Creato da: pigra_pigrissima il 20/11/2004
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Post N° 617

Post n°617 pubblicato il 27 Gennaio 2008 da pigra_pigrissima
Foto di pigra_pigrissima

GUIDA ALLE 10 PICCOLE FELICITA’ DI MILANO

 

 

1.     Una sbirciatina dietro alla cancellata di Villa Invernizzi in via Cappuccini, per vedere pavoni e fenicotteri rosa aggirarsi in giardino.

2.     Passando sotto la Galleria Vittorio Emanuele II fermatevi sopra il toro in mosaico sul pavimento al centro, sotto la cupola in vetro. Secondo la tradizione, pestarne i testicoli girando in tondo con il tacco ad occhi chiusi, assicura fortuna.

3.     Portatevi un cesto da pic-nic e una bottiglia di buon vino sulle terrazze in cima al Duomo, per gustare il pranzo con il miglior rapporto prezzo/panorama dell’intera città.

4.     E’ possibile immergersi nell’oscurità dei sotterranei del Castello Sforzesco e scoprire i passaggi segreti che collegavano il castello con Santa Maria delle Grazie, fino ad arrivare fuori città.

5.     Il caffè all’interno della Triennale di Milano contiene un’incredibile varietà di sedie e poltrone che hanno fatto la storia del design. Accomodatevi sulla vostra preferita per sorseggiare un tè, guardando il parco.

6.     Di fianco alla Triennale svettano gli eleganti 108 mt. Della Torre Branca. Dalla cima, nelle giornate più limpide è possibile vedere perfino le Alpi.

7.     Siete in giro per via Torino? Fermatevi alla piccola chiesa di Santa Maria presso S.Satiro, all’angolo con via Speronari, che racchiude un magnifico trompe-l’oeil del Bramante sull’abside. Grazie al gioco prospettico, il semplice sfondo dell’altare appare così molto più ricco e profondo, simile al Pantheon di roma.

8.     In via Serbelloni 10, potete scoprire l’unica casa di Milano con l’”orecchio”. Si tratta del bizzarro citofono (ora non più funzionante) della casa Sola-Busca, uno dei gioielli liberty milanese.

9.     La passeggiata più insolita? Fra i viali del cimitero Monumentale: un affascinante insieme di sculture ed edifici classici e moderni firmati da alcuni dei più importanti architetti e scultori italiani.

10.Un’occhiata dentro i portoni delle case di ringhiera, sul lato destro di Corso S.Gottardo, vi trasporterà in un mondo di altri tempi: ballatoi, cortili con vecchi ciottoli, fontanelle e lavatoi.

 
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Post N° 616

Post n°616 pubblicato il 26 Gennaio 2008 da pigra_pigrissima
Foto di pigra_pigrissima

   BANG !

 
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Post N° 615

Post n°615 pubblicato il 26 Gennaio 2008 da pigra_pigrissima
Foto di pigra_pigrissima

Primo sms. Non hai risposto.

Secondo sms. Non hai risposto.

Terzo sms. Non ci sarà.

 
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Post N° 614

Post n°614 pubblicato il 26 Gennaio 2008 da pigra_pigrissima
Foto di pigra_pigrissima

“ Cosa pensi di noi? “ gli avevo domandato una volta.  Lui, di colpo irrigidito, aveva risposto glaciale: “Non dire mai NOI. Ci sei TU e ci sono IO. Tu mi puoi cercare, se hai voglia di chiamarmi, chiamami. Se sarà possibile ci troveremo. Io non penso niente e anche se avessi un pensiero non lo conoscerai mai.”

Seduta sulla scomoda sedia cercava di spiegare che quell’uomo le si era annidato in testa,    spadroneggiava senza contropartita, come se permettere di pensarlo fosse una gentile concessione.

Non mi fa mai domande. Lui non chiede nulla perché nulla gli interessa di me, c’è solo quando c’è.

Lo desidero molto, ma non solo per andarci a letto. Vorrei contare qualcosa per lui, far parte dei suoi pensieri. Mi piacerebbe stabilire una comunicazione fra la mia e la sua mente.

 

- Ogni innamoramento è radicato nell’istinto sessuale. Non è essenzialmente importante che il sentimento sia ricambiato, ognuno vuole il godimento che solo il possesso è in grado di dare. Lui sa di possedere la tua mente e ciò gli basta. Attenzione, ti potrebbe costare caro.

