 19 Ottobre 2006 da asrwolf
Piero Vaglioni al Romapoesia Venerdì 20 ottobre alle ore 18.00 presso la Libreria Mondadori di Via Piave (Roma) la Giulio Perrone Editore presenta Familiare, allucinante e necessario, di Piero Vaglioni. Intervengono il Prof. Giuseppe Massara e il poeta Vito Riviello. L'evento si inserisce nell'ambito del programma della manifestazione poetico-letteraria Romapoesia. |
Post n°53 pubblicato il 11 Ottobre 2006 da asrwolf
The first time we’ve ever danced together you were just seven weeks old and your mother and I were having dinner in a restaurant in Ballindine. Looking at the place from your buggie you were relaxed at first, but then you started to scream like a little mad girl; so I decided to take you up in my arms and go up and down in the restaurant, when I realized that a Janis Joplin’s song was hovering in the air. We started dancing quite automatically, at the rhythm of “take another little piece of my heart, baby”. You stopped your cry and looked at me perplexed, not knowing what to do; you were amused and relaxed again, moving at our own pace, still dancing, still taking pieces of my own heart and playing with them, putting them in your mouth like the little yellow and orange mice that if you squeeze them they make a funny noise you liked so much. |
Post n°52 pubblicato il 09 Ottobre 2006 da asrwolf
This summer breeze has left me with no turf to bring into the house. After I’ve washed the dishes I am stunned at the image of us watching telly, looking at each other, at times, from couch to sofa. You point at things happening on the same Barney show we’ve already watched many times in a single day, trying to letting me into the story or the song. They all are happy and smiling at the best feelings they present us with, and at all those beautiful things, the happy life, the kisses, the hugs, the jumping, the singing, your face is glued to. I too go dreaming about the possible happy life in a non-defined future. When it’s time for your lunch all my happiness is your hand to hold to walk you in the kitchen, lifting you up to your high chair, fasting your belts, putting your tray on. Future happiness is the fork turning into a train or a helicopter straight as a sun ray into your mouth. You quickly chew and – sometimes – you ask for more. |
Post n°51 pubblicato il 04 Ottobre 2006 da asrwolf
I usually leave you shortly before twilight, when in the summertime you can still see the sky gleaming out of the trees and few cars from the main road mark their passage with swift humming that break the rhythm of the wind. Rain has declared her unilateral ceasefire today. You stare at me perplexed, not sure what it is going to happen next. I kiss you gently and keep my tears, as I do when I leave, for the first or the second gear, when my rent car already has disappeared from the house view. Couple of bends and I’m off onto the main road, put my glasses back on, tune the car radio on the station I know you’re listening to in the kitchen; that’s generally the moment when I start speeding up to reach one of my other lives. Few more bends and I don’t see anything anymore: no gleaming sky, no trees, no petrol stations, churches or pubs to say goodbye to. I just keep my eyes on the road, my heart unbeating, for as much as possible. |
Post n°50 pubblicato il 02 Ottobre 2006 da asrwolf
Aspettando so nutrirmi di altro. Non si può dire che immagino, né che delego al ricordo. Da bambino passavo estati lunghissime e lente, in mezzo a folle di sconosciuti in costume o vestiti a festa; due o tre volte l’anno pretendevano di essere miei parenti. E in quelle interminabili attese nulla dimenticavo. Immaginavo il mio mondo sospeso a chilometri di distanza come ancora più bello, perfetto – un universo isolato di lucentezza. E quell’isola era piena di rumori, di fughe e stravolgimenti. Suoni, luci sfocate, figure non nitide. Era movimento assoluto in assoluta mancanza di movimento. A molti sembrava ch’io piangessi, ma così non era: raccoglievo dentro di me tutte le cose della mia esistenza sospesa, le stringevo a me. Avevo solo paura che se ne sarebbero andate senza tornare. Agli altri sembrava che io piangessi. |
Post n°49 pubblicato il 22 Settembre 2006 da asrwolf
dopo molta fatica un po' di soddisfazione. Giovedì 28 settembre il lancio ufficiale Al Restart Wine Bar, Via Udine 1/c (zona Piazza Bologna) Familiare, allucinante e necessario di Piero Vaglioni (dall'introduzione) Una poesia potente e densa di significati non semplicemente riconducibili all'analisi interiore ma rivolti con attenzione e puuntualità al mondo che ci circonda.
