Dov’è la bellezza?
Nel cigno o nel suo riflesso nello specchio dell’acqua?
Ma esiste la bellezza? Oltre il cigno, oltre il suo riflesso?
Achille piè veloce eternamente insegue la Tartaruga, che mai raggiungerà (a metà del percorso mancherà ancora una metà e ancora infinite metà della metà). Analogamente mai raggiungeremo o comprenderemo la bellezza, a volte così vicina e sempre infinitamente lontana. Eppure, eppure (ventitre secoli dopo Zenone di Elea) qualcuno ha risolto il paradosso, e Achille ha infine potuto raggiungere la Tartaruga (con il calcolo infinitesimale).
Siamo superfici riflettenti, è questo il senso della nostra esistenza? Evocare una ineffabile lontana bellezza in raggi riflessi?
Il caos e l’orrore hanno dominato e dominano l’universo, ma poi si sono accese le stelle e con esse infinite strade evolutive hanno avuto inizio; l’universo è forse ancora immaturo, alla ricerca di una comprensione di se stesso e della bellezza. Probabilmente la vita è un fatto comune nell’universo, la vita intesa come capacità di percepire; forse fenomeno più raro e in divenire, nel cosmo, la vita intesa come capacità di autocoscienza, ovvero il saper riflettere su quanto si percepisce.
Come il cigno riflette nell’acqua la sua bellezza, così l’Universo esplora superfici riflettenti, per comprendersi e migliorare.
“All’alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e ‘l velle
sì come rota ch’igualmente è mossa
l’amor che move il sole e l’altre stelle”.
Inviato da: cassetta2
il 21/01/2020 alle 09:42
Inviato da: Volo_di_porpora
il 15/01/2020 alle 19:36
Inviato da: cosmica11
il 19/08/2018 alle 18:08
Inviato da: cosmica11
il 28/04/2018 alle 17:12
Inviato da: cosmica11
il 22/12/2017 alle 07:36