L’egoismo è una qualità così radicata e universale da essere quasi l’unica analizzabile con una certa sicurezza di giudizio. Mi sembra di poter definire questo signore un individuo con un forte istinto di conservazione.

Questo istinto porta a una vita puramente individuale. Spesso l’individuo deve fare violenza su se stesso per arrivare a questo stadio, ma quando ciò accade acquista la noncuranza, la serenità, il distacco che rende potenti. -

 
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Post N° 613

Post n°613 pubblicato il 16 Gennaio 2008 da pigra_pigrissima
Foto di pigra_pigrissima

FERRARA, DIGIUNIAMO CONTRO GLI UOMINI IRRESPONSABILI?
La mia risposta agli antiabortisti. E una proposta, per l'unica campagna davvero utile

di Daria Bignardi

Caro Giuliano Ferrara, siamo tutti contro l’aborto. Però sappiamo tutti che la legge 194 è un male minore dell’assenza della legge 194. Che le donne odino l’aborto più di te, della Binetti e del cardinal Ruini messi insieme è un dato di fatto che non ci dovrebbe essere nemmeno più bisogno di discutere. Nessuno abortisce volentieri: mettitelo in testa. Nessuno abortisce con leggerezza: mi sento di assicurartelo. Però ci sono ancora battaglie da fare, per esempio quella sulla prevenzione delle gravidanze indesiderate: il prossimo digiuno potremmo farlo insieme perché tutti gli uomini si prendano la responsabilità delle loro eiaculazioni, proteggendo le donne da gravidanze che non possono o non vogliono intraprendere.
Io penso come te che la vita sia sacra. Credo che sia l’unica cosa veramente sacra: più dell’onore, più della famiglia, più dell’amicizia. E credo che inizi quando nella mente di una donna prende forma la consapevolezza di un bambino. Nessuna donna sana di mente ucciderebbe un bambino: alcune donne però possono trovarsi nella odiosa e dolorosa condizione di non potere o non volere permettere che gli cresca un bambino dentro la pancia. Che cosa pensi di fare per queste donne? Farle partorire e mettere i loro bambini in orfanotrofio, o nel caso di bambini malformati, in un istituto? Oppure pensavi di costringerle a crescere figli che non vogliono allevare? Non mi è chiaro il «poi» del tuo progetto antiabortista: ti occuperai tu dei bambini che nasceranno? Li allatterai, li veglierai quando avranno la febbre, li accompagnerai a scuola, andrai a parlare con la maestra, gli comprerai il latte in polvere, i pannolini, i quadernoni, il Game Boy, ti preoccuperai tu che diventino persone perbene?
Ci sono persone che non possono o non vogliono crescere un bambino: puoi ignorarlo? Non puoi, così come non puoi ignorare che, da quando esiste la legge 194, gli aborti siano drasticamente diminuiti. Sai di certo anche che, se non esistesse la 194, si tornerebbe agli aborti clandestini. Non capisco quindi dove pensi possa portare il tuo invito a rimettere in discussione questa legge: se servisse a trovare fondi statali per le donne che vorrebbero tenere i loro bambini ma non possono per motivi economici, sarei con te. Ma prevedo che queste donne sarebbero proprio poche: non è la mancanza di denaro che può fermare una donna che vuole un bambino, se lo vuole veramente.
Dai retta, la prossima campagna natalizia falla per una contraccezione consapevole ed efficace: è un tema mai troppo affrontato, anche se filosoficamente poco affascinante. Digiuneremo insieme, berremo cappuccini bollenti e ci faremo fotografare con preservativi srotolati tra le mani. Saremo un po’ ridicoli, ma avremo ragione.

 
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Post N° 612

Post n°612 pubblicato il 15 Gennaio 2008 da pigra_pigrissima
Foto di pigra_pigrissima

Ciccione idiota.

 
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Post N° 611

Post n°611 pubblicato il 27 Dicembre 2007 da pigra_pigrissima
Foto di pigra_pigrissima

“Non ne potevo più. Avevo voglia di vederti.”
”Entra.”
 Mi prese per mano, mi fece entrare in casa, mi tolse il giubbotto. Lo lasciai fare. Fece esattamente ciò che desideravo. Non mi chiese nulla. Mi accarezzò il viso e cominciò a baciarmi sul collo. Sentivo il mio cuore battere forte e ordinai a me stessa di non pensare, di non cercare di capire, di lasciarmi andare.
Sembrava conoscere il mio corpo da sempre, sapeva meglio di me come farlo funzionare, e a me bastava sentire il suo odore per dimenticare ogni cosa. Avevo voglia di sentire il suo corpo sopra di me, dentro di me. Avevo voglia di entrare nel suo, di stare dentro di lui, e spingevo il mio seno contro il suo petto, le mie gambe contro le sue gambe, la bocca contro la bocca, come se cercassi una porta, un passaggio segreto che mi permettesse di entrare, di nascondermi in quel rifugio sicuro, dove niente potesse ferirmi. “E’ qui che voglio stare. Qui dentro” gli dissi, baciando il suo ombelico.