Ma ci sembra anche che questa poesia segnali in modo particolarmente pregnante l'incidenza dello spessore visivo, dato su cui non a caso insiste proprio l'ultimo Pasolini, per il quale la parola si fa strumento per evocare una situazione, una condizione, un trovarsi dentro coordinate spaziali e temporali chiare e definite. |
Post n°48 pubblicato il 01 Agosto 2006 da asrwolf
L’ultima partita della Nazionale che avevo guardato insieme a mio padre era un’Italia Olanda semifinale dei mondiali in Argentina, anno 1978. Ho ancora impresso il suo sguardo impassibile, i suoi commenti decisi, lo scuotere della testa a ogni azione promettente che finiva in un nulla di fatto. Alla fine del primo tempo feci dei segnali positivi a un mio amico che abitava di fronte al nostro balcone; anche mio padre, a quel punto, mostrava segnali di ottimismo. Stasera l’ho visto stanco dal nostro viaggio, e come per altro si lamenta che nulla è più come prima – tutto è finito, sembrano non avere un ordine, corrono corrono e poi si danno troppe botte. Se prima proprio non sopportavo i suoi commenti al calcio, goffi, fatti da uno che realmente non se ne è mai appassionato, che lo usava come timido tramite di relazione con un figlio con cui proprio non gli riusciva di parlare, ora quanto meno li capisco. La sua mente economa non concepisce il motivo per cui non sia possibile prendere un pallone, passarselo tra compagni di squadra, possibilmente in verticale e, in poche mosse, andare in rete senza troppi patemi. Allo stesso modo non ha mai apprezzato il mio gioco, fatto di geometrie e preziosismi, talvolta leziosi, molto spessi ininfluenti ai fini del risultato finale, un calcio fatto di estetica, tempi morti e accelerazioni improvvise. Non ha mai capito quanto di prezioso e gioioso ci sia nel mio essere superfluo, e, ora capisco, forse lo invidia un po’. Nel vedere gli azzurri muoversi sul terreno di gioco sembra non voler considerare che le azioni, per quanto lineari e ben congegnate, possono venire interrotte da una grande molteplicità di fattori: il caso, ad esempio, che ti fa colpire male un pallone, oppure un rimbalzo anomalo del pallone, o anche, più frequente, l’errore umano puro e semplice. E poi ci sono gli avversari, che sono undici anche loro e che, va ammesso anche se non è facile, a volte sono più forti. Ci sono i pali e i rigori non dati, i fuorigioco e le questioni di centimetri, tutte cose di cui mio padre sembra non tenere conto quando, braccia conserte, gambe accavallate, come 28 anni fa, scuote la testa, chiedendomi come mai non riusciamo a segnare. Ha lo sguardo stanco e la testa leggermente ricurva in avanti, sembra aver dimenticato che, in questi 28 anni, abbiamo vinto un titolo mondiale, disputato una finale e siamo arrivati nelle prime quattro due volte. Sembra cercare ancora i dribbling del barone Causio e i contrasti maschi di Romeo Benetti, così come cerca quel ragazzo di 11 anni per dargli i suoi consigli, spiegargli come gira il mondo, preoccuparsi e arrabbiarsi, proprio come fanno tutti i padri del mondo quando non sono davanti a un televisore per guardare una partita, sia finale che amichevole, della loro nazionale.
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Post n°47 pubblicato il 25 Luglio 2006 da asrwolf
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Post n°45 pubblicato il 07 Giugno 2006 da asrwolf
tutte le volte che abbiamo fatto l'amore |
Post n°44 pubblicato il 01 Giugno 2006 da asrwolf
Sono alla ricerca spasmodica di nulla |
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