 
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Post N° 610

Post n°610 pubblicato il 27 Dicembre 2007 da pigra_pigrissima
Foto di pigra_pigrissima

Come mai, ma chi sarai,  per fare questo a me
Notti intere ad aspettarti, ad aspettare te...

Dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui
Qui seduta in una stanza, pregando per un sì..

                                                                                                    

 
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Post N° 609

Post n°609 pubblicato il 11 Dicembre 2007 da pigra_pigrissima
Foto di pigra_pigrissima

  Al mercatino di Natale ho comprato un ciondolo, il “chiama-angeli”: una piccola sfera di metallo al cui interno c’è qualcosa che produce un tintinnio molto particolare. Ho suonato, suonato, suonato… non si è visto nessuno.

Possibile che non ci sia nemmeno un angelo disponibile?

Uno di quelli specializzati nella gestione di donne complicate?

Comunque, ho suonato ancora.

Mi dico: “Francesca, hai cinquant’anni, ti rendi conto? Sei peggio delle adolescenti! “

Mi rispondo: “ E allora? Che cazzo vuoi? “

 
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Post N° 608

Post n°608 pubblicato il 11 Dicembre 2007 da pigra_pigrissima
Foto di pigra_pigrissima

Bentornato

Bentornato  

Bentornato

 
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Post N° 607

Post n°607 pubblicato il 05 Dicembre 2007 da pigra_pigrissima
Foto di pigra_pigrissima

La Lupa


Era alta, magra, aveva soltanto un seno fermo e vigoroso da bruna - e pure non era più giovane - era pallida come se avesse sempre addosso la malaria, e su quel pallore due occhi grandi così, e delle labbra fresche e rosse, che vi mangiavano.
  Al villaggio la chiamavano la Lupa perché non era sazia giammai - di nulla. Le donne si facevano la croce quando la vedevano passare, sola come una cagnaccia, con quell'andare randagio e sospettoso della lupa affamata; ella si spolpava i loro figliuoli e i loro mariti in un batter d'occhio, con le sue labbra rosse, e se li tirava dietro alla gonnella solamente a guardarli con quegli occhi da satanasso, fossero stati davanti all'altare di Santa Agrippina. Per fortuna la Lupa non veniva mai in chiesa, né a Pasqua, né a Natale, né per ascoltar messa, né per confessarsi. - Padre Angiolino di Santa Maria di Gesù, un vero servo di Dio, aveva persa l'anima per lei.
  Maricchia, poveretta, buona e brava ragazza, piangeva di nascosto, perché era figlia della Lupa, e nessuno l'avrebbe tolta in moglie, sebbene ci avesse la sua bella roba nel cassettone, e la sua buona terra al sole, come ogni altra ragazza del villaggio.
  Una volta la Lupa si innamorò di un bel giovane che era tornato da soldato, e mieteva il fieno con lei nelle chiuse del notaro; ma proprio quello che si dice innamorarsi, sentirsene ardere le carni sotto al fustagno del corpetto, e provare, fissandolo negli occhi, la sete che si ha nelle ore calde di giugno, in fondo alla pianura. Ma lui seguitava a mietere tranquillamente, col naso sui manipoli, e le diceva: - O che avete, gnà Pina? - Nei campi immensi, dove scoppiettava soltanto il volo dei grilli, quando il sole batteva a piombo, la Lupa, affastellava manipoli su manipoli, e covoni su covoni, senza stancarsi mai, senza rizzarsi un momento sulla vita, senza accostare le labbra al fiasco, pur di stare sempre alle calcagna di Nanni, che mieteva e mieteva, e le domandava di quando in quando: - Che volete, gnà Pina? -
  Una sera ella glielo disse, mentre gli uomini sonnecchiavano nell'aia, stanchi dalla lunga giornata, ed i cani uggiolavano per la vasta campagna nera: - Te voglio! Te che sei bello come il sole, e dolce come il miele. Voglio te!
  - Ed io invece voglio vostra figlia, che è zitella - rispose Nanni ridendo.
  La Lupa si cacciò le mani nei capelli, grattandosi le tempie senza dir parola, e se ne andò; né più comparve nell'aia. Ma in ottobre rivide Nanni, al tempo che cavavano l'olio, perché egli lavorava accanto alla sua casa, e lo scricchiolio del torchio non la faceva dormire tutta notte.
  - Prendi il sacco delle olive, - disse alla figliuola, - e vieni -.
  Nanni spingeva con la pala le olive sotto la macina, e gridava - Ohi! - alla mula perché non si arrestasse. - La vuoi mia figlia Maricchia? - gli domandò la gnà Pina. - Cosa gli date a vostra figlia Maricchia? - rispose Nanni. - Essa ha la roba di suo padre, e dippiù io le do la mia casa; a me mi basterà che mi lasciate un cantuccio nella cucina, per stendervi un po' di pagliericcio. - Se è così se ne può parlare a Natale - disse Nanni. Nanni era tutto unto e sudicio dell'olio e delle olive messe a fermentare, e Maricchia non lo voleva a nessun patto; ma sua madre l'afferrò pe' capelli, davanti al focolare, e le disse co' denti stretti: - Se non lo pigli, ti ammazzo! -
  La Lupa era quasi malata, e la gente andava dicendo che il diavolo quando invecchia si fa eremita. Non andava più di qua e di là; non si metteva più sull'uscio, con quegli occhi da spiritata. Suo genero, quando ella glieli piantava in faccia, quegli occhi, si metteva a ridere, e cavava fuori l'abitino della Madonna per segnarsi. Maricchia stava in casa ad allattare i figliuoli, e sua madre andava nei campi, a lavorare cogli uomini, proprio come un uomo, a sarchiare, a zappare, a governare le bestie, a potare le viti, fosse stato greco e levante di gennaio, oppure scirocco di agosto, allorquando i muli lasciavano cader la testa penzoloni, e gli uomini dormivano bocconi a ridosso del muro a tramontana. In quell'ora fra vespero e nona, in cui non ne va in volta femmina buona, la gnà Pina era la sola anima viva che si vedesse errare per la campagna, sui sassi infuocati delle viottole, fra le stoppie riarse dei campi immensi, che si perdevano nell'afa, lontan lontano, verso l'Etna nebbioso, dove il cielo si aggravava sull'orizzonte.
  - Svegliati! - disse la Lupa a Nanni che dormiva nel fosso, accanto alla siepe polverosa, col capo fra le braccia. - Svegliati, ché ti ho portato il vino per rinfrescarti la gola -.
  Nanni spalancò gli occhi imbambolati, tra veglia e sonno, trovandosela dinanzi ritta, pallida, col petto prepotente, e gli occhi neri come il carbone, e stese brancolando le mani.
  - No! non ne va in volta femmina buona nell'ora fra vespero e nona! - singhiozzava Nanni, ricacciando la faccia contro l'erba secca del fossato, in fondo in fondo, colle unghie nei capelli. - Andatevene! andatevene! non ci venite più nell'aia! -
  Ella se ne andava infatti, la Lupa, riannodando le trecce superbe, guardando fisso dinanzi ai suoi passi nelle stoppie calde, cogli occhi neri come il carbone.
  Ma nell'aia ci tornò delle altre volte, e Nanni non le disse nulla. Quando tardava a venire anzi, nell'ora fra vespero e nona, egli andava ad aspettarla in cima alla viottola bianca e deserta, col sudore sulla fronte - e dopo si cacciava le mani nei capelli, e le ripeteva ogni volta: - Andatevene! andatevene! Non ci tornate più nell'aia! -
  Maricchia piangeva notte e giorno, e alla madre le piantava in faccia gli occhi ardenti di lagrime e di gelosia, come una lupacchiotta anch'essa, allorché la vedeva tornare da' campi pallida e muta ogni volta. - Scellerata! - le diceva. - Mamma scellerata!
  - Taci!
  - Ladra! ladra!
  - Taci!
  - Andrò dal brigadiere, andrò!
  - Vacci!
  E ci andò davvero, coi figli in collo, senza temere di nulla, e senza versare una lagrima, come una pazza, perché adesso l'amava anche lei quel marito che le avevano dato per forza, unto e sudicio delle olive messe a fermentare.
  Il brigadiere fece chiamare Nanni; lo minacciò sin della galera e della forca. Nanni si diede a singhiozzare ed a strapparsi i capelli; non negò nulla, non tentò di scolparsi. - È la tentazione! - diceva; - è la tentazione dell'inferno! - Si buttò ai piedi del brigadiere supplicandolo di mandarlo in galera.
  - Per carità, signor brigadiere, levatemi da questo inferno! Fatemi ammazzare, mandatemi in prigione! non me la lasciate veder più, mai! mai!
  - No! - rispose invece la Lupa al brigadiere - Io mi son riserbato un cantuccio della cucina per dormirvi, quando gli ho data la mia casa in dote. La casa è mia; non voglio andarmene.
  Poco dopo, Nanni s'ebbe nel petto un calcio dal mulo, e fu per morire; ma il parroco ricusò di portargli il Signore se la Lupa non usciva di casa. La Lupa se ne andò, e suo genero allora si poté preparare ad andarsene anche lui da buon cristiano; si confessò e comunicò con tali segni di pentimento e di contrizione che tutti i vicini e i curiosi piangevano davanti al letto del moribondo. E meglio sarebbe stato per lui che fosse morto in quel giorno, prima che il diavolo tornasse a tentarlo e a ficcarglisi nell'anima e nel corpo quando fu guarito. - Lasciatemi stare! - diceva alla Lupa - Per carità, lasciatemi in pace! Io ho visto la morte cogli occhi! La povera Maricchia non fa che disperarsi. Ora tutto il paese lo sa! Quando non vi vedo è meglio per voi e per me... -
  Ed avrebbe voluto strapparsi gli occhi per non vedere quelli della Lupa, che quando gli si ficcavano ne' suoi gli facevano perdere l'anima ed il corpo. Non sapeva più che fare per svincolarsi dall'incantesimo. Pagò delle messe alle anime del Purgatorio, e andò a chiedere aiuto al parroco e al brigadiere. A Pasqua andò a confessarsi, e fece pubblicamente sei palmi di lingua a strasciconi sui ciottoli del sacrato innanzi alla chiesa, in penitenza - e poi, come la Lupa tornava a tentarlo:
  - Sentite! - le disse, - non ci venite più nell'aia, perché se tornate a cercarmi, com'è vero Iddio, vi ammazzo!
  - Ammazzami, - rispose la Lupa, - ché non me ne importa; ma senza di te non voglio starci -.
  Ei come la scorse da lontano, in mezzo a' seminati verdi, lasciò di zappare la vigna, e andò a staccare la scure dall'olmo. La Lupa lo vide venire, pallido e stralunato, colla scure che luccicava al sole, e non si arretrò di un sol passo, non chinò gli occhi, seguitò ad andargli incontro, con le mani piene di manipoli di papaveri rossi, e mangiandoselo con gli occhi neri. - Ah! malanno all'anima vostra! - balbettò Nanni.

 

 
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Post N° 606

Post n°606 pubblicato il 25 Novembre 2007 da pigra_pigrissima
Foto di pigra_pigrissima

25 novembre  Giornata Internazionale per il NO alla Violenza contro la Donna.


LA VIOLENZA SULLE DONNE NON HA SCUSE !


" Tu dici che ami gli uccelli e li metti in gabbia
Dici che ami i fiori e li recidi
Allora quando dici che mi ami, ho paura. "


NIENTE GIUSTIFICA LE BOTTE !

 
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Post N° 605

Post n°605 pubblicato il 11 Novembre 2007 da pigra_pigrissima
Foto di pigra_pigrissima

 

Non dormire.

Lo sfioro partendo dalla nuca. Disegno una linea continua che scende precisa a metà della sua schiena e lo divide in due.
E’ sottilmente lanuginoso.
Mi stendo piano su di lui, senza peso. Gli passo le labbra vicino all’orecchio.

Vorrei fare come te, sai? Vorrei dirtele tutte le parole che ho in mente. Vorrei tenerti sveglio. Vorrei farti provare l’imbarazzo e la gioia che mi fai provare quando mi sussurri tutte le tue fantasie.

Lo sfioro piano col seno. La peluria del mio inguine gli spolvera i glutei.
Sono bagnata.

Non dormire. Non voglio che dormi.

Striscio piano con i seni verso il basso. Riempiono le zone cave delle sue forme. Gli appoggio lievi baci sulle scapole.
Sono così leggeri che volano via e lui neanche se ne accorge.
Faccio su e giù attaccata alla sua spina dorsale.

Svegliati.

Sono così umida che gli smacco baci sulle natiche

Svegliati.

Allora gli allargo i glutei. Passo la lingua proprio dove la pelle si congiunge. Scendo sempre più giù. Ha la peluria folta qui.
Gliela imperlo di saliva.

Dai, svegliati.

Vado ancora più in basso.
Insisto.
Sembro un gatto stanco che ne lava un altro.
Ha un odore forte di sudore. E di porte chiuse. Di pelle sfregata.
A ogni lappata alza i glutei. E allarga le gambe.

Vedi che non stai dormendo?

Le mie mani sono piene di carne. Mi faccio strada sempre di più. Sta evitando ogni resistenza. Dal respiro che ha direi che gli piace.
Libero una mano, col dito passo sulle zone che ho inumidito.
Poi riprendo a leccare. Sempre più abbondante.
Hai preso il mio posto, hai visto? Adesso ci sei tu, carponi, davanti allo specchio. Sei tu quello che sta inarcando la schiena come facevo io.
Insiste a tenere gli occhi chiusi. Poi li apre. Ma non si guarda.
Si gira verso di me. Mi fisso sempre allo specchio quando mi fa stare sotto.

Vado più giù con la lingua.
“Cosa stai facendo?”
Me lo chiedi perché non ci credi o perché vuoi davvero che te lo spieghi?
”Niente. Non sto facendo proprio niente.” E torno a riempirmi la bocca delle zone dove di solito nessuna ti tocca.

Stare così è scomodo.
Ormai si è alzato a quattro zampe e si lascia fare quello che voglio.
Se guarda l’immagine riflessa è per seguire i miei movimenti.
Scivolo sotto di lui senza lasciargli il tempo di capire.
Non smetto di leccarlo, di toccarlo. Mi insinuo piano tra lui e il materasso. Mi sdraio tra le sue gambe. Gli tengo le mani ben piantate sulle natiche e lo guido piano nella mia bocca.

Vuole vedermi, lo so. Vuole guardarmi perché sa che gli sorrido anche quando sono così.
Mi si siede sullo sterno, appoggiato sui calcagni per non pesarmi addosso. Si sposta in avanti. Mi fa rimbalzare il sesso sulle labbra.
Poi appoggia la sacca di pelle sui miei occhi. E’ un po’ come avere due uova sulle palpebre.

Non so come ti vengono certe idee.
Si sposta un po’ e io torno a vedere.
Sorride.
Gli afferro la base del pene saldamente. Mi avvicino la punta alla bocca. Ci soffio sopra due volte e poi dico forte e chiaro:
”Ciao, sono Valentina da Varese e volevo salutare tutti quelli che mi conoscono.”

Scoppia a ridere. Non se l’aspettava.
Cosa ci vuoi fare? L’amore non può mica essere una faccenda seria.
Non per me e per te.


 

 

 

 

 

 
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Post N° 603

Post n°603 pubblicato il 26 Ottobre 2007 da pigra_pigrissima
Foto di pigra_pigrissima

/ Dimmi adesso con chi sei
se di me le parli mai
dei miei viaggi per vederti
e per sapere come stai

dimmi adesso dove vivi
ed io ti raggiungero'
anche fosse in capo al mondo
io ci arrivero'

dimmi adesso se di notte
qualcun'altra ti consola
se hai capito che ti ho amato
e che ti amo ancora

Ricordo che era estate
quella di sei anni fa
lo so sono cambiata
il tempo passa e passera'
ma basta una parola
e io sono li da te

chissa' se tu...
chi sa...

dimmi adesso se di notte
nel tuo letto sei da solo
se hai capito che ti ho amato
e che ti amo ancora /

 
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Post N° 602

Post n°602 pubblicato il 15 Ottobre 2007 da pigra_pigrissima
Foto di pigra_pigrissima

C'era una volta una ragazza che domandò ad un ragazzo se voleva sposarsi con lei.
Il ragazzo le rispose 'NO!'
Da quel giorno, la ragazza visse felice per sempre, senza lavare, né cucinare, né stirare per nessuno, uscendo con le sue amiche e facendo l'amore con chi voleva, lavorando e spendendo i suoi soldi come voleva."
                                                           ** FINE **


Il problema è che fin da quando eravamo piccoline, nessuno ci ha mai raccontato questa fiaba.
Invece ci hanno fottuto ben bene con questo cazzo di principe azzurro!!!

 